“Odiano i poveri, i migranti, le donne. E ora pure i bambini. Non solo l’indifferenza di fronte alle piccole bare bianche di Cutro, non solo la ferocia contro i bambini delle coppie omogenitoriali, ora si accaniscono persino sui bambini che finiscono in carcere con le loro madri. Perché per la destra tutto è buono per fare propaganda e sviare l’attenzione dai loro fallimenti, persino i bambini. Dovevamo - maggioranza e opposizione - approvare una legge di civiltà per fare in modo che nessun bambino finisse più in carcere, hanno voluto stravolgerla per farcene entrare ancora di più. Con un blitz a poche ore dal voto finale hanno inserito norme che di fatto peggiorano le cose e consentono addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di finire dietro le sbarre. Per questo abbiamo deciso di ritirare la legge e fermare questa vergogna, se loro vogliono accanirsi persino sui bambini per nascondere agli italiani le loro incapacità non lo faranno mai in nostro nome”. Lo afferma Marco Furfaro, firmatario della legge “mai più bambini in carcere” e capogruppo PD in commissione Affari sociali di Montecitorio.
“Questa destra incivile e oscurantista ancora una volta ha dato prova di una disumanità pazzesca. Ha stravolto la nostra proposta di legge sulle madri detenute e ci ha costretto a ritirarla. Non si ferma neanche di fronte a bambini e bambine. Non c’è mai fine al peggio”. Lo scrive su twitter il vicepresidente dei deputati Pd, Piero De Luca.
“La destra oscurantista prima si accanisce contro bambine e bambini delle coppie omogenitoriali.
Adesso, inserendo emendamenti a una nostra proposta di legge, se la prende con i figli e le figlie delle detenute madri per farli crescere dietro le sbarre.
Una vera vergogna. Non nel nostro nome”. Lo scrive su facebook la deputata del Pd, Laura Boldrini.
Dichiarazione di Marianna Madia, deputata Pd
Una destra oscurantista e retriva stravolge una legge a difesa delle bambine e dei bambini innocenti che mai dovrebbero varcare la soglia di un carcere. Questa destra non si smentisce e in nome di una identità priva di umanità, annulla una legge di civiltà.
Il progetto è stato depositato dal deputato del Partito democratico: “Rendere maggiormente stringenti le norme vigenti e disincentivare le delocalizzazioni improvvise e non concertate”
Roma, 23 marzo 2023 – “Un progetto di legge contro le delocalizzazioni delle aziende”. Lo ha depositato il deputato del Partito democratico Emiliano Fossi alla luce delle varie crisi aziendali che hanno interessato, ad esempio, la piana tra Firenze e Prato, basti ricordare i casi dell'ex Gkn e della Gegè Italpizza di Prato.
“Con questo progetto di legge si vogliono rendere maggiormente stringenti le norme vigenti (Legge di Bilancio 2021 e Decreto Aiuti Ter 2022) e, compatibilmente con le norme e gli indirizzi comunitari, disincentivare le delocalizzazioni improvvise e non concertate - sottolinea Fossi -. Si vogliono aumentare gli attuali finanziamenti disponibili a favore delle imprese in forma di società cooperativa, costituite da lavoratori provenienti da aziende in liquidazione, specificando che tali risorse vadano anche ai progetti presentati da cooperative di dipendenti di società che delocalizzano. Così facendo si potrà facilitare, anche con il sostegno pubblico, la riconversione di stabilimenti produttivi altrimenti destinati alla chiusura. Va ricordato come ci siano già state, in Italia, esperienze significative di questo tipo di progetti collettivi”.
“Un’altra finalità della proposta di legge - spiega Fossi - è quella di elaborare una relazione ufficiale annuale sia sulle reali conseguenze, sul territorio nazionale, delle delocalizzazioni in termini occupazionali ed economici, sia sull’efficacia delle norme vigenti per disincentivare la delocalizzazione delle imprese, salvaguardare i livelli occupazionali e la continuità degli stabilimenti la cui attività produttiva viene trasferita all’estero”.
“Con un blitz la destra ha stravolto la nostra la legge per togliere bambini innocenti dalle carceri, dove crescono per le colpe dei genitori: così la situazione sarebbe peggiorata con addirittura più bambini in carcere. Per questo abbiamo ritirato la legge. Una destra crudele”. Lo scrive su twitter il deputato del Pd, Alessandro Zan.
Ogni giorno questa destra dà prova di incredibile disumanità. Vittime della cecità ideologica questa volta sono i bambini e le bambine di detenute madri. Con la nostra proposta di legge stavamo per ottenere il risultato di evitare che questi piccoli fossero costretti a vivere dietro le sbarre. Questo obiettivo è stato stravolto dalle forzature della destra. Noi non condivideremo mai una scelta simile e per questo abbiamo ritirato la nostra proposta in discussione alla Commissione Giustizia. La destra si assuma la responsabilità di queste scelte inaccettabili.
Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera
“Gli emendamenti della destra non solo cancellavano il principio ‘mai più bambini in carcere’ previsto nella nostra proposta di legge. Ma introducevano l’opposto principio ‘più bambini in carcere’. Un principio per noi inaccettabile, soprattutto se fatto utilizzando la nostra proposta. Se vogliono, facciano loro una legge senza strumentalizzare proposte dell’opposizione”. Così il capogruppo democratico in commissione Giustizia alla Camera Federico Gianassi.
Tweet di Andrea Casu, deputato Pd
Non permetteremo al Governo più a destra della storia della Repubblica di usare la nostra proposta per stravolgere la #LeggeSiani e aggravare invece che risolvere la tragedia delle bambine e dei bambini in cella. Continueremo in ogni sede la battaglia per #Maipiùbambinincarcere
“Abbiamo deciso di ritirare la nostra proposta di legge sulle detenute madri dalla commissione Giustizia della Camera. Eravamo a un passo dall’introdurre nel nostro sistema una legge di civiltà per fare in modo di non vedere mai più bambine e bambini dietro le sbarre. Con la forzatura della destra di oggi il testo è stato stravolto e purtroppo con queste norme l’obiettivo della nostra proposta è stato cancellato. Se vogliono norme per più bambine e bambini in carcere si facciano da soli la legge. La destra ancora una volta mostra la sua totale insensibilità, una vergogna”. Lo dichiarano i componenti democratici della commissione Giustizia.
"Le periferie, che comprendono aree della città più o meno densamente popolate, rappresentano sicuramente la situazione urbanistica e sociale più complessa e talvolta di maggiore criticità. Storicamente le periferie erano luoghi abitati da ceti bassi, ma negli ultimi anni abbiamo assistito allo sviluppo delle periferie con attività produttive, centri commerciali e industriali e grazie a politiche di urbanizzazione residenziale le periferie si sono sempre più popolate di residenti appartenenti al ceto medio.
Sicuramente sono delle realtà articolate e complesse, spesso caratterizzate da situazioni di degrado e criminalità e per questo è necessaria una riqualificazione di queste aree per migliorare la qualità di vita dei residenti offrendo loro servizi, un efficace controllo da parte delle Forze dell'ordine, scuole, aree verdi e palazzi condominiali. Inoltre è spesso rilevabile un degrado ambientale: discariche a cielo aperto, roghi di materiali e smaltimento illegale di rifiuti.
Per questi motivi all'inizio di questa legislatura ho ripresentato la proposta di legge per istituire una commissione parlamentare d'Inchiesta sulle periferie insieme al collega Morassut e con il sostegno del gruppo del Pd e questa volta registro, con grande soddisfazione, l’unità di intenti di tutto il Parlamento nella volontà di istituire tale commissione di inchiesta, seppure come Commissione Monocamerale.
Questa volta con il consenso di tutti i gruppi parlamentari potremo avviare un importante lavoro di riqualificazione delle periferie con rinnovi edilizi, interventi sociali e per la sicurezza dei cittadini". Lo ha detto il deputato del Pd, Andrea De Maria, dichiarando in Aula il voto favorevole del Pd, alla proposta di legge che istituisce la commissione di Inchiesta per le periferie.
“Il problema della sicurezza nella Capitale non consente altri incomprensibili ritardi nella nomina del nuovo prefetto in sostituzione di Bruno Frattasi. I recenti fatti di cronaca impongono la necessità di ricoprire immediatamente quella carica, utile anche per convocare il Comitato per l’ordine e la sicurezza. Serve un’azione ferma per contrastare con decisione la criminalità organizzata che non ammette incertezze e rinvii”. Lo dichiara il deputato democratico Roberto Morassut.
