“Esprimo profondo cordoglio per la morte della lavoratrice di appena 26 anni a Pieve di Soligo (Treviso), l’ennesima di una strage quotidiana. Il Veneto purtroppo si conferma una delle regioni maglia nera per decessi sul posto di lavoro, fenomeno che in Italia ha una dimensione drammatica. È necessario e urgente investire sulla sicurezza, in particolare su prevenzione e formazione, sbloccando le assunzioni del personale addetto ai controlli: questo è l’unico modo per prevenire tragedie devastanti come questa. Alla famiglia le mie più sentite condoglianze”. Lo dichiara in una nota il deputato dem Alessandro Zan.
“E’ un fatto significativo che le commissioni Lavoro e Trasporti abbiano accolto la richiesta avanzata dal Pd di audire il garante a proposito dello sciopero indetto da Cgil e Uil. Riteniamo giusto che il Parlamento sia pienamente informato sulle ragioni del provvedimento adottato dalla Commissione di garanzia dopo l’uso politico che il ministro Salvini ha fatto in questi giorni del diritto costituzionale allo sciopero”.
Lo dichiara il capogruppo democratico in commissione Lavoro Arturo Scotto.
“Presentata interrogazione a ministra Calderone”
La Cassa forense, nell’attesa dell’approvazione della riforma del proprio regolamento, ha chiesto al Mef la proroga di una misura che si è dimostrata importantissima in particolare per i giovani avvocati, e cioè l'esonero dal versamento del contributo integrativo minimo per gli anni dal 2018 al 2023. La Cassa Forense ha condiviso, con un’apposita deliberazione, l’opportunità di prolungare la sospensione temporanea dell’esonero. In modo incomprensibile, il Mef ha respinto la delibera. Chiediamo pertanto alla ministra Calderone quali siano le ragioni del mancato riscontro alla richiesta di riesame della deliberazione, nonché i tempi della riforma del regolamento unico della previdenza della Cassa Forense, senza la cui approvazione entro il 31/12 della riforma, i giovani avvocati pagheranno di più.
Così Debora Serracchiani, deputata e responsabile Giustizia del Pd, che ha presentato un’interrogazione alla ministra del Lavoro.
“Il sistema attuale delle Zes sta producendo risultati estremamente positivi per il Mezzogiorno e quindi per il Paese intero. A parlare sono i numeri di un nuovo studio di The European House Ambrosetti che dimostrano come solo in Campania - per fare un esempio- il sistema delle Zes abbia consentito di attivare 23 miliardi di valore aggiunto, favorendo la creazione di 8 000 posti di lavoro e l'attivazione di circa 2 miliardi di investimenti. A fronte di questi dati, il Governo insiste in modo incomprensibile nel voler accentrare la gestione a Chigi e nel cancellare l'incentivo fiscale più importante quale il dimezzamento dell'Ires. La domanda semplice allora è perché Fitto vuole smantellare un modello che funziona bene e percorrere una strada che rischia di bloccare anziché sostenere gli investimenti e lo sviluppo nei prossimi anni. Non ci è stata fornita purtroppo nessuna risposta, solo fumo e titoli ad effetto privi di sostanza. Questo accanimento del Governo - che nel frattempo spinge per un’Autonomia differenziata “spacca Italia”- nei confronti del Sud è davvero intollerabile”.
Così Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione Politiche Ue della Camera.
“Ho incontrato a Perth Enzo Sirna, Presidente dell’Italo-Australian Welfare & Cultural Centre Inc. Abbiamo discusso dell’interrogazione presentata insieme ai colleghi deputati del Pd alla Camera, io, Ricciardi, Porta e Di Sanzo per chiedere se il #Governo non ritenga urgente e opportuno rivedere tale modulazione secondo una sequenza 50 %,30 %, 20 %, permettendo così agli enti gestori di avviare il primo semestre di insegnamento rimuovendo le forti criticità dell'attuale disposizione. Esprimiamo la nostra forte preoccupazione non solo per il ritardo nella comunicazione dei tagli (a metà anno scolastico già in corso), ma soprattutto per la continua mancanza di riconoscimento della realtà Australiana in cui operiamo e l’incertezza che queste situazioni creano per il futuro del nostro impegno in questo settore. I tagli comunicati dal MAECI hanno creato grossi problemi per gli Enti Gestori/Promotori che devono onorare gli accordi contrattuali già stabiliti con le scuole nell’ ambito del sistema scolastico australiano (che varia per ogni Stato e Territorio). Per gli enti gestori la stabilità e la garanzia finanziaria è essenziale per la continuità degli impegni presi per l’anno scolastico. Noi siamo dalla parte degli enti gestori/promotori perché deve essere tutelato l’enorme lavoro che fanno per la comunità degli italiani all’estero.La modalità progettuale della circolare 4 si sta rivelando assolutamente incompatibile con il garantire la continuità delle attività. Gli enti subiranno, inoltre, per l’anno 2023/2024 un taglio del 18% sui loro contributi. E’ inaccettabile. Quale sarà, dunque, il futuro della promozione della lingua e della cultura italiana all’estero in questo contesto di estrema difficoltà in cui gli enti si ritrovano a operare? Se questo governo non tutela gli enti, vuol dire che non ama i suoi cittadini.”Cosi’ Nicola Carè deputato del Pd eletto all’estero.
