"Le elettrici e gli elettori statunitensi hanno scelto Trump in maniera netta, nonostante abbia istigato alla rivolta contro le istituzioni democratiche del suo Paese e nonostante il forte impegno di Kamala Harris, subentrata nella corsa presidenziale solo a pochi mesi dal voto, mentre l'avversario preparava la sua corsa da anni.
Hanno vinto Trump e la sua narrazione feroce contro migranti, donne, persone LGBTQIA+ perché, probabilmente, dall'altra parte non ci sono state proposte, oltre che narrazione, altrettanto convincenti ma di segno diametralmente opposto. Trump ha parlato alla pancia delle persone, alle loro paure, ponendosi come l'uomo forte in grado di risolvere ogni problema come per magia.
Negli Usa, come già accaduto in diversi Paesi europei, l'ultradestra raccoglie strumentalmente il consenso dei ceti popolari e del mondo del lavoro, mentre i progressisti non appaiono più come un punto di riferimento per la tutela dei diritti sociali. Battaglie come il salario minimo, la sanità davvero accessibile per tutte e tutti, la scuola pubblica diventano quindi cruciali e ineludibili ovunque.
Ma Trump ha vinto anche per le sue posizioni sulle guerre in Ucraina e in Medio Oriente, alimentando l'illusione che lui porterà la pace. In realtà, i suoi stretti rapporti con Putin e con Netanyahu ci dicono chiaramente l’esatto contrario.
Questo risultato ci preoccupa. Ci preoccupa anche sul piano economico. Trump ha indicato l'Europa come un nemico e la sua politica sui dazi rischia di essere una catastrofe per l'economia europea che non è abbastanza coesa e forte per contrastarlo. Bisogna lavorare perché, di fronte a questo nuovo scenario, l'Ue trovi gli strumenti per rafforzarsi". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“La vittoria netta di Trump, che ha ottenuto per la prima volta dopo molti anni anche la maggioranza del voto popolare, ci deve interrogare. Le persone che avvertono paura e incertezza, bisogno di protezione o sicurezza si rifugiano a destra, ascoltando le sirene propagandistiche di chi soffia sul fuoco delle tensioni. Purtroppo, questo successo non rappresenta una buona notizia per l'Italia e per l'Europa: i dazi annunciati impatteranno sul made in Italy, i passi indietro annunciati sugli impegni ambientali mettono a rischio il contrasto al cambiamento climatico, l'annunciato rallentamento negli investimenti Nato rischia di lasciarci più soli a difendere la pace e la sicurezza. In questo contesto, sarà vitale rafforzare del processo di integrazione europea. È tempo che l'Europa batta un colpo, con un salto di qualità nella propria azione politica. Dobbiamo raccogliere la sfida, già emersa con la pandemia e il conflitto in Ucraina, di rafforzare le politiche comuni e rilanciare il processo di integrazione in settori strategici, per una maggiore solidarietà e competitività interna, ma anche per consolidare la forza, l'autorevolezza e l'autonomia strategica dell'UE a livello internazionale". Così Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione politiche europee a Montecitorio.
Da TeleMeloni continue interferenze che affossano servizio pubblico
“Gasparri che fa il controcanto al Presidente della Repubblica supera davvero il limite. Ma del resto non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire: le interferenze del governo Meloni sulla Rai sono sotto gli occhi di tutti. Scalette stravolte, servizi televisivi cancellati, voci libere imbavagliate, conduttori allontanati, spoils system, tg censurati e usati per scopi personali, programmi cuciti su misura. L’elenco di interferenze di TeleMeloni è lungo e Gasparri fa finta di non vedere solo per vergogna visto che questa modalità sta affossando la Rai di cui ormai si parla solo per il calo degli ascolti” così i componenti democratici della commissione di vigilanza Rai che ringraziano il Presidente della Repubblica “per l’alto contenuto del messaggio inviato sui temi del servizio pubblico”.
