Dichiarazione di Luciano D’Alfonso deputato del Pd
La revisione del Pnrr proposta dal governo Meloni all’Unione Europea è esiziale per l’Abruzzo, poiché toglie al territorio 555,4 milioni di euro, annullando ben 1.861 progetti. In realtà la cifra complessiva ammonta a 629 milioni, in quanto diversi enti hanno cofinanziato le opere con risorse proprie o di altra provenienza.” Così in una nota i parlamentare abruzzese del Pd Luciano D’Alfonso. “Va ricordato – ha aggiunto l’esponente dem- che l’ambito regionale ha già subìto un devastante taglio dei fondi PNRR per il raddoppio della linea ferroviaria Roma-Pescara, cui il governo ha tolto 1 miliardo 465 milioni tra giugno e luglio scorsi.”
Le misure definanziate – precisa D’Alfonso- riguardano la messa in sicurezza del territorio, il miglioramento dell’illuminazione pubblica e l’efficientamento energetico degli edifici (1.723 progetti per un valore totale di circa 392 milioni); la riqualificazione del contesto sociale e ambientale delle città (69 progetti per 165 milioni); il miglioramento i servizi nelle aree interne (55 progetti per 39,4 milioni); la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie (13 progetti per 8,5 milioni).” DìAlfonso inoltre sottolinea che “a livello provinciale - spiega il sito Openpolis - è Chieti il territorio in cui rischiano di saltare i progetti con l’importo totale più consistente (218,1 milioni). Seguono le province di Teramo (192,2), L’Aquila (158,7) e Pescara (114,4). A livello comunale sono le città capoluogo ad essere più penalizzate. Al primo posto troviamo Teramo con 10 progetti a rischio, per un valore complessivo di circa 33, milioni di cui 24,8 provenienti dal Pnrr. Seguono Pescara (27 progetti per 28 milioni quasi interamente Pnrr) e Chieti (12 progetti per 20,6 milioni, anche in questo caso quasi totalmente provenienti dal piano). L’Aquila vedrebbe un taglio di 5 progetti, per importi totali pari a 20,1 milioni di euro, ma di cui solo 340mila di provenienza Pnrr. Ci sono poi altri 5 Comuni – continua DìAlfonso- che hanno progetti a rischio per un valore complessivo superiore ai 10 milioni. Si tratta di Montesilvano (25 progetti per 15,7 milioni), Martinsicuro (12 progetti per 14 milioni), Roseto (9 progetti per 12,9 milioni), Avezzano (17 progetti per 12,3 milioni) e San Salvo (10 progetti per 10,5 milioni). Altri 231 Comuni hanno progetti a rischio per un importo superiore al milione di euro.” D’Alfono elenca inoltre alcuni “tagli eclatanti”: a Teramo rischiano di saltare i progetti finalizzati al recupero del teatro romano (11,6 milioni) e per il teatro comunale (11,7 milioni); a L’Aquila potrebbero svanire gli interventi di riqualificazione del campo da rugby di Centi Colella (170mila euro); a Pescara sarebbero annullati la riqualificazione del lungofiume nord e sud (4 milioni), del lungomare (2 milioni) e di corso Umberto e piazza Sacro Cuore (1,5 milioni); a Chieti andrebbero in fumo il recupero di palazzo Massangioli e del cinema Eden (4,3 milioni), la rifunzionalizzazione delle ex scuole Nolli e di piazza De Lauretis (3,3 milioni) e la riqualificazione del Supercinema (750mila euro). Fra le altre opere di notevole impatto troviamo poi un intervento da 4,1 milioni di euro a San Giovanni Teatino per la realizzazione del secondo lotto di un polo per l’infanzia. Un progetto da 3,7 milioni invece era previsto a Guardiagrele e prevedeva lavori di consolidamento e mitigazione del rischio idrogeologico in diverse frazioni. Per quanto riguarda la misura legata alla valorizzazione delle aree interne, salterebbero due progetti del valore totale rispettivamente di 3 e 2,5 milioni di euro. Il primo, nel comune di Lanciano, riguarda il recupero dell’ex calcificio Torrieri per la creazione di una struttura destinata a servizi socio-culturali. L’altro progetto a rischio definanziamento invece si trova a Vasto e consiste in un intervento di ristrutturazione dell’edificio sede del Comune. Di fronte a queste cifre che sono numeri veri v– conclude D’Alfonso diventa palese l’incapacità dimostrata dal governo nel gestire il fiume di risorse che l’Ue ha destinato all’Italia. Il centrodestra- conclude D’Alfonso- non ha una classe dirigente all’altezza e lo sta dimostrando ogni giorno. In Abruzzo, Marsilio e soci non sono riusciti ad aprire un solo cantiere , ma stanno persino facendo affondare l’aeroporto e la linea ferroviaria Roma-Pescara. Quanti danni dovremo patire prima che questi campioni della distrazione vadano a casa?”
