“Una giornata importante. Ancora una volta stamane sono andato a Piazzale Clodio all’ingresso del tribunale di Roma dove oggi inizia il processo a carico di quattro agenti e ufficiali della sicurezza nazionale egiziana accusati del sequestro e dell’uccisione di Giulio Regeni. Assieme a Paola, Claudio e Irene, a Alessandra Ballerini e alla loro battaglia instancabile per ottenere verità e giustizia c’erano, come sempre da mesi e anni, Beppe Giulietti, Marino Sinibaldi, Pif, Sigfrido Ranucci, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli…e tante e tanti giornalisti e operatori dell’informazione e della cultura che in questi lunghi otto anni sono stati la straordinaria ‘scorta mediatica’ costruita perché su una tragedia e sui depistaggi vergognosi del regime egiziano non calasse il silenzio. Adesso parlerà quell’aula processuale, il sentiero sarà ancora lungo, ma su quel sentiero c’è un mondo che in nome della giustizia proseguirà il cammino. Un abbraccio”.
Lo scrive sui social il deputato democratico, Gianni Cuperlo.
“L’approvazione da parte delle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera dell’emendamento bipartisan al Decreto Milleproroghe che proroga la moratoria del taglio dei contributi all’editoria di altri 24 mesi è certamente una buona notizia. Ora però non si deve perdere tempo e occorre lavorare con serietà ad una revisione organica della normativa a tutela del pluralismo dell'informazione. Al centro deve essere posto il diritto del cittadino ad una informazione corretta e puntuale”.
Lo dichiarano i deputati democratici Mancini, Bonafé, Cuperlo, Fornaro, Mauri, Guerra, Lai, Pagano e Roggiani, firmatari dell’emendamento 7.18 al Dl Milleproroghe.
"Oggi vogliamo rammentare di non cancellare il passato e non cancellare equivale a conoscerlo e soprattutto a capirlo e rispettarlo, senza fantasmi e paure. Una conoscenza che deve essere coscienza storica e civile, senza che alcune parti politiche pensino di poter piegare la storia a proprio vantaggio. Non dobbiamo calpestare più la memoria di chi ha sofferto lutti e tragedie. E non dobbiamo stravolgere mai le posizioni degli altri". Lo ha detto in Aula il deputato del Pd Gianni Cuperlo dichiarando il voto favorevole del Pd al provvedimento che contiene misure per promuovere la conoscenza delle Foibe.
Cuperlo ha aggiunto: "Il vicepresidente di questa Camera ha accusato il Partito democratico e la mia persona di negazionismo sulle vittime delle foibe e sull'esodo di istriani e dalmati. Da parte nostra nessun negazionismo, e nessuna rimozione di quelle pagine tragiche e di quei crimini scolpiti. Il punto è che il presidente Rampelli non si fa scrupolo di vergare frasi violente e profondamente false. Oggi dobbiamo dire che qui non siedono negazionisti di parte, bensì gli eredi di quei partigiani italiani che 80 anni fa hanno riconsegnato l'Italia alla libertà e alla democrazia".
no a nuove tentazioni Lega su “emendamento Bandecchi”
“Il dietrofront sulle università online è una notizia positiva, ci auguriamo che questo argomento sia definitivamente accantonato e che nella maggioranza non vi siano nuove tentazioni a presentare una norma che, come denunciato dalla Conferenza dei rettori, dall’Anvur e dell’Anac, favorisce le università telematiche in termini economici, impoverisce la qualità dei percorsi accademici e crea problemi in termini di legalità” così le deputate e i deputati democratici, Simona Bonafè, Debora Serracchiani, Gianni Cuperlo, Federico Fornaro, Andrea Orlando e Matteo Mauri che hanno da subito denunciato in commissione l’attenzione “sospetta” della Lega sulla norma giornalisticamente ribattezzata “emendamento Bandecchi”.
“Le condizioni della detenzione di Ilaria Salis in Ungheria e le modalità con le quali ieri è stata condotta nell’Aula del tribunale rappresentano una violazione delle più elementari regole dello Stato di diritto.
Il governo italiano e la premier tacciono e non si capisce se perché impegnati in una delicata iniziativa diplomatica finalizzata a ottenere il trasferimento di Ilaria Salis in Italia o perché imbarazzati e spiazzati dal trattamento riservato a una giovane donna da un regime che considerano un amico fraterno. In questo caso la vergogna sarebbe duplice. Penso che la mobilitazione già in atto per ottenere che Ilaria torni immediatamente in Italia e per una condanna ferma dell’Europa nei confronti del regime ungherese debba allargarsi e trovare nel mio partito un protagonista attivo e determinato.
