"Ho appena sentito Luisa Morgantini, ex vicepresidente del parlamento europeo,e il giornalista del Sole 24 Ore Roberto Bongiorni, da poco liberati dalla polizia israeliana che li aveva fermati intorno alle 16 di oggi pomeriggio nei pressi di Tubas, in Cisgiordania.
Un fermo non motivato da alcuna ragione dato che nella zona in cui si trovavano non c'era alcun cartello che vietasse l'accesso o imponesse limiti.
Morgantini e Bongiorni stanno bene e si trovano ancora al posto di polizia Kiryat Arba in attesa della liberazione di Sami Huraini e Mohammed Barakat, i due palestinesi che li stavano accompagnando verso Tubas e che, come loro, non hanno commesso alcuna violazione né infrazione. Conosco Sami Huraini: un attivista che pratica la resistenza non violenta che ho incontrato giovedì scorso a Betlemme.
Auspichiamo che la liberazione di Sami e Mohammed avvenga prima possibile perché il loro trattenimento sarebbe del tutto immotivato e ingiusto". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Il caso Almasri assume ogni ora che passa contorni sempre più inquietanti. Dopo avere liberato un feroce criminale, contravvenendo ad un mandato di arresto della Corte penale internazionale, e averlo accompagnato con un aereo di Stato in Libia, esattamente dove ha commesso e continuerà a commettere i gravissimi reati di cui è accusato, il governo Meloni si rifiuta di fornire alle Camere le spiegazioni che è tenuto a dare.
E ora il parlamento è bloccato perché i ministri Piantedosi e Nordio hanno annullato le informative previste per oggi pomeriggio. Cosa che dovrebbe fare prima di tutti Giorgia Meloni, ma preferisce fare i video sui social, senza contraddittorio per di più diffondendo notizie imprecise.
I ministri si sottraggono al Parlamento trincerandosi dietro un presunto segreto istruttorio scaturito dalla denuncia sporta contro Meloni, Piatendosi, Nordio e Mantovano. Falso: è già successo decine di volte che ministri indagati riferissero in aula.
Per l'ennesima volta, Meloni e i suoi scappano e non rendono conto delle loro responsabilità politiche nell'unica sede in cui devono farlo". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Le accuse di antisemitismo apparse sulla piramide Cestia e sulla facciata del palazzo della Fao, a Roma, contro Amnesty International, Emergency, Medici senza frontiere, la Croce Rossa e l'Anpi sono ingiuriose e vanno rispedite al mittente.
L'impegno, di lungo corso, di tutte queste organizzazioni contro ogni discriminazione e contro ogni violazione dei diritti umani è indiscutibile e nessuna scritta luminosa anonima può cancellarlo.
Ad Amnesty, Emergency, Msf, alla Cri e all'Anpi la mia solidarietà e la mia vicinanza". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Esattamente 80 anni fa si aprivano i cancelli di Auschwitz e il mondo scopriva l'orrore. Una persecuzione sistematica e lo sterminio degli ebrei, dei rom, dei sinti, degli omosessuali, delle persone con disabilità, degli oppositori politici era andato avanti per anni con la complicità dell'indifferenza.
Sei milioni di ebrei vennero rastrellati, imprigionati, uccisi nelle camere a gas accusati dei peggiori mali dell'umanità: un genocidio, la Shoah, fondato su gigantesche fake news, alimentato dall'odio razziale. Di quello sterminio deve rimanere viva la memoria contro l'antisemitismo e ogni forma di discriminazione. Ma la memoria è solo retorica se non serve a leggere l'attualità.
Come dice giustamente Anna Foa nell’intervista rilasciata oggi al Corriere della sera: "Se la memoria deve aiutarci a guardare al futuro, occorre allargare lo sguardo al contesto internazionale sempre più drammatico, sempre più pericoloso, sempre più pieno di tragedie".
Mai più, per nessuno". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Quello che sta accadendo in queste ore in Cisgiordania, con la recrudescenza della violenza da parte dell'esercito israeliano a Jenin, rischia di mettere a dura prova la tregua così difficilmente raggiunta. Una tregua già fragile, come ci è stato subito chiaro quando, durante la missione del Comitato diritti umani della Camera in Israele e Cisgiordania insieme al collega Emanuele Loperfido, abbiamo ricevuto la notizia dell'accordo raggiunto. Perché se c'è un dato che è risultato evidente dagli incontri che abbiamo fatto con le vittime di entrambe le parti, con le ong e con le istituzioni israeliane e palestinesi, è che il 7 ottobre è stato uno spartiacque che ha cambiato tutto e nulla sarà più come prima. Ha cambiato tutto per il senso di insicurezza che ha generato nella società israeliana per le 1200 persone innocenti uccise dalla barbarie di Hamas e per le 251 prese in ostaggio e le loro famiglie. Ed ha cambiato tutto per il popolo palestinese che è stato chiuso in una stretta senza uscita nella peggiore delle guerre che Gaza abbia mai visto, con 47mila vittime (70mila secondo Lancet), il 60 per cento degli edifici distrutti, le infrastrutture devastate, 1 milione e 900mila persone sfollate più e più volte. Una gabbia da cui nessuno può scappare per mettersi in salvo.
