28/05/2025 - 18:28

"E’ il governo del caos e delle contraddizioni in materia di giustizia. Con l’approvazione dell’ordine del giorno di Forza Italia, infatti, il Governo si impegna a limitare l’uso della custodia cautelare anche quando c’è il rischio di reiterazione di reati molto gravi.

Una scelta irragionevole, che mira a introdurre per legge una presunzione di non pericolosità sociale per chi, pur incensurato, è accusato di fatti che mettono a rischio anche l’incolumità delle persone.

Così si toglie in sostanza al giudice la possibilità di valutare nel caso concreto la pericolosità dell’indagato, sostituendo quell’esame con una scorciatoia pericolosa.

Tutto questo mentre lo stesso Governo, con il decreto sicurezza, inasprisce pene e carcere in modo ossessivo un po’ per tutti: una contraddizione evidente, segno di un’impostazione confusa e incoerente sulla giustizia.

La questione del sovraffollamento carcerario è tema gravissimo che deve essere affrontato subito e seriamente, non con scelte animate dal classico furore ideologico della destra e certamente non strumentalmente da un governo che fa ogni giorno del carcere luogo di abbandono e disperazione.”

Lo dichiarano Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Partito Democratico, e Federico Gianassi, capogruppo Pd in Commissione Giustizia alla Camera.

 

26/05/2025 - 15:46

“Sul DL Sicurezza ci troviamo di fronte alla classica strategia perdente delle destre: violentano il codice penale con decretazione d'urgenza, pensando che con un tratto di penna si possa miracolosamente risolvere i problemi del Paese sulla sicurezza. Il risultato è che non c’è sicurezza e i diritti delle persone vengono compressi. Il governo è una farsa, una presa in giro per gli italiani”. Lo dice il deputato Federico Gianassi, capogruppo PD in Commissione Giustizia, intervenendo in Aula sul Dl Sicurezza.
“Davanti al tema della sicurezza – continua l'esponente dem - il governo sta subendo una delle sue più clamorose sconfitte che confermano lo stato di grande difficoltà in cui vive. I dati del ministero dell'Interno ci dicono che i reati per crimini di violenza sono aumentati: si smonta così la loro narrazione demagogica, quel mantra per cui è sempre colpa di 'chi governava prima di noi'.
“Oltre a attaccare l’opposizione non manca poi la consueta auto-celebrazione della maggioranza che sostiene di aver risolto tutti i problemi; gli italiani sanno che non è vero, è una bufala. Il governo non ha risolto nulla perché la sua strategia, che prevede tanti reati e zero investimenti in prevenzione, è fallimentare. Fermatevi, state andando a sbattere contro un muro e le conseguenze le pagano gli italiani. Vi è rimasta solo la propaganda e invece ci sarebbe bisogno di serietà e risorse per affrontare questi problemi”, conclude Gianassi.

 

22/05/2025 - 16:25

“Dopo la minaccia della tagliola sugli emendamenti, ora la maggioranza minaccia di applicarla anche alle dichiarazioni di voto. Una doppia tagliola che rappresenta una forzatura inaudita e un precedente gravissimo per il funzionamento del Parlamento. Si tratta di una scelta autoritaria che comprime in modo inaccettabile il dibattito democratico, tanto più su un decreto che non ha alcuna urgenza reale legata alla scadenza e che contiene misure altamente controverse.

Ci appelliamo al Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, affinché eserciti pienamente il suo ruolo di garanzia e tuteli le prerogative delle opposizioni” così i capigruppo del Pd nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera, Simona Bonafè e Federico Gianassi.

 

06/05/2025 - 18:48

“Da Forza Italia attacchi strumentale ai giudici sulla nuova legge che colpisce le intercettazioni. Avevamo già denunciato con chiarezza che le nuove norme, animate da furore ideologico, avrebbero previsto un tetto irragionevole alle intercettazioni. Ad oggi, infatti, è previsto che la Procure debbano ‘spegnere l’interruttore’ dopo soli 45 giorni anche per reati gravissimi come l'omicidio e lo stupro.
Oggi Forza Italia, che continua a non preoccuparsi per questa grave stortura, attacca la procura di Messina perché in una circolare ha ricordato che il tetto non si applica ai reati contro la Pubblica amministrazione. Ma anche questo era noto, lo avevano detto con chiarezza gli esperti ascoltati durante le audizioni in commissione, lo hanno detto figure certamente non sospettabili di subordinazione nei confronti delle Procure come l'ex presidente della Camera penale Caiazza, lo avevano scritto autorevoli giuristi sulle riviste specializzate. Era noto: le nuove norme bloccano le indagini per gravi reati di sangue e non valgono per i reati contro la pubblica amministrazione. Quindi di cosa si sorprende oggi Forza Italia? La tecnica di attaccare i giudici è vecchia e non è credibile. La verità è che questa maggioranza è supina nei confronti del governo e accetta l'umiliazione del Parlamento con testi blindati rispetto ai quali, anche quando emergono gravi difetti, viene ostacolato qualunque correttivo come quelli che noi avevamo presentato ad esempio per evitare che le nuove norme si applicassero ai reati di omicidio, sequestro di persona e violenze contro le donne” dichiara il capogruppo democratico in commissione giustizia della camera, Federico Gianassi.

10/04/2025 - 12:18

Riforma inaccettabile, colpisce la tutela dei cittadini.

“Quella portata avanti dal governo Meloni non è una riforma della Corte dei Conti, ma un attacco diretto alla sua funzione di controllo. È coerente con il disegno di indebolimento degli organi indipendenti di garanzia che questo esecutivo porta avanti sin dall’inizio della legislatura. Prima la magistratura, poi la magistratura onoraria con la separazione delle carriere, e oggi la magistratura contabile”. Così il deputato Federico Gianassi, capogruppo Pd in commissione Giustizia, commenta l’approvazione del testo sulla riorganizzazione della Corte dei Conti, passato al Senato.

“La Corte dei Conti – sottolinea l’esponente dem - ha il compito di indagare sugli illeciti commessi dai funzionari pubblici che arrecano danni economici ai cittadini. Se l’intento fosse stato realmente quello di migliorarne l’efficienza, avremmo contribuito con spirito costruttivo. Ma l’obiettivo è un altro: svuotare l’organo di controllo, ridurre le sanzioni, accentrare i poteri e indebolire i meccanismi di tutela per i cittadini”.

“Questa riforma – conclude Gianassi - incide pesantemente sull’autonomia e l’indipendenza della Corte. Con l’introduzione di vincoli gerarchici sulle indagini, si contraddicono principi fondamentali della nostra Costituzione. Prevedