“Alcuni giovani vicini a FdI compiono un'aggressione squadrista a una scuola: un reato. La preside difende i suoi studenti e ricorda cosa è stato il fascismo: non un'opinione, ma un crimine. Il ministro Valditara non condanna i primi e minaccia la seconda. Merita solo le dimissioni”.
Così il vicesegretario del Pd e vicepresidente del Gruppo alla Camera, Peppe Provenzano, su Twitter.
“’Odio gli indifferenti’. E non si può restare indifferenti di fronte alle parole del Ministro Valditara. Vogliono zittire le voci critiche e i presidi del Paese che proteggono la Costituzione antifascista. Difendiamo la scuola dal loro revisionismo”. Lo scrive su Twitter il deputato dem Enzo Amendola, capogruppo Pd in commissione Esteri.
“Le parole di Valditara sulla lettera della preside del Liceo Leonardo da Vinci di Firenze sono inaccettabili. Solo pochi giorni fa incoraggiava i docenti a denunciare le aggressioni nelle scuole, mentre oggi di fronte ad un gravissimo assalto di evidente matrice squadrista che ha coinvolto alunni e professori fa marcia indietro: non solo sminuisce l’accaduto, ma arriva quasi a minacciare di ritorsioni la preside che ha pubblicamente difeso i valori della Costituzione”.
Così la vicepresidente dei deputati del Pd, Simona Bonafè.
“Non ammettere che la maggioranza di Governo abbia profonde divisioni interne in merito al conflitto in Ucraina significa nascondersi dietro a un dito e negare la realtà. Le esternazioni di Berlusconi e della Lega non possono essere derubricate a semplice dialogo politico. Pesano come macigni sulla credibilità del Governo e del nostro Paese. E i fatti lo dimostrano con un’Italia isolata ed esclusa da importanti incontri internazionali, al contrario di quanto accadeva in passato. Basta ricordare la foto storica del viaggio in treno di Draghi con Macron e Scholz dello scorso anno che a nome di un’Europa unita portavano il loro sostegno a Zelensky. In questo contesto, peraltro, anche la visita del Presidente Meloni a Kiev è stata offuscata dalle polemiche innescate da Belusconi, le cui esternazioni sono state criticate dallo stesso PPE. Insomma è indispensabile per l'affidabilità del Paese che tutta la maggioranza del Governo faccia chiarezza una volta per tutte sul proprio indirizzo politico rispetto al conflitto in Ucraina”. Così Piero De Luca, vice capogruppo Pd alla Camera intervenendo a SkyTg24.
“‘Il fascismo è nato sui bordi di un marciapiede’. Sono le parole con cui si apre la lettera rivolta dalla dirigente scolastica del liceo Da Vinci ai suoi studenti dopo le inquietanti violenze compiute sabato scorso proprio a Firenze da un gruppo di estrema destra contro gli studenti del liceo Michelangelo. Un appello civile a non essere indifferenti, ad impegnarsi con fiducia nel futuro, condannando violenza e prepotenza. Avremmo voluto che anche il governo non fosse indifferente di fronte a quelle violenze. E invece, dopo giorni di silenzio, oggi il ministro dell’istruzione prende la parola non x condannare la violenza, ma per minacciare la dirigente del Liceo Da Vinci. Su questo vorremmo chiarezza. Cosa pensa di quelle parole il ministro? Che l’indifferenza non sia un pericolo? Che non si debba invitare i giovani ad avere fiducia nel futuro condannando la violenza - ogni tipo di violenza - e aprendoci al mondo?”.
Così la capogruppo del Pd in commissione Cultura alla Camera, Irene Manzi.
“Avremo voluto sentire dal ministro - aggiunge la deputata dem - parole chiare di condanna delle violenze compiute, con parole chiare di solidarietà agli studenti colpiti. Avremmo voluto parole chiare contro una violenza di estrema destra che emerge pericolosamente nel Paese. Affermare, invece, che di questa lettera non sa cosa farsene. Arrivare a minacciare futuri provvedimenti dice molto. Anzi dice tutto”.
Il Governo non ha detto nulla sull’aggressione neofascista contro gli studenti di Firenze. Oggi il ministro Valditara minaccia una dirigente che ha ricordato e difeso i valori della Costituzione. Un’altra vergogna che richiede unità per difendere i valori della Repubblica”. Lo scrive su Twitter il deputato dem Nicola Zingaretti.
Dichiarazione di Maria Cecilia Guerra, deputata gruppo Pd-Idp
“Questo milleproroghe è in primo luogo un’occasione mancata, un provvedimento che tradisce ancora una volta l’improvvisazione e l’insufficienza di questo governo a cui noi del gruppo Partito democratico Italia progressista oggi confermeremo con convinzione la nostra non fiducia”. Così Maria Cecilia Guerra, nella dichiarazione voto al decreto milleproroghe per conto del suo gruppo. Per Guerra, “sono molteplici le criticità e le occasioni mancate, a cominciare dal sottofinanziamento della sanità al nodo dell’energia, per la quale si è adottata una prospettiva di brevissimo respiro. Ricordo infatti – ha proseguito Guerra- che le risorse stanziate in legge di bilancio finiscono il 31 marzo, e dal 1 aprile non si sa cosa succederà. Penso poi – ha proseguito l’esponente del Pd-Idp - al superamento della pesante ingiustizia operata su opzione donna, una misura già molto penalizzante per le donne, che sono state ulteriormente castigate dalle decisioni discriminatorie adottate in legge di bilancio.” “E’ un decreto – ha sottolineato Guerra- che crea discriminazioni, come è accaduto per il percorso di stabilizzazione dei lavoratori del comparto sanitario da cui è rimasto escluso il personale tecnico e professionale. E’ vero, abbiamo scampato qualche pericolo, come la proroga dei diritti televisivi sul calcio da 3 a 5 anni, su cui si è poi dovuto fare marcia indietro, ma si è invece deciso di non decidere su un tema rilevante come le concessioni balneari, congelando la situazione in essere per un ulteriore anno, lasciando così gli operatori in una situazione di incertezza sulla propria attività e quindi sulla possibilità di investire”. “Siamo di fronte -ha concluso Guerra- a un provvedimento che si è dedicato più ai 1000 rivoli di interessi particolari che ad affrontare in termini trasparenti, equi ed efficienti, il tema delle proroghe.”
I problemi legati alle decisioni del governo sul Superbonus sono stati al centro di un incontro tenutosi oggi presso la Sala Berlinguer del Gruppo del Partito Democratico alla Camera tra una delegazione dei deputati dem guidata dalla presidente, Debora Serracchiani, e l’Associazione Nazionale Costruttori Edili, rappresentata dal vicepresidente Stefano Betti.
Nella riunione sono emerse tutte le criticità del provvedimento voluto dall’esecutivo, che anziché risolvere i problemi li acuisce, con rilevanti effetti distorsivi per le aziende e le famiglie meno abbienti. Al centro del confronto soprattutto la questione del come risolvere l’emergenza sui crediti incagliati e la reintroduzione della possibilità di cessione del credito e sconto in fattura, lavorando su due piani: affrontando con determinazione un’urgenza che rischia di provocare pesanti ricadute su lavoro ed economia; e predisponendo per il futuro chiare direttive legislative attraverso un piano pluriennale predisposto grazie ai dati emersi dalle indagini conoscitive richieste dal Pd in commissione Bilancio e Ambiente e dalla predisposizione di un codice, un testo unico, degli incentivi fiscali edilizi, capace di dare certezze alle imprese e sostegno economico all’iniziativa green delle famiglie.
“Chiediamo al ministro Salvini quali siano le intenzioni del governo in relazione al piano industriale e alla valorizzazione di Ita e degli aeroporti strategici con riferimento alle rotte nazionali e internazionali e al numero di tratte effettuate”. Così Valentina Ghio, della presidenza del Gruppo Pd, intervenendo in Aula durante il question time per illustrare l’interrogazione del PD.
Nella replica il capogruppo Pd in commissione Trasporti Anthony Barbagallo ha sottolineato che “sulla vicenda Ita-Lufthansa il governo Meloni ha cambiato completamente idea rispetto alle promesse della campagna elettorale, come è già avvenuto per il superbonus e per il taglio delle accise. Da leader dell'opposizione infatti Meloni si opponeva strenuamente ad ogni ipotesi di vendita, anzi rimproverava al premier Draghi ‘di liquidare un pezzo della nostra identità’. Nel merito della risposta del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti alla nostra interrogazione, non siamo per nulla soddisfatti e saremo vigili sull'operato del governo anche nei prossimi mesi con specifici atti ispettivi. Seguiremo con particolare attenzione le dinamiche dell'acquisizione e delle eventuali opzioni anche per la maggioranza della società. Verificheremo se le garanzie occupazionali verranno rispettate o meno, con particolare riferimento ai dipendenti di Alitalia che chiedono di essere riassunti in Ita, agli adeguamenti salariali, alle 1200 assunzioni già annunciate dalla società. Speriamo che alle affermazioni seguano i fatti, in particolare riguardo al miglioramento della flotta con l'acquisto di 39 nuovi velivoli e all’incremento delle rotte nazionali ed internazionali non solo per la qualità del servizio, ma anche perché il numero delle tratte incide direttamente su un tema di grande attualità come quello del caro voli verso le destinazioni del Mezzogiorno”.
