“Areus, l'Azienda regionale emergenza urgenza della Sardegna, dopo l'atto discriminatorio di mancata assunzione compiuto nei confronti di una giovane donna vincitrice di un concorso per collaboratore professionale infermiere, si arrampica sugli specchi per tentare di giustificare l'ingiustificabile. Al momento della visita medica preassuntiva la donna in questione, visto lo stato di gravidanza di tre mesi, era risultata idonea con le sole limitazioni del 118 e delle ore notturne. Peraltro, già precedentemente su richiesta della stessa Areus aveva accettato l'incarico. Non è vero, quindi, che nessuno sapesse che fosse in stato di gravidanza e quando si parla di pari opportunità non ci si riferisce solo al rapporto di genere, ma anche a situazioni come quelle denunciate. I codici e le regole bisognerebbe conoscerle prima di mettere nero su bianco decisioni così delicate. Areus annuncia ora che sta valutando la possibilità di assumere la donna con altra mansione. Un consiglio: lo faccia subito senza tentennamenti e assuma quella donna transitoriamente con altro ruolo in attesa di poter riprendere quello che vergognosamente le è stato tolto”.
Lo dichiara il deputato Pd della commissione Bilancio, Silvio Lai.
“Dopo le ultime sparate, abbiamo la certezza che Salvini non ha capito proprio nulla del MES e del senso di questo strumento.”
Così Ubaldo Pagano, Capogruppo PD in Commissione Bilancio a Montecitorio, commenta le dichiarazioni del Ministro delle Infrastrutture in cui si dice "felice se ci espellessero e restituissero soldi".
“A prescindere dall’utilità del meccanismo europeo di stabilità, Matteo Salvini continua a bersagliare l’Europa per nascondere i disastri che questo Governo sta compiendo tra i confini nazionali. L’UE, tanto per rinfrescare la memoria del Ministro, è quella che sta dando all’Italia più di 200 miliardi di euro che questo Governo si sta dimostrando incapace di spendere. L’Europa è quella che per 10 anni ha acquistato i nostri titoli di Stato quando nessuno voleva comprarli, salvandoci dal default.”
“Speravo che dopo il Papete, Salvini - conclude Pagano - avesse imparato la lezione. E invece dobbiamo supporre che ha gravi difficoltà a sopportare il caldo estivo. Lui e la Meloni continuano a sbraitare, isolando il nostro Paese. Quello che non capiscono è che il nostro debito pubblico ci mette in una posizione di grave debolezza e l’isolamento può essere la miccia di conseguenze incalcolabili per la nostra economia.”
“Abbiamo una proposta unitaria delle opposizioni sul salario minimo. Nessuno può lavorare sotto i 9 euro orari. Altrimenti è sfruttamento. La destra dice da tempo di no. Ma in Parlamento la legge arriverà presto in discussione. E dovranno assumersi la responsabilità di bocciarla”.
Così su Twitter Arturo Scotto, capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera.
"L’unione delle opposizioni sul salario minimo è un’ottima notizia. Vedremo se il governo Meloni, quello del decreto precarietà, del via libera ai voucher e ai contratti a termine, della flat tax, continuerà a opporsi a un provvedimento di dignità che non può più aspettare". Lo scrive su Twitter Alessandro Zan, deputato e responsabile Diritti della segreteria nazionale del PD.
“Ci lascia il vero artefice della Tav: senza la sua visione, la sua lungimiranza, il suo impegno, le sue competenze e la sua professionalità il nostro Paese sarebbe rimasto ai margini dell’alta velocità europea. L’unico modo per celebrare il suo ricordo sarà quello di assicurare che la Torino – Lione venga completata nei tempi e nei modi da lui definiti”. Lo afferma il deputato dem Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente, in merito alla scomparsa di Mario Virano.
Sospensione MES è messinscena del Governo
“La sospensione sul MES è l’ennesima messinscena del Governo Meloni. Una decisione che ridicolizza il nostro Paese in Europa e non aiuta nessuno, men che meno cittadini e imprese a combattere inflazione e tassi sui mutui alle stelle. La destra continua a inquinare il dibattito pubblico con le peggiori fake news, forse per coprire il frastuono dei fallimenti che purtroppo stanno inanellando sull’attuazione del PNRR. Ed intanto oggi avremmo dovuto già ricevere i soldi della rata relativa al secondo semestre 2022 e chiedere i 16 miliardi del primo semestre 2023. Nessuno sa che fine abbiano fatto i fondi PNRR, nessuno sa quali obiettivi non abbiamo conseguito ad oggi, nessuno sa come e cosa vogliono cambiare del Piano. Erano pronti… a far colare a picco il Paese. Si può prendere in giro qualcuno per un po’ di tempo ma prima o poi la verità apre gli occhi di tutti. E temo che il film che vedranno gli Italiani sarà una tragedia modello 2011.”
Così Ubaldo Pagano, capogruppo PD in Commissione Bilancio alla Camera dei deputati.
“Il governo Meloni, inefficace e deludente, tradisce gli obiettivi del PNRR. Il ritardo accumulato danneggia lo sviluppo, la crescita, l'occupazione e l'implementazione delle infrastrutture, specialmente nel Mezzogiorno e per le fasce più povere dell’Italia”. Lo scrive su Twitter stefano graziano
capogruppo Pd in commissione Difesa di Montecitorio.
“Ogni giorno il governo impartisce lezioni all’opposizione. Non vorrei restituire la pariglia ma, dalla maggioranza di destra, ci viene detto che il Parlamento non ratifica il Mes per difendere l’interesse nazionale. Come se ci fosse contrapposizione tra interesse nazionale e rafforzamento della sovranità europea. Ritorna, ancora una volta, quella vecchia idea dell’Europa maligna che intende schiacciare la sovranità degli innocenti Stati nazionali. Per questa ragione, non sapendo come superare questo scoglio, la maggioranza anche oggi preferisce rinviare il voto. Dimostrando di non saper prendere decisioni assumendosi le proprie responsabilità. Fare parte del Mes, per l’Italia, al contrario di quanto afferma la retorica della destra, significa invece proprio difendere l’interesse nazionale all’interno del contesto europeo. Un Paese, il nostro, che ha un forte debito, un terzo del quale detenuto all’estero, e che ha la necessità di rafforzare proprio quei meccanismi economici e finanziari che ci proteggono dalle nostre debolezze. Fare parte del Mes rappresenta per l’Italia la stipula di un’assicurazione. Quando si sottoscrive un’assicurazione auto, per fare un esempio comprensibile a tutti, non è che si intende compiere un incidente stradale. Ma ci si cautela dal rischio di un imprevisto pericoloso e oneroso: ecco come si difende l’interesse nazionale. L’esatto contrario di quanto sta facendo il governo italiano con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, così impegnata nei confronti di Bruxelles nel battere i piedi, alzare la voce e minacciare il veto. Il vero patriottismo non sono le dichiarazioni e le lettere roboanti ma, al contrario, è l’impegno quotidiano nell’ottenere risultati utili per il proprio Paese”.
Così la deputata Pd e vicepresidente della commissione Esteri, Lia Quartapelle, intervenendo in Aula.
"Fondi europei, Mes 'sospeso', inflazione alle stelle. Da mesi assistiamo a un imbarazzante scaricabarile del governo. Meloni attacca l'Europa e intanto si perde la scadenza del 30/6. A oggi nessuna richiesta della Quarta rata del #PNRR. 16 miliardi a rischio. Ma non erano pronti?". Lo scrive su Twitter il deputato dem Enzo Amendola, capogruppo Pd in commissione Esteri.
“Sul Mes, che esiste già da undici anni, si è attivata una delle più grandi campagne di disinformazione mai messa in campo nella storia del nostro Paese. È falso, infatti, che la sua revisione: autorizza un prelievo forzoso sui conti correnti di famiglie e imprese; istituisce un meccanismo automatico di ristrutturazione del debito degli Stati; attiva una sorveglianza macroeconomica permanente; toglie poteri in materia di governance economica alla Commissione; prevede un meccanismo in grado di aiutare solo le banche tedesche; obbliga l’Italia a versare 125 miliardi di euro, ma tale cifra rappresenta il capitale sottoscritto dal nostro Paese, di cui sono stati versati finora poco più di 14 miliardi, e la modifica del Mes non cambierà nulla al riguardo. Quindi, tutte fake news. D’altro canto, di insussistenza di effetti negativi ma, anzi, a segnalare i suoi effetti positivi per l’Italia è lo stesso capo di gabinetto del ministro all’Economia, Giancarlo Giorgetti. E’ il Ministero da voi presieduto a chiedere che la riforma sia ratificata. Non farlo significherebbe solo tenerci il Mes che già è in vigore. Basta inquinare il dibattito e a nuovi rinvii dell'approvazione. Ogni giorno che passa è un mattoncino in meno di credibilità dell'Italia sui tavoli europei”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Politiche europee alla Camera, Piero De Luca, intervenendo in Aula.
“Avete formalmente affidato - ha aggiunto - le linee e le scelte di indirizzo politico europeo all’opposizione. Abbiamo presentato al posto vostro una proposta di legge di autorizzazione alla ratifica dell’accordo di riforma che migliora le difese per imprese e cittadini. Dovete solo votare il testo di legge oggi in discussione. Invece state buttando da mesi la palla in Tribuna, con argomenti incomprensibili e spesso surreali. Da ultimo, abbiamo sentito rievocare formule particolari per dilatare ulteriormente i tempi come la ‘logica di pacchetto’, che certo non ci spaventa. Ci preoccupa, invece, la ‘logica del pacco’ che l’Italia potrebbe ricevere a livello europeo. Non ci rafforza, infatti, questo tira e molla nelle trattative sulla nuova governance europea, non ci rafforza nei negoziati per la revisione del Pnrr. Ci rende al contrario molto più deboli e poco affidabili. State mettendo a serio rischio la credibilità del nostro Paese - ha concluso - che è l’unico ancora a non aver concluso l’iter di revisione del Mes già avviato e condiviso da tutti gli altri Stati dell’Unione europea. Togliamo all’Italia questo stigma”.