"In commissione Ambiente, da parte di alcune forze di maggioranza, arriva la richiesta dell’istituzione di una commissione di inchiesta sul tema delle calamità succedutesi in Italia dal 2009. Si tratta di un’iniziativa che riafferma un vizio cronico della destra di governo, tanto incapace di determinare soluzioni quanto incline a scaricare colpe inesistenti su chi ha avuto l’onere di gestire passaggi, anche tragici, della storia recente del nostro Paese. E mentre in commissione Ambiente siamo impegnati a concludere l’iter per approvare un 'Codice della Ricostruzione', che secondo la visione della destra dovrebbe demandare tutte le responsabilità ai Sindaci, al contempo la stessa maggioranza avanza proposte per istituire commissioni di inchiesta che, a priori, puntano il dito sul ruolo degli amministratori locali. La verità è che questa commissione di inchiesta, al netto degli obiettivi dichiarati, è l’ennesimo boccone da dare in pasto alle piazze populiste della destra. Nel trattare il tema delle calamità, al contrario, occorre agire con assoluta serietà. Ma soprattutto, prima di impegnare tempo e risorse in inutili commissioni, occorrerebbe focalizzarsi sulla ricostruzione. Peraltro, giova rimarcare che sono ben altri gli strumenti, sia analitici che normativi, sui quali imperniare una strategia efficace che miri alla prevenzione e alle gestione degli eventi distruttivi. Così come è doveroso lasciare alla magistratura il compito di valutare eventuali abusi. Oggi la proposta è stata rinviata ma ci auguriamo, in ogni caso, che questa iniziativa venga rapidamente accantonata". Lo dichiarano in una nota congiunta i deputati dem Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente, Augusto Curti, Luciano D'Alfonso e il senatore Pd Michele Fina.
“Nonostante i tragici fatti del crollo del Ponte Morandi a Genova, malgrado i lutti per la vicenda dei guardrail di Avellino e i tanti altri casi drammatici avvenuti nel nostro Paese di cui sono piene le cronache, il governo e la maggioranza di destra hanno deciso di bocciare un nostro ordine del giorno che intendeva ripristinare il passaggio istruttorio posto in capo al comitato speciale del Consiglio superiore dei lavori pubblici sugli indirizzi da compiere per la manutenzione delle opere infrastrutturali. Stiamo parlando delle autostrade su cui transitano centinaia di migliaia di persone. Con questa decisione del governo Meloni torna addirittura in vigore, su un aspetto così delicato, un istituto da sempre rovinoso per l’Italia repubblicana, quello della decorrenza dei termini: cioè, decorsi i termini si rinuncia al passaggio istruttorio del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Siamo di fronte ad una scelta miope, che impedisce di capire quali siano i bisogni e le necessità di manutenzione successiva di un’opera di interesse nazionale per prefigurarne le criticità realizzative. Si tratta di un grave errore”.
Lo dichiarano il deputato dem, Luciano D’Alfonso, presentatore dell’Odg, e la deputata e responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, che lo ha sottoscritto.
Dichiarazione dei deputati Pd Marco Sarracino, Piero De Luca, Luciano D’Alfonso, Maria Cecilia Guerra, Silvia Roggiani, Claudio Stefanazzi, Silvio Lai
L’audizione in commissione del Ministro Fitto in merito al decreto sud non fa che confermare tutte le nostre preoccupazioni rispetto a una misura che tutto fa meno che offrire nuove opportunità per lo sviluppo del Mezzogiorno. Il ministro non ha praticamente risposto a nessuna delle questioni che sono state poste e che risultavano avere come premessa le rilevazioni emerse nel corso delle audizioni da parte dei Presidenti di regione, di ogni colore politico, dall'anci, dagli otto commissari ZES, dalle sigle sindacali e dalle associazioni datoriali.
