Dl Lavoro: Borghi, anche per Lega e M5S Jobs act crea lavoro, loro finzione viene a galla
Dichiarazione di Enrico Borghi, deputato Pd
Dichiarazione di Enrico Borghi, deputato Pd
“Il Partito democratico prende atto che M5S e Lega lasciano intatto il Jobs act voluto e attuato dai governi Renzi e Gentiloni. E lo fanno dopo che per tutta la campagna elettorale hanno detto che lo avrebbero abolito e reintrodotto i l’articolo 18. Ecco, proprio quel Jobs act che secondo le loro accuse non avrebbe creato posti di lavoro, danneggiato l’economia, tradito la fiducia di imprese e lavoratori, con la votazione di stamani alla Camera non viene toccato, anzi viene ribadita l’importanza del contratto a tutele crescenti.
“L’impostazione di fondo del decreto tradisce la pretesa al contempo dirigista e rigidista di questo governo”. Lo ha dichiarato Stefano Lepri, deputato del Partito democratico, nel corso della discussione In Aula sul Decreto Dignità.
“Il decreto Di Maio è così mal definito che fara’ costare di più i contratti a termine”. E’ quanto ha dichiarato l’on. del partito democratico Debora Serracchiani, intervenendo in aula in qualità di relatrice di minoranza al decreto sul lavoro. Serracchiani ha fatto un appello al governo e alla maggioranza di “riflettere e prendere in considerazione l’ipotesi di fare riferimento alla contrattazione collettiva nazionale quando ci si riferisce alla causali”. Per Serracchiani, infatti, “il decreto interviene solo sui contratti a termine facendoli costare di più.
“Dare un mandato pieno alla contrattazione collettiva per la definizione delle causali del contratto a termine, consapevoli che la complessità del sistema produttivo, la variabilità degli assetti organizzativi, la diversità dei contesti territoriali, non possono essere adeguatamente governati dalla presunzione di un legislatore che si ritiene onnisciente e che pertanto si rifiuta di dialogare e di consegnare spazi e luoghi di autonoma regolazione alle parti sociali.
“Dopo aver ridotto ai minimi termini le audizioni e aver azzerato la discussione in Commissione, anche in Aula è stato dato parere contrario a tutti gli emendamenti dell’opposizione. Non è il Partito Democratico ma il governo a star facendo ostruzionismo: ostruzionismo al buonsenso che servirebbe per modificare queste causali inapplicabili, per limitare i danni del costo dei rinnovi, per incentivare davvero il lavoro stabile, su cui sono state messe risorse risibili.
“Oggi alla Camera abbiamo assistito a uno spettacolo imbarazzante. Due commissioni bloccate da una maggioranza che non è d’accordo su niente, da un governo che cerca di rimandare tanti emendamenti in Aula per farli passare con la fiducia e non sottoporli all’esame del Parlamento. Dopo tante dichiarazioni eclatanti possiamo dirlo con certezza: questo decreto era e resta il decreto disoccupazione.
“Sul divieto di pubblicità giochi e scommesse si è persa l’occasione”. Lo dichiara Elena Carnevali, della presidenza del gruppo Pd alla Camera, a proposito del Dl Dignità.
“Le proposte emendative del Pd a dl Di Maio in favore dei lavoratori portuali ( possibilità di utilizzare interinali nei porti nei momenti di particolari picchi che necessitano di manodopera specializzata) potevano avere già il via libera in commissione e ora, invece, tornano a rischio a causa di una incomprensibile rigidità di Leu. Dopo aver chiesto il ritiro in commissione per poi riprenderli in Aula, il governo ha infatti approfondito l’esame e si è detto disposto a riammetterli in commissione stessa, previo il consenso di tutti i gruppi, e ad accoglierli.
"La sordità del governo rispetto al problema della tempistica degli effetti espone decine di migliaia di lavoratori al rischio di un mancato rinnovo contrattuale". Lo dichiara Romina Mura, componente Pd in Commissione Lavoro alla Camera, a proposito del Dl Dignità.