“L'obiettivo di questa guerra è quello di rendere impossibile la vita dei palestinesi sulla loro terra. Che cosa fa il governo italiano per fermare tutto questo? Le parole del ministro Tajani non bastano più: sono parole timide, imbarazzate e imbarazzanti. C'è bisogno di atti, di azioni concrete. Confortare la coscienza, con le parole vaghe e i minuti di silenzio, non servono ai palestinesi che aspettano la condanna a morte collettiva inflitta dal governo di Israele. Gaza ci riguarda, non è solo l'attacco definitivo alla Palestina, è un attacco ai pilastri della nostra civiltà e dell'umanità”. Lo dice il deputato Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd, in replica al ministro Tajani sull'informativa sullo stato di Gaza.
“Sono gli ultimi giorni di Gaza – ha sottolineato l'esponente dem - le parole del ministro Tajani erano forse buone 19 mesi fa, 50mila morti fa. Tajani parla di aiuti umanitari ma l'unico vero aiuto è fermare Netanyahu. Il governo italiano ha sbagliato completamente la lettura politica di quello che stava avvenendo in Palestina. Ha continuato a parlare fino a ieri di legittima lotta al terrorismo, ma le azioni indiscriminate a Gaza, i bombardamenti di scuole e ospedali, gli assassini di operatori umanitari e di giornalisti, l'operazione 'Nuovo Ordine in Libano' che ha colpito le truppe italiane e l'allargamento del conflitto in Medio Oriente, raccontavano un'altra verità incontrovertibile. Netanyahu deve rispendere dei propri crimini, proprio perché noi non accetteremo mai che si confondano le responsabilità di un governo con un intero popolo. C'è un'altra Israele che prova repulsione, come ha detto Liliana Segre, nei confronti del governo Netanyahu e della sua guerra infinita. E lei non ha avuto nemmeno il coraggio di pronunciare quel nome”.
“Dopo mesi di ignavia, l'Europa prova a fare un passo, ma a mancare è il governo Meloni quando una maggioranza di paesi europei chiede di rivedere l'accordo tra Ue e Israele e il governo italiano vota contro. Dite che quello che fa il governo israeliano è inaccettabile? E allora perché siete contro le sanzioni? Perché non interrompete l’accordo di cooperazione militare con Israele? Se siete per i due stati perché bocciate il riconoscimento dello Stato di Palestina? Non è demagogia, è solo logica e politica. È giustizia”, conclude Provenzano.
“La memoria si appanna non solo se si dimentica di ricordare, ma anche se è inondata da fiumi di retorica. Non voglio nemmeno commentare un Ministro che, nella giornata di oggi, durante la cerimonia ufficiale, ha voluto celebrare soprattutto la sua militanza nel Fronte della Gioventù. Ma anche dagli altri membri del Governo, presenti stamattina a Palermo, abbiamo ascoltato solo retorica e nemmeno un impegno su ciò che concretamente servirebbe nel contrasto alla mafia, a cominciare dal correggere gli errori compiuti da questa destra, come le norme sugli appalti (non solo sul Ponte) o quelle sul limite di 45 giorni alle intercettazioni sulla ricerca dei latitanti”.
Lo dichiara Giuseppe Provenzano, responsabile esteri e cooperazione internazionale del Pd e membro della commissione antimafia, che ha partecipato alla commemorazione ufficiale a Palermo a 33 anni dalla strage di Capaci.
“Oggi la destra ha respinto la nostra mozione che chiedeva condanne e sanzioni per fermare il Governo israeliano. Poche ore dopo arrivano gli spari su una delegazione diplomatica e sul nostro vice console. Il Governo italiano chiede di chiarire. Ma è tutto chiaro. E voi non fate nulla per fermarli” così su X il responsabile nazionale Esteri del Pd, Peppe Provenzano.
“La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, venga in Aula a confrontarsi con una parola: Gaza. Meloni è sparita. È l’unica leader europea che non parla di Medio Oriente mentre il gabinetto di guerra di Benjamin Netanyahu ha annunciato la massiccia invasione della Striscia. Netanyahu rivela la sua natura e realizza ciò che l’ultradestra messianica in Israele ha sempre chiesto: la vera occupazione della Striscia, la deportazione dei palestinesi, l’assedio totale, l’uso degli aiuti umanitari come arma di guerra, qualcosa che non ha precedenti nella storia recente. Questo è un piano di sterminio e va fermato.” Così il deputato Peppe Provenzano, responsabile Esteri del PD, intervenendo in Aula di Montecitorio.
