Oggi alla Camera un delegazione del Partito Democratico guidata dai capigruppo Chiara Braga e Francesco Boccia, con i parlamentari Laura Boldrini, Pierferdinando Casini, Fabio Porta, Peppe Provenzano, Lia Quartapelle, ha incontrato Edmundo González Urrutia, leader dell’opposizione venezuelana e vincitore del premio Sacharov 2024 per la libertà di pensiero e la difesa dei diritti umani.
Il Pd ha ribadito la vicinanza della comunità democratica alla lotta per la libertà e la democrazia in Venezuela, contro l’autoritarismo di Maduro che reprime il dissenso con arresti, violenze e violazione sistematiche dei diritti umani.
“Il governo deve svegliarsi dal torpore e dall'inerzia di queste settimane e assumersi la responsabilità di intraprendere iniziative diplomatiche per fermare il conflitto in Medio Oriente. Solo oggi Meloni ha convocato i leader dei G7 dopo che da diversi giorni insistevamo su questa esigenza. Manca l’Europa, dall’orizzonte delle possibili azioni di pace. Siamo difronte ad azioni e reazioni senza misura e calcolo delle conseguenze: ci avviamo verso una guerra grande a cui non vogliamo rassegnarci e abbiamo il dover di condannare ogni atto che porta verso questa direzione”. Così il deputato Giuseppe Provenzano, responsabile Esteri Pd, intervenendo in replica al question time al ministro Ciriani sull'escalation del conflitto in Medio Oriente.
“Pesano le vostre omissioni di condanna sulle responsabilità del governo israeliano” continua Provenzano. “Come condanniamo i missili iraniani su Tel Aviv e i razzi lanciati da Hezbollah, con fermezza dobbiamo condannare le continue violazioni del diritto internazionale da parte di Israele, le migliaia di morti a Gaza, i bombardamenti e l’invasione di terra del Libano”. “Mancano queste parole e mancano azioni concrete, non ultima la garanzia di piena sicurezza delle nostro contingente impegnato nella missione Unifil e di tutti gli operatori umanitari che rischiano di restare soli in Libano”, conclude Provenzano.
“Siamo davanti a una sequenza di atti gravi che vanno condannati senza esitazioni, e le omissioni del governo sono molto pesanti” – così è intervenuto questa mattina il responsabile nazionale esteri del PD, il deputato Peppe Provenzano, nel corso dell’audizione dei ministri Tajani e Crosetto alla Camera. “La gravità degli eventi attualmente in corso e la sequenza di azioni e reazioni senza misura, con effetti drammatici in termini umanitari, devono essere condannate interamente. Per questo – ha aggiunto – pesano le omissioni del ministro Tajani, che nella sua relazione ha condannato l’attacco missilistico iraniano, i lanci di razzi di Hezbollah, come facciamo anche noi, ma ha dimenticato di condannare con nettezza le sistematiche violazioni del diritto internazionale che il Governo di Israele sta commettendo a Gaza, così come l’operazione di terra e i bombardamenti in Libano, e chiedere l’immediato ritiro delle truppe israeliane dal confine e il rispetto di tutte le risoluzioni ONU”.
Provenzano ha poi chiesto al governo una “chiara iniziativa politica per affrontare la crisi in Medio Oriente”, perché “non bastano nemmeno le sole condanne e non possiamo più ascoltare parole a cui non seguono atti conseguenti". Quanto sta accadendo in Libano – ha concluso – è cruciale per l’intera area ed è cruciale per il nostro Paese, che proprio in Libano ha saputo esprimere in passato un protagonismo politico per la pace attraverso la missione UNIFIL, a cui va garantita la massima sicurezza, e attraverso il contingente umanitario, anch’esso dimenticato nella relazione del ministro, che va sostenuto in questa fase con mezzi adeguati per garantirne la sicurezza e facilitarne l’evacuazione”.
