“Ecco come finora Salvini ha pensato alla salute degli italiani: andando contro il decreto sull’obbligo vaccinale, tanto che ha provato a sabotare la legge all’indomani del suo ingresso al governo, sostenendo che 10 vaccini fossero troppi, facendone una questione di numero e non di scienza”. Lo afferma la deputata dem, ex ministra della Salute Beatrice Lorenzin a proposito di quanto dichiarato oggi a Siena da Metteo Salvini.
“Dall’inizio della pandemia Salvini – continua Lorenzin - stato prima negazionista, quello che ‘il Nord non si ferma’, nell’ordine contrario alle chiusure, contrario all’uso delle mascherine, contrario all’uso delle mascherine a scuola, contrario alla dad. Sentendo opinioni sui social e non degli scienziati, ha preferito strizzare l’occhi a ogni tipo di ribellione, alle più elementari norme di comportamento, regole d’igiene e controlli, salvo alla fine doversi ricredere su tutto. Perché lui non ha bisogno di sentire la scienza e i nuovi dati che consegnano nuove indicazioni. Lui cavalca la sofferenza delle persone, per avere consenso dà ragione a tutti”.
“Ora che abbiamo vaccini e green pass come strumento di controllo - aggiunge, riesce ad essere ambiguo sui primi e contrario di fatto al secondo. Come fai a dire che sei a favore del commercio quando con la posizione ‘io apro’ hai fatto passare l’idea che tanto vale prendere le cose come vanno, sperare che il virus si fermi da solo. Sembra quasi volere creare le condizioni sanitarie per nuove chiusure per poi dolersi della crisi economica che comportamenti scellerati no vax e non greenpass finirebbero per favorire, ma intanto ribalterà la comunicazione trovando il nemico del momento”.
“Lui sa bene che gli strumenti che il governo sta valutando - conclude l’esponente democratica - sono i soli che possono garantire il proseguimento della ripresa, della sicurezza, della tutela della sanità pubblica, agganciando il rimbalzo economico post economia, del miglioramento dei dati sul lavoro soprattutto al Sud.
Ma forse tornare a un’Italia in salute dovendo condividere i meriti a Salvini non è sufficiente”.