“Abbiamo il dovere – continua Provenzano – di rompere il silenzio su Gaza. Per il popolo palestinese. E anche perché c’è un’altra Israele che ripudia la guerra infinita di Netanyahu, un’altra Israele che, per usare le parole di Liliana Segre, prova repulsione nei confronti di questo governo di estrema destra.” Il responsabile Esteri dem critica duramente il governo: "Il ministro Tajani ha trovato il tempo di invitare gli italiani a non partecipare ai referendum, ma non ha detto una parola su Gaza. Il governo si è trincerato dietro la formula dei due Stati – sottolinea l'esponente dem – che, se non accompagnata da una condanna di quanto accade oggi a Gaza, suona sempre più insopportabilmente retorica. Se tace il governo, parli il Parlamento. Parli ciascuno di noi. Di fronte al popolo italiano abbiamo il dovere di assumerci la responsabilità di fare, o almeno di dire qualcosa per porre fine a questo inferno. Noi non possiamo chiudere gli occhi. Perché rimanere in silenzio su Gaza non è solo un’immorale omissione. È complicità", conclude Provenzano.
“I vertici della Regione Siciliana, assenti alla commemorazione per Pio La Torre e Rosario Di Salvo, sono ancora in tempo a spegnere le polemiche. Si rechino qui, in via Vincenzo Li Mull, a rendere omaggio a chi è caduto sotto i colpi del terrorismo politico mafioso, perché si batteva per una Sicilia libera e giusta” così il deputato democratico, Peppe Provenzano, componente della commissione antimafia che aggiunge: “una politica senza memoria è una politica senza impegno”
“Se per Giorgia Meloni il presidente turco Erdoğan – che fa incarcerare gli oppositori, attacca i diritti fondamentali, reprime con violenza la minoranza curda e soffoca ogni forma di dissenso – è un modello politico con cui stringere accordi, allora abbia il coraggio di dirlo apertamente agli italiani”. Lo dichiara in una nota il responsabile nazionale Esteri del Partito Democratico, Peppe Provenzano. “In una conferenza stampa senza domande, da Giorgia Meloni non abbiamo ascoltato una sola parola sull’arresto del leader dell’opposizione, il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, e sugli altri oppositori politici in prigione . È un silenzio che offre piena legittimazione diplomatica a chi reprime la democrazia e calpesta i diritti fondamentali. Nel giorno del rapporto di Amnesty international sui diritti umani questo silenzio è ancora più assordante”.
“Massima vicinanza e solidarietà al Circolo Aniasi, al suo segretario Ludovico Manzoni e a tutta la comunità del PD milanese per la violenta intimidazione subita mercoledì scorso durante un’iniziativa pubblica.”
“Non saranno quattro teppisti incappucciati a toglierci la voglia e la forza di continuare a dibattere, incontrarci e fare politica. A pochi giorni dal 25 aprile questi episodi sono ancora più inquietanti e ci ricordano come i valori dell’antifascismo, della democrazia e della nostra costituzione vadano difesi ogni giorno.”
La dichiara Peppe Provenzano, responsabile esteri, europa e cooperazione internazionale del Partito Democratico
"Chiediamo una informativa urgente del ministro degli Esteri Tajani sulla violazione della tregua a Gaza e sui crimini di guerra che da allora sono stati commessi sotto gli occhi di tutto il mondo. Queste ultime settimane stanno cancellando decenni di diritto internazionale e ci vorranno decenni per ricostruirne la credibilità. Ogni giorno uomini e donne saltano in aria, vengono bruciati vivi, sepolti sotto le macerie delle bombe. L'assedio di Gaza è la negazione della sopravvivenza di una intera popolazione. L'estrema destra israeliana rivendica un disegno di pulizia etnica. Vuole l'annientamento dell'intera popolazione a Gaza e l'annessione della Cisgiordania. La deliberata esecuzione di 15 operatori sanitari a Rafah, sepolti sotto la sabbia, accanto alle ambulanze distrutte, è un attacco alla pace e alla civiltà. La responsabilità di tutto questo orrore ha un nome e un cognome, Benjamin Netanyahu. Ma c'è una ulteriore responsabilità politica e morale: quella di lasciare che un criminale come Netanyahu venga accolto in territorio europeo come ha fatto il vostro amico Victor Orban, garantendo l'impunità e negando la giustizia internazionale assicurata dalla corte penale internazionale che anche il Governo italiano vuole delegittimare. E ieri in quello stesso studio ovale che ha umiliato il leader del popolo ucraino, Gaza è diventata solo uno straordinario valore immobiliare da possedere e un criminale di guerra è stato accolto con tutti gli onori. Ma l'onore dell'Europa si sta perdendo con i silenzi, con l'inerzia, con la doppia morale. Il silenzio del nostro governo macchia anche l'onore dell'Italia.