Benissimo il sit in per denunciare la privatizzazione meloniana della Rai.
Facciamolo precedere da un sit in davanti all’ambasciata ungherese di Roma” così il deputato democratico Gianni Cuperlo in un post su Facebook.
Post su Fb del deputato Pd Gianni Cuperlo
“Una notizia buona però c’è e sarà il confronto televisivo tra la presidente del Consiglio e la segretaria del Pd. Sul punto coltivo due speranze. Che il confronto avvenga presto. E che le regole di Palazzo Chigi prevedano anche il diritto di parola per Elly”. Si chiude così un lungo post su Facebook del deputato Pd Gianni Cuperlo a commento della conferenza stampa della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Cuperlo, immaginando anche la possibilità di replica da parte dell’interrogante, scrive che “forse la sceneggiatura avrebbe potuto cambiare in meglio, intendo nella logica della verità dei fatti”. E il deputato del Pd fa molti esempi come quello sul premierato dove, con “il testo attuale il capo dello Stato è obbligato a sciogliere le Camere a meno che non riesca a individuare un premier alternativo tra i parlamentari (solo i parlamentari!) della maggioranza che ha vinto le elezioni.” O sull’autonomia differenziata, dove viene contestata l’affermazione secondo la quale “con l’autonomia differenziata nulla si toglie a una regione per darla a un’alta.” “Non è così -scrive Cuperlo-, evidenziando una “contraddizione” nel presidente del Consiglio, citando il servizio Studi del Senato: “le regioni del Mezzogiorno più povere, ovvero quelle con bassi livelli di tributi erariali maturati nel territorio, potrebbero avere maggiori difficoltà ad acquisire le funzioni aggiuntive“, che tradotto significa penalizzare in termini di servizi pubblici essenziali la parte del paese che di quei servizi di qualità continua ad avere più bisogno.” Cuperlo si immagina anche una replica sulla questione degli appalti Anas. Per l’esponente Pd “i fatti oggetto dell’inchiesta riguardano un arco di tempo che va dal 2021 al 2023, alcuni di questi elementi sono relativi al ministero oggi guidato dal leader della Lega che avrebbe il dovere di riferire al parlamento l’esistenza o meno di condizionamenti in essere sul versante strategico di appalti per centinaia di milioni di euro. Il garantismo in questo caso non c’entra nulla, siamo di fronte a una questione politica che non può essere trattata come la polvere sotto il tappeto.” Cuperlo passa in rassegna “replicando” tutte le questioni sollevate nella conferenza stampa e sul tema della “ricattabilità” della premier, il parlamentare Pd osserva che “una grande democrazia come la nostra non può tollerare che il capo del governo esca con tali affermazioni sottraendosi all’obbligo di spiegare a cosa concretamente si riferisca e se sia a conoscenza di qualche pericoloso tentativo di condizionare le scelte strategiche del nostro sistema-paese. L’affermazione è perciò un misto di incoscienza, inconsapevolezza e irresponsabilità. Prima Meloni lo capisce, meglio sarà per gli italiani.”
“Con questo decreto sull’immigrazione siamo arrivati a quota quattro, uno a trimestre, come le vecchie pagelle di una volta. Avete introdotto la norma incivile sulla cauzione di 5mila euro per non finire in un centro di accoglienza, fino all'accordo con l’Albania che costerà molto, complicherà tanto e non risolverà nulla. La realtà è che non sapete come gestire quella che da molti anni oramai battezzate come un'emergenza, ma che emergenza non è. Perché fenomeno che appartiene a questo nostro tempo ed è per questo che chiede uno sguardo coerente sul piano umano con i nostri principi di civiltà. Noi pensiamo che queste norme calpestano la Costituzione”.
Lo ha detto il deputato democratico, Gianni Cuperlo, annunciando il voto contrario del Gruppo Pd al Dl Immigrazione.