"Il Sindaco Bucci, candidato di Giorgia Meloni in Liguria, continua ad attaccare Andrea Orlando a livello personale, una strategia che dimostra la paura di non farcela. Ad una richiesta legittima e unitaria rivolta a tutta la politica ligure da Orlando a tenere alta la guardia e la vigilanza sulle liste e sulle infiltrazioni mafiose nell'economia legale e negli appalti delle opere con le risorse del Pnrr, Bucci risponde che il candidato presidente del centrosinistra ne parla forse perché fa parte della mafia. Una cosa grave se parlassimo di persone con senso delle istituzioni ma abbiamo visto in più occasioni che Bucci non ha mai dimostrato di averne. Inutile ricordare davanti a tali menzogne e ad un livello così incivile di confronto con l'avversario che Orlando è stato il primo a denunciare la presenza delle mafie in Liguria e da ministro ad approvare il Codice Antimafia. Quando Bucci troverà il tempo, a questo punto dopo le regionali visto che ne avrà tanto a disposizione, la Commissione Antimafia lo aspetta ancora per ascoltare cosa è successo, se se ne è accorto o meno, a Genova in riferimento all'inchiesta ancora in piedi per voto di scambio e voto di scambio politico-mafioso che ha coinvolto collaboratori di Toti, del quale si candida ad essere un successore nel pieno della continuità politica e "delle idee" come ha rivendicato". Così il deputato democratico, Peppe Provenzano, componente della commissione bicamerale antimafia.
“Piena solidarietà alla procuratrice per i minorenni di Palermo, dottoressa Claudia Caramanna, che ha subito l’ennesimo vile atto intimidatorio. Certo che porterà avanti con determinazione l’opera di lotta alla mafia e tutela della legalità attraverso il contrasto alla devianza minorile, confido che le sia garantita piena sicurezza affinché possa svolgere serenamente il suo prezioso lavoro a servizio dello Stato di diritto e del bene comune”. Così in una nota, il deputato Peppe Provenzano, membro della segreteria nazionale del Partito democratico e componente della Commissione nazionale antimafia.
“Oggi il ministro Tajani è venuto a dirci in commissione che sostanzialmente il governo si limita ad assistere agli eventi, ritenendoli fuori dalla sua portata. Ma Giorgia Meloni non è solamente la presidente del Consiglio italiana, ma presiede anche il G7. E sulla crisi in Medio Oriente è letteralmente scomparsa. Non dico soltanto che manca una sua iniziativa politica, mancano ormai persino le parole, le mere dichiarazioni. Silenzio totale. Tutto ciò non è all’altezza della tradizione diplomatica dell’Italia. Le faccio una proposta: la presidente del Consiglio convochi il G7, i leader del G7, lo faccia subito invece di usare i consessi internazionali per parlare del testosterone delle atlete e lanciare attacchi alla stampa libera. Lo convochi non per vaghi appelli alla de-escalation, ma per chiedere il cessate il fuoco a Gaza, richiamare tutti al rispetto della legalità internazionale e per una conferenza internazionale di Pace. Noi il regime iraniano lo abbiamo contrastato nelle piazze, al fianco del movimento Donna, Vita e Libertà. Ma ora dobbiamo spegnere l’incendio, e il primo focolaio è Gaza. Il rischio in Medio Oriente è di allargare il fossato tra Occidente e resto del mondo. Ma poi quale Occidente? L’Occidente non è Smotrich che vuole affamare un popolo, non sono quei ministri di Netanyahu che difendono gli stupri, non è un governo che viola la legalità internazionale come ha ricordato la Corte dell’Aja e che affossa Oslo. L’Italia ha già perso troppe occasioni con le astensioni alle Nazioni Unite e con il mancato riconoscimento della Palestina. Ora agisca per mostrare al mondo che non ha doppi standard e riguadagnare ruolo e credibilità”.
Così il deputato democratico e responsabile Esteri del Pd, Giuseppe Provenzano, intervenendo in occasione dell’audizione del ministro Tajani davanti alle commissioni riunite di Esteri di Camera e Senato.
“Ministro lei l’ha chiamata emergenza, calamità. Non fatelo, perché era tutto previsto. Sono mesi che la crisi idrica è nota alla Regione siciliana. La prima interrogazione l’abbiamo fatta a febbraio e il governo non ha risposto. Aspettavate la pioggia? Non è arrivata. Oggi lei rompe questo irridente silenzio per parlarci di cabine di regia, tavoli tecnici? Servono risposte. Ora. Non c’è più tempo. La Regione in questi mesi non ha fatto nulla. Ora il tema è mettere in sicurezza intere comunità. Lei non andava dai pastori? Ci torni, se ha il coraggio. Se i consorzi di bonifica, che voi avete occupato, non portano l'acqua alle aziende zootecniche saranno costretti ad abbattere gli animali. I cittadini ricevono l’acqua razionata e tra Agrigento e Caltanissetta è stata a lungo non potabile. E mentre una comunità ha sete, qualcuno forse sta ridendo e sta facendo affari: c’è una speculazione senza regole sui pozzi privati e le autobotti private, per non parlare di quelli abusivi. Se la crisi è senza precedenti, si requisiscano questi pozzi e si garantisca una distribuzione equa. Invece di buttare i soldi dell’FSC in mille rivoli, si concentrino sulle dighe, sulle reti, e si facciano partire i lavori con urgenza. Le risorse stanziate non bastano e non c’è più tempo. Se la Protezione civile siciliana non ce la fa, intervenga la Protezione civile nazionale. Dovrebbe esserci un ministro competente, se non ricordo male, persino siciliano. E se la Regione Sicilia non è in grado di dare risposte, il governo intervenga in via sostitutiva, perché si stanno calpestando i diritti fondamentali e la dignità di intere comunità”. Lo dichiara il deputato dem Giuseppe Provenzano, membro della segreteria nazionale del Pd, intervenendo in replica al Question time al ministro Salvini sulla crisi idrica in Sicilia.