Da un lato, infatti, si accentrano poteri e funzioni, dall’altro si elude il problema delle coperture economiche necessarie a garantire il funzionamento e le opportunità di una ZES unica per tutto il mezzogiorno.
Non esiste nessuna garanzia che nell'ambito della sostituzione dei fondi PNRR con l’FSC venga garantito il rapporto 80/20 delle risorse da destinare al Mezzogiorno.
Per questo e altri motivi esprimiamo un giudizio fortemente negativo nei confronti di un decreto su cui continuiamo ad esprimere moltissime critiche e che proveremo a migliorare in parlamento.
Dichiarazione di Luciano D’Alfonso, deputato Pd
“A differenza di quanto pensa e dice Marsilio, la situazione in Abruzzo è profondamente diversa. A cominciare dalle piste dell’aeroporto di Pescara, sempre meno frequentate dagli aerei, per finire – tristemente – alla presunta risanata sanità regionale.” A dirlo è il deputato del Pd Luciano D’Alfonso che replica “a muso duro” al discorso del governatore Marsilio alla convention di FDI.
“Altro che regione apripista, attacca D’Alfonso. Voglio ricordare al presidente in scadenza che abbiamo già perso i voli per Milano Linate e Torino, e che a fine ottobre subiremo un’altra drastica riduzione dei collegamenti a causa dello stop a dieci voli. Non solo: fu la giunta che presiedevo a stanziare 29,4 milioni per le infrastrutture aeroportuali. E la sua, cosa ha fatto oltre a partorire un Cda della Saga diviso su tutto? Se invece allude alle “piste” fatte da certi dirigenti del Comune di Pescara, allora gli diamo ragione. In quel senso, di aperture ne sono state fatte diverse.” “E poi – aggiunge l’esponente del Pd in una nota- è surreale che Marsilio parli della Ferrovia Pescara-Roma come di una vittoria, o forse è il segnale di una chiara confusione mentale. Questo collegamento, che il governo di centrodestra ha tolto dal PNRR, dovrebbe sostenersi con i fondi di coesione e sviluppo. Ci piacerebbe sapere da dove arriveranno le risorse, perché progetti e cantieri nascono soltanto se c’è copertura finanziaria. Servono 6 miliardi e 305 milioni di euro, e intanto abbiamo perso un miliardo 465 milioni del PNRR: occorrono atti tipici dei ministeri competenti, e non chiacchiere tra amici di partito.” Infine, il capitolo della sanità regionale, dove D’Alfonso manda un messaggio chiaro alla destra: “Altro che sanità risanata. La memoria breve non aiuta: esattamente sette anni fa, il 15 settembre 2016, il Consiglio dei Ministri deliberava l’uscita dell’Abruzzo dal commissariamento della sanità, grazie al lavoro diuturno svolto da me e dall’assessore Silvio Paolucci. Piuttosto, Marsilio ci dica come intende risolvere il problema delle liste d’attesa, che da quando c’è lui a palazzo Silone si sono allungate a dismisura.”
Dichiarazione di Luciano D’Alfonso, deputato Pd
FORSE MARSILIO VUOLE FARE DELLO SCALO UN’AREA PER IL JOGGING?
“Il volo Pescara-Torino cesserà di esistere il prossimo 5 novembre. Dopo la scomparsa del collegamento con Milano Linate, l’Abruzzo perde un’altra destinazione fondamentale per la sua economia. Complimenti alla Regione Abruzzo”: è il commento sarcastico del deputato Luciano D’Alfonso alla notizia che la tratta con il capoluogo piemontese risulta non più prenotabile sul sito di Ryanair a partire dai primi di novembre.