“Pochi giorni dopo la scomparsa di Emanuela Orlandi, quando ancora non si sapeva e non si poteva sapere nulla, Giovanni Paolo II, durante un Angelus, rivolse un appello ai rapitori perché la restituissero ai suoi cari: fu un terremoto, perché fece capire che oltretevere vi era una conoscenza dei fatti, magari parziale, ma chiara. Recentemente, Papa Francesco ha avuto modo di dire a Pietro Orlandi che sua sorella si trova in cielo, confermando la tesi che dietro quella porta di granito vi sia la strada per giungere alla verità. Questi due episodi sono l’Alfa e l’Omega di una storia che va riscritta con una nuova precisione, con rigore e contando su una buona dose di coraggio e di amore della verità di chi, a partire da Papa Francesco, ha dimostrato, in questi anni, di voler lottare per questo all’interno della Chiesa”. Così il parlamentare del Partito Democratico, Roberto Morassut, a margine del voto favorevole della Camera dei Deputati sulla Commissione di Inchiesta Bicamerale sui casi Orlandi e Gregori.
“La scomparsa delle due giovani - continua Morassut - appartiene al ricco bouquet dei fiori neri della Repubblica, a quei misteri che ne hanno condizionato il cammino, contribuendo non poco ad alimentare la sfiducia diffusa nelle istituzioni. Non si possono continuare a trattare queste storie, come quelle di molte altre magari non denunciate, come dei ‘gialli’. La verità serve a tutti: e degli Stati che hanno radici secolari, se non addirittura millenarie, non possono averne paura. Nessuno di noi, credente o laico, può immaginare di vivere in un mondo in cui la missione spirituale della Chiesa o quella laica di uno Stato, siano offuscate o abbiano paura di cadere di fronte a verità dolorose. Uno dei momenti più intensi della rappresentazione della morte di Gesù nei Vangeli è il racconto della sua deposizione dalla croce, della sepoltura e della resurrezione. Una sequenza che è la base indistruttibile del mistero della fede, che ci dice che senza sepoltura non c’è resurrezione e che fa confluire nei Vangeli questa antica tradizione mediterranea: il diritto a seppellire i propri cari nella speranza che da quel luogo essi possano risorgere. Forse, Emanuela e Mirella, e le tante ragazze e ragazzi scomparsi e mai denunciati sono ancora vivi, noi lo speriamo; ma se così non fosse meritano un degno riposo”, conclude.
“Sulla evasione dal carcere Badu e Carros di Nuoro, il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, rispondendo a una interrogazione a mia prima firma insieme al capogruppo Pd in commissione Giustizia, Federico Gianassi, ammette il totale fallimento del governo. Sisto infatti conferma ciò che già si sapeva. In quel penitenziario vi sono gravi carenze tecnologiche e umane che risultano incompatibili con la catalogazione dell'istituto al rango di massima sicurezza. Per di più, a un mese dall'evasione di un boss estremamente pericoloso, il vice ministro ha spacciato per soluzioni la sostituzione di un presunto responsabile interno e la convocazione del comitato dell’ordine pubblico, il cui esito è stato che il comune di Nuoro finanzierà nuove telecamere di sicurezza. Per i cittadini di Nuoro dopo il danno anche la beffa. Dovranno pagare i costi della messa in sicurezza, come se già non bastasse il fatto che quotidianamente vivono il pericolo di un carcere che è dentro la città e dal quale in pieno giorno è riuscito a fuggire un detenuto con l'aiuto esterno della criminalità organizzata. A questi cittadini cosa risponde il viceministro Sisto? Nulla. Visto che si è limitato a riferire che le carte sono secretate perché è in corso un’indagine della magistratura. Veramente poco da chi dovrebbe garantire alle nostre comunità giustizia e sicurezza”.
Lo dichiara il deputato del Pd, Silvio Lai.
“Oggi, per la prima volta, all'avvio di uno dei tanti processi sulla strage di Piazza della Loggia, uno dei più gravi delitti contro la democrazia italiana, non era presente come parte civile la presidenza del consiglio dei ministri. Non sappiamo se si tratti di una scelta deliberata o di una dimenticanza. In entrambi i casi, un episodio grave, sul quale chiediamo che il governo dica una parola chiara. Lo meritano il paese, la città di Brescia offesa dalla strage, i familiari delle vittime”. Lo dichiarano il sentore Alfredo Bazoli e il deputato Gianni Girelli parlamentari bresciani del Partito democratico annunciando la presentazione di una interrogazione.