Nel presentare l’interrogazione, il deputato dem Anthony Barbagallo, ha detto a Salvini “la Sicilia è in piena crisi, una situazione mai vista con queste proporzioni: animali che bevono fango, laghi prosciugati, raccolti di grano e foraggio azzerati, zone in cui l'acqua non arriva da 40 giorni, danni enormi per i produttori, i cittadini e per il turismo. Il dramma siccità in Sicilia è oggi in prima pagina sul New York Times, non serve aggiungere altro. A nostro giudizio c'è una responsabilità evidente nel centrodestra. Non servono parole, ma fatti e soluzioni indifferibili perché la Sicilia è siciliani non possono più aspettare”.
“Spieghi alla Camera quanto non ha avuto il coraggio di spiegare al Parlamento Ue”
Chiediamo una informativa urgente alla presidente del Consiglio per spiegare agli italiani quanto non ha avuto il coraggio di spiegare al Parlamento europeo. Quello che è andato in scena è un abuso persino di Flaiano che diceva che in Italia la situazione politica è grave, ma non seria. Perché è grave ma molto poco serio quanto ha fatto Meloni in Europa. È la prima volta che un presidente del Consiglio isola l'Italia, uno dei paesi fondatori dell’Europa, nel rapporto con la Commissione. Ed è anche molto poco serio per la sceneggiata a cui abbiamo assistito: il si, il no, il forse, addirittura il “ve lo diciamo dopo”, a seconda di come va, inventandosi questa nuova prassi del voto in differita che non ha precedenti. Ma cosa pensava la presidente del Consiglio, che poteva giocare a nascondersi in Europa? La regola “si fa, ma non si dice in pubblico” può valere alle feste dei giovani di Fratelli d’Italia, ma queste sono le istituzioni. Non è la regola per rappresentare un paese. Che rappresentazione diamo del Paese quando la presidente del Consiglio e il suo vicepremier nonché ministro degli Esteri assumono posizioni diametralmente opposte in Europa. Ce lo vengano a spiegare perché noi abbiamo l’impressione che uno dei due sia totalmente fuori posto.
Qualcuno dirà che ha vinto Salvini; noi crediamo che abbia prevalso la natura della Presidente del Consiglio. Tra l'interesse nazionale, di cui spesso vi riempite la bocca, e la gabbia ideologica, alla fine, scegliete sempre l'ideologia, scegliete sempre l'estrema destra. Ci sarebbe tanto da dire di una leader mancata che voleva ribaltare l'Europa, voleva diventare il ponte tra i Popolari e i nazionalisti e, alla fine, si trova costretta a inseguire persino quelli che l'hanno abbandonata. Ci sarebbe da sorridere a pensare ai tanti vaticini di quelli che dicevano: dopo Orbán, adesso vedrete che Giorgia Meloni guarderà al centro. Anche stavolta, la famosa svolta moderata sarà per la prossima volta. Ma il fatto è che l'identità politica di questa Presidente del Consiglio condanna l'Italia all'irrilevanza. Infatti, se si trattasse soltanto del destino di questa maggioranza, con tutte le sue contraddizioni, per noi ci sarebbe forse solo da sorridere un po' amaramente, ma, qui, c'è di mezzo l'interesse nazionale, c'è di mezzo la collocazione dell'Italia in Europa e avete il dovere di venirne a discutere in Parlamento con tutti noi e di assumervi le vostre responsabilità di fronte all'Italia e agli italiani.
Così il deputato e responsabile Esteri del Pd, Peppe Provenzano, intervenendo in Aula.
Lia Quartapelle e Peppe Provenzano interverranno oggi pomeriggio – ore 17.30, sala stampa della Camera dei Deputati – all’iniziativa dal titolo “L’Italia guarda all’Africa: una visione progressista per il piano Mattei”. Nel corso della conferenza stampa saranno elencati i limiti e le criticità del Piano del Governo e presentata una controproposta.
“L'Italia riconosca lo stato di Palestina. Accanto al diritto di esistere di Israele, è necessario che i palestinesi abbiano un loro Stato, libero dall'occupazione, in cui esercitare democrazia e autodeterminazione. Due popoli e due Stati, basta vuota retorica e ipocrisia”. Così il deputato dem Giuseppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd, intervenendo a Montecitorio durante la discussione delle mozioni sul riconoscimento dello Stato di Palestina.
“Siamo preoccupati dall'inerzia del governo italiano - ha aggiunto Provenzano - mentre riceviamo rassicurazioni, la presidente Meloni è letteralmente scomparsa: laddove scarseggiano le foto opportunity, lei non c'è. L'ultimo atto di questo governo è stata l'astensione al voto Onu sull'ammissione della Palestina come membro delle Nazioni Unite. Un grandissimo errore”.
“I 270 giorni trascorsi dal 7 ottobre 2023 - ha aggiunto - hanno trascinato il Medioriente e mostrato al mondo intero ciò che il governo non ha il coraggio di chiamare catastrofe. È vero non lo è. È peggio, È un'apocalisse. Decine di migliaia di vittime, stragi di bambini e fuggiaschi, tonnellate di bombe, macerie e scorie per decenni, milioni di sfollati, morti di sete, di fame e di malattie in un recinto di pochi km quadrati. Il governo israeliano guidato da Netanyahu, governato dall'estrema destra e composto da ultra-nazionalisti, fanatici religiosi e fascisti dichiarati come il ministro Smotrich, dal 7 ottobre ha messo in atto una rappresaglia atroce e senza alcun limite conducendo una guerra non al terrore ma a un intero popolo e questa scia di sangue - ha concluso - ci chiama a una responsabilità politica, non solo morale”.
“La provincia di Caltanissetta e tutta la Sicilia sta vivendo uno stato di siccità estrema. Verrà il momento in cui affronteremo le gravi responsabilità del governo Regionale e tutta l’inadeguatezza del governo nazionale, che a maggio ha deciso di stanziare appena 20 milioni di euro. Ora, però, dobbiamo agire con urgenza e chiediamo al governo fondi straordinari per mitigare gli effetti di questa crisi sui cittadini e sulle imprese”. Così il deputato dem Peppe Provenzano, ex ministro per il Sud, che ha depositato un’interrogazione urgente al ministro Salvini sullo stato di emergenza siccità in Sicilia, sottoscritta da tutti i deputati siciliani del Pd.
“Salvini – ha aggiunto l’esponente Pd - non ha avuto ancora la dignità di rispondere alle nostre richieste dello scorso marzo, quando si sapeva già che lo scenario era drammatico. In Parlamento abbiamo sollevato più volte il tema. Ma oggi gli invasi siciliani sono a secco. Il 70 per cento del territorio è a rischio effettivo di desertificazione. La maggioranza della popolazione vive in Comuni nei quali l'acqua è razionata. Nella provincia di Caltanissetta, in diversi comuni, la distribuzione d’acqua avviene ogni 6 giorni. Gli agricoltori hanno avuto cali delle rese tra il 70 e il 90 per cento. Gli allevatori temono di dover abbattere gli animali in assenza di acqua sufficiente per l’abbeveraggio”.
“Serve – ha concluso Provenzano - un’assunzione dì responsabilità del governo nazionale, che invece di rallegrarsi perché ‘per fortuna la siccità quest’anno colpisce molto più il Sud e la Sicilia’, come affermato da Lollobrigida, deve subito stanziare le risorse necessarie e intervenire per affrontare un’emergenza senza precedenti”.
“Solo un laureato in porcate parlamentari come Calderoli poteva concepire una proposta come questa”, lo ha detto il deputato Pd Peppe Provenzano intervenendo alla Camera sull’autonomia differenziata, suscitando la reazione dei deputati di maggioranza. “Non è un insulto, è una citazione del Ministro Calderoli stesso, che ripetutamente nel corso di questi anni ha rivendicato questo suo curriculum”.
FARE LUCE SU RESPONSABILITÀ POLITICA E CLIMA DI ODIO
“I deputati del Partito Democratico Giovanna Iacono e Peppe Provenzano e il senatore Antonio Nicita esprimono la propria preoccupazione per i fatti avvenuti a Campobello di Licata.