A questo si aggiunge il fermo stagionale di altri nove collegamenti operati dalla compagnia irlandese: Alghero (disponibile fino al 30 settembre), Barcellona (ultimo volo il 25 ottobre); Cracovia, Trapani e Malta (termine fissato al 27 ottobre); Praga, Varsavia, Memmingen e Dusseldorf (non più prenotabili dopo il 28 ottobre).
“Non si sa - spiega D’Alfonso - se e quando queste mete torneranno raggiungibili dall’Abruzzo. In pratica lo scalo sarà sottoutilizzato almeno fino ad aprile: un aeroporto che per sei mesi all’anno funziona a mezzo servizio non è utile alla collettività. Intanto perdura l’assenza di una figura fondamentale per lo scalo quale quella del direttore generale - accountable manager, la cui mancanza si protrae da oltre 13 mesi”.
Il deputato dem conclude ironizzando: “Viene il dubbio che il presidente in scadenza Marsilio voglia utilizzare la pista di atterraggio per fare jogging. Non si spiega altrimenti la distrazione palesata verso una delle infrastrutture cardine della regione”.
Vi sono almeno tre problemi che stanno aggredendo la capacità di vita e di organizzazione della nostra comunità regionale.
1) La ferrovia Pescara-Roma, uscita dal PNRR, dovrebbe sostenersi con i fondi di coesione e sviluppo. Non basta un comunicato stampa: bisogna precisare da dove arriveranno le risorse, perché progetti e cantieri nascono soltanto se c’è copertura finanziaria. Servono 6 miliardi 305 milioni di euro, e intanto abbiamo perso un miliardo 465 milioni del PNRR: occorrono atti tipici dei ministeri competenti, e non chiacchiere.
2) L’altro grande buco riguarda la trasportistica: per 32 anni abbiamo avuto il collegamento aereo con Milano Linate, oggi è stato perso e non è possibile che si debba registrare questa inadeguatezza di reazione. Bisogna avviare subito un contatto con il Ministero dei Trasporti (poiché il Ministro di sicuro farà collaborativamente la sua parte), con l’Autorità dei trasporti e con l’Enac, affinché si riapra il confronto con Ita Airways e magari anche con altre compagnie aeree, chiudendo intanto la partita vergognosa della scelta del direttore generale dell’aeroporto d’Abruzzo. Evitiamo che litigi di bottega mettano a rischio il funzionamento dello scalo: non può esserci questa stravaganza di interesse, si agisca subito rispettando e riscontrando le esigenze poste sul tavolo dal Presidente di Saga, se sono questioni reali.
3) Il terzo problema è quello del centro Le Naiadi a Pescara, una struttura di valenza sportiva e culturale con 55 anni di attività che oggi rischia la chiusura. Si prendano concretamente le risorse FSC spettanti alla Regione da 36 mesi per rendere attrattivo l’investimento di qualche privato tramite un project financing, perché Le Naiadi devono riprendere a funzionare con tranquillità e qualità. Gli ultimi bandi fatti dalla Regione si sono rivelati buchi nell’acqua: verrebbe da pensare che non li sappiano fare, forse perché abituati a dare affidamenti senza gara. La vicenda ricorda quella delle Terme di Caramanico: anche lì si utilizzino le risorse di sviluppo e coesione.
Le Regioni sono nate per fare programmazione: in questo campo non si può improvvisare, perché adesso l’improvvisazione la stiamo subendo e pagando.
“Il Partito Democratico chiede con determinazione che la disciplina per la localizzazione sul territorio delle sale di raccolta del gioco pubblico venga delegata ai comuni. Su questo tema abbiamo presentato precisi emendamenti al disegno di legge delega per la riforma fiscale. Sono questi enti di prossimità, infatti, quelli che possono far rispettare con maggiori strumenti di controllo la distanza di almeno cento metri tra queste sale e le scuole e gli ospedali. Scuole e ospedali, infatti, vanno ritenuti punti sensibili perché frequentati dalle persone più esposte al rischio di cadere nel disturbo del gioco d’azzardo. Dare ai comuni la facoltà di normare e vigilare su un distanziometro di almeno cento metri da scuole e ospedali, come criterio per l’apertura di una sala di raccolta del gioco pubblico, sarebbe una garanzia in più per la corretta applicazione di una regola necessaria e fondamentale”.
