“Ci vogliono equilibrio e molto senso di responsabilità, più misura e meno schizofrenia nelle dichiarazioni e negli atteggiamenti pubblici, soprattutto da parte della classe politica. Alcuni dell’opposizione, ad esempio, anziché fare i fenomeni, dovrebbero avere almeno l’onestà di riconoscere gli errori gravi dei selfie e degli abbracci senza mascherina, delle iniziative pubbliche sulla morte clinica del virus, degli attacchi all’app di tracciamento, delle pesanti pressioni perché fossero allentate le restrizioni e delle accuse al Governo di dittatura sanitaria per la proroga dello stato di emergenza. C’è bisogno di maggiore unità tra le forze politiche, vista la drammaticità del momento. Dovremmo pensare tutti, maggioranza ed opposizione, un po’ di più all’interesse nazionale e un po’ di meno al posizionamento e ai sondaggi. Questo non è il tempo delle strumentalizzazioni e per soffiare sul fuoco. Serve sicuramente una maggiore interlocuzione tra la maggioranza, il governo e le opposizioni. Per noi va bene il tavolo parlamentare permanente per gestire assieme l’emergenza sanitaria, ma chiediamo anche regole chiare e soprattutto correttezza istituzionale. Il dialogo sull’emergenza è doveroso ma non accettiamo ricatti da nessuno. Ad esempio, non si può offrire la collaborazione a condizione di ottenere in cambio il voto anticipato. C’è bisogno di più rispetto reciproco. Sbaglia il Governo ad informare le opposizioni poco prima di varare un DPCM, sbagliano le minoranze a criticare pregiudizialmente ogni scelta dell’Esecutivo come se in questi mesi non ci fossero stati anche risultati importanti sul piano sanitario ed economico”.
Così Michele Bordo, vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, intervenendo in Aula dopo l’informativa di Conte.
“A marzo - ha aggiunto il deputato dem - eravamo secondi al mondo per numero di contagi, oggi siamo sedicesimi dietro diversi Paesi europei. A marzo c’era una quota di positivi del 25% rispetto al numero dei tamponi effettuati, oggi la percentuale è molto più bassa. Prima facevamo i tamponi quando il virus era già in fase avanzata, con la conseguenza della saturazione delle terapie intensive e un elevato tasso di mortalità. Adesso, con più di 150 mila tamponi al giorno, siamo invece in grado di individuare subito i positivi, contribuendo così a far crescere i casi di isolamento fiduciario e la diminuzione dei ricoveri in ospedale. Gli sforzi e gli investimenti fatti dal Governo in questi mesi per far crescere i posti letto nelle terapie intensive e nei reparti covid, per assumere il personale e per rendere più moderni e attrezzati i nostri ospedali sono stati enormi. Ma nonostante tutto, siamo di fronte ad un aumento esponenziale dei contagi. Certo, ci sono stati anche errori e limiti, ma chi non li ha fatti. Avremmo potuto forse organizzare meglio il trasporto pubblico, fare più sforzi per i tamponi, investire di più sulla medicina territoriale, realizzare più reparti covid, rendere più efficienti l’app immuni e il sistema di tracciamento. Avremmo potuto anche decidere favorevolmente sul Mes e utilizzare già da qualche mese le risorse per rendere ancora più efficiente il sistema sanitario pubblico. Ma è anche vero che moltissimo è stato fatto e tanto ancora sarà fatto nelle prossime settimane, con la convinzione che non si può lasciare che le Regioni facciano scelte autonome su questioni cruciali”.