A margine del comizio del candidato sindaco Vito Terrana, il candidato al consiglio comunale Angelo La Greca è stato aggredito fisicamente ed è rimasto ferito mentre tentava di sedare una lite.
La nostra vicinanza va a lui e alla moglie Rachele, che ha riportato un trauma al ginocchio durante la colluttazione, e al PD di Campobello.
Quanto avvenuto è il risultato di un clima politico reso irrespirabile, che ci preoccupa concretamente per quanto potrà avvenire l’8 e 9 giugno, al momento del voto.
C’è chi ha avvelenato i pozzi fin qui e dovrebbe adesso assumersi la responsabilità politica di fare un passo indietro”.
Così una nota dei parlamentari del PD Giovanna Iacono, Peppe Provenzano e Antonio Nicita.
“Dopo un recente sopralluogo avvenuto in occasione di una visita del Partito Democratico in più comuni della Sicilia orientale con il Segretario regionale del PD Sicilia Barbagallo, il Capigruppo al Senato Boccia e il senatore Nicita candidato alle elezioni europee, ho presentato un’interrogazione urgente ai Ministri Salvini e Pichetto Fratin – sottoscritta anche dai colleghi Barbagallo, Provenzano, Marino, Iacono e Simiani - per risolvere una questione che ha dell’incredibile in un momento di così grave siccità dell’isola: ovvero chiedendo che vi sia la più celere riparazione delle perdite alle paratie dell’invaso di Ponte Barca, nel Comune di Paternò in provincia di Catania, che causano lo spreco di oltre 400 litri di preziosa acqua che attualmente va dispersa, riversandosi direttamente in mare. Infine, di conoscere anche il cronoprogramma per lo sviluppo dei 27 progetti individuati da Nicola Dell’Acqua, Commissario Straordinario nazionale per l'adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica, per la Sicilia. Basti pensare che il periodo ottobre 2023 - marzo 2024 ha registrato la siccità più grave dal 1980. Una circostanza che sta creando serie difficoltà a tutto il comparto agricolo della piana di Catania e della Sicilia. Ricordiamo le parole inaccettabili del Ministro Lollobrigida sulla siccità dell’isola: il Governo faccia quello che deve, riconoscendo anche lo stato di calamità per un territorio che merita risposte rapide e concrete ”.
Ne dà notizia la Presidente del Gruppo PD alla Camera, Chiara Braga insieme ai colleghi deputati Barbagallo, Provenzano, Marino, Iacono e Simiani.
Da governo inerzia su percorso di pace
“Tajani venga in parlamento a riferire sulle iniziative che il nostro paese sta assumendo per la pace in Medioriente” lo ha chiesto, intervenendo in aula alla Camera, il deputato democratico, responsabile nazionale esteri del Pd, Peppe Provenzano, “siamo colpiti e preoccupati dall’inerzia del governo italiano – ha detto – anzi, dopo molte chiacchiere abbiamo visto pochi fatti conseguenti e anche, gravi errori, come l’astensione all’Assemblea generale dell’Onu per fare diventare la Palestina membro effettivo delle Nazioni unite. Questi errori e queste inerzie ci allontanano dalla grande tradizione diplomatica italiana e dal ruolo che dovremmo e potremmo svolgere nel mediterraneo. Diversi governi europei, di diverso colore politico, hanno riconosciuto o stanno riconoscendo lo stato di Palestina. Norvegia, Spagna e Irlanda hanno fatto un passo importante per preservare la soluzione dei “due popoli, due Stati” mai come oggi a rischio. Bollare queste iniziative come un ostacolo alla pace è un offesa a questi paesi e un ribaltamento della verità. Abbiamo chiesto il riconoscimento europeo dello Stato di Palestina. Nel 2015 l’Italia si è impegnata a riconoscere lo Stato di Palestina. Stiamo venendo meno a questi impegni? L’Italia deve sostenere – ha aggiunto Provenzano – un operato autonomo e indipendente della Corte penale internazionale, non unirsi alla sua delegittimazione. Decideranno i giudici, ma la Corte è un’acquisizione fondamentale del diritto internazionale su cui l’Italia ha avuto un ruolo cruciale. Non dà giudizi politici, deve accertare le responsabilità individuali di chi si è macchiato di gravissime violazioni del diritto internazionali come crimini di guerra e crimini contro l’umanità. L’equivalenza di cui si deve occupare è quella tra le vittime innocenti, quelle israeliane del 7 ottobre, quelle delle migliaia di civili palestinesi di questi mesi, che hanno lo stesso diritto a una giustizia internazionale imparziale”.