Con una lettera inviata al presidente Walter Rizzetto, i componenti della commissione Lavoro della Camera del Partito democratico hanno chiesto l’immediata convocazione del Presidente della commissione di garanzia.
Questo il testo della lettera: Gentile Presidente, alla luce dei recenti pronunciamenti in materia di legittimo esercizio del diritto di sciopero e ai fini di una più completa e circostanziata valutazione parlamentare al riguardo, il Gruppo del Partito Democratico chiede l'immediata convocazione del Presidente della Commissione di garanzia di cui alla legge 12 giugno 1990, n. 146. Certi della sua attivazione,
Arturo Scotto, Chiara Gribaudo, Emiliano Fossi, Mauro Laus, Marco Sarracino
“Chiediamo ad horas un’audizione in commissione Lavoro della commissione di Garanzia sugli scioperi. Vogliamo capire quali siano stati i criteri per cui si è proceduto alla precettazione a differenza di altri scioperi indetti dai sindacati autonomi. Salvini è un ignorante che non sa che i lavoratori ci rimettono di tasca propria quando si astengono dal lavoro. A differenza di chi da uno scranno ministeriale può sparare qualsiasi fesseria senza pagare pegno. Non ci fidiamo di chi usa il proprio potere per condizionare organismi che dovrebbero essere terzi. Vogliamo capire come è andata davvero. E vogliamo capirlo in Parlamento”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
"Il tema di una adeguata retribuzione in grado di assicurare un'esistenza libera e dignitosa per il lavoratore e la sua famiglia, non a caso oggetto dell’articolo 36 della Costituzione, è oggetto di un acceso dibattito nel nostro Paese. Stiamo assistendo a una netta contrapposizione tra la proposta delle opposizioni, sostenuta da un ampio spettro di forze sociali e da una vasta letteratura, per l'introduzione anche in Italia del salario minimo legale e una aprioristica preclusione delle forze di maggioranza nei confronti di tale strumento giuridico.
Per realizzare un ulteriore contrasto al dilagare del lavoro povero, il PD ritiene che siano mature le condizioni politiche per procedere con una proposta normativa finalizzata a limitare la possibilità di ricorrere al criterio di aggiudicazione delle gare con il massimo ribasso per gli appalti della pubblica amministrazione, i cui effetti si ripercuotono sui lavoratori e sui loro salari, con minore attenzione alla sicurezza sul lavoro, intervenendo anche sull'istituto del subappalto. Nella nostra mozione impegniamo il Governo affinché gli appalti vengano aggiudicati esclusivamente sulla base del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa e non solo sul massimo ribasso; i costi della manodopera e della sicurezza siano sempre scorporati dall'importo assoggettato al ribasso; e che a tutela delle imprese, in particolare piccole e medie, che operano in regime di subappalto e dei lavoratori delle stesse, l'affidatario sia obbligato a dichiarare già al momento dell'offerta quali lavorazioni o servizi intenda appaltare". Lo ha detto in Aula il deputato del Pd e segretario d'Aula, Federico Fornaro, illustrando la mozione del Pd a prima firma Chiara Braga, sul tema della tutela delle retribuzioni e sicurezza nei luoghi di lavoro.
“Ho incontrato il comitato di GIA Network (Giovani Italiani in Australia) e parlato di progetti futuri della GIA, l'importanza dei giovani all'interno della comunità, di come migliorare le interazioni tra le nuove generazioni italiane arrivate qui con la prima, seconda e terza Generazione in Australia, come favorire la loro integrazione e, soprattutto, far conoscere il notevole lavoro che tutta la comunità italiana all'estero sta svolgendo, in Italia, incluso al Governo Australiano. Ho incontrato il presidente Domenico Stefanelli, il coordinatore nazionale Marco Abbondanza, il patron Felice Montrone e Liana Paolillo, Giuseppe Musmeci, Vincenzo Vurchio, Marcella Marziani. Abbiamo parlato di immigrazione, e della possibilità di stabilire un accordo quadro tra Italia e Australia cercando di gestire in modo adeguato e agevolando lo scambio di giovani tra i due paesi. Sono orgoglioso del lavoro dei GIA che stanno facendo e li ringrazio perché favoriscono l’inserimento dei Giovani Italiani in Australia nel Sistema Associativo Italo-australiano, offrendo supporto e orientamento durante il processo di integrazione, sostengono il lavoro delle Istituzioni Italiane in Australia e promuovere la Lingua e la Cultura Moderna Italiana, gestiscono uno Sportello di informazione dedicato ai giovani italiani appena arrivati in Australia, fornendo loro risorse e assistenza per facilitare la transizione e l’adattamento al nuovo contesto. Sono riconoscente ai GIA e sarò al loro fianco sempre”.
