“Se ieri l’Inps certificava che nel primo semestre 2018, prima dei danni gialloverdi, l’occupazione italiana viaggiava in positivo, oggi l’Istat fotografa il calo della fiducia nel mondo del lavoro a giugno e a luglio. Aumentano gli inattivi e calano gli occupati, mentre fino a maggio crescevano le trasformazioni da tempo determinato e calavano i licenziamenti sul lavoro stabile. Il trend positivo è finito schiacciato dalla campagna elettorale di questo governo e oggi il rischio di un ritorno generalizzato del segno meno su tutti gli indicatori occupazionali è reale”.
Lo dichiara la deputata Dem Chiara Gribaudo, responsabile Lavoro del Pd.
“A tre anni dagli incentivi del Jobs Act - aggiunge Chiara Gribaudo - non c’è stata alcuna ondata di licenziamenti, come molti presagivano. Invece l’incertezza e le scelte punitive del decreto Di Maio hanno avuto effetto eccome: nello spaventare le aziende e togliere la speranza di un lavoro stabile a lavoratori e disoccupati, che tornano a ingrossare le file degli inattivi. L’unica misura sensata e utile sarebbe stata il taglio del cuneo fiscale sul lavoro stabile, ma il governo ha respinto la proposta del Pd e non troverà alcun modo di realizzarla in legge di bilancio, visti i crescenti interessi sul debito pubblico italiano e il caos su flat-tax e reddito di cittadinanza. Anche l’Ocse - conclude la deputata Dem - ha certificato il rallentamento dell’economia. È ora di finirla con la propaganda, Di Maio e il governo si rimangino la parola dignità e cambino registro il prima possibile, a partire dalla nota di aggiornamento al Def”.