28/11/2023 - 17:18

“Con questo decreto sull’immigrazione siamo arrivati a quota quattro, uno a trimestre, come le vecchie pagelle di una volta. Avete introdotto la norma incivile sulla cauzione di 5mila euro per non finire in un centro di accoglienza, fino all'accordo con l’Albania che costerà molto, complicherà tanto e non risolverà nulla. La realtà è che non sapete come gestire quella che da molti anni oramai battezzate come un'emergenza, ma che emergenza non è. Perché fenomeno che appartiene a questo nostro tempo ed è per questo che chiede uno sguardo coerente sul piano umano con i nostri principi di civiltà. Noi pensiamo che queste norme calpestano la Costituzione”.

Lo ha detto il deputato democratico, Gianni Cuperlo, annunciando il voto contrario del Gruppo Pd al Dl Immigrazione.

“Viene cancellato lo Stato di diritto - ha aggiunto - quando si stabilisce, come fate in questo decreto, l’espulsione di persone che vivono in Italia e sono integrate nel lavoro. Da domani, infatti, si potrà venire espulsi a discrezione del ministro dell'Interno per supposti gravi motivi di ordine pubblico o sicurezza dello Stato. In alcuni casi la misura sarà disposta direttamente dal prefetto, con misure più restrittive anche sul diritto di difesa. Violando tre sentenze della Corte Costituzionale e con una misura inedita decidete di colpire i più fragili, i minori stranieri non accompagnati, una terminologia che sa molto di polvere e burocrazia. Ma parliamo di sedicenni partiti spesso dal girone più infernale del mondo, lì dove si muore di fame o di guerra. Ragazzini che rischiano di essere collocati in un centro per adulti con una promiscuità vietata dalle stesse norme europee. Occorrerebbero risposte - ha concluso - guardando a quei 25mila corpi in fondo al Mediterraneo che mai vedranno una sepoltura e invece votate un decreto che peggiorerà le cose. Poi a marzo, con il primo caldo e il mare più clemente, tornerete qui in Parlamento per un quinto decreto per fermare l'emergenza che non c’è”.

13/10/2023 - 12:15

“Lasci che io le esprima la mia personale vicinanza e solidarietà per essere stato lei chiamato oggi a rispondere ad una interrogazione che si rivolgeva a tre ministri. Nel rispetto delle prerogative di questo Parlamento erano, sono, i ministri dell'Interno, della Difesa e il già citato ministro Salvini delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ministri direttamente o indirettamente interessati e coinvolti nella vicenda e per la quale noi oggi abbiamo chiesto un legittimo, è necessario chiarimento. Ma è comprensibile, basta guardare i banchi di quest’Aula, i banchi del governo, i ministri avevano avuto altri impegni e non hanno ritenuto di rispondere e hanno mandato lei”. Lo ha detto in Aula alla Camera, il deputato dem Gianni Cuperlo, durante lo svolgimento delle interpellanze urgenti, rivolgendosi al sottosegretario all’Ambiente e la sicurezza energetica, Claudio Barbaro.

“Signor sottosegretario - ha concluso Cuperlo - lei si ricorda quella gag formidabile di Antonio De Curtis alias Totò? Lui entrava in scena ridendo come un pazzo e raccontava la sua spalla comica di un tizio che la mattina chiamandolo Pasquale lo aveva ricoperto di ceffoni. E alla domanda su che cosa trovasse da ridere, quel genio della comicità napoletana replicava ‘e che so Pasquale io?’. Ecco, lei da oggi in avanti, glielo dico con sincera simpatia, sarà per me il sottosegretario Pasquale. Nessuna polemica nei suoi confronti, ma se può e non le costa fatica, io le sarei personalmente grato se vorrà far pervenire ai tre ministri in questione la nostra insoddisfazione per il testo che le hanno consegnato da leggere qui questa mattina”.

25/08/2023 - 12:44

"E così, per non farci mancare nulla, ieri intervenendo al meeting di Rimini il ministro Lollobrigida se ne è uscito spiegando perché i poveri mangiano meglio dei ricchi. Tesi ardita sotto ogni punto di vista e che gli ha fatto piovere addosso polemiche assai prevedibili.

Ma anche in questo caso vale la domanda: come è possibile che un esponente del governo non si renda conto di quale sciocchezza stia per dire?". Lo scrive sul suo profilo Facebook il deputato dem Gianni Cuperlo.

"Forse - prosegue l'esponente Pd - la risposta è nel fatto che davvero non sa di cosa sta parlando perché, al fondo, non ha conoscenza delle vite che descrive. Venite un istante lontano dall'oggi. Nel 1949 a Genova si tiene il congresso della Cgil. Era un appuntamento importante dove il segretario Giuseppe Di Vittorio portava a compimento il piano del lavoro, un appello allo sforzo congiunto di Stato, imprese, lavoratori, per assorbire 2 milioni di italiani senza occupazione, stipendi e un tetto dignitoso sulla testa.

La stessa proposta rivendicava anche un “minimo di salario” per braccianti agricoli sfruttati allora come oggi (“minimo di salario” allora, “salario minimo” oggi)".

