“L’Italia non è in guerra. La decisione di inviare armi, insieme ad altri supporto logistico, all’Ucraina discende direttamente dall’articolo 11 della Costituzione, che inserisce l’intervento bellico italiani in un contesto di difesa e di tutela dei deboli. L’Italia è un grande paese, e davanti a un aggressore forte che nel cuore dell’Europa aggredisce un paese più debole e di ordinamento democratico non può stare in poltrona a guardare. Peraltro, così come stabilisce la Costituzione noi sosteniamo l’Ucraina sulla base di pronunce degli organismi internazionali preposti: si è espressa l’Assemblea Generale dell’Onu, l’Unione Europea, e facciamo parte di una alleanza militare difensiva come la Nato. La pace non è neutralità o ignavia, e se si vuole costruirla bisogna sporcarsi le mani e operare. Sapendo che la risposta dell’Occidente a questa tragedia innescata da Putin non può essere solo militare, ma politico-diplomatica, economica attraverso le sanzioni e sociale attraverso le mobilitazioni dei cittadini che vanno nelle piazze a manifestare il no alla guerra”.
Lo ha dichiarato l’on. Enrico Borghi, responsabile Dem per le politiche della sicurezza, intervenendo stamattina ad Agorà, su Rai 3.