"Ma strategia governo è di mettere le mani sulla Rai"
A fronte di un amministratore delegato che ha appena approvato il bilancio della Rai, che viene messo in discussione da mesi dalla maggioranza di governo e che oggi dichiara che non ci sono più le condizioni per andare avanti per i continui attacchi politici, il ministro Lollobrigida non può fischiettare e far finta di niente. Il suo goffo quanto vano tentativo di cancellare le impronte non riesce a nascondere la strategia del governo Meloni che è chiara fin dall'inizio: mettere le mani sulla Rai.
Così il deputato del PD Vinicio Peluffo, della commissione di Vigilanza Rai.
“L'auto elettrica si è già imposta come innovazione del settore e richiede un radicale ripensamento organizzativo e tecnologico delle filiere produttive: su questa linea Stati Uniti e Cina si sono attivati in modo deciso supportando l'industria e il mercato dei consumi con enormi investimenti. Il 28 marzo scorso l’Unione europea ha adottato definitivamente il regolamento che stabilisce lo stop alla vendita di veicoli a motore endotermico dal 2035. Chiediamo al ministro Urso quali politiche industriali il governo intenda attuare per affrontare la transizione e realizzare un piano straordinario per l'automotive, valorizzando le potenzialità nazionali di innovazione, prevedendo strumenti per la trasformazione industriale e l'innovazione e stanziando risorse adeguate per investimenti, ricerca, ammortizzatori sociali e formazione per la salvaguardia occupazionale”. Così il deputato del Pd Roberto Morassut nel corso del Question time alla Camera, rivolgendosi al ministro delle imprese e del made in Italy.
Nella replica a Urso il capogruppo del Pd in commissione Attività produttive Vinicio Peluffo si è detto “del tutto insoddisfatto della risposta del ministro, che ha ereditato dal governo Draghi il fondo istituito per favorire la transizione ecologica della filiera automotive di 8,7 mld da qui al 2030. Così come ha ereditato i fondi del Pnrr. Per citare solo la Missione 2: sviluppo delle infrastrutture di ricarica elettrica (risorse 740 m di euro), rinnovo delle flotte bus e treni verdi (risorse 3,64 mld di euro), rinnovabili e batterie (risorse 1 mld euro), bus elettrici (risorse 300 milioni euro). A cui si aggiungono le misure trasversali previste dal Pnrr nella Missione 1, 2 e 5. Il ministro Urso ha ereditato questi fondi, non è merito suo e adesso dimostri almeno di saperli spendere. Infine, il governo dispone anche del lavoro dell’Osservatorio sull’automotive promosso da Federmeccanica Fim, Fiom e Uilm, un contributo sostanziale delle parti sociali, un laboratorio di idee, di studi e di approfondimenti che esprimono posizioni condivise sulle condizioni e sulle prospettive del settore automotive italiano, che ha ancora grandi potenzialità di innovazione ma ha bisogno di una politica nazionale strutturata di sostegno al settore per renderlo protagonista nella transizione ecologica e digitale”.
Il decreto bollette approvato ieri in consiglio dei ministri prolunga alcuni interventi già messi in campo dal governo Draghi, come gli sconti sulle bollette del gas e il bonus energia per le famiglie con in redditi più bassi. È invece profondamente sbagliata la scelta del ritorno degli oneri di sistema sull'elettricità (senza peraltro accompagnarla con alcuna ipotesi di riforma degli stessi), che inciderà per circa il 22% in più su ogni bolletta elettrica. Risulta assolutamente iniqua e incomprensibile la scelta del governo di ridurre la tassazione sugli extra profitti per le aziende dell'energia che nei mesi scorsi hanno ottenuto utili miliardari.
Il governo, rispondendo oggi al question time in commissione Attività produttive della Camera ad una nostra interrogazione, ha perso l'occasione di chiarire i contenuti del decreto che rimangono ancora indefiniti, come la percentuale del credito d'imposta riconosciuto alle imprese. Era del 45% per le aziende energivore ma ad oggi rimane l'incertezza sulla effettiva consistenza dal 1 aprile, lasciando nell'insicurezza tante aziende che così non saranno in grado di mettere mano al ribasso dei listini, necessario per il calo dell'inflazione che dipende sostanzialmente dall'energia. È infine inaccettabile che il governo abbia inserito all'ultimo secondo, in un decreto urgente per ridurre i costi dell'energia, lo scudo penale per evasori, l'ennesimo condono che chiediamo alla Meloni di togliere subito dal provvedimento.
Così il capogruppo Pd in commissione Attività produttive della Camera Vinicio Peluffo.
“Il vizio della destra degli editti contro i giornalisti si ripresenta con puntualità. Per un episodio già chiarito, FdI, addirittura in una nota di Gruppo, pretende l’epurazione di Lucia Annunziata. Un metodo inaccettabile che si unisce alla ormai evidente occupazione degli spazi informativi. Non è ammissibile piegare il servizio pubblico alla volontà di una maggioranza, qualunque essa sia. Dalla prima nota ufficiale dei componenti Fdi della commissione di Vigilanza ci saremmo aspettati che si unissero alle nostre richieste di convocare la commissione stessa, visto che a 5 mesi dall’insediamento di questo parlamento la maggioranza ne ha finora impedito l’insediamento. Dov’è il loro senso delle istituzioni? Sono solo capaci di fare liste di proscrizione?
Lo dichiara il deputato democratico Vinicio Peluffo, componente della commissione di Vigilanza Rai.
"Maurizio Gasparri è senza vergogna, strumentalizza un episodio, peraltro già ampiamente chiarito e risolto da Lucia Annunziata nel corso della trasmissione ‘Mezz'ora in più’ su Rai3 dopo un’intervista con la ministra alla famiglia e pari opportunita' Eugenia Roccella, per allungare le manacce sui vertici di Viale Mazzini e disvelando qual è l’unico interesse del centrodestra: occupare la Rai. Le sue frasi ‘la stagione di ricambio dei vertici Rai diventa urgente perché c'è un abuso costante di cui l'Annunziata è soltanto l'emblema più grave, più vetusto, più fazioso. Ora basta’, non lasciano dubbi ad altre interpretazioni. Il tutto dopo che l’Osservatorio di Pavia, così come l’Agcom, ha denunciato l’occupazione della maggioranza di centrodestra degli spazi informativi di Tg1 e Tg2. Anziché intimidire i giornalisti del servizio pubblico Gasparri convincesse i suoi sodali di centrodestra a lasciar convocare finalmente la commissione di Vigilanza Rai, che ha molto lavoro da svolgere per difendere il servizio pubblico dagli assalti della destra”. Lo dichiara il deputato dem Vinicio Peluffo, componente della commissione di Vigilanza Rai.
“Dopo i dati dell’Agcom, che hanno ripetutamente evidenziato l’invasione del governo e della maggioranza nei Tg di Rai1 e Rai2, anche i dati pubblicati dall’Osservatorio di Pavia certificano quello che è sotto gli occhi di tutti: una presenza tutta schiacciata a favore di governo e maggioranza. A gennaio e febbraio il Tg1 ha messo a disposizione al governo e alla maggioranza poco meno del 70 per cento del parlato, con il 51,8 distribuito fra premier, ministri e sottosegretari e il 15,2 tra i vari esponenti del centrodestra. Il Tg3 mantiene invece un equilibrio riservando a governo e centro destra il 54,4 per cento del parlato. Le opposizioni sono quasi del tutto imbavagliate, sul Tg1 parlano il 17,3 per cento e sul Tg2 il 22,7 per cento. Come se non bastasse la maggioranza fa ostruzionismo sulla convocazione della commissione di Vigilanza Rai che deve ancora essere convocata per poter iniziare il proprio ruolo istituzionale di controllo e indirizzo sul rispetto del pluralismo nel servizio pubblico. Questo stato di cose è inaccettabile e porta la precisa responsabilità della maggioranza di governo, la destra conferma la propria intolleranza al rispetto delle regole democratiche”. Lo dichiarano i deputati dem, Stefano Graziano e Vinicio Peluffo, componenti della commissione di Vigilanza Rai.
