"E' almeno la seconda volta che il consigliere Nahum ripete queste insinuazioni sul mio conto. Gli rispondo pubblicamente in modo che non ci siano fraintendimenti. Se prima di rilasciare dichiarazioni sul mio conto, Daniele Nahum si fosse informato, avrebbe saputo che ho sempre condannato il regime teocratico iraniano per non rispettare i diritti fondamentali delle persone e, in particolare, quelli delle donne. Sono sempre stata al fianco del movimento "Donna, vita, libertà" nato dopo l'uccisione di Mahsa Amini da parte della polizia morale iraniana, sia nelle piazze, sia nelle aule parlamentari. Ho incontrato Taghi Rahamani oppositore del regime iraniano, costretto all'esilio e marito della premio Nobel Narges Mohammadi detenuta in Iran per le sue battaglie per i diritti delle donne; ho ripetutamente chiesto al governo italiano di pretendere il rispetto dei diritti umani ai paesi con cui si stringono accordi, Iran incluso; il Comitato diritti umani della Camera che presiedo ha in più occasioni audito ONG e associazioni che denunciano le violenze perpetrate dal governo di Teheran e da quelle audizioni è nata una risoluzione con cui impegniamo il governo a chiedere all'Iran la cessazione immediata di atti di tortura, violenza, uccisioni e vessazioni verso le attiviste e gli attivisti per i diritti umani, la rapida scarcerazione di Mohammadi e degli altri dissidenti detenuti, il rispetto dei diritti alla libertà di espressione, associazione e riunione pacifica; ho presentato un'altra risoluzione per chiedere al governo italiano di votare a favore dell'inserimento del reato di Apartheid di genere nella convenzione sui crimini contro l'umanità in discussione a breve all'Onu. Ultimo, ma non per importanza, insieme ad altre e altri, sto seguendo la vicenda di una giovane attivista curdo-iraniana, Maysoon Majidi, detenuta ingiustamente in Italia con l'accusa di essere una scafista. Tutte attività che hanno suscitato l'attenzione dell'ambasciatore iraniano in Italia che ha chiesto di incontrarmi nel vano tentativo di convincermi che mi sbaglio sui metodi del governo di Teheran.
Non so in cosa consista l'impegno del consigliere Nahum per l'affermazione dei diritti umani e delle libertà in Iran, ma so qual è il mio, da sempre. A lui sarebbe bastato scorrere i miei profili social per scoprirlo.
Lo invito, dunque, ad evitare di continuare a diffondere notizie evidentemente false e ad impegnarsi di più per i diritti delle cittadine e dei cittadini iraniani". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, rispondendo alle dichiarazioni rilasciate dal consigliere comunale di Milano Daniele Nahum in un'intervista rilasciata oggi al Riformista.