Lo dichiara il deputato del Partito Democratico della commissione Finanze, Luciano D’Alfonso.
“Prosegue la telenovela della Saga spa - la società di gestione dell’aeroporto d’Abruzzo controllata dalla Regione - che non riesce a nominare un Direttore generale. Neanche il cda svoltosi ieri ha risolto questo impasse che dura ormai da un anno.
Da dodici mesi - Ciarlini ha terminato il suo mandato il 15 luglio 2022 - l’aeroporto d’Abruzzo non possiede una delle figure fondamentali per il suo funzionamento. Come si deve fare per avere questa figura?
Ne va di mezzo il diritto degli abruzzesi ad utilizzare gli aerei.
Io sono anche disposto a far dire una messa dal parroco di Villa Badessa, in modo tale da aiutare lo spirito deliberativo, anche perché non credo che l’Enac possa sopportare oltre questo bivacco abruzzese di indecisione”. Lo dichiara il deputato abruzzese del Pd, Luciano D’Alfonso.
“A due anni dalla caduta del masso che ne ha causato la chiusura e a quasi quattro mesi dall’interrogazione che ho presentato in merito ai ministri delle Infrastrutture e della Protezione civile, la galleria della SS 487 situata tra Caramanico Terme e S. Eufemia a Maiella è ancora chiusa e non si vede la soluzione del caso”. Lo dichiara il deputato del Pd, Luciano D’Alfonso a proposito della messa in sicurezza della strada che collega i due Comuni montani.
“A tutt’oggi - spiega il deputato dem - è indefinita la specifica competenza riguardante il soggetto deputato all’esecuzione dell’intervento risolutivo del problema e non c’è nemmeno stato l’inserimento dell’intervento nei programmi di finanziamento regionali e nazionali”.
“L’interruzione al transito nella galleria - conclude D’Alfonso - è causa di notevoli disagi per i residenti di Sant’Eufemia a Majella e Caramanico Terme. Chiediamo al Prefetto di convocare una riunione urgente con l’Anas, la Regione Abruzzo, la Provincia di Pescara, i sindaci dei Comuni interessati e i parlamentari eletti nell’area interessata. Si agisca in fretta, questo stato di cose è intollerabile”.
“Adesso serve riorganizzare la macchina comunale per far sì che non accada più che uno si prenda l’appalto di tutte le decisioni. Scattiamo la fotografia sulla gravità dei fatti e creiamo la condizioni di garanzia affinché Pescara non patisca mai più questo abisso della qualità delle decisioni e dell’investimento pubblico”. Lo ha detto il deputato dem Luciano D’Alfonso intervenendo al consiglio comunale straordinario di Pescara per discutere sulla gestione del settore Lavori Pubblici e dei finanziamenti del PNRR.
“Le opere pubbliche sono fatte dal potere pubblico con denaro pubblico per produrre pubblica utilità. In questo caso è accaduto che la verticalizzazione abbia fatto danno: io conosco la fiduciarietà, che è cosa diversa dall’amicalità. La macchina comunale dev’essere una funzione della democrazia elettiva, non può trasformarsi in una satrapia intoccabile”, ha aggiunto.
D’Alfonso ha poi citato un caso specifico: “Quanto accaduto su viale Marconi è un capolavoro alla rovescia: in quella strada abbiamo appreso dell’esistenza di asfalti a scomparsa, che al mattino venivano stesi e la sera venivano tolti”.
“Pescara aveva davvero necessità di toccare il fondo in ragione della distrazione e della volontà di non ascoltare? Siamo nel pieno del PNRR, siamo nel pieno della ripresa della corsa per toglierci dalle sofferenze della pandemia. Abbiamo bisogno del massimo della forma della macchina comunale e del massimo del rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini”, ha concluso il deputato dem.
“E’ grave ciò che sta accadendo alla Asl di Chieti, dove il direttore generale si rifiuta di interloquire con 7 primari dell’ospedale teatino, negando l’evidenza di una sanità in forte regresso sul piano delle liste di attesa, delle prestazioni offerte e della mobilità attiva e passiva”: l’on. Luciano D’Alfonso interviene così sui problemi che affliggono la Asl 2, ribaditi il 29 giugno scorso dal Comitato ristretto dei sindaci.