“Viene cancellato lo Stato di diritto - ha aggiunto - quando si stabilisce, come fate in questo decreto, l’espulsione di persone che vivono in Italia e sono integrate nel lavoro. Da domani, infatti, si potrà venire espulsi a discrezione del ministro dell'Interno per supposti gravi motivi di ordine pubblico o sicurezza dello Stato. In alcuni casi la misura sarà disposta direttamente dal prefetto, con misure più restrittive anche sul diritto di difesa. Violando tre sentenze della Corte Costituzionale e con una misura inedita decidete di colpire i più fragili, i minori stranieri non accompagnati, una terminologia che sa molto di polvere e burocrazia. Ma parliamo di sedicenni partiti spesso dal girone più infernale del mondo, lì dove si muore di fame o di guerra. Ragazzini che rischiano di essere collocati in un centro per adulti con una promiscuità vietata dalle stesse norme europee. Occorrerebbero risposte - ha concluso - guardando a quei 25mila corpi in fondo al Mediterraneo che mai vedranno una sepoltura e invece votate un decreto che peggiorerà le cose. Poi a marzo, con il primo caldo e il mare più clemente, tornerete qui in Parlamento per un quinto decreto per fermare l'emergenza che non c’è”.
“Lasci che io le esprima la mia personale vicinanza e solidarietà per essere stato lei chiamato oggi a rispondere ad una interrogazione che si rivolgeva a tre ministri. Nel rispetto delle prerogative di questo Parlamento erano, sono, i ministri dell'Interno, della Difesa e il già citato ministro Salvini delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ministri direttamente o indirettamente interessati e coinvolti nella vicenda e per la quale noi oggi abbiamo chiesto un legittimo, è necessario chiarimento. Ma è comprensibile, basta guardare i banchi di quest’Aula, i banchi del governo, i ministri avevano avuto altri impegni e non hanno ritenuto di rispondere e hanno mandato lei”. Lo ha detto in Aula alla Camera, il deputato dem Gianni Cuperlo, durante lo svolgimento delle interpellanze urgenti, rivolgendosi al sottosegretario all’Ambiente e la sicurezza energetica, Claudio Barbaro.
“Signor sottosegretario - ha concluso Cuperlo - lei si ricorda quella gag formidabile di Antonio De Curtis alias Totò? Lui entrava in scena ridendo come un pazzo e raccontava la sua spalla comica di un tizio che la mattina chiamandolo Pasquale lo aveva ricoperto di ceffoni. E alla domanda su che cosa trovasse da ridere, quel genio della comicità napoletana replicava ‘e che so Pasquale io?’. Ecco, lei da oggi in avanti, glielo dico con sincera simpatia, sarà per me il sottosegretario Pasquale. Nessuna polemica nei suoi confronti, ma se può e non le costa fatica, io le sarei personalmente grato se vorrà far pervenire ai tre ministri in questione la nostra insoddisfazione per il testo che le hanno consegnato da leggere qui questa mattina”.
"E così, per non farci mancare nulla, ieri intervenendo al meeting di Rimini il ministro Lollobrigida se ne è uscito spiegando perché i poveri mangiano meglio dei ricchi. Tesi ardita sotto ogni punto di vista e che gli ha fatto piovere addosso polemiche assai prevedibili.
Ma anche in questo caso vale la domanda: come è possibile che un esponente del governo non si renda conto di quale sciocchezza stia per dire?". Lo scrive sul suo profilo Facebook il deputato dem Gianni Cuperlo.
"Forse - prosegue l'esponente Pd - la risposta è nel fatto che davvero non sa di cosa sta parlando perché, al fondo, non ha conoscenza delle vite che descrive. Venite un istante lontano dall'oggi. Nel 1949 a Genova si tiene il congresso della Cgil. Era un appuntamento importante dove il segretario Giuseppe Di Vittorio portava a compimento il piano del lavoro, un appello allo sforzo congiunto di Stato, imprese, lavoratori, per assorbire 2 milioni di italiani senza occupazione, stipendi e un tetto dignitoso sulla testa.
La stessa proposta rivendicava anche un “minimo di salario” per braccianti agricoli sfruttati allora come oggi (“minimo di salario” allora, “salario minimo” oggi)".
"E poi - aggiunge - quasi a chiosa, il sindacalista più amato aggiungeva un paio di righe. Queste: 'Scusatemi una breve digressione: ho personalmente conosciuto quella miseria abbrutente, la disoccupazione, quelle sofferenze, quelle umiliazioni, e dico, signori, che lasciando da parte ogni altra considerazione, e solo per dovere di umanità, la società deve intervenire con tutto il coraggio necessario per colpire i privilegi e assicurare ai lavoratori della terra, specialmente del Mezzogiorno e delle Isole, non un tenore di vita elevato, non una condizione di benessere, ma una vita tollerabile e un poco più umana'".