Non si può restare in silenzio. Si possono proporre sanzioni contro il governo Netanyahu, si può riconoscere lo stato di Palestina, si può mettere al bando in Europa ogni invio di armi in Israele e chiedere la sospensione dell'accordo Ue-Israele per manifesta violazione dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. Quando i nostri figli ci chiederanno cosa abbiamo fatto per mettere fine a questi crimini ciascuno di noi sarà chiamato a rispondere e noi non vogliamo trovarci dalla parte di quelli che avrebbero potuto fare anche solo qualcosa e non l'hanno fatta". Lo ha detto in apertura dei lavori d'Aula, Giuseppe Provenzano, deputato e responsabile Esteri del Partito democratico.
“Dopo giorni di silenzio sulle dichiarazioni offensive dell’amministrazione Trump, che ha definito gli europei “parassiti”, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha finalmente preso posizione. Ma invece di difendere l’Italia e l’Europa da un attacco ingiurioso, ha scelto di schierarsi con gli Stati Uniti, accettando supinamente le offese e addossando ogni colpa alla classe dirigente europea. Questa presa di posizione è sconcertante. Di fronte a insulti che colpiscono l’intero continente, compresa l’Italia, ci si sarebbe aspettati una reazione di orgoglio e difesa della sovranità nazionale ed europea. Invece, la Presidente del Consiglio ha minimizzato la minaccia di Trump e persino giustificato gli attacchi di Vance. Una posizione sempre più subalterna agli interessi americani. Non era quella che giurava di difendere l’interesse nazionale? Sì, quello degli altri…” così il responsabile nazionale esteri del Pd, il deputato democratico, Peppe Provenzano.
“Le recenti rivelazioni sui contenuti delle chat dell’amministrazione americana, contenenti giudizi a dir poco irriguardosi nei confronti degli Stati europei, destano forte preoccupazione. È altrettanto allarmante che, finora, nessun esponente del governo italiano abbia preso una posizione ufficiale in merito. In particolare, sorprende il silenzio dei Ministri della difesa Crosetto e degli Esteri Tajani che non hanno ritenuto necessario stigmatizzare l’accaduto e chiedere chiarimenti sulle affermazioni riportate in queste conversazioni e sulla leggerezza con cui sono state condivise informazioni sensibili. Se tali dati fossero finiti nelle mani sbagliate, avrebbero potuto mettere a rischio anche la sicurezza del nostro contingente impegnato, insieme alla comunità internazionale, nella missione di pace nel Mar Rosso” così una nota del responsabile Esteri del Pd, il deputo democratico, Peppe Provenzano.
“Sono in gioco i cardini della nostra collocazione nel mondo”
Giorgia Meloni deve venire in aula, perché siamo alla fine del mondo di ieri. Gli alleati che ci avevano aiutato a liberarci dall’abisso del nazifascismo, oggi spalleggiano gli estremisti di destra, nostalgici del nazismo, in Germania. L’idea di escludere l’Europa dal negoziato per la pace in Ucraina è un attacco diretto al nostro continente. A quel tavolo l’Europa deve starci, perché la pace, una pace giusta e sicura, è il nostro primo interesse.