"Un anno dopo il feroce attacco terroristico compiuto da Hamas contro cittadine e cittadini israeliani innocenti che sconvolse il mondo intero e non solo Israele, il nostro pensiero va alle famiglie delle vittime di quel giorno e agli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Niente può giustificare l'uccisione di donne, bambini, persone inermi, né le violenze e le torture inflitte dai miliziani. Le immagini delle ragazze sanguinanti trascinate sui pick-up, dei feriti e dei corpi senza vita rimarranno per sempre impressi nella nostra mente. Il 7 ottobre scorso tutti abbiamo affermato il diritto di Israele a difendersi. Quello che è seguito a quella mattina ha presto acquisito però il senso della vendetta e non della difesa con conseguenze diventate devastanti per l’intero Medio Oriente. La reazione indiscriminata del governo israeliano ai danni della popolazione civile di Gaza e della Cisgiordania e l’allargamento delle azioni militari al Libano e a territori di altri paesi hanno totalmente destabilizzato l’intera regione con rischi enormi dalla portata non prevedibile. Oggi più che mai, nell’anniversario della strage commessa da Hamas, bisogna ribadire la necessità di far tacere le armi, giungere ad un cessate il fuoco, liberare gli ostaggi e mettere in atto un piano che conduca all’autodeterminazione del popolo palestinese. Solo così si potranno ottenere quelle necessarie condizioni di sicurezza per consentire a israeliani e palestinesi di vivere in una prospettiva di pace". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Se il principio di sovranità territoriale è valido, deve valere per tutti. E quindi se contro Vladimir Putin sono partite le sanzioni e nessuno si sogna di vendergli armi, lo stesso metro deve essere utilizzato nei confronti del governo israeliano, altrimenti il doppio standard ci seppellirà - lo ha dichiarato in un'intervista a Today.it, Laura Boldrini, deputata e promotrice, insieme al professor Massimo Amato e al giornalista Gianni Giovannetti, dell'appello #StopCrimesInPalestine che ha già raggiunto le 30mila firme su Change.org -. L'Unione Europea sta perdendo credibilità agli occhi del mondo, perché ci sono milioni di persone che si stanno ribellando a tutto questo. Quindi chiediamo che si fermi la vendita delle armi a Netanyahu, che le usa contro i civili e che vengano sanzionati lui e i suoi ministri che incitano all'odio. E chiediamo di sospendere l'Accordo di Associazione tra l'Ue e Israele. È un accordo che si basa sul rispetto dei diritti umani - continua Boldrini - ed è evidente che nell'ultimo anno il governo israeliano si è mosso proprio in senso opposto".
"Chiedere a Netanyahu di fermarsi non vuol dire essere dalla parte di Hamas o di Hezbollah, sgombriamo il campo da ogni stupida interpretazione - sottolinea l'ex presidente della Camera -. Vuol dire stare dalla parte della legalità internazionale, del rispetto delle regole che ci siamo dati dopo la Seconda Guerra Mondiale e che sono alla base della nostra convivenza. Se vengono stracciate, come sta facendo oggi Israele facendo prevalere la legge del più forte, perderemo tutti, soprattutto l'Italia che non è certo tra i più forti".
"Vogliamo ringraziare di cuore le 30mila persone, a cui si è unito anche Patrick Zaki, che in appena una settimana hanno già sottoscritto su Change.org l'appello #StopCrimesInPalestine che va nella direzione della pace, del rispetto dei diritti e dell’umanità.
È grazie a tutti coloro che sono sensibili a quanto accade nel mondo e vogliono agire, che le cose possono cambiare". Lo dichiarano il prof. Massimo Amato, storico ed economista, Laura Boldrini, deputata ed ex Presidente della Camera dei deputati, e Gianni Giovannetti, giornalista promotori dell'appello.
"Dato il tragico evolvere della situazione in Medio Oriente - sottolineano -, abbiamo inserito nel testo una esplicita menzione agli eventi del Libano, anch’essi strettamente legati ai massacri di Gaza, all’occupazione pluridecennale della Palestina e al mancato diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione".
Già nel giorno del suo lancio, giovedì 26 settembre scorso, l'appello è stato inviato alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen per chiedere di passare dalle parole ad azioni concrete: stop all'invio di armi a Netanyahu che le usa contro i civili, sanzioni per il premier israeliano e i suoi ministri e sospensione dell'accordo di associazione Ue-Israele che si basa sui diritti umani.
La pagina dell'appello viene, inoltre, costantemente aggiornata con testimonianze provenienti da Gaza per far capire come si vive in quei luoghi.
"Affinché l’attenzione sul tema rimanga alta chiediamo a tutte e tutti di aiutarci a diffondere l'appello - concludono i promotori- perché più si estende, più si rafforza e più sarà possibile raggiungere l'obbiettivo".