“'Ho personalmente conosciuto quella miseria abbrutente': non è retorica - conclude Cuperlo - è sostanza per chi voglia comprendere dove fonda il crollo di reputazione di un pezzo del ceto politico. A dirla seccamente, in quelle generazioni la spinta a confliggere con l’ordine guasto del mondo non nasceva per forza da buone letture, quelle sarebbero venute dopo, ma dall’avere condiviso sofferenze e umiliazioni. Poteva essere la miseria delle campagne di Cerignola dove il futuro capo di operai e braccianti viene spedito a faticare quando aveva appena dieci anni o la necessità di unirsi a compagni di lotta in un antifascismo militante. Resta il dato, a forgiarsi erano un’anima e una funzione, profili di una classe dirigente che avrebbe scortato il paese alla democrazia e alla Repubblica. Ecco, tutto qui quello che manca ai nuovi potenti della destra, ma non è poco e può indurre un ministro nella calura estiva a sproloquiare sulla dieta e il carrello della spesa di donne e uomini che evidentemente non ha mai guardato negli occhi. Se qualcuno può farlo, lo spieghi al ministro dell’Agricoltura".
“Dopo l’Inps e l’Inail è arrivato il turno del Centro Sperimentale di Cinematografia. Il governo con un emendamento decide di anticipare il ricambio degli organi di governo di una vera istituzione della nostra cultura. Non pensano di avere solo vinto le elezioni. Si sono convinti di avere vinto il jackpot del potere e delle poltrone. Merito? Capacità? Requisiti? Regole? Merce datata. Questa è la destra padronale che l’egemonia culturale non la crea. La compra”. Così Gianni Cuperlo sulle manovre del governo a proposito degli organi di governo del Centro Sperimentale di Cinematografia.
Dichiarazione di Gianni Cuperlo, deputato Pd
“Con questo emendamento soppressivo la maggioranza non si limita ad esprimere una obiezione di merito o ad avanzare una controproposta, che sarebbe pure auspicabile, ma decide di sotterrare un problema. Decide di cancellarlo dall’agenda parlamentare negando alle opposizioni, per una volta unite, di mettere il parlamento nella condizione di fare il suo mestiere: quello di discutere, di emendare e di ricercare una sintesi possibile.” Così il deputato Pd Gianni Cuperlo, intervenendo in Commissione Lavoro sul salario minimo. “Temo – ha proseguito Cuperlo- che dietro a questo atteggiamento della maggioranza ci sia una concezione della dialettica parlamentare e della stessa qualità democratica nell’uso del consenso che rischia seriamente di ridurre gli spazi del pensiero critico e della partecipazione. Con partiti fragili una democrazia soffre, senza elettori una democrazia muore, ha sottolineato Cuperlo, per il quale “anche da questo punto di vista dare un segnale all’esterno che da queste aule c’è un parlamento che sa discutere può essere un incentivo a favorire una maggiore consapevolezza alla partecipazione da parte dei cittadini”. Il salario minimo – ha incalzato l’esponente Dem- non è uno sgambetto delle opposizioni alla maggioranza e nemmeno un agguato al governo del paese, legittimato a compiere le sue scelte. Ma nella sua modestia, questa proposta vorrebbe invece essere una forma di pacificazione sociale. Non sarà certo un caso che una forte maggioranza degli italiani , il 75 per cento, è favorevole ad una misura come il salario minimo. E se il Parlamento – ha concluso Cuperlo- scegliesse invece di negare anche solo la prospettiva di un confronto sul merito di questa proposta temo che quella maggioranza resterebbe profondamente delusa. Faccio così appello alla maggioranza perché ci ripensi.”
Resta da capire cosa rimane del servizio pubblico
“Lucia Annunziata si è dimessa dalla Rai e dalla conduzione di “Mezz’ora in più”. Nella lettera indirizzata ai vertici dell’azienda scrive di essere arrivata a questa decisione perché “non condivido nulla dell’operato dell’attuale governo, né sui contenuti né sui metodi. In particolare non condivido le modalità dell’intervento sulla Rai. Riconoscere questa distanza è da parte mia un atto di serietà nei confronti dell’azienda che vi apprestate a governare. Non ci sono le condizioni per una collaborazione dunque”.
Adesso il governo e i nuovi potenti del servizio pubblico radiotelevisivo avranno di che rallegrarsi: una poltrona in più a loro disposizione.
Resta solo da capire se questo sia un governo degno della qualifica e cosa rimanga (pro tempore) del servizio pubblico radiotelevisivo.”
Così il deputato del Pd Gianni Cuperlo.