“Giornate nere per Sangiuliano: le proteste del mondo del cinema, i fischi e le contestazioni al Taobuk festival, la gaffe su Galileo, la figuraccia elettorale a Firenze del suo candidato Schmidt, la protesta degli autori invitati alla Buchmesse e, adesso, anche la riposta dell’Associazione degli editori italiani che conferma i limiti del programma e delle scelte volute dal governo per la partecipazione dell’Italia alla fiera del libro di Francoforte. Il ministro della cultura apra gli occhi: la sua gestione ideologica del ministero della cultura è fallimentare, un flop senza speranza”. Così in una nota la capogruppo democratica nella commissione cultura della Camera, Irene Manzi.
“La politica sia fuori dai musei dello stato. Non vorremmo che l’asse Sangiuliano-Schmidt, che è fallito miseramente alla prova dei voti, abbia adesso ripercussioni nelle scelte gestionali dei musei italiani e nei rapporti con le istituzioni locali. Schmidt svesta definitivamente i panni del candidato protetto dal ministro e torni a dirigere a tempo pieno i musei senza utilizzarli come mezzi per la sua carriera personale” così la capogruppo democratica nella commissione cultura della Camera, Irene Manzi.
“Sangiuliano deve lasciare il suo posto per manifesta inadeguatezza. Non può dirigere le politiche culturali del Governo. Dovunque andrà sarà accompagnato da ironie e risate. E questo non è possibile per l’Italia”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut
“Sangiuliano si dimetta all’istante. È indegno e diseducativo. L’Italia non può avere un ministro della Cultura che impiastra la storia in questo modo: confondendo cronologie, personaggi e istituzioni antiche che hanno fatto la storia mondiale. Lasci il posto e rifaccia gli esami di terza media”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, che aggiunge: “Egli non solo inverte l’epoca storica tra Colombo e Galileo, ma confonde la Santa inquisizione, che è il Sant’Uffizio istituito a Roma nel 1542, con l’Inquisizione soagnola che era una istituzione controllata dai reali di Spagna. Peraltro Colombo non si recò presso l’Inquisizione spagnola ma presso una commissione all’uopo costituita dai reali per ascoltare il suo progetto. Ha fatto un disastro”, conclude.
“Un gruppo di autori italiani ha annunciato l'imminente invio di una lettera ai presidenti dell'Associazione Italiana Editori (AIE) e della Fiera del Libro di Francoforte (Buchmesse), per esprimere preoccupazioni riguardo alle modalità e alle scelte del governo italiano per la partecipazione del nostro paese a una delle più importanti manifestazioni culturali europee”. Così la capogruppo democratica nella commissione cultura della Camera, Irene Manzi, che sottolinea come: “questa lettera è l’ennesima conferma del maldestro tentativo del Ministro della Cultura, Sangiuliano, di utilizzare il proprio incarico per portare avanti decisioni di parte compromettendo l'indipendenza, l'integrità ed il prestigio delle istituzioni culturali italiane con nomine dettate da amichettismo e appartenenza politica e scelte punitive nei confronti di interi settori culturali percepiti dal ministro come ostili. Questa vera e propria ingerenza politica nelle scelte culturali - aggiunge la democratica - rappresenta una seria minaccia alla libertà di espressione artistica e danneggia gravemente l'immagine dell'Italia sulla scena internazionale dove si parla ormai apertamente di un "caso Italia".
"Rifinanziare il 'decreto Franceschini' che ha permesso fino ad oggi l'acquisto di libri da parte delle biblioteche per promuovere la lettura quale strumento di integrazione ed inclusione sociale”: è quanto chiedono i deputati del Pd Federico Gianassi, Irene Manzi e Simona Bonafè depositando una interrogazione parlamentare al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
“Questa misura introdotta dal precedente esecutivo con la Legge di Bilancio 2022 è stata infatti inspiegabilmente cancellata dal governo Meloni nonostante abbia portato molteplici benefici; ha infatti aumentato notevolmente l’offerta delle biblioteche e sostenuto autori e librerie territoriali (dove vengono acquistati i volumi) che rappresentano un fondamentale presidio culturale e sociale”, sottolinea Federico Gianassi.
“Quali sono i criteri di nomina del ministro Sangiuliano? Le posizioni e le dichiarazioni del componente del consiglio delle ville vesuviane sono inquietanti. Il ministro prenda le distanze e revochi il decreto di nomina di Carmine Ippolito, avvocato penalista, nominato perché esponente di Fdi, entrato nel cerchio magico del Ministro Gennaro Sangiuliano da quando ha deciso di candidarsi alla guida della regione Campania. Ancora una figuraccia di livello planetario da parte del governo che accoglie sorridente i capi di Stato a Borgo Egnazia per poi insultarli nella
quotidianità attraverso le dichiarazioni dei propri uomini di fiducia”.