Sulla vicenda Beko rimaniamo sconcertati da un Ministero delle Imprese assente che sa soltanto perdere e prendere tempo, sperando forse che i problemi si risolvano da soli. La situazione degli stabilimenti italiani della multinazionale, ed in particolare di quello di Siena, è problematica ed occorre agire subito per avere riscontri chiari sul mantenimento dei livelli occupazionali e per il rilancio concreto della produzione. In questo difficile contesto il Sottosegretario del Mimit Fausta Bergamotto annuncia oggi che forse sarà convocato un tavolo ministeriale a fine mese dove, forse, l’azienda chiarirà la situazione. Come Partito Democratico abbiamo presentato un ordine del giorno al Collegato Lavoro, attualmente in discussione alla Camera dei Deputati, per impegnare subito il governo ad affrontare seriamente una vertenza che coinvolge 5000 dipendenti in tutta Italia”: è quanto dichiara una nota congiunta dei parlamebtari Pd Emiliano Fossi, Marco Sarracino, Marco Simiani, Laura Boldrini e Silvio Franceschelli.
“Nel sito di Siena verranno effettuati, dal mese in corso, 11 giorni di cassa integrazione: si tratta del maggior numero di giornate mensili di stop mai sostenute dallo stabilimento toscano mentre poche settimane fa lo Beko Europe ha annunciato la chiusura di due impianti ex Whirlpool in Polonia. In questo quadro drammatico e nonostante le sollecitazioni della stessa sindaca di Siena, che guida una giunta di destra, il Governo Meloni continua a fare promesse puntualmente disattese e ripetuti annunci caduti nel vuoto”: conclude la nota.
“La domanda è secca: il governo ha in mente o no azioni concrete per il cessate il fuoco in Medio Oriente? Le faccio un riassuntino: dalla carneficina di Gaza con 42mila persone uccise passando per l'attacco israeliano a Teheran per uccidere Hanyeh, dall'esplosione di cercapersone e walkie-talkie in Libano e Siria fino all'invasione via terra del Libano stesso, sono tutte iniziative di Netanyahu volte ad incendiare il Medio Oriente. Nessuna esortazione, nessun appello hanno fermato il premier israeliano che ha definito l'Onu 'una palude antisemita' e il Segretario generale Guterres 'persona non grata'”. Lo dichiara la deputata dem Laura Boldrini durante il question time al ministro Ciriani, sull'escalation del conflitto in Medio Oriente.
“Così del diritto e della legalità internazionale non resterà più traccia” continua Boldrini. “Basta parole, servono atti politici concreti che costringano il governo israeliano al cessate il fuoco a Gaza e in Libano e al rispetto delle risoluzioni dell'Onu e della legalità internazionale che non prevedono mai doppi standard”, conclude Boldrini.
No a doppio standard, garantire sovranità territoriale in Palestina e Libano
“La difesa della sovranità territoriale deve essere un principio sempre. Se vale per l’Ucraina deve valere anche per Palestina e Libano: il doppio standard non può essere accettato, fa perdere ogni credibilità all’Italia e all’Unione Europea. Il sistema di regole condivise che ci siamo dati dopo la seconda guerra mondiale si basa sul principio che un criminale si persegue, si arresta e si condanna in un tribunale. Non si va a colpirlo in un altro paese uccidendo anche migliaia di innocenti. ” Così Laura Boldrini è intervenuta stamattina nel corso dell’audizione dei ministri Tajani e Crosetto alla Camera. “L’escalation è voluta da Benjamin Netanyahu che ha come obiettivo il caos totale per rimanere al potere e imporre un nuovo ordine.” “Serve un’iniziativa chiara italiana, passate dalle esortazioni che cadono nel vuoto a proposte concrete, avete anche la presidenza del G7, avanzate 3 punti: no armi a Israele che le usa contro i civili, sanzioni a Netanyahu e ai suoi ministri; sospensione dell’accordo Israele-UE. Il basso profilo che il governo sta tenendo è la dimostrazione dell’assenza di un’azione politica che condanna il nostro paese all’irrilevanza”.