“Le parole del deputato leghista Rossano Sasso sono inaccettabili perché trasudano odio e razzismo nei confronti di tutti gli stranieri presenti in Italia. È sconcertante che nel cuore della nostra democrazia possano essere pronunciate affermazioni così gravi che incitano alla violenza e puntano a colpevolizzare interi gruppi di persone. Ci saremmo aspettati un richiamo formale da parte della presidenza della Camera, dato che qui non si tratta di libertà di pensiero, ma di un linguaggio pericoloso che rischia di alimentare tensioni sociali e discriminazioni solo per coprire in modo cinico le inefficienze del governo e non è un caso che avvengano nel giorno in cui i ferrovieri hanno scioperato contro le politiche di Salvini che non fanno nulla per la sicurezza nei treni e nelle stazioni”. Così la deputata dem Ouidad Bakkali stigmatizza quanto detto in Aula durante gli interventi di fine seduta dal deputato leghista Rossano Sasso.
“Abbiamo espresso ieri – ha concluso Bakkali - la solidarietà e condannato nettamente quanto accaduto a Genova e non accettiamo che la Lega voglia dividere il Parlamento tra chi sta dalla parte degli aggressori e chi dalla parte degli aggrediti. Noi siamo vicini ai tanti lavoratori e ai tanti cittadini aggrediti ogni giorno nelle nostre città di cui il governo si ricorda solo in campagna elettorale, per poi alimentare clandestinità, illegalità e insicurezza quando governano. Invece di sprecare risorse in un progetto nato fallito come quello albanese, distraendo risorse e forze dell'ordine, investano quelle risorse in sicurezza urbana e ascoltino i lavoratori delle ferrovie a cui dobbiamo garantire più sicurezza. Salvini sbraita dal governo ma poi accetta supinamente i tagli di Giorgetti che mettono in discussione le spese dei sindaci per la sicurezza delle nostre città”.
“A partire dal Covid il Sud Italia ha registrato tassi di crescita sensibilmente superiori al resto d’Italia. Un risultato che è frutto di una serie di importanti politiche pubbliche per favorire occupazione e investimenti, tra cui, su tutte, ‘decontribuzione Sud’ e il credito di imposta per i beni strumentali. Oggi il problema non è tanto che queste misure non ci sono più, ma soprattutto che non sono state affatto sostituite da interventi di analoga rilevanza. A fronte di 12,4 miliardi di risparmi nel prossimo triennio soltanto per la cessazione di ‘decontribuzione Sud’, il Governo ne rimette soltanto 6,9 a disposizione delle politiche per il Mezzogiorno. Uno scandalo vero, certificato anche dall’audizione dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio. L’ennesimo freno messo da Meloni, Fitto e la destra di Governo per arginare quella parte di Paese che più di altre ha trainato l’economia nazionale negli ultimi quattro anni”.
Così Ubaldo Pagano, Capogruppo PD in Commissione Bilancio alla Camera.
Cordoglio e vicinanza ai parenti della vittima e ai colleghi”
“L’ennesimo incidente sul lavoro nel tratto di autostrada A6 tra Altare e Savona, richiede che governo nazionale e regionale mettano in campo azioni più incisive per fronteggiare i rischi che ogni giorno decine e decine di lavoratori corrono. Bisogna affrontare in modo sistematico e urgente i temi della sicurezza sul lavoro, che deve essere una priorità dell’azione di governo. Oltre a rafforzare il personale di controllo occorre investire in formazione, salari equi e contrastare la catena di subappalti che rendono più difficili i controlli e il lavoro più insicuro.
Nello specifico, le condizioni delle autostrade liguri, con i numerosi cantieri che si protraggono da anni, rendono ancor più necessario agire con urgenza e con azioni mirate per prevenire ulteriori incidenti. Su questo la Regione deve intervenire in modo chiaro e come richiesto dai sindacati applicare la legge che chiede maggiore sicurezza in questo settore.
Esprimo il mio più profondo cordoglio e vicinanza ai parenti del lavoratore e ai suoi colleghi".
Così Valentina Ghio Deputata e vicepresidente Gruppo PD alla Camera.