Ma mentre il mondo guardava, comprensibilmente, alla tragedia di Gaza e degli ostaggi, in Cisgiordania la violenza dei coloni e dell'esercito israeliano raggiungeva livelli mai visti prima, mietendo 795 vittime e costringendo 8mila persone a lasciare le proprie case. Ora l'operazione israeliana "muro di ferro" mina un equilibrio già precario. Ed è per questo che il ruolo della comunità internazionale è determinante: la tregua deve durare per tutte e tre le fasi previste dall'accordo e senza che si apra un nuovo fronte di guerra e violenza in Cisgiordania. Fintanto che ci sarà l'occupazione della Palestina, non ci potrà essere rispetto dei diritti umani, come ci hanno sottolineato i nostri interlocutori. Di questo percorso l'UE, finora quasi assente, deve assumersi la responsabilità per aprire la strada ad un processo di pace e alla soluzione a due popoli e due stati. Voltarsi ancora dall'altra parte significa lasciare campo libero alla vendetta, agli estremismi e abbandonare tutta la regione all'insicurezza e alla guerra permanente". Lo ha dichiarato oggi Laura Boldrini, Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, durante la conferenza stampa che ha seguito la missione del Comitato stesso in Israele e Palestina.
Conferenza stampa
Dopo la tregua a Gaza, preoccupazione per la Cisgiordania: al lavoro per la Pace
Giovedì 23 gennaio 2025 - ore 14.30
Sala stampa di Montecitorio - via della Missione 4
La tregua a Gaza, raggiunta dopo ben 47mila morti nella Striscia, impegna tutta la comunità internazionale a fare sì che sia solo il primo passo verso una pace duratura. Di ritorno dalla missione in Israele e Palestina del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, la presidente Laura Boldrini e il vicepresidente Emanuele Loperfido fanno il punto sul cessate il fuoco a Gaza, il rilascio degli ostaggi e sulle condizioni drammatiche della popolazione palestinese che vive nei Territori occupati della Cisgiordania e di Gerusalemme Est che, dal 7 ottobre in poi sta sperimentando una recrudescenza della violenza dei coloni e sempre più pressanti e preoccupanti strategie e pratiche di occupazione. Riferiranno degli incontri fatti con la società civile, con le istituzioni israeliane e palestinesi, con la cooperazione italiana e le ong, riporteranno le testimonianze dei sopravvissuti all'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre e di palestinesi che hanno perso tutta la famiglia sotto le bombe sganciate dall'Idf a Gaza.
La presidente Boldrini e il collega Loperfido sono rimasti in Israele e Cisgiordania dal 12 al 16 gennaio scorsi e si trovavano a Gerusalemme quando è stata annunciata la firma dell'accordo sulla tregua e il rilascio degli ostaggi.
Per info e accrediti rispondere a questa email o chiamare Caterina Coppola al 3343801119
"Com'è possibile che il governo che doveva dare la "caccia ai trafficanti su tutto il globo terracqueo" ha permesso la liberazione del torturatore Almasri consentendogli di tornare in Libia, a quanto pare, con un aereo dell’aeronautica militare italiana?
Su Almasri prende un mandato di cattura emessa dalla Corte penale internazionale che l'Italia ha il dovere di rispettare. È accusato di torture, sparizioni forzate, violenze di ogni genere inflitte ai migranti detenuti in uno dei tanti campi libici dove si consumano crimini efferatissimi. Un sistema del tutto funzionale al traffico di esseri umani. Perché è stato liberato?
Le ricostruzioni dei giornali di oggi che parlano di "pressioni della Libia a suon di barconi e allusioni ai dossier bilaterali" con riferimento all'energia e alla ricostruzione sono inquietanti.