Un governo incapace di raggiungere gli obiettivi di giugno del PNRR, su asili nido, idrogeno e colonnine elettriche. Mettono a rischio la quarta rata, mentre la terza ancora non si vede. Avevano detto di essere pronti ma la verità sta tutta qui.
Lo ha scritto su Twitter Chiara Braga capogruppo Pd alla Camera dei deputati.
La destra ha "risolto" il tema dei licenziamenti. Con l’ampliamento dell’uso dei voucher si lavorerà senza essere assunti.
Vergognatevi.
Così su Twitter il deputato democratico Nicola Zingaretti
Un decreto lavoro che aumenta la precarietà e impoverisce chi è già povero. Così aveva voluto festeggiare il primo maggio il governo Meloni. E oggi diventa legge un provvedimento ingiusto e iniquo che cancella il reddito di cittadinanza, liberalizza i contratti a termine e allarga l’uso dei voucher. Le uniche misure di riduzione del cuneo fiscale sono a tempo e assai ridotto nelle risorse. Insomma poco o niente per i lavoratori e come sempre penalizzate le donne per le quali non sono previste misure di sostegno, di conciliazione e di riduzione dell’età pensionabile. Una legge che non affronta minimamente i problemi dei lavoratori, che si chiamano salari bassi e lavori precari, e che non dà nessuna risposta al peso dell’inflazione sulla vita di tante famiglie.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei deputati
Il decreto Lavoro del governo Meloni è un concentrato di cinismo sociale, un incoraggiamento all’espansione del nero, una spintarella all’evasione contributiva, un colpo secco al sindacato, un manifesto carico di arroganza nei confronti della parte più debole della società. Nei fatti alimenta la precarietà, non la combatte. Introduce la liberalizzazione totale dei contratti a termine e allarga la sfera dei voucher. Dunque legalizza lo sfruttamento e lo schiavismo in alcuni settori come l'agricoltura. Interviene poi sul reddito cittadinanza tagliando il sussidio per oltre 400.000 nuclei familiari e restringendo ulteriormente la possibilità di accesso all'assegno di inclusione.
Ci troviamo di fronte ad una manovra politica chiara che ha l’obiettivo di colpire il lavoro, indebolirlo nella sua dignità e nella sua capacità di contrattazione e affossare i poveri che sono i veri colpevoli per questa destra della mancata crescita del Paese. Vi siete presentati come quelli che non vogliono disturbare “chi vuole fare”. L’avete spacciata come libertà e invece si trattava di una semplice licenza di arbitrio. Restano invece scolpite nella nostra memoria le parole di un grande leader politico, Enrico Berlinguer: “Noi vogliamo una società che rispetti tutte le libertà, meno una: quella di sfruttare il lavoro di altri esseri umani, perché questa libertà tutte le altre distrugge e rende vane”. Per queste ragioni il nostro no è forte e convinto. Perché lavoro e libertà non possono mai essere separati.
Così Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro, intervenendo in Aula per la dichiarazione di voto sul decreto lavoro.
Oggi contiamo la vittima di femminicidio n. 55 dei primi sei mesi del 2023. Una giovane di soli 17 anni, uccisa a coltellate da un coetaneo e poi abbandonata dentro un sacco in un carrello della spesa, accanto ai cassonetti dell’immondizia. Come uno scarto, un rifiuto.
Davanti a questa immane tragedia, non si può che ribadire quanto ci sgoliamo da sempre a ripetere: si possono fare le migliori leggi del mondo, si possono inasprire le misure penali, ma ciò non basta e non basterà mai.
Quello che ancora manca è un serio e capillare lavoro culturale, a partire dalla scuola, dove andrebbe introdotta una nuova disciplina di studi: l’educazione sentimentale. Senza che questo percorso venga ostacolato dalla destra, la quale continua ad appellarsi a una fantomatica e non meglio identificata «teoria gender» – che nessuno, nemmeno a destra, ha ben capito cosa sia – rendendo quindi difficile anche a chi insegna affrontare un tema a cui non possiamo più sfuggire.
Nelle scuole va insegnato il rispetto verso le donne, la condivisione degli oneri tra uomo e donna. E soprattutto va insegnato cos’è l’amore, che non è mai sopraffazione né violenza. Se non agiremo sulla causa di questi incessanti femminicidi, continueremo a rimanere alla finestra in attesa di veder passare e contare l’ennesima vittima.
Un conteggio che vorremmo non dover tenere mai più.
Lo scrive in un post la deputata democratica Laura Boldrini.