“Non saranno le stolide difese d’ufficio di Mauro Febbo a nascondere le criticità evidenziate dai primari - prosegue il deputato dem - che osservano la situazione da un punto di vista tecnico e scevro da appartenenze politiche: quando parlano di «quasi inesistente condivisione di scelte strategiche, (…) carenza cronica di personale, approvvigionamenti effettuati saltuariamente e in modo costantemente incompleto, sedute operatorie insufficienti, sale operatorie inadeguate» lo fanno a ragion veduta perché vivono quotidianamente i disagi elencati. E se lamentano «la promessa, mai mantenuta, di realizzare sale operatorie ibride futuristiche», l’aggiornamento tecnologico «irrilevante», «l’aumento delle liste di attesa», «il ritardo diagnostico e terapeutico di malattie gravi e conseguente esodo sanitario verso Aziende più efficienti», è puerile travestirsi da semplici uditori - come ha fatto il dg Schael due giorni fa durante il Comitato ristretto dei sindaci - mentre sarebbe molto più utile confrontarsi seriamente”.
Nel merito, lunedì 3 luglio presenterò un’interrogazione parlamentare al Ministro della Salute, poiché non è possibile prolungare ulteriormente questo stato di cose. Con la giunta regionale da me presieduta abbiamo fatto uscire l’Abruzzo dal commissariamento della sanità, oggi l’amministrazione Marsilio ci sta riportando indietro di decenni”.
“Il presidente in scadenza Marsilio dovrebbe documentarsi prima di sproloquiare sullo stato di emergenza per gli eventi di dissesto idrogeologico in atto in Abruzzo”. Lo afferma il deputato del PD Luciano D’Alfonso in merito alle dichiarazioni rilasciate dal governatore durante il sopralluogo effettuato ieri a Chieti in viale Gran Sasso, a rischio frana. Marsilio ha detto di voler raccogliere in un dossier anche le situazioni similari verificatesi a Bucchianico e Villa Celiera, per ottenere dal Governo la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale e i conseguenti fondi straordinari.
“Tale dichiarazione - spiega D’Alfonso - non viene emessa in base a criteri di simpatia esistenti tra figure istituzionali ma secondo una precisa tipologia, delineata dall’articolo 2 della legge 225/1992 e ribadita dall’articolo 7 Codice di Protezione civile (Decreto legislativo n. 1 del 2 gennaio 2018). Per quanto disagevoli, gli eventi di cui stiamo parlando non sono qualificabili come “calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari”, definizione normativa necessaria per ottenere lo stato di emergenza nazionale e i relativi ausili finanziari. Per fare un esempio - continua l’onorevole dem - lo stato di emergenza nazionale fu dichiarato per l’eccezionale ondata di maltempo che colpì l’Abruzzo nel gennaio del 2017, quando sul territorio regionale si riversarono 20 milioni di tonnellate di neve”.
Il deputato prosegue: “Sappia Marsilio che nelle ore dei danni a beni e cose, private e pubbliche, andava insediato il fascicolo dei danni. Un fascicolo dettagliato e speditivo, da comunicare con sollecitudine ai vertici di via Ulpiano. Un dossier necessario anche per collocare le risorse capienti del Fondo di Coesione: poiché i territori destinatari vanno distinti tra danneggiati gravemente, danneggiati e quelli che potranno essere danneggiati con le prossime inevitabili precipitazioni atmosferiche. Inoltre urge sbloccare le risorse ghiacciate dal 2021 nell’ordinamento finanziario della Coesione, cui partecipano fondi dell’UE e dello Stato. Un miliardo di euro chiusi in frigorifero senza ragione: è arrivato il tempo di assumere e collocare le risorse coincidenti con la programmazione 2021/2027, concepita per la coesione e lo sviluppo. Tutte le risorse che si stanno cantierando e sono in esercizio realizzativo in questi mesi sul territorio abruzzese sono state generate dal piano del 2017/2018, fondi coincidenti con la delibera di riconoscimento di emergenza nazionale del gennaio 2017, che a termini di legge è stata prontamente istruita e riconosciuta come emergenza dal Consiglio dei Ministri su istruttoria della Protezione civile territoriale e nazionale”.