Il governo nelle scorse settimane, con l’improvvida solitaria presenza della premier alla cerimonia giuramento di Trump, aveva chiarito la sua strategia. Un rapporto privilegiato con la nuova amministrazione americana da far valere nel nostro continente. Ma in pochi giorni si è aperta una voragine nell’Atlantico. Una voragine strategica, politica, economica e persino morale. Bisogna prenderne atto. E reagire. Certo, serve la difesa comune, non liberare le spese nazionali magari per comprare dalle industrie belliche americane. Ma serve anche e soprattutto la politica. Una reale autonomia strategica. La costruzione di un’architettura di sicurezza e di pace. Il rilancio del multilateralismo. Sono in gioco i cardini della nostra collocazione nel mondo. L’Italia deve scegliere da che parte stare. Il Governo deve dirci da che parte vuole stare. Se partecipare al rilancio di un necessario protagonismo dell’Europa o continuare a stare dalla parte di chi vuole picconare la nostra costruzione comune.
Così il deputato Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Partito democratico.
“Putin sostiene che l’Europa “si metterà ai piedi del padrone” e Trump rilancia le sue parole. Ma viene spontaneo chiedersi: cosa ne pensa la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni? Perché, a ben vedere, la prima ad essersi comportata come dice Putin sembra essere proprio lei, che non perde occasione per allinearsi a ogni decisione di Washington, anche a discapito degli interessi italiani ed europei, dai dazi agli attacchi agli organismi internazionali” così il responsabile nazionale esteri del Pd, Peppe Provenzano commenta le dichiarazioni di Putin, contenute in un articolo della Cnbc che è stato rilanciato dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, con un post sul suo profilo su 'Truth'.
https://truthsocial.com/@realDonaldTrump/113975743922491646
“Il Governo ha condotto l’Italia al centro di uno scandalo internazionale, impedendo che il criminale libico venisse assicurato alla giustizia. Nordio e Piantedosi ieri si sono smentiti, Meloni è sparita. Ma non può continuare a scappare. Al di là di ogni aspetto giudiziario, deve risponderne sul piano politico, davanti al Parlamento e al Paese” così il democratico, Peppe Provenzano.
“Il Pd chiederà di convocare in audizione in Commissione nazionale antimafia Salvo Palazzolo, cronista di Repubblica da qualche giorno sotto scorta per le sue inchieste giornalistiche”. Cosi l'ex ministro per il Sud, il deputato democratico Peppe Provenzano componente della commissione bicamerale antimafia che aggiunge: “Abbiamo la responsabilità di fare una battaglia politica affinché sulla lotta ai clan maturi di nuovo una coscienza nazionale. La solidarietà di un giorno serve ma non basta. Le istituzioni hanno il dovere di mandare un messaggio chiaro alle mafie restando al fianco di chi si espone. Sono convinto che la nostra proposta verrà accolta dalla presidente Colosimo perché è fondamentale per la commissione antimafia guardare all’evoluzione attuale della mafia e contribuire al rafforzamento dell’azione di contrasto e al rinnovamento dell’armamentario a disposizione dello Stato”.
"Noi non vogliamo e non possiamo rassegnarci e cedere all'idea dell'inevitabilità della guerra. Lei, signor Ministro, ha attaccato Borrell prima. Io le dico che ci preoccupano molto le dichiarazioni di oggi della nuova alta rappresentante della politica estera e di sicurezza comune, Kallas, che dice che dobbiamo prepararci alla guerra. Noi dobbiamo prepararci alla pace, perché la politica oggi parla di negoziato, ne parlano tutti. Ne parla Zelensky. Un negoziato che non si risolverà in 24 ore, come prometteva Trump prima del suo insediamento”. Così il deputato dem Peppe Provenzano nella dichiarazione di voto di astensione del Pd sulle comunicazioni del ministro della Difesa, Guido Crosetto, per la proroga degli aiuti militari all’Ucraina.
“Sarà un negoziato difficile, durissimo – continua il responsabile Esteri del Pd - per il quale tutti pagheranno, pagheremo, un prezzo. Non c'è nessuna ragione per cui accanto all'impegno nel sostenere militarmente l'Ucraina, l’Europa, che più di tutti subisce i costi umani, economici, sociali e persino politici del protrarsi della guerra, non si impegni in un'iniziativa politica per la pace”. “Al negoziato non era meglio arrivare prima di Trump? Se avessimo avuto un maggiore protagonismo dell'Europa a quel tavolo, le ragioni dell'Ucraina non sarebbero state difese meglio? Lei è preoccupato per il nostro continente. Lo siamo anche noi, Ministro. Ma il suo governo partecipa all'indebolimento della solidarietà europea che invece proprio oggi è ancora più necessaria”, conclude Provenzano.