“Le parole di preoccupazione dei rappresentati di Ance e Confedilizia confermano i nostri timori su quanto avverrà con questa manovra. Non solo il Governo Meloni non prevede assolutamente nulla per sostenere uno dei settori cruciali della nostra economia, ma addirittura riesce a distruggere quanto di buono era previsto per l’efficientamento energetico, la riqualificazione del patrimonio edilizio e la messa in sicurezza del territorio. È bene ribadire quanto detto oggi in audizione: se l’Italia è cresciuta molto più dei principali partner europei lo dobbiamo proprio al traino di questo comparto e alle tante misure adottate nel post-Covid per rilanciare l’economia italiana. Siamo consci che misure con funzione anti-ciclica possono essere solo transitorie ma è evidente che questo tema, il benessere economico di imprese e famiglie italiane, è completamente uscito dall’agenda di questo Governo”.
Così Ubaldo Pagano, Capogruppo PD in Commissione Bilancio alla Camera.
Così come già richiesto nella scorsa settimana dal Pd e dalle altre opposizioni, ribadiamo l’urgenza di convocare entro questa settimana l’ufficio di presidenza della Commissione di Vigilanza Rai per procedere ad una nuova votazione per il parere sul presidente della Rai. Siamo preoccupati per la totale mancanza di responsabilità dimostrata da questa maggioranza e dal governo che sono in totale confusione e bloccano di fatto il servizio pubblico. A questo punto si convochi con urgenza l’ufficio di presidenza oppure dichiarino l’impossibilità di procedere.
Così la deputata Ouidad Bakkali, componente del Partito Democratico in Commissione di Vigilanza Rai.
Un altro clamoroso insuccesso targato Telemeloni
"Governo e maggioranza battano un colpo e la smettano di far finta di ignorare la perdita di credibilità e il drammatico calo degli ascolti del servizio pubblico. La chiusura anticipata del programma Se mi lasci non vale, condotto da Luca Barbareschi, è l’ennesimo flop di Telemeloni. In sede di vigilanza chiederemo conto di quanto è costato questo altro clamoroso insuccesso. Tra costi e penali legati alle chiusure, la Rai sta erodendo irresponsabilmente il canone pagato dai cittadini," dichiarano i parlamentari del Partito Democratico della commissione di vigilanza Rai.
"Israele ha il diritto e il dovere di difendersi, ma quello che si sta facendo a Gaza non è salvare gli ostaggi: è contro i civili ed è davvero troppo. Lo riferiscono i militari israeliani che tornano dalla Striscia e scelgono di raccontare ciò che hanno visto. A Gaza prima arrivano i volantini con l'ordine di evacuare: chi resta viene considerato un terrorista e può quindi essere ucciso anche se non rappresenta una minaccia immediata e anche se non ci sono indizi che sia un terrorista. Poi l'attacco con l'artiglieria, i bombardamenti, l'esercito che entra sparando casa per casa e, infine, i bulldozer che distruggono tutto.
Uno degli obiettivi dell'IDF è causare quanti più danni possibili anche alle infrastrutture civili perché a Gaza non ci deve essere più speranza e le persone possono solo andare via.
Sono questi i racconti che ci hanno fatto oggi in audizione del Comitato diritti umani della Camera che presiedo, i rappresentanti di "Breaking the silence" (BTS), ong israeliana composta da ex militari che vogliono sensibilizzare l’opinione pubblica, sia israeliana sia internazionale, su quanto sia ingiusta l’occupazione e su quanto alimenti il risentimento dei palestinesi su cui si fonda il terrorismo.
Cancellare l'Unrwa, l'agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi, come sta tentando di fare la Knesset con le leggi appena approvate, secondo BTS mira a cancellare lo status di rifugiati ai palestinesi. In questo modo le persone possono essere portate via dalla Striscia e si possono ricreare insediamenti israeliani a Gaza e in Cisgiordania: così, del resto, prevede fin dall'inizio il programma del governo di Netanyahu che crede nella supremazia ebraica mentre ritiene che i palestinesi non abbiano diritti.
Gli ex militari, che hanno chiesto l'anonimato per questioni di sicurezza, hanno raccontato di come a Gaza tutto sia amplificato in termini di arbitrio. Ogni codice di comportamento viene regolarmente infranto, così come le leggi e il diritto umanitario internazionale. Tra i soldati regna un forte senso di impunità perché le inchieste per queste violazioni si trascinano per anni quando ormai non ci sono più né le prove né i testimoni.