Ancora fumata nera per il percorso di reindustrializzazione del polo siderurgico di Piombino. Ieri è infatti scaduta l'ennesima proroga per la firma del nuovo accordo di programma, che nonostante gli annunci trionfalistici del Governo Meloni ripetuti da mesi, non è stato purtroppo raggiunto. Non solo manca l'accordo di programma, ma non ci sono ancora notizie certe sull’intesa per la suddivisione delle aree tra i due soggetti industriali coinvolti. Inoltre, restano da definire gli accordi sulle aree che dovranno tornare pubbliche per favorire l'insediamento di piccole e medie imprese, nonché eventuali attività dell’indotto da sviluppare nelle ex aree Lucchini”.
Lo dichiarano i parlamentari Pd eletti in Toscana, Emiliano Fossi, Marco Simiani, Simona Bonafè, Marco Furfaro, Laura Boldrini, Federico Gianassi, Christian Di Sanzo, Arturo Scotto, Dario Parrini, Silvio Franceschelli e Ylenia Zambito.
“È arrivato il momento - aggiungono - che il ministero delle Imprese intervenga non solo a parole e che la parte pubblica, composta da Governo, Regione, Provincia e Comune, prenda l'iniziativa per organizzare queste aree in collaborazione con i soggetti privati. I terreni coinvolti dai progetti sono di proprietà pubblica e le concessioni che vi insistevano da decenni sono ormai scadute. Non si può ignorare questo fatto, né limitarsi a un dibattito ristretto ai soli interessi privati. Riteniamo inoltre necessaria la convocazione del presidente di Federacciai, Gozzi, presso la Commissione Attività Produttive della Camera, a seguito delle sue dichiarazioni gravemente ostili alla reindustrializzazione di Piombino. Non è accettabile - concludono - che Gozzi, proprietario di un'azienda concorrente di Metinvest-Danieli, influenzi il piano dell'acciaio nazionale, decidendo unilateralmente dove e come si debba fare industria in Italia. Chiediamo che il Governo prenda una posizione chiara e tempestiva su questo tema cruciale”.
"Nel "nuovo ordine" di Netanyahu non esistono né il diritto internazionale né il diritto umanitario internazionale. Cioè quell'insieme di regole condivise su cui la comunità mondiale ha fondato la sua esistenza dopo le due grandi guerre del '900.
Uno stato democratico persegue i criminali e i terroristi, li arresta e li processa nei tribunali preposti, che siano nazionali o internazionali.
Per questo abbiamo istituito la Corte penale internazionale e i tribunali ad hoc in casi come la ex Jugoslavia o il Rwanda. Ed è quello che andava fatto con Nasrallah e gli altri capi di Hezbollah, organizzazione classificata come terrorista dalla stragrande maggioranza dei Paesi.
Bombardare indiscriminatamente colpendo civili innocenti, fare saltare in aria le persone tramite i walkie talkie, rendere inusabili intere aree di altri paesi usando il fosforo bianco come ha fatto e sta facendo Israele in Libano, non ha niente a che fare col diritto internazionale e molto con il terrorismo che, invece, si dice di voler combattere.
E' la "dottrina Netanyahu" che ci riporta in un tempo senza diritti e senza garanzie democratiche. E' un sistema che cancella le differenze tra le democrazie e le organizzazioni terroristiche.
"La situazione è molto complicata" dice il ministro Tajani. E' vero. Lo è oggi più di quanto lo fosse mesi fa perché Netanyahu andava fermato prima, ministro, lo abbiamo chiesto in tante e tanti a gran voce, molte volte. Le esortazioni e gli appelli non servono, bisogna passare ad azioni concrete: non inviare più armi a Israele che le usa contro i civili, imporre sanzioni e sospendere l'accordo di associazione tra l'Ue e Israele". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Nessuna solidarietà con la tragedia che sta vivendo il popolo palestinese può giustificare i disgustosi cartelli contro la senatrice Liliana Segre apparsi ieri in una manifestazione di Milano.