D’Alfonso conclude osservando che “il momento del giudizio elettorale sull’operato della giunta Marsilio si avvicina e il presidente in scadenza comincia a rilasciare dichiarazioni roboanti, nella speranza di celare il vuoto pneumatico della sua azione amministrativa. Qualcuno gli ricordi che, prima di vaniloquiare sulla normativa emergenziale, sarebbe bene documentarsi.; cosa che lui, evidentemente, non fa. I Comuni danneggiati hanno bisogno di risorse immediate, certe, utilizzabili e rendicontabili, e non di tentativi compiacenti”.
"Il centrodestra abruzzese nelle sue varie espressioni territoriali ricorda la trilogia calviniana intitolata 'I nostri antenati’. Al Comune di Pescara è stato bandito un concorso per dirigente del settore tecnico che si è risolto con la bocciatura di tutti i candidati: è stato quindi creato il Cavaliere inesistente. Alla TUA c’è invece il Visconte dimezzato: Enrico Dolfi, assunto dalla giunta Marsilio quale direttore della divisione ferroviaria con una selezione nella quale fantasiosamente non si prevedeva la laurea in ingegneria; adesso è diventato esperto tecnico del presidente. Dunque dovrà dividersi tra due compiti impietosamente impegnativi. Per l’ultimo personaggio della trilogia, il Barone rampante, era pronto un posto da direttore generale della SAGA, ma non essendoci un Francesco Baracca né un Manfred von Richthofen fra i candidati al ruolo, la selezione si è conclusa con un nulla di fatto, provocando le ire dell’Enac che adesso minaccia la revoca della concessione aeroportuale. Vorrei sinceramente aiutare il presidente in scadenza della Regione e i suoi amici negli enti locali a trovare figure adatte per i vertici delle amministrazioni da loro dirette. Sto pensando di far dire una messa, magari nel santuario di San Gabriele che è il patrono d’Abruzzo, affinché una sacra ispirazione possa illuminare le menti di costoro”. Lo dichiara il deputato dem ed ex presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso.
"In Italia esistono ancora le “Case di Lavoro”, istituite dal Codice Rocco con l’intento di favorire, attraverso il lavoro, il reinserimento sociale di persone che hanno commesso reati ed espiato una pena, ma che sono ritenute ancora pericolose per la società in quanto delinquenti abituali, professionali o per tendenza. Le strutture tuttora attive sono quattro, una si trova a Vasto. Queste strutture attualmente in essere però purtroppo sono totalmente inadeguate, poiché la maggior parte delle case di lavoro è collocato dentro istituti penitenziari o in ex istituti psichiatrici, dove vi sono ancora celle con sbarre. Dunque il soggetto invece di essere reinserito con gradualità in un contesto lavorativo passa mesi e anni di internamento successivo al carcere senza occupazione lavorativa e senza la speranza di poter riprendere una vita normale e di contatto con la società. A popolare la casa di lavoro è una folla di disperati, in una situazione che non permette nemmeno a chi è sano di mente di rimanere tale molto a lungo. Ci sono persone provenienti da Ospedali Psichiatrici Giudiziari, tossicodipendenti, malati di mente, infermi con patologie praticamente incurabili in carcere, persone senza fissa dimora, stranieri senza documenti; risulta così che le case di lavoro, più che luoghi con cui accompagnare un ex detenuto verso il ritorno alla quotidianità, diventano un limbo nel quale si raccoglie la marginalità. Per questo chiediamo al ministro Nordio di non rimanere indifferente a tale palese inadeguatezza e chiediamo di intervenire quanto prima per riformare questo istituto ormai inadeguato, per sostituirlo con altre forme che consentano il reinserimento di queste persone nella società, come ad esempio "comunità di accoglienza dedicate" oppure "misure di sicurezza applicate nella libertà vigilata, eseguite nei territori di residenza e non in istituti di pena, spesso lontani dal luogo dove queste persone hanno affetti o radici". Lo dichiara il deputato del Pd, Luciano D'Alfonso, che ha presentato una interrogazione al ministro Nordio sulle Case di Lavoro.