Cosi’ Nicola Carè deputato del Pd eletto all’estero.
“Il Ministro Salvini ha il solito atteggiamento da bullo. Non si interroga mai sulle cause dello sciopero dei trasporti, pensa che siano una perdita di tempo. Siamo davanti a un uso politico della precettazione. Non sa che per scioperare i lavoratori scelgono di rinunciare a un giorno di stipendio. Dovrebbe avere più rispetto e soprattutto impegnarsi a dare uno sbocco contrattuale a questa vertenza: anziché continuare ad attaccare i sindacati si occupi delle condizioni dei lavoratori”. Lo dichiara il capogruppo democratico in commissione Lavoro Arturo Scotto.
"Domani saremo in piazza a Roma contro una manovra che taglia il futuro del Paese. Zero soldi per la sanità e per la scuola, nessun intervento sul lavoro precario e per il contrasto del disagio sociale. Le decisioni del governo Meloni si abbattono sulle persone che già stanno subendo la crisi economica. Abbiamo bisogno di ricostruire una speranza, con la piazza di domani il Partito Democratico inizia un percorso per far voltare pagina al Paese".
Lo afferma in una nota la deputata Michela Di Biase, capogruppo Pd in commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza.
“Per Meloni il salario minimo non cambia la condizione del lavoro povero. Sono mesi che aspettiamo da lei una proposta che non arriva mai. Ha stufato tutti con questo atteggiamento da maestrina dalla penna rossa. Ci faccia capire cosa vuole fare. Un altro rinvio sarebbe ridicolo”.
Così sui social Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera.
“Per il lavoro che non può essere sfruttamento, per la sanità pubblica e universalistica, per difendere i diritti di tutte e di tutti, per un immediato cessate il fuoco umanitario in Medio Oriente.
Per costruire un’alternativa a una destra sempre più pericolosa. A domani!“. Lo scrive su Twitter il deputato dem Alessandro Zan, responsabile Diritti del Partito Democratico, postando la locandina che annuncia la manifestazione organizzata dal Pd domani, sabato 11 novembre a partire dalle 14 in piazza del Popolo a Roma.
Quando il salario minimo arriverà in Aula a fine novembre, il governo dovrà prendersi le sue responsabilità: per adesso abbiamo assistito solo ad un arroccamento ideologico che nasconde l’incapacità di proporre soluzioni alternative in grado di dare risposte ai 3 milioni e mezzo di lavoratori poveri.
Anche per questo domani saremo in piazza a Roma con i nostri militanti, con le realtà sociali, con le forze politiche che hanno aderito, per rendere evidente che un’alternativa c’è. Un’alternativa a un governo che è stato in grado di presentare una legge di bilancio contro tutte le generazioni: contro i giovani che rivendicano il diritto allo studio, contro le donne penalizzate nel lavoro e nella famiglia, contro i lavoratori che vedono ridotte redditi e pensioni. Saremo in piazza per chiedere più soldi per la sanità perché il diritto alle cure va garantito a tutti e non solo a chi può accedere al privato.
Sono certa che domani saremo in tanti a piazza del Popolo a difendere il Parlamento da una proposta di riforma istituzionale che lo umilia e marginalizza il ruolo del Presidente della Repubblica
E poi saremo in piazza per la pace, per chiedere un’iniziativa forte dell’Europa per il dialogo, In Ucraina come in Medioriente dove si torni a rendere credibile lo scenario dei due popoli due Stati.
Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati, intervenuta a Radio Immagina.
"Oggi ho illustrato alla Camera l'interpellanza urgente, a mia prima firma, sulla crisi de La Perla. L'inaffidabiltà della proprietà appare sempre più evidente, anche a fronte della avvenuta liquidazione in Gran Bretagna della società madre, La Perla Management Limited, di cui abbiamo avuto notizia ieri e che risale allo scorso 3 novembre. Come già al tavolo di crisi di lunedì registro una forte sintonia fra le istituzioni (Città Metropolitana di Bologna, Regione Emilia-Romagna e Governo) in una iniziativa volta a garantire insieme ai posti di lavoro la permanenza in Italia di un presidio produttivo di grande valore e di un marchio fondamentale per il Made in Italy. Confermo la mia solidarietà ai lavoratori e ringrazio loro e le organizzazioni sindacali per la mobilitazione che stanno mettendo in campo, con grande impegno e senso di responsabilità. Continuiamo a lavorare insieme uniti, fra i diversi livelli istituzionali e fra tutte le forze politiche. Una unità fondamentale per rendere efficace la nostra azione". Così Andrea De Maria, deputato.