Così la capogruppo democratica in commissione cultura della camera, Irene Manzi commenta le frasi shock di Ippolito, fedelissimo di Fdi nominato da Sangiuliano nel cda della Fondazione Ville vesuviane che rivendica di aver scritto: "Americani criminali di guerra”
“L’uso dei social istituzionali del governo per finalità politiche è intollerabile. Peraltro è fuori dalla legge. Grave che Sangiuliano mascheri la sua presenza sui social per fare spot politici a fianco della presidente del Consiglio Meloni” così la capogruppo del Pd nella commissione cultura della Camera, Irene Manzi, che sottolinea come “il profilo instagram del ministero della cultura sia da tempo pieno di commenti di utenti che prendono le distanze dall’uso disinvolto del ministro Sangiuliano che, anche oggi, ha caricato un contenuto che lo vede ‘a braccetto’ della candidata alle europee, Giorgia Meloni”. Numerosi i commenti di protesta, eccone alcuni: “il Mic non dovrebbe fare campagna elettorale’; “dopo telemeloni abbiamo museomeloni, che spettacolo”; “va bene essere di parte ma questo è eccessivo, non vi seguo più non ne posso più di vedere queste passerelle pure quando si parla di cultura”; “l’istituto luce non avrebbe saputo fare meglio”.
“Il governo ascolti il grido di dolore dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo che il 4 giugno prossimo manifesteranno a Piazza Santi Apostoli a Roma. Quando più del 60 per cento non lavora e tante produzioni sono bloccate significa che non c’è nessuna politica a sostegno del settore. Siamo a fianco delle associazioni che si stanno mobilitando e che pretendono che vengano ricevute dal ministro Sangiuliano. Allo stesso tempo le commissioni Lavoro e Cultura audiscano le associazioni e rapidamente approvino la risoluzione che abbiamo presentato due settimane fa, a prima firmata Matteo Orfini, che interviene sulla condizione materiale di tanti artisti e tecnici che rischiano di attraversare un momento difficile. Non c’è un minuto da perdere”. Così i deputati dem Irene Manzi e Arturo Scotto, rispettivamente capigruppo Pd in commissione Cultura e Lavoro.
“Governo faccia pace con se stesso. Mentre il sottosegretario Barachini rivendica la libertà di non invitare Saviano, il commissario Mazza cerca di mettere una pezza alla censura di una voce critica. In tutto questo, Sangiuliano - che ha portato Saviano in tribunale - resta in silenzio. Cosa pensa il ministro della cultura italiano di questa figuraccia madornale che sta indignando la stessa Buchmesse?” Così la Capogruppo democratica nella commissione cultura della Camera, Irene Manzi.
Esclusione Saviano, conferma ‘caso Italia’ in Europa
“La decisione del commissario Mazza di assecondare il volere del ministro Sangiuliano di escludere Saviano dalla delegazione italiana alla Buchmesse è doppiamente imbarazzante: in primo luogo perché il commissario, nel rispetto della legge, dovrebbe operare nell’interesse del Paese e non di una parte politica; e poi, perché il ministro non dovrebbe entrare a gamba tesa stilando vere e proprie liste di autori non grati al governo”. Così la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi, nel giorno in cui l’autore Sandro Veronesi ha dato forfait al governo dopo aver appreso dell’esclusione di Roberto Saviano dalla delegazione italiana alla Buchmesse. “La politica deve restare fuori dalla cultura – sottolinea Manzi - questa ingerenza continua è dannosa e non è un caso che le più importanti istituzioni culturali internazionali, a partire dalla Buchemsse, siano in grande imbarazzo e parlino di ‘caso Italia’ così come lo sono gli istituti italiani di cultura nel mondo che il governo vorrebbe trasformare in strumenti di propaganda politica”.
Da Sangiuliano figuraccia senza precedenti, dem presentano interrogazione
“Le parole del direttore della Buchmesse sono molto chiare e confermano che la decisione di non ospitare Saviano tra gli ospiti della delegazione italiana è stata una vera e propria censura. Sangiuliano sta mettendo in imbarazzo le più importanti istituzioni culturali europee e i nostri istituti di cultura all’estero che mal digeriscono questo tentativo di trasformare il ministero della cultura italiano nella macchina della propaganda dell’ideologia culturale della destra allontanando ogni voce critica. Quella di oggi è una figuraccia senza precedenti, presenteremo un’interrogazione parlamentare a riguardo al ministro Sangiuliano” così i deputati democratici della commissione Cultura della Camera.