“Una irritualità che sorprende e preoccupa. L’incontro reso noto da palazzo Chigi fra la presidente Meloni e l’ad Rai Fuortes, ufficialmente per discutere del bilancio dell’azienda, è una novità di cui non si capisce la ragione a meno che non si tratti della volontà di esercitare un controllo della presidenza del consiglio sull’azienda che in realtà ha come azionista il ministero dell’Economia. Peraltro ancora non si è insediata la commissione di Vigilanza, organismo parlamentare che è chiamato ad esercitare il controllo. Un ulteriore episodio che rafforza la nostra valutazione sulla volontà di governo e maggioranza di occupare spazi nel servizio pubblico, come purtroppo abbiamo già avuto modo di denunciare”.
Lo dichiara il deputato democratico Vinicio Peluffo
“E’ opportuno che le Istituzioni isolino e puniscano severamente ogni tentativo di ricostituzione di movimenti di ispirazione neofascista o neonazista”.
E’ quanto si legge nel testo di una interrogazione parlamentare rivolta al Ministro dell’Interno presentata dalla deputata Silvia Roggiani - segretaria metropolitana PD Milano - e sottoscritta dalla Capogruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani e dai deputati milanesi Peluffo, Quartapelle, Mauri, nella quale si chiede un’immediata e rigorosa condanna rispetto a quanto accaduto nella notte tra il 18 ed il 19 febbraio 2023 a Sesto San Giovanni, quando soggetti non ancora identificati hanno realizzato una grossa svastica in prossimità del Monumento al Deportato che celebra la memoria dei 570 cittadini deportati nei Campi di Concentramento.
“Un episodio gravissimo e sfortunatamente non nuovo” – si legge nel testo dell’interrogazione - che segue il tentativo risalente ad una decina di giorni fa, sempre da parte di sconosciuti, di sfondare una delle quattro teche contenenti ceneri e sassi provenienti dal Campo di Concentramento di Dachau.
“Come Partito Democratico – dichiarano la capogruppo Debora Serracchiani e i deputati milanesi del PD - condanniamo senza riserve questa profanazione inaudita che offende la comunità sestese e infierisce un durissimo colpo all’intera società civile ed istituzionale del nostro Paese, che ricordiamo essere fondata su valori quali la democrazia e l’antifascismo”.
“L’incremento spaventoso del numero degli episodi verificatosi in questi ultimi giorni di stampo neofascista e neonazista sul territorio statale – aggiunge la Segretaria metropolitana Pd - ci ricordano quanto sia nostra responsabilità mantenere costantemente massima allerta per dissuadere qualunque forma di antisemitismo e di violenza”.
Nella giornata di sabato 25 febbraio il Partito democratico sarà presente al presidio davanti al Monumento promosso dall’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti (Aned) e dall’Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (Anpi) di Sesto San Giovanni.
Con la propaganda si spacca il Paese
Dichiarazione di Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in commissione Attività Produttive della Camera
“Il prezzo dei carburanti a gennaio è aumentato esclusivamente per scelta del governo Meloni che ha deciso di interrompere gli sconti sulle accise il 31 dicembre scorso. Una scelta legittima, che ha però avuto un effetto diretto nelle tasche degli italiani.” Così Vinicio Peluffo, capogruppo del Pd in commissione Attività produttive, nella dichiarazione di voto a nome del suo gruppo al decreto in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti. “Non legittimo – ha proseguito Peluffo - è che esponenti della maggioranza e del Governo, anziché assumersi questa responsabilità, abbiano provato a scaricare la colpa degli aumenti sui gestori degli impianti, accusandoli di speculazioni. È inaccettabile aver criminalizzato un'intera categoria per nascondere i danni delle proprie decisioni.” Per Peluffo, “grave è stata la responsabilità del governo che prima promette il taglio delle accise, poi invece le ripristina al loro massimo, facendo così alzare i prezzi dei carburanti, dando però la colpa agli altri.” Per il parlamentare Dem “si tratta di un provvedimento che non semplifica la vita, anzi la complica per i gestori, crea confusione per i consumatori, con il concreto risultato di alzare ulteriormente il prezzo dei carburanti. Non è così che si governa in maniera responsabile – ha concluso Peluffo- anteponendo la propaganda alla soluzione dei problemi. In questo modo si sta spaccando il paese. E il governo lo sta facendo di nuovo sul super bonus, altro provvedimento profondamente sbagliato. Noi, viceversa, siamo qui per dare voce fino in fondo a chi è colpito dalle da scelte errate e anche in questo caso il nostro voto sarà convintamente contrario.”
“Ancora una volta il Tg1 e il Tg2 dimostrano di non comprendere bene cosa voglia dire svolgere il ruolo di ‘servizio pubblico’ e di preferire quello di ‘trombettieri’ della destra. Nell’edizione di ieri sera i due Tg della Rai sono riusciti nel complicato compito di nascondere le divisioni all’interno della maggioranza, nel giorno in cui era stata costretta addirittura a dimettersi una sottosegretaria di Fdi condannata per peculato, con pena confermata nel terzo grado di giudizio. Si conferma quanto segnalato nei dati Agcom, che certificano un evidente squilibrio nell’informazione, e anche ciò che avevamo già denunciato come Partito Democratico: ci troviamo davanti ad una vera e propria occupazione da parte della destra dell’informazione Rai, con passerelle televisive dei suoi esponenti e cori di ‘osanna’ per le scelte politiche assunte dal governo Meloni. Una ragione in più per chiedere un rapido insediamento della commissione di Vigilanza Rai. Non c’è più tempo da perdere”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Attività produttive, Vinicio Peluffo.
Il capogruppo del Pd in commissione Attività produttive della Camera ha presentato al ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin una interrogazione urgente
“Viste le condizioni favorevoli perché il governo ancora non agisce per rivedere al ribasso il prezzo dell’energia?” E’ quanto ha chiesto Vinicio Peluffo, capogruppo del Partito democratico in commissione Attività produttive della Camera, attraverso una interrogazione urgente al ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin. “Grazie anche all’andamento delle temperature non troppo fredde ed alla prospettiva di un riempimento più agevole degli stoccaggi per il prossimo inverno – scrive Peluffo nell’interrogazione- , il prezzo medio del gas mostra oggi un trend di discesa, che già dai primi mesi di quest’anno comporta una forte differenza tra il prezzo a 210 €/MWh stabilito quando tale prezzo sul mercato era al picco delle quotazioni, ed il prezzo attuale, inferiore ai 180 €/MWh”. Secondo Peluffo, “sarebbe perciò opportuno, sulla base delle variazioni di costo derivanti da diverse e migliori condizioni di mercato riscontrate ora, che si dia seguito alla prevista variazione del prezzo di riferimento, agendo subito per portarlo almeno a quanto indicato dal “Price cap” in sede UE, 180 €/MWh, consentendo a settori così strategici per l’economia italiana un abbassamento dei costi dell’energia.”
Il governo Meloni continua a perseverare nell’errore. Mantiene l’obbligo del prezzo medio che ingenera soltanto maggiore confusione nei consumatori e livella i prezzi verso l’alto, come ha sottolineato chiaramente l’Antitrust in audizione alla Camera. Riduce le sanzioni per chi viola gli obblighi di comunicazione ed esposizione dei prezzi dei carburanti, ma meno dell’impegno che lo stesso governo si era preso con i gestori degli impianti nell'accordo raggiunto al Mimit. La strategia usata dall’esecutivo è ormai evidente, cerca lo scontro con l’opposizione e con le categorie per nascondere i propri fallimenti.