L'Italia è sotto scacco dei malavitosi libici coinvolti nel traffico dei migranti? Il governo chiarisca immediatamente". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Giovedì 23 gennaio 2025 - ore 14.30
Sala stampa di Montecitorio - via della Missione 4
La tregua a Gaza, raggiunta dopo ben 47mila morti nella Striscia, impegna tutta la comunità internazionale a fare sì che sia solo il primo passo verso una pace duratura. Di ritorno dalla missione in Israele e Palestina del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, la presidente Laura Boldrini e il vicepresidente Emanuele Loperfido fanno il punto sul cessate il fuoco a Gaza, il rilascio degli ostaggi e sulle condizioni drammatiche della popolazione palestinese che vive nei Territori occupati della Cisgiordania e di Gerusalemme Est che, dal 7 ottobre in poi sta sperimentando una recrudescenza della violenza dei coloni e sempre più pressanti e preoccupanti strategie e pratiche di occupazione. Riferiranno degli incontri fatti con la società civile, con le istituzioni israeliane e palestinesi, con la cooperazione italiana e le ong, riporteranno le testimonianze dei sopravvissuti all'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre e di palestinesi che hanno perso tutta la famiglia sotto le bombe sganciate dall'Idf a Gaza.
La presidente Boldrini e il collega Loperfido sono rimasti in Israele e Cisgiordania dal 12 al 16 gennaio scorsi e si trovavano a Gerusalemme quando è stata annunciata la firma dell'accordo sulla tregua e il rilascio degli ostaggi.
"Il timore più diffuso, in queste ore, è che non si arrivi a rispettare tutte le fasi dell'accordo sulla tregua a Gaza. Farlo saltare, come potrebbero tentare di fare i partiti dell’ultra destra messianica israeliana, sarebbe una scelta altamente impopolare. Sia in Israele, sia in Palestina c'è la consapevolezza che non si può continuare a vivere nella guerra permanente. Netanyahu da anni dice: "Noi gestiamo il conflitto". Ma il conflitto non si gestisce. Lo dimostra il 7 ottobre, lo dimostra il tentativo di annessione violenta della Cisgiordania, lo dimostra la carneficina a Gaza con 70mila morti, e oltre 100mila feriti secondo le stime di Lancet.
La comunità internazionale non ha fatto abbastanza, in questi anni, per evitare che si arrivasse a questo punto. Ora faccia di più anche per accompagnare l'accordo fino alla fine. E per sostenere lo stato di Palestina e il diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, di rientro dalla missione del Comitato stesso in Israele e Palestina.
"Chiediamo al Governo e alla maggioranza di centrodestra di passare dalle parole ai fatti sulle risorse per l'abbattimento delle liste di attesa in sanità. Nonostante gli annunci, nel decreto Milleproroghe è sparito l'aumento fino allo 0,7% del fondo sanitario da destinare all'abbattimento delle liste di attesa. Non si tratta certo di un aumento di risorse, ma di dare maggiore flessibilità alle Regioni per poter destinare più risorse all'abbattimento delle liste di attesa. Ecco perché abbiamo presentato un emendamento per inserire nel decreto Milleproroghe la disposizione annunciata dal sottosegretario Gemmato e riportata sul sito della presidenza del consiglio ma di fatto sparita dal provvedimento. In questi mesi dalla maggioranza sono arrivati ripetuti annunci per l’abbattimento delle liste di attesa che sono tutti caduti nel vuoto. È stato anche approvato un decreto legge ad hoc che però non ha visto stanziare i fondi necessari. Serve un salto di responsabilità per assicurare le prestazioni della sanità pubblica". Lo dichiarano in una nota congiunta i parlamentari Pd eletti in Toscana Emiliano Fossi, Marco Simiani, Simona Bonafè, Laura Boldrini, Federico Gianassi, Artuto Scotto, Christian Di Sanzo e Marco Furfaro, Dario Parrini, Ylenia Zambito e Silvio Franceschelli.
"Sono ore di angoscia mista a speranza, quelle che stanno vivendo familiari e amici degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, come ci hanno evidenziato questa mattina i componenti del Forum delle famiglie incontrati nella loro sede a Tel Aviv. Mentre gli estremisti della destra di Smotrich e Ben Gvir protestano contro la tregua, i familiari degli ostaggi dicono, con molta determinazione, che questo accordo deve essere firmato e che non ci sono altre opzioni possibili da valutare.
Momenti convulsi in cui si teme che qualcosa vada storto e che il rilascio non ci sia più o, quanto meno, non ora.
Le loro vite si sono fermate il 7 ottobre del 2023, alcuni di loro non riescono più nemmeno a lavorare per la pressione psicologica che subiscono da allora.