Alcuni soldati si sono rivolti a BTS per denunciare uccisioni di massa e bombardamenti a tappeto. Ma parlare significa mettersi in pericolo. Un militare che ha scelto di raccontare ai media internazionali come l'IDF, nei tunnel, usi i civili palestinesi come scudi umani, ci è stato riferito durante l'audizione, è dovuto scappare in un altro paese perché in pericolo. La stragrande maggioranza dell'opinione pubblica israeliana non vede Gaza e quello che sta accadendo lì, ma conosce solo la versione del governo e del portavoce dell'esercito perché tranne poche eccezioni, i media sono fortemente controllati. In alcune città, come Haifa, le proteste per la pace vengono represse violentemente e si può essere arrestati per molto poco.
L'appello di "Breaking the silence", infine, è lo stesso che già ci aveva rivolto la rappresentante di un'altra ong israeliana: B'Tselem. I paesi amici di Israele facciano di tutto per fermare Netanyahu: il cessate il fuoco deve essere immediato anche per salvare gli ostaggi ancora vivi. Continuare a bombardare indiscriminatamente non li farà tornare a casa". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“In un paese civile chi governa ha il dovere di garantire la sicurezza sul lavoro, stipendi dignitosi, diritti e contrasto efficace allo sfruttamento. Questa destra in due anni ha perseguito politiche opposte promuovendo il precariato, affossando ogni tentativo di fissare per legge il salario minimo e depotenziando gli ispettorati del lavoro e quindi i controlli nelle aziende. Le promesse del Ministero del Lavoro di monitorare la situazione per evitare che si verifichino altri casi come quello di Seano, se non verranno accompagnate da impegni e risorse concrete per prevenire il caporalato e assicurare le giuste tutele, lasciano il tempo che trovano e non assicurano nessun reale beneficio. E soprattutto non scoraggiano gli episodi di violenza che continuano a ritersi con maggiore frequenza, come ad esempio la recente aggressione all’operaio di Quarrata (Pistoia) che è stato ferito soltanto per essersi rivolto al sindacato. In questo clima di oppressione e terrore il Governo Meloni è colpevolmente assente e le forze politiche che lo sostengono colpevolmente irrilevanti”: è quanto dichiara il deputato Dem e segretario Pd della Toscana Emiliano Fossi nel corso del dibattito della interrogazione sull’aggressione ai danni degli operai pakistani e dei sindacalisti che stavano protestando a Seano, svolta oggi mercoledì 30 ottobre a Montecitorio.
Pd chiede convocazione urgente vigilanza per completare iter nomina
"Maggioranza ancora in confusione sulla Rai: nessun passo avanti sulla procedura di nomina della Presidenza. È inaccettabile che il servizio pubblico sia, nei fatti, bloccato,” dichiara Stefano Graziano, capogruppo del Partito Democratico in Commissione di Vigilanza Rai, che, questa mattina, ha formalmente richiesto alla Presidente Floridia di “convocare con urgenza l'ufficio di presidenza della vigilanza per includere nell'ordine del giorno il completamento dell'iter istituzionale di nomina della governance Rai”." Non era mai accaduto, che a un mese dall’insediamento del nuovo CdA, non fosse ancora stato votato il Presidente di garanzia. Siamo davanti a un atteggiamento irresponsabile e di totale disprezzo verso le regole e verso i cittadini che pagano il canone e che hanno diritto a un servizio pubblico indipendente e trasparente," conclude Graziano.
"Siamo alla fine di ottobre e ancora non c'è traccia del rapporto sullo stato di attuazione della legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza che il governo deve presentare ogni anno entro febbraio". Lo dichiarano le deputate dell'Intergruppo della Camera per le donne, i diritti e le pari opportunità, coordinato da Laura Boldrini.
"Il rapporto è di fondamentale importanza per capire lo stato di attuazione di una legge fondamentale per il diritto all'autodeterminazione delle donne che rischia di essere messa in discussione non tanto nella sua esistenza ma proprio nella sua applicazione - prosegue la nota -. I dati che il rapporto deve contenere servono sia all'opinione pubblica, sia alle operatrici e anche alle donne che vogliono ricorrere all'IVG. E bisognerebbe che i dati fossero distinti per regione e, magari, per struttura ospedaliera per avere il quadro esatto di quali siano i territori e i centri dove la presenza massiccia di obiettori rende difficile fruire del diritto all'aborto".
