“In Medio Oriente, tra l’orrore che dilaga, a partire da Gaza, si sta ridisegnando la mappa politica del mondo. E noi non ci siamo. Anche l’Italia poteva fare la sua parte. E non l’ha fatta. Penso al Libano, dov’eravamo stati protagonisti nella pace del 2006. Sa chi era capo del Governo, Presidente? Romano Prodi, ne abbia rispetto. Nella tregua, oggi, c’è la Francia, l’America, noi non abbiamo alcun ruolo. Ma lì ci sono i nostri soldati, mille soldati. Dov’è il vostro coraggio? Non lo abbiamo visto, di fronte agli attacchi voluti dal suo amico Netanyahu”. Così il deputato dem Peppe Provenzano, intervenendo in Aula di Montecitorio.
“Meloni parla di protagonismo dell’Italia. Non si confonda, lei non è l’Italia. Qui, di protagonismo, c’è solo la sua smania personale. Come quando vola a Parigi per imbucarsi a una cena riservata ai capi di Stato con Trump e Musk. Ecco, non veniteci più a parlare di interesse nazionale. Non veniteci a parlare di popolo. Lei ormai parla solo con i suoi amici famosi. Oggi sembrava un’altra, ad Atreju insultava rabbiosa oppositori e intellettuali. Dovrebbe essere la Presidente del Consiglio, di tutti, anche di quelli che insulta. Si fa descrivere come statista, oggi cita Aldo Moro, là parlava come Vannacci. Purtroppo, è sempre meno un problema suo. È sempre più problema per l’Italia”. Così il deputato dem Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd, intervenendo in Aula di Montecitorio sulle comunicazioni del governo sul Consiglio europeo.
"Insulti e attacchi all’opposizione e alla sua storia, da Schlein a Prodi: l’effetto Milei. Ma si dice fiera della Gioventù nazionale, dov’erano gli esaltatori del nazismo, veri traditori della Patria. #Atreju è il mondo alla rovescia, Meloni solo una Vannacci che ce l’ha fatta”. Lo scrive sui social il deputato dem Peppe Provenzano, responsabile nazionale Esteri del Partito Democratico.
“La preoccupazione, Ministro, è di tutti gli italiani. Già la scorsa settimana le avevamo chiesto di riferire in Parlamento, alla Camera aspettiamo risposte alle nostra interrogazione sulla Siria. L’Italia non può restare a guardare inerte un Medio Oriente che si avvita nel caos” così sui social il responsabile nazionale Esteri del Pd, Peppe Provenzano, replica al ministro degli Esteri, Tajani.
“La tregua in Libano, per quanto fragile, rappresenta un primo spiraglio. Ma l’incendio in Medio Oriente sta tuttora divampando. Gaza è un inferno dove ci sono solo macerie, fame e morte. E anche in Cisgiordania il disegno è un’annessione di fatto. Sono stati commessi crimini di guerra e contro l’umanità, in questi mesi. E ci sono dei responsabili: Hamas per il 7 ottobre, Netanyahu per quello che è avvenuto dopo. È quanto ha stabilito anche la Corte penale internazionale, coi suoi mandati di arresto. Ma vedo nelle parole del ministro Tajani una sottile delegittimazione. E da ministro di un Paese come l’Italia non può permetterselo. La Corte si occupa di responsabilità penali, non dà, né può farlo, giudizi politici su uno Stato e un’organizzazione terroristica. Lei contesta una presunta equivalenza nel giudizio. Ma l’unica equivalenza di cui si deve occupare la Corte è quella tra le vittime innocenti, quelle israeliane del 7 ottobre, e le decine migliaia di civili palestinesi di questi mesi”. Così il deputato dem Peppe Provenzano in replica al ministro Tajani durante il question time.
“Poi c’è la politica, certo”, continua il Responsabile Esteri del Pd. “La politica su Gaza è mancata, se quei crimini sono stati commessi è anche per l’impotenza della comunità internazionale nel fermare il massacro. Oggi deve provare a fare tutto quello che è possibile fare per far cessare il fuoco, liberare gli ostaggi, salvare le vite, riaffermare la legalità internazionale. Una sola cosa non può fare, negare la giustizia. Perché questa sarebbe la più grave delle complicità”, conclude Provenzano.