"E poi - aggiunge - quasi a chiosa, il sindacalista più amato aggiungeva un paio di righe. Queste: 'Scusatemi una breve digressione: ho personalmente conosciuto quella miseria abbrutente, la disoccupazione, quelle sofferenze, quelle umiliazioni, e dico, signori, che lasciando da parte ogni altra considerazione, e solo per dovere di umanità, la società deve intervenire con tutto il coraggio necessario per colpire i privilegi e assicurare ai lavoratori della terra, specialmente del Mezzogiorno e delle Isole, non un tenore di vita elevato, non una condizione di benessere, ma una vita tollerabile e un poco più umana'".

“'Ho personalmente conosciuto quella miseria abbrutente': non è retorica - conclude Cuperlo - è sostanza per chi voglia comprendere dove fonda il crollo di reputazione di un pezzo del ceto politico. A dirla seccamente, in quelle generazioni la spinta a confliggere con l’ordine guasto del mondo non nasceva per forza da buone letture, quelle sarebbero venute dopo, ma dall’avere condiviso sofferenze e umiliazioni. Poteva essere la miseria delle campagne di Cerignola dove il futuro capo di operai e braccianti viene spedito a faticare quando aveva appena dieci anni o la necessità di unirsi a compagni di lotta in un antifascismo militante. Resta il dato, a forgiarsi erano un’anima e una funzione, profili di una classe dirigente che avrebbe scortato il paese alla democrazia e alla Repubblica. Ecco, tutto qui quello che manca ai nuovi potenti della destra, ma non è poco e può indurre un ministro nella calura estiva a sproloquiare sulla dieta e il carrello della spesa di donne e uomini che evidentemente non ha mai guardato negli occhi. Se qualcuno può farlo, lo spieghi al ministro dell’Agricoltura".

18/07/2023 - 16:28

“Dopo l’Inps e l’Inail è arrivato il turno del Centro Sperimentale di Cinematografia. Il governo con un emendamento decide di anticipare il ricambio degli organi di governo di una vera istituzione della nostra cultura. Non pensano di avere solo vinto le elezioni. Si sono convinti di avere vinto il jackpot del potere e delle poltrone. Merito? Capacità? Requisiti? Regole? Merce datata. Questa è la destra padronale che l’egemonia culturale non la crea. La compra”. Così Gianni Cuperlo sulle manovre del governo a proposito degli organi di governo del Centro Sperimentale di Cinematografia.

18/07/2023 - 14:45

Dichiarazione di Gianni Cuperlo, deputato Pd

“Con questo emendamento soppressivo la maggioranza  non si limita ad esprimere una obiezione di merito o ad avanzare una controproposta, che sarebbe pure auspicabile, ma decide di sotterrare un problema. Decide di cancellarlo dall’agenda parlamentare negando alle opposizioni, per una volta unite, di mettere il parlamento nella condizione di fare il suo mestiere: quello di discutere, di emendare e di ricercare una sintesi possibile.” Così il deputato Pd Gianni Cuperlo, intervenendo in Commissione Lavoro sul salario minimo. “Temo – ha proseguito Cuperlo-  che dietro a questo atteggiamento della maggioranza ci sia una concezione della dialettica parlamentare e della stessa qualità democratica nell’uso del consenso che rischia  seriamente di ridurre gli spazi del pensiero critico e della partecipazione.   Con partiti fragili una democrazia soffre,  senza elettori una democrazia muore, ha sottolineato Cuperlo, per il quale “anche da questo punto di vista  dare un segnale all’esterno che da queste aule c’è un parlamento che sa discutere può essere un incentivo a favorire una maggiore consapevolezza alla partecipazione da parte dei cittadini”. Il salario minimo – ha incalzato l’esponente Dem- non è uno sgambetto delle opposizioni alla maggioranza e nemmeno un agguato al governo del paese, legittimato a compiere le sue scelte. Ma nella sua modestia, questa proposta vorrebbe invece essere una forma di pacificazione sociale.  Non sarà certo un caso che una forte maggioranza degli italiani , il 75 per cento,  è favorevole ad una misura come il salario minimo. E se il Parlamento – ha concluso Cuperlo- scegliesse invece di negare anche solo la prospettiva di un confronto sul merito di questa proposta temo che quella maggioranza resterebbe profondamente delusa. Faccio così appello alla maggioranza perché ci ripensi.”

25/05/2023 - 14:43

Resta da capire cosa rimane del servizio pubblico

“Lucia Annunziata si è dimessa dalla Rai e dalla conduzione di “Mezz’ora in più”. Nella lettera indirizzata ai vertici dell’azienda scrive di essere arrivata a questa decisione perché “non condivido nulla dell’operato dell’attuale governo, né sui contenuti né sui metodi. In particolare non condivido le modalità dell’intervento sulla Rai. Riconoscere questa distanza è da parte mia un atto di serietà nei confronti dell’azienda che vi apprestate a governare. Non ci sono le condizioni per una collaborazione dunque”.
Adesso il governo e i nuovi potenti del servizio pubblico radiotelevisivo avranno di che rallegrarsi: una poltrona in più a loro disposizione.
Resta solo da capire se questo sia un governo degno della qualifica e cosa rimanga (pro tempore) del servizio pubblico radiotelevisivo.”

Così il deputato del Pd Gianni Cuperlo.

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