"Per questa ragione abbiamo presentato un'interrogazione al governo per conoscere le ragioni di questo enorme ritardo e chiedere che la nuova versione del rapporto sia la più completa possibile" conclude la nota.
Martedì 29 ottobre alle ore 11.00 alla presenza del Presidente della Repubblica, si svolge la cerimonia inaugurale degli Stati Generali della Salute e Sicurezza sul lavoro (29-31 ottobre), organizzati dalla Commissione d’inchiesta sulle condizioni di lavoro e dalla Camera dei Deputati. Inizialmente prevista presso la Sala della Lupa si svolgerà nella Sala della Regina di Montecitorio a causa dell’alto numero di partecipanti.
Aprirà i lavori con un indirizzo di saluto il Presidente della Camera Lorenzo Fontana a cui seguiranno gli interventi della Presidente della Commissione d’inchiesta Chiara Gribaudo, del Commissario europeo Nicolas Schmit e della ministra Marina Calderone. Durante la cerimonia è previsto anche un reading dell’attrice Ambra Angiolini.
Nel pomeriggio del 29 e nelle giornate successive si svolgeranno dibattiti tra le istituzioni designate a controlli e verifiche, tra gli enti locali, e in materia di tecnologia al servizio della prevenzione.
Sono inoltre previsti nella mattinata del 30 ottobre tre tavoli tematici su edilizia, agricoltura e sulla valutazione dei rischi lavorativi relativi a violenze, molestie e aggressioni. I risultati dei tavoli di lavoro saranno consegnati ai capigruppo della Camera i quali parteciperanno alla tavola rotonda in conclusione dell’iniziativa dalle ore 10.00 di giovedì 31 ottobre.
“Ancora oggi a Palermo e mercoledì scorso a Bologna due operai sono morti mentre svolgevano il proprio lavoro. Come è evidente gli incidenti e le morti sul lavoro sono un’urgenza e un’emergenza. In questi mesi che hanno visto la Commissione parlamentare lavorare sulle recenti grandi stragi sul lavoro avvenute in Italia (tra queste: Brandizzo, Casteldaccia, Latina) e su tante altre tematiche riguardanti i diritti e la dignità del lavoro (dalle problematiche della cantieristica navale all’impatto dell’ia sul lavoro) è emersa la necessità di un più ampio confronto a livello nazionale su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro – afferma Chiara Gribaudo – per fare il punto sulla situazione in Italia e, al di là di ideologismi e interessi di parte, affrontare – tutte e tutti insieme – seriamente e in maniera concreta la questione, fondamentale per la nostra Repubblica, fondata sul lavoro”.
“È nata così l’idea di promuovere gli Stati Generali alla presenza dei famigliari delle vittime, delle parti sociali sia sindacali che datoriali e di tutta la filiera ispettiva su tutti i luoghi di lavoro” spiega la Presidente.
Conclude infine l’Onorevole Gribaudo: “Grazie alla preziosa collaborazione della Presidenza della Camera dei Deputati, siamo riusciti a organizzare a Palazzo Montecitorio, aprendo uno dei luoghi simbolo per eccellenza della politica alla società civile, avvicinando le Istituzioni alla cittadinanza, in un dialogo aperto e costruttivo.”
"La Moby Prince è stata una strage rimasta ancora oggi senza un colpevole. Per riportare alla luce la verità storica e dare speranza ai familiari delle 140 vittime é stata istituita la terza commissione parlamentare d’inchiesta che sta proseguendo i propri lavori. La commissione di Inchiesta ha il compito quindi di fare chiarezza sulle responsabilità e sulla dinamica dell’incidente ma anche di tenere viva l’attenzione. Per questo motivo le iniziative come quella di oggi rappresentano un momento significativo per spiegare cosa è accaduto alle giovani generazioni e promuovere la ricerca della verità”. Lo dichiara la vicepresidente vicaria dei deputati Pd Simona Bonafè e membro della commissione d'inchiesta sulla Moby Prince intervenendo oggi al dibattito sull’incidente della Moby Prince, nell'aula magna della scuola Lorenzo Claris Appiani di Portoferraio, all'isola d’Elba.