*Commissario piú realista del re o ha assecondato ‘ordine’ di Sangiuliano?*
“Il commissario Mazza si arrampica sugli specchi per motivare l’esclusione di Saviano dalla Buchmesse. Parla di voler valorizzare nuove voci mentre il programma è ricco di tanti autorevoli autori già affermati. Sembrerebbe un’esclusione a tutti gli effetti e chissà se il commissario Mazza è stato più realista del re o abbia invece assecondato gli ordini del ministro Sangiuliano, che Saviano lo ha portato a
processo e che non perde occasione per denigrarlo” così la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi, commenta il programma della partecipazione italiana alla Buchmesse. “La cultura unisce - che era lo slogan della riunione dei ministri della cultura del G20 del 2011 e che è anche lo slogan di questa partecipazione italiana - sembra essere tradito nei fatti dalle scelte del ministro Sangiuliano che punta ad utilizzare la cultura per dividere nella presunzione di voler imporre una ‘nuova egemonia culturale della destra’.
Oggi, venerdì 24 maggio, la giornalista del Tg3, Ilaria Alpi, avrebbe festeggiato il suo compleanno, se quel 20 marzo 1994 non fosse stata uccisa a Mogadiscio, insieme all'operatore Miran Hrovatin, per le loro inchieste su traffici d'armi e rifiuti all'ombra della Cooperazione Internazionale. E oggi, venerdì 24, alla Camera, presso l'Aula dei Gruppi Parlamentari (in Via di Campo Marzio, 74), si terrà una iniziativa promossa dalla Comunità “Noi non archiviamo” della quale fanno parte una serie di soggetti protagonisti in questi decenni dell'impegno per la verità su quegli omicidi, per scoprire responsabili e depistaggi. L'iniziativa servirà a rilanciare con forza questa esigenza, anche alla luce del recente incontro avuto da una delegazione della Rete con i vertici della Procura di Roma.
La giornata (dalle 10 alle 12.30) vedrà protagonisti ragazze e ragazzi di scuole che hanno partecipato con i loro lavori al progetto “Una stella di nome Ilaria Alpi”.
Presieduto da Mariangela Grainer e Walter Verini, l'appuntamento avrà inizio con il saluto della vicepresidente della Camera, Anna Ascani, e con quelli di Fnsi, Ordine dei Giornalisti, Usigrai, Fondazione Murialdi, Articolo 21.
La giornalista Federica Sciarelli e Walter Veltroni ricorderanno la collega e amica Ilaria e Miran e le battaglie di questi trenta anni. Questi momenti saranno intervallati da letture di Cristiana Capotondi dal libro di Gigliola Alvisi sulla giornalista del Tg3 e dalla proiezione di estratti video dal film “Il più crudele dei giorni” di Ferdinando Vicentini Orgnani. Nella seconda parte la giornalista Giulia Bosetti e la stessa Grainer coordineranno l'illustrazione dei lavori da parte degli studenti.
Per gli accrediti scrivere a: pd.ufficiostampa@camera.it, indicando nome, cognome, numero di tesserino ed eventuali strumenti come fotocamere o videocamere.
Domani, venerdì 24 maggio, la giornalista del Tg3, Ilaria Alpi, avrebbe festeggiato il suo compleanno, se quel 20 marzo 1994 non fosse stata uccisa a Mogadiscio, insieme all'operatore Miran Hrovatin, per le loro inchieste su traffici d'armi e rifiuti all'ombra della Cooperazione Internazionale. E venerdì 24, alla Camera, presso l'Aula dei Gruppi Parlamentari, si terrà una iniziativa promossa dalla Comunità “Noi non archiviamo” della quale fanno parte una serie di soggetti protagonisti in questi decenni dell'impegno per la verità su quegli omicidi, per scoprire responsabili e depistaggi. L'iniziativa servirà a rilanciare con forza questa esigenza, anche alla luce del recente incontro avuto da una delegazione della Rete con i vertici della Procura di Roma.
La giornata dalle 10 alle 12.30) vedrà protagonisti ragazze e ragazzi di scuole che hanno partecipato con i loro lavori al progetto “Una stella di nome Ilaria Alpi”.
Presieduto da Mariangela Grainer e Walter Verini, l'appuntamento avrà inizio con il saluto della vicepresidente della Camera, Anna Ascani, e con quelli di Fnsi, Ordine dei Giornalisti, Usigrai, Fondazione Murialdi, Articolo 21.
La giornalista Federica Sciarelli e Walter Veltroni ricorderanno la collega e amica Ilaria e Miran e le battaglie di questi trenta anni. Questi momenti saranno intervallati da letture di Cristiana Capotondi dal libro di Gigliola Alvisi sulla giornalista del Tg3 e dalla proiezione di estratti video dal film “Il più crudele dei giorni” di Ferdinando Vicentini Orgnani. Nella seconda parte la giornalista Giulia Bosetti e la stessa Grainer coordineranno l'illustrazione dei lavori da parte degli studenti.