Attaccare è offendere una donna sopravvissuta all'orrore Auschwitz, che ha fatto della trasmissione della memoria dell'Olocausto una missione e che, per questo, vive sotto scorta, è qualcosa che non può trovare sostegno né complicità e che, anzi, va condannata fermamente come qualsiasi forma di antisemitismo.
A Segre, come sempre, vanno la mia solidarietà e vicinanza.
La polemica che la destra sta animando sfruttando questi fatti per attaccare chiunque critichi le azioni criminali del governo israeliano a Gaza e in tutta la Palestina è solo strumentale.
Siamo e saremo sempre convintamente contro ogni forma di antisemitismo e non smetteremo di denunciare il massacro del popolo palestinese". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Non si può permettere a nessuno di parlare dell'Onu come ha fatto Benjamin Netanyahu che, oggi davanti all'assemblea generale, l'ha definita "una palude antisemita".
L'Onu, non è una entità perfetta, ma è la più grande istituzione di pace al mondo, una garanzia per tutti gli Stati, anche per Israele il cui futuro, in questo momento, è messo a rischio proprio dalle politiche di Netanyahu e del suo governo di ultradestra.
Netanyahu attacca l'Onu perché non intende sottostare al diritto internazionale e al diritto umanitario internazionale come tutti i Paesi sono tenuti a fare. I crimini di cui si è macchiato e continua a macchiarsi, gli oltre 42mila morti a Gaza e l'occupazione illegale in Cisgiordania in primis, non solo non sono funzionali al raggiungimento del presunto obiettivo di liberare gli ostaggi nelle mani di Hamas ormai da un anno, ma hanno l'unico esito di continuare a generare un odio che rischia di contaminare irrimediabilmente le nuove generazioni. Netanyahu è disposto a questo e a molto altro pur di mantenere saldo il suo potere. Se finisce la guerra, finisce il governo Netanyahu e questo non può permetterlo". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"E' stato bello, oggi pomeriggio, vedere tante persone davanti al Senato per chiedere di non votare il ddl sicurezza, da poco approvato alla Camera. Una partecipazione talmente vasta che è stato necessario spostarsi a piazza Navona. Soprattutto molti ragazzi e ragazze che hanno colto il carattere pesantemente repressivo del provvedimento che intacca il diritto di manifestare, che è gravemente discriminatorio nei confronti di intere categorie di persone e perfino deleterio per settori economici come quello della cannabis light.
Alla Camera abbiamo condotto una battaglia dura, senza risparmiarci, per contrastare questo tentativo di portare l’Italia fuori dal perimetro delle democrazie liberali e spingerla verso una democratura in stile orbaniano. Ma era necessario che anche le associazioni, i sindacati, le organizzazioni di base si mobilitassero così come era necessaria l’attenzione dei media. Oggi questo è accaduto ed è la dimostrazione che c'è una parte del Paese che non è disposta a cedere davanti ai tentativi autoritari e liberticidi del governo Meloni e della sua maggioranza". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo di ritorno dal presidio contro il ddl sicurezza indetto dalla CGIL che si è svolto oggi.
"Oggi la maggioranza di ultradestra ha bocciato la nostra mozione sulla cittadinanza che conteneva due proposte: lo ius soli per le bambine e i bambini nati in Italia da genitori stranieri che risiedano regolarmente sul nostro territorio da almeno un anno; e lo ius culturae che permetterebbe l'acquisizione della cittadinanza dopo 5 anni di frequenza delle scuole italiane, inclusa la scuola dell'infanzia che fa parte, a pieno titolo del percorso di formazione delle bambine e dei bambini.
Una maggioranza e un governo che voltano le spalle alla grande mobilitazione che ha raccolto 500mila firme per il referendum, cittadinanza in pochissimi giorni. L’Italia ha una storia ricchissima di incroci di popoli che l’ha resa un Paese con una cultura composita e vasta. Checché ne dica questa ultradestra, arroccarsi su una legge del 1992 superata dai fatti è miope e impedisce all’Italia di svilupparsi e arricchirsi.