Lo afferma Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in commissione Attività produttive della Camera.
Dichiarazione di Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in commissione Attività Produttive
“Comprendiamo e condividiamo le finalità di un intervento normativo che preservi e metta in sicurezza un asset industriale e strategico ma restiamo perplessi sulle modalità e sull'oggettiva debolezza degli strumenti utilizzati”. Così Vinicio Peluffo, capogruppo del Pd in commissione Attività Produttive nel dichiarare il voto di astensione del proprio gruppo al decreto sulla tutela dell’interesse nazionale nei settori produttivi strategici.” Al governo – ha proseguito Peluffo - chiederemo di riferire periodicamente al Parlamento sull'operatività di questo decreto e sulla procedura di vendita dell'impianto Isab di Priolo Gargallo di proprietà della Lukoil, perché si tratta di un settore strategico per la nostra economia. A noi interessa che si facciano le scelte giuste per il Paese, così interpretiamo il nostro ruolo di opposizione, nel merito e senza sconti”. Peluffo ha sottolineato che “la cessione dell’impianto della Lukoil alla società Trafigura è una buona notizia, che permette di ragionare in termini di continuità produttiva e occupazionale, ma adesso dovrà essere oggetto di attenta verifica e dovrà ottenere tutte le autorizzazioni, seguire le usuali procedure inerenti alle normative antitrust, quelle riguardanti i poteri speciali cosiddetti Golden Power e dovrà rispondere appieno ai requisiti in termini di produzione, di occupazione, di rispetto ambientale e degli impegni richiesti sul piano della riconversione verde del sito produttivo e del suo rilancio industriale.” Noi dobbiamo rimanere assolutamente vigili – ha concluso l’esponente Dem- e sorvegliare con molta attenzione che si tratti di un’operazione industriale di rilancio e non di un tentativo di speculazione, che i livelli occupazionali siano garantiti, che la questione ambientale sia centrale e che la transizione ecologica sia corroborata da un piano ambizioso e definito”.
Anche oggi le audizioni in commissione Attività produttive della Camera confermano le critiche al decreto del governo sui carburanti. L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha messo la parola fine sul prezzo medio, delineando tutte le controindicazioni che comporterebbe: sarebbe poco rappresentativo, indurrebbe in confusione i consumatori e soprattutto, come sottolinea il Pd fin dall'inizio, ridurrebbe la concorrenza aumentando, invece, il rischio di un livellamento verso l'alto dei prezzi. Quello del governo è un decreto che non aggiunge nulla in termini di trasparenza, anzi crea solo caos, e non interviene in alcun modo per ridurre i prezzi dei carburanti, che è per gli italiani il tema centrale.
Così Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in commissione Attività produttive della Camera.
“In queste ore stiamo assistendo all’ennesima retromarcia del governo Meloni. Fallito infatti miseramente il tentativo di scaricare sui gestori la responsabilità dei rincari sui carburanti, l’esecutivo sta svuotando pezzo per pezzo il decreto Trasparenza, a testimonianza delle forti critiche arrivate dalle associazioni e dalle forze di opposizione come il Pd, che fin da subito ha sollevato tutti i limiti e gli errori del provvedimento.
Nella fase di conversione ci impegneremo perché il decreto venga modificato radicalmente e chiediamo fin da subito al governo di convocare un tavolo per intervenire sulle storture e arrivare a una riforma complessiva per rispondere ad una richiesta forte che arriva dall’intero settore”.
Così la delegazione del Pd guidata da Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in commissione Attività produttive della Camera, e composta dai deputati dem Anthony Barbagallo, Andrea Casu, Valentina Ghio e Cecilia Guerra, all'assemblea delle tre sigle dei gestori di carburanti.