Hanno ragione: l'accordo deve essere firmato e rispettato da Hamas quanto dal governo israeliano. E deve essere l'inizio di un percorso di pace reale tra i due popoli. Il futuro di Israele e della Palestina non può essere sotto il ricatto di chi semina il terrore e di chi arma i coloni e vuole la guerra permanente". Lo dichiara Laura Boldrini, dopo avere incontrato il Forum delle famiglie degli ostaggi a Tel Aviv durante la missione del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Con grande emozione abbiamo appreso, da Gerusalemme, la firma dell'accordo per il cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi israeliani.
Questa giornata apre una nuova fase che deve vedere il rispetto di tutti i punti dell'accordo verso la fine definitiva della guerra e il riconoscimento dello Stato di Palestina.
La comunità internazionale vigili perché si tenga fede a quanto stabilito, compreso il ritorno degli sfollati di Gaza nelle loro città, la liberazione di tutti gli ostaggi, la liberazione dei prigionieri palestinesi e il graduale ritiro dell'esercito israeliano dalla Striscia.
E' un percorso ancora lungo, ma l'obiettivo è raggiungere la pace e la sicurezza per tutti. Per farlo non c'è altra soluzione che quella di due popoli e due stati.
E' una gioia vedere le piazze di Gaza e Khan Yunis in festa: facciamo in modo che sia solo l'inizio". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo che in queste ore si trova a Gerusalemme per la missione del Comitato stesso in Israele e Palestina.
"Le loro famiglie sono state sterminate sotto i bombardamenti a Gaza, le loro case sono state distrutte, di alcuni familiari non hanno più notizie da mesi. E' il racconto drammatico che Fatima e Fatiha, due donne originarie della Striscia ci hanno fatto, oggi, durante un incontro che come delegazione del Comitato diritti umani della Camera, abbiamo avuto a Ramallah con le ONG palestinesi che, da prospettive diverse, si occupano di diritti umani a Gaza e in Cisgiordania.
Un racconto che restituisce tutto l'orrore di quanto sta accadendo da ormai 14 mesi a Gaza dove, ad oggi, si contano almeno 47mila vittime di cui la maggior parte donne e minori.
Fatiha vive in Cisgiordania da quando andava all'università e dal 2000 ad oggi è potuta tornare a Gaza solo due volte perché neanche quando la madre è morta l'esercito israeliano le ha concesso di rientrare nella Striscia per partecipare ai funerali.
Ma Gaza non è l'unico posto in cui i diritti vengono costantemente calpestati. Come ha spiegato la ministra di Stato per gli Affari Esteri palestinese, Varsen Aghabekian Shahin, senza la fine dell'occupazione dei territori della Cisgiordania non ci sarà il rispetto dei diritti umani delle persone che vivono in quelle terre alle quali non viene nemmeno garantita la possibilità di muoversi liberamente, di curarsi, di continuare gli studi, di lavorare. Perfino la resistenza pacifica dei Territori - ha sottolineato la ministra di Stato - viene tacciata di terrorismo ed è motivo di persecuzione. Anche la ministra, come il sindaco di Betlemme, ha chiesto che la comunità internazionale faccia pressione per porre fine a quello che ha definito "un regime di apartheid". Chiede, Aghabekian Shahin, che venga finalmente rispettato il diritto internazionale che è uguale per tutti i paesi e i popoli. "Le vite dei palestinesi contano come quelle degli israeliani, degli ucraini e di tutti gli altri. Riconoscere lo Stato di Palestina non sarebbe solo un gesto simbolico, ma un'applicazione del diritto all'autodeterminazione dei palestinesi. Perché l'Italia non lo fa?". Lo riferisce Laura Boldrini, in questi giorni in missione in Israele e Palestina con una delegazione del Comitato permanente della Camera sui i diritti umani nel mondo di cui è presidente.
"E' necessario posticipare la scadenza delle richieste dei contributi per garantire anche alle imprese della Toscana, che ricadono nella Zls, di poter beneficiare delle risorse già stanziate. Il Dpcm di istituzione, in ritardo di anni rispetto alla richiesta della Regione Toscana, è troppo ravvicinato rispetto alla scadenza del 30 gennaio per garantire una equa ripartizione dei finanziamenti. Il Partito Democratico presenterà un emendamento al Decreto Milleproroghe attualmente in discussione in Parlamento. Ci auguriamo che la destra, che oggi rivendica questo disastro, sostenga la nostra proposta": così in una nota congiunta i parlamentari Pd eletti in Toscana Emiliano Fossi, Marco Simiani, Simona Bonafè, Laura Boldrini, Federico Gianassi, Artuto Scotto, Christian Di Sanzo e Marco Furfaro, Dario Parrini, Ylenia Zambito e Silvio Franceschelli.