Come ha affermato la collega Ouidad Bakkali rivolgendosi alla maggioranza: “Voi siete alieni che non capite il paese in cui vivete”. Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Ce l'abbiamo fatta! Il referendum sulla cittadinanza ha raggiunto le 500mila firme nonostante i tentativi di oscurarlo. Non fermatevi: più firme abbiamo, meglio è. Continuate a firmare su www.referendumcittadinanza.it
C'è un Paese che non ha paura delle differenze, di aprirsi e di riconoscere i diritti più elementari a tante ragazze e ragazzi che nascono, crescono qui, studiano qui, lavorano qui, che vivono con noi, che si sentono già italiani a tutti gli effetti, ma si vedono negare la cittadinanza da una legge antica e superata dai fatti.
Facciamo capire a questa maggioranza e a questo governo di ultradestra che c'è un'Italia che guarda al futuro con ottimismo, che crede nel valore delle differenze, che non si fa condizionare da una narrazione che ci vorrebbe chiusi, impauriti e respingenti". Lo scrive Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, sui suoi profili social.
"Il ministro degli Esteri Tajani venga a riferire in aula su quello che sta accadendo in Libano. Abbiamo denunciato più volte il fatto che il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, pur di conservare il suo personale potere, è disposto ad una guerra senza fine e, ormai, senza confini. Non gli sono bastati gli oltre 42 mila persone uccise a Gaza, in maggioranza donne e bambini. E non gli sono bastate neanche le incursioni violente dell’esercito e dei coloni contro i palestinesi della Cisgiordania. Né l’atto gravissimo di inviare i militari a Ramallah per sospendere le trasmissioni di Al Jazeera. Ha fatto di tutto, Netanyahu, per incendiare l'intero Medioriente". Lo ha dichiarato oggi nell'aula di Montecitorio, Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Ha violato la sovranità territoriale di un altro Paese, l’Iran, per uccidere il capo di Hamas, impegnato nelle trattative per il cessate il fuoco. E se uccidi il negoziatore, uccidi il negoziato. Ed è esattamente così che è andata. Ma già a fine dicembre era intervenuto in Iran per uccidere il generale Razi Moussavi e più recentemente in Libano per uccidere quello che era ritenuto il braccio destro di Hassan Nasrallah, Fuad Shukr - ha ricostruito Boldrini -. Infine Netanyahu ha organizzato l’esplosione simultanea di cercapersone e walkie-tolkie, in Libano e in Siria, che hanno ucciso, ferito e reso cieche migliaia di persone. Un atto che non esito a definire terroristico".
"Bisogna essere chiari: o la sovranità territoriale è un principio da tutelare sempre, o non è un principio. Se vale, come vale, per l'Ucraina, deve valere anche per il Libano, per l'Iran, per la Siria e per la Palestina - ha sottolineato -. In Libano, per altro, ci sono oltre mille soldati italiani con la missione Unifil. Che aspetta il governo a venire con urgenza alle Camere a rendere conto al Parlamento di quel che ha intenzione di fare, se ha intenzione di fare qualcosa, per fermare questa drammatica escalation?".
"Il governo finora non ha dato alcun segnale e si è anche astenuto sulle Risoluzioni dell’Assemblea Generale dell’Onu per non disturbare l’amico Netanyahu. Servono invece atti concreti di pressione: basta con la vendita delle armi ad Israele, sanzioni contro Netanyahu e i Ministri del suo governo e sospensione dell’accordo di associazione con l’Unione Europea - ha concluso Boldrini -. Ma non stupisce che la premier Meloni non dica una sola parola su quello che accade in Medioriente. Il suo unico obiettivo è bloccare i migranti, a qualsiasi costo. Questa è l’unica lente con la quale guarda il mondo, non ne ha altre. Una lente che causa forte miopia e che conduce il Paese sulla strada della più totale irrilevanza sul piano internazionale".