“L’audizione in Commissione Trasporti del ministro alle Politiche del Mare, Nello Musumeci, ci lascia allarmati riguardo l’efficacia delle politiche del Governo e dello Stato su uno dei temi centrali dell’economia nazionale, della sostenibilità ambientale e delle grandi infrastrutture. Il ministero non ha un profilo chiaro. Le sue competenze si sovrappongono a quelle del Ministero dell’Ambiente e a quello delle Infrastrutture. Si rischia il caos decisionale e la paralisi su temi centrali come il dissesto idrogeologico e la portualitá, la soluzione di nodi essenziali come quello della laguna di Venezia e del ruolo delle aree marine protette. Ancora una volta la necessità di sventolare una bandierina ha preso il sopravvento sul governo reale. La relazione generica del ministro Musumeci non ha toccato alcuni dei temi essenziali, limitandosi ad una formale enunciazione della esigenza di un coordinamento interministeriale. Ci aspettiamo purtroppo un arretramento delle politiche sul mare e una maggiore confusione che sarà pagata dagli operatori, dalle imprese e dai territori”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
Presentata alla Camera mozione, prima firmataria la capogruppo Debora Serracchiani
“La siccità rappresenta una delle sfide più pressanti del nostro tempo e richiede politiche pubbliche efficaci di prevenzione e adattamento ai cambiamenti climatici, per la gestione delle perdite di acqua e per gli investimenti nelle infrastrutture idriche.” E’ quanto si legge nella mozione, a prima firma Debora Serracchiani, presentata alla Camera dal gruppo del Pd sul tema della siccità. “Per farvi fronte – si legge ancora nel testo- sono necessari nuovi investimenti nelle reti idriche e la realizzazione di ulteriori infrastrutture, quali la costruzione di nuovi bacini e serbatori per raccogliere la poca acqua che cade, convogliare le acque per le abitazioni civili ed edifici pubblici, la riparazione e l’ampliamento delle reti idriche esistenti, la realizzazione dei sistemi di irrigazione innovativi e la promozione e il sostegno dell’agricoltura di precisione”. Nella mozione - sottoscritta anche dai deputati Marco Simiani, Stefano Vaccari, Chiara Braga, Augusto Curti, Christian Di Sanzo, Sara Ferrari, Antonella Forattini, Stefania Marino e Andrea Rossi, si suggeriscono al governo tutta una seria di interventi per far fronte “ai danni provocati dalla siccità ai quali si sono aggiunti quelli arrecati dal prolungarsi di temperature eccezionali”. Per il Pd diventa così “improcrastinabile istituire una apposita cabina di regia, coinvolgendo la Protezione civile, per un rapido monitoraggio dei bacini idrografici”, così come diventa altrettanto urgente “evitare sprechi sia dal punto di vista della dispersione della rete sia in relazione all’uso della risorsa idrica, anche attraverso investimenti diretti a promuovere, con specifico riguardo al settore agricolo, l’impiego di moderne e più avanzate tecnologie come l’irrigazione di precisione.” Il Pd vuole altresì impegnare il governo ad “adottare tutte le iniziative di competenza per potenziare e rendere più efficienti gli enti preposti alla prevenzione del rischio idrogeologico, aumentarne la capacità tecnica progettuale e favorire una capacità di spesa superiore all’attuale media annua, a partire dal ruolo fondamentale dei Consorzi di bonifica e di irrigazione”. “La mancanza di acqua – si evidenzia infine nella mozione- influisce direttamente anche sulla produzione di energia da fonti rinnovabili: molte centrali sono ferme, altre hanno limitato la produzione alla potenza totale.” Per il Pd “Il tempo è scaduto, servono interventi urgenti, quali la realizzazione di nuovi invasi al servizio delle imprese agricole, semplificando le procedure, modificando anche le normative necessarie per il riuso delle acque reflue depurate”.
“Nel Paese sta maturando una opposizione sociale a questo governo. Per ora frammentata. C’è bisogno di rappresentarla e unificarla. Più la destra è arrogante è più aiuta la sinistra a riprendersi. Lo dice la storia del nostro Paese. Però ci vuole un Pd diverso. Il Pd a ‘vocazione governativa’ di questi anni va superato verso un partito - movimento per il quale il governo sia l’espressione di un chiaro mandato popolare e non l’esito di combinazioni parlamentari. Elly Schlein parla a chi in questi anni si è allontanato o ai giovani che arrivano ora e cercano uno spazio adatto alle proprie inedite e insoddisfatte domande di libertà. Non serve un Pd che ‘aggiusti’ le cose. La crisi della sinistra è profonda. Serve una rivoluzione”. Lo scrive in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Prima Berlusconi, poi Romeo. Si affannano a non dispiacere Putin e sgambettano la premier durante una importante (e giusta) visita all’estero. Per quanto ancora Meloni lascerà che danneggino la posizione internazionale dell’Italia a fianco dell’Ucraina?”. Lo scrive su Twitter la deputata democratica Lia Quartapelle, vicepresidente della commissione Esteri della Camera.
“La seconda carica dello Stato quando va in televisione non può abbandonarsi alla goliardia più becera come se sedesse al bar o nel salotto di casa: rappresenta la
Repubblica. L'articolo tre della Costituzione recita che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale, dire che gli dispiacerebbe avere un figlio gay si configura come una discriminazione, mentre uno con quel ruolo sarebbe chiamato a rimuoverli, gli ostacoli. Un uomo delle istituzioni non deve discriminare. Purtroppo non è l'unico. Ricordo che il leghista Roberto Calderoli, da vicepresidente del Senato, definì l'onorevole Kyenge ‘un orango’. In qualunque altro Paese sarebbe stato costretto alle dimissioni. Qui no. Infatti si sdogana troppo e questo ha conseguenze negative sui giovani. Durante gli anni alla Presidenza della Camera, io avevo le mie idee e le ho mantenute, ma ho cercato di essere il più possibile inclusiva e rispettosa delle idee altrui. Non mi sono mai sognata di offendere quelli che non la pensavano come me. Mi è capitato di incontrare figure politiche e istituzionali di cui non condividevo le opinioni e non ho battuto ciglio. Le parole di La Russa rivelano che che la destra sui diritti guarda indietro. Ma non tutte le destre in Europa sono uguali. David Cameron in
Inghilterra approvò il matrimonio egualitario. La destra italiana invece è oscurantista, vorrebbe anche rimettere in discussione la legge sull'aborto”.
Ad affermarlo Laura Boldrini in un’intervista al quotidiano La Repubblica.
Il candidato segretario del Pd toscano sul pestaggio al liceo Michelangiolo: “Da Meloni ancora nessuna condanna: si rivede nei giovani picchiatori?”
“Il rilancio del Pd passa anche dal rimettere al centro la scuola. Partendo da alcune priorità: non ridurre le autonomie scolastiche, evitare gli accorpamenti e non sopprimere classi, ma semmai aumentare gli investimenti per garantire il diritto allo studio di ragazze e ragazzi che vivono nelle aree interne, in montagna e sulle isole, e allo stesso tempo combattere il fenomeno delle ‘classi pollaio’, che incide negativamente sulla qualità dell’offerta formativa e alimenta abbandono e dispersione scolastica”.
A dirlo è stato Emiliano Fossi, candidato a segretario regionale del Pd toscano, che ieri ha partecipato da remoto all'incontro "Per una scuola pubblica diffusa e paritaria" che si è svolto al Circolo Arci Isolotto P.Pampaloni alla presenza delll'assessora regionale all'Istruzione Alessandra Nardini.Durante l’incontro, un professore del liceo Michelangiolo di Firenze ha raccontato il pestaggio dei ragazzi del collettivo Sum ad opera di un gruppetto di Azione studentesca sabato scorso.
“I responsabili delle violenze - dice Fossi - sono stati individuati e ora ci auguriamo che la giustizia faccia velocemente il suo corso, perché un pestaggio non può restare impunito. Ma c’è un punto politico che non va dimenticato: Giorgia Meloni non ha ancora preso le distanze dai suoi giovani iscritti che hanno commesso la violenza. Viene il dubbio che riveda in loro se stessa”.
“Il Pd deve stare senza se e senza ma dalla parte della scuola pubblica - ha detto Fossi d’utente l’incontro -. Non si può parlare di merito senza garantire a tutti i ragazzi e le ragazze uguali opportunità, senza distinzione sociale, culturale e territoriale. Ciò significa chiedere investimenti, in controtendenza rispetto ai tagli operati dal governo, e quindi prendere posizione: più soldi alla scuola pubblica, meno a quelle private”.
“Più nel dettaglio - continua Fossi - il Pd toscano deve sostenere convintamente il progetto 'Nidi gratis' della Regione, perché il nido deve diventare davvero un'opportunità per tutte le bambine e per tutti i bambini toscani per combattere le disuguaglianze e le povertà educative, conciliare tempi di vita e tempi di lavoro delle famiglie. Il Pd regionale toscano che vogliamo costruire si impegnerà per tutelare i progetti educativi zonali perché si possa costruire una scuola sempre più inclusiva, che rafforzi gli strumenti di sostegno ai disabili, e multiculturale, che potenzi le attività di insegnamento della lingua italiana agli alunni di lingua straniera. Ancora: lottare a tutti i livelli per maggiori investimenti in edilizia scolastica per la realizzazione di ambienti di apprendimento sostenibili, accessibili, innovativi e sicuri”.