"Per la prima volta una legge dedicata agli italiani all’estero è stata approvata con un iter ordinario. Un risultato importante ottenuto grazie al lavoro del Partito Democratico con una proposta a prima firma di Toni Ricciardi. La norma investe sulle sedi consolari, ne rafforza i servizi e riduce le liste d’attesa per i passaporti. Un segnale importante per gli oltre 7 milioni di italiani nel mondo, che oggi si sentono più integrati nella comunità nazionale". Lo dichiara Peppe Provenzano, deputato e responsabile Esteri del Partito Democratico.
Da maggioranza toni trionfalistici fuori luogo
“Auguriamo buon lavoro a Raffaele Fitto, con l’auspicio che possa dimostrarsi un Commissario Europeo migliore di quanto lo sia stato come Ministro, e ribadiamo la necessità di impegnarsi per un progetto di integrazione europeo che chiuda le porte a ogni forma di nazionalismo”. Con queste parole il responsabile nazionale Esteri del Partito Democratico, Peppe Provenzano, è intervenuto in Aula alla Camera, sottolineando “la differenza che c’è tra chi, di fronte alla nomina di un Commissario italiano, augura buon lavoro o critica legittimamente, come hanno fatto altre forze politiche, e chi invece nel passato organizzava manifestazioni contro i Commissari designati”.
Provenzano ha inoltre evidenziato come, nel corso dell’audizione al Parlamento Europeo, Fitto abbia espresso “posizioni che contraddicono molte delle linee politiche portate avanti dalla Presidente del Consiglio in campagna elettorale. Si è infatti impegnato a perseguire l’interesse europeo non solo nel rispetto dei trattati, ma seguendo le linee guida presentate a luglio dalla Presidente von der Leyen, che includono la difesa dello Stato di diritto, soprattutto nei confronti di Paesi come l’Ungheria di Orbán, la protezione del Green Deal da arretramenti richiesti anche dal governo italiano, e la salvaguardia del pilastro sociale europeo”.
"Le numerose contraddizioni che coinvolgono il governo e la maggioranza - ha concluso Provenzano - impongono una riflessione molto più seria e approfondita sulle politiche europee, della stessa capacità della Commissione di rispondere alle sfide che abbiamo di fronte, lasciando da parte i toni trionfalistici emersi in queste ore".
“Il Governo e la maggioranza continuano a ignorare le gravi violazioni dei diritti umani in Tunisia, bloccando ogni iniziativa per chiedere la liberazione di prigionieri politici, sindacalisti e attivisti. Nonostante la situazione critica, la maggioranza ha bocciato in commissione Esteri la nostra proposta di prendere una posizione chiara per garantire a queste persone un processo equo e condizioni di detenzione rispettose dei diritti umani. È grave anche che il Governo si rifiuti di sollecitare un’indagine europea urgente sulle condizioni dei migranti in Tunisia, ignorando le molte denunce di abusi e violenze, e continui a considerare la Tunisia come un paese sicuro. Infine, il Governo impedisce qualsiasi iniziativa per sostenere il ripristino dello Stato di diritto, l’indipendenza della magistratura, la libertà di stampa e di manifestazione in Tunisia, rifiutando di fare pressioni internazionali per la ripresa della democrazia e dei diritti fondamentali. Il Governo oggi è venuto in Commissione a negare l’evidenza, dicendo in sostanza che in Tunisia va tutto bene, un atteggiamento che non fa onore né all’Italia né alla storica amicizia col popolo tunisino, e mina la nostra credibilità nella difesa dei diritti umani e dei principi democratici”. Così una nota del responsabile Esteri del Pd, il deputato Peppe Provenzano.
"Anche il Piano Mattei finisce tra i tagli del governo. La tanto sbandierata misura presentata dalla presidente Meloni si svela per quello che è: un’inutile scatola vuota che è servita solo alla campagna elettorale delle europee”. Così il responsabile nazionale Esteri del Pd, il deputato Peppe Provenzano, commenta la riduzione dei fondi contenuti in manovra. “Il taglio di oltre 200 milioni di euro al Fondo Clima per il 2025 contenuto nella manovra di bilancio - sottolinea Provenzano - avrà un impatto diretto sul piano Mattei che è finanziato per ben 3mld proprio da quel fondo. Ancora una conferma che quel piano non serve a nulla”
Oggi alla Camera un delegazione del Partito Democratico guidata dai capigruppo Chiara Braga e Francesco Boccia, con i parlamentari Laura Boldrini, Pierferdinando Casini, Fabio Porta, Peppe Provenzano, Lia Quartapelle, ha incontrato Edmundo González Urrutia, leader dell’opposizione venezuelana e vincitore del premio Sacharov 2024 per la libertà di pensiero e la difesa dei diritti umani.
Il Pd ha ribadito la vicinanza della comunità democratica alla lotta per la libertà e la democrazia in Venezuela, contro l’autoritarismo di Maduro che reprime il dissenso con arresti, violenze e violazione sistematiche dei diritti umani.
“Il governo deve svegliarsi dal torpore e dall'inerzia di queste settimane e assumersi la responsabilità di intraprendere iniziative diplomatiche per fermare il conflitto in Medio Oriente. Solo oggi Meloni ha convocato i leader dei G7 dopo che da diversi giorni insistevamo su questa esigenza. Manca l’Europa, dall’orizzonte delle possibili azioni di pace. Siamo difronte ad azioni e reazioni senza misura e calcolo delle conseguenze: ci avviamo verso una guerra grande a cui non vogliamo rassegnarci e abbiamo il dover di condannare ogni atto che porta verso questa direzione”. Così il deputato Giuseppe Provenzano, responsabile Esteri Pd, intervenendo in replica al question time al ministro Ciriani sull'escalation del conflitto in Medio Oriente.
“Pesano le vostre omissioni di condanna sulle responsabilità del governo israeliano” continua Provenzano. “Come condanniamo i missili iraniani su Tel Aviv e i razzi lanciati da Hezbollah, con fermezza dobbiamo condannare le continue violazioni del diritto internazionale da parte di Israele, le migliaia di morti a Gaza, i bombardamenti e l’invasione di terra del Libano”. “Mancano queste parole e mancano azioni concrete, non ultima la garanzia di piena sicurezza delle nostro contingente impegnato nella missione Unifil e di tutti gli operatori umanitari che rischiano di restare soli in Libano”, conclude Provenzano.
“Siamo davanti a una sequenza di atti gravi che vanno condannati senza esitazioni, e le omissioni del governo sono molto pesanti” – così è intervenuto questa mattina il responsabile nazionale esteri del PD, il deputato Peppe Provenzano, nel corso dell’audizione dei ministri Tajani e Crosetto alla Camera. “La gravità degli eventi attualmente in corso e la sequenza di azioni e reazioni senza misura, con effetti drammatici in termini umanitari, devono essere condannate interamente. Per questo – ha aggiunto – pesano le omissioni del ministro Tajani, che nella sua relazione ha condannato l’attacco missilistico iraniano, i lanci di razzi di Hezbollah, come facciamo anche noi, ma ha dimenticato di condannare con nettezza le sistematiche violazioni del diritto internazionale che il Governo di Israele sta commettendo a Gaza, così come l’operazione di terra e i bombardamenti in Libano, e chiedere l’immediato ritiro delle truppe israeliane dal confine e il rispetto di tutte le risoluzioni ONU”.
Provenzano ha poi chiesto al governo una “chiara iniziativa politica per affrontare la crisi in Medio Oriente”, perché “non bastano nemmeno le sole condanne e non possiamo più ascoltare parole a cui non seguono atti conseguenti". Quanto sta accadendo in Libano – ha concluso – è cruciale per l’intera area ed è cruciale per il nostro Paese, che proprio in Libano ha saputo esprimere in passato un protagonismo politico per la pace attraverso la missione UNIFIL, a cui va garantita la massima sicurezza, e attraverso il contingente umanitario, anch’esso dimenticato nella relazione del ministro, che va sostenuto in questa fase con mezzi adeguati per garantirne la sicurezza e facilitarne l’evacuazione”.
"Il Sindaco Bucci, candidato di Giorgia Meloni in Liguria, continua ad attaccare Andrea Orlando a livello personale, una strategia che dimostra la paura di non farcela. Ad una richiesta legittima e unitaria rivolta a tutta la politica ligure da Orlando a tenere alta la guardia e la vigilanza sulle liste e sulle infiltrazioni mafiose nell'economia legale e negli appalti delle opere con le risorse del Pnrr, Bucci risponde che il candidato presidente del centrosinistra ne parla forse perché fa parte della mafia. Una cosa grave se parlassimo di persone con senso delle istituzioni ma abbiamo visto in più occasioni che Bucci non ha mai dimostrato di averne. Inutile ricordare davanti a tali menzogne e ad un livello così incivile di confronto con l'avversario che Orlando è stato il primo a denunciare la presenza delle mafie in Liguria e da ministro ad approvare il Codice Antimafia. Quando Bucci troverà il tempo, a questo punto dopo le regionali visto che ne avrà tanto a disposizione, la Commissione Antimafia lo aspetta ancora per ascoltare cosa è successo, se se ne è accorto o meno, a Genova in riferimento all'inchiesta ancora in piedi per voto di scambio e voto di scambio politico-mafioso che ha coinvolto collaboratori di Toti, del quale si candida ad essere un successore nel pieno della continuità politica e "delle idee" come ha rivendicato". Così il deputato democratico, Peppe Provenzano, componente della commissione bicamerale antimafia.
“Piena solidarietà alla procuratrice per i minorenni di Palermo, dottoressa Claudia Caramanna, che ha subito l’ennesimo vile atto intimidatorio. Certo che porterà avanti con determinazione l’opera di lotta alla mafia e tutela della legalità attraverso il contrasto alla devianza minorile, confido che le sia garantita piena sicurezza affinché possa svolgere serenamente il suo prezioso lavoro a servizio dello Stato di diritto e del bene comune”. Così in una nota, il deputato Peppe Provenzano, membro della segreteria nazionale del Partito democratico e componente della Commissione nazionale antimafia.
“Oggi il ministro Tajani è venuto a dirci in commissione che sostanzialmente il governo si limita ad assistere agli eventi, ritenendoli fuori dalla sua portata. Ma Giorgia Meloni non è solamente la presidente del Consiglio italiana, ma presiede anche il G7. E sulla crisi in Medio Oriente è letteralmente scomparsa. Non dico soltanto che manca una sua iniziativa politica, mancano ormai persino le parole, le mere dichiarazioni. Silenzio totale. Tutto ciò non è all’altezza della tradizione diplomatica dell’Italia. Le faccio una proposta: la presidente del Consiglio convochi il G7, i leader del G7, lo faccia subito invece di usare i consessi internazionali per parlare del testosterone delle atlete e lanciare attacchi alla stampa libera. Lo convochi non per vaghi appelli alla de-escalation, ma per chiedere il cessate il fuoco a Gaza, richiamare tutti al rispetto della legalità internazionale e per una conferenza internazionale di Pace. Noi il regime iraniano lo abbiamo contrastato nelle piazze, al fianco del movimento Donna, Vita e Libertà. Ma ora dobbiamo spegnere l’incendio, e il primo focolaio è Gaza. Il rischio in Medio Oriente è di allargare il fossato tra Occidente e resto del mondo. Ma poi quale Occidente? L’Occidente non è Smotrich che vuole affamare un popolo, non sono quei ministri di Netanyahu che difendono gli stupri, non è un governo che viola la legalità internazionale come ha ricordato la Corte dell’Aja e che affossa Oslo. L’Italia ha già perso troppe occasioni con le astensioni alle Nazioni Unite e con il mancato riconoscimento della Palestina. Ora agisca per mostrare al mondo che non ha doppi standard e riguadagnare ruolo e credibilità”.
Così il deputato democratico e responsabile Esteri del Pd, Giuseppe Provenzano, intervenendo in occasione dell’audizione del ministro Tajani davanti alle commissioni riunite di Esteri di Camera e Senato.