“La presidente del Consiglio Giorgia Meloni quando negli anni passati era all’opposizione si schierava duramente contro ogni possibile privatizzazione di Poste italiane, proprio in virtù del fatto che “Poste italiane produce utili, assicura la presenza dello Stato nei piccoli comuni e nelle periferie, raccoglie i risparmi degli italiani e finanza cassa depositi e prestiti”, come si leggeva nei volantini di Fratelli d’Italia. Oggi purtroppo assistiamo all’ennesima giravolta senza nessuna spiegazione del perché:”. Lo dichiarano i deputati Pd della commissione Trasporti di Montecitorio Casu, Barbagallo, Bakkali, Ghio e Morassut che hanno presentato una interrogazione in commissione al Ministro delle imprese e del Made in Italy.
"Fino ad oggi i sindacati che rappresentano circa 120 mila lavoratori non hanno potuto né partecipare né conoscere le linee guida del piano industriale di Poste italiane, rinviato a marzo 2024. La risposta odierna alla nostra interrogazione al Ministero delle imprese e del made in Italy purtroppo conferma tutte le nostre preoccupazioni ammettendo l’ulteriore cessione senza chiarire cosa intende fare il Governo per garantire e preservare il valore economico e sociale di Poste Italiane e coinvolgere direttamente sindacati lavoratrici e lavoratori nelle scelte. Non permetteremo alla Presidente Meloni di realizzare la svendita del valore economico e sociale di 162 anni di Storia Italiana contro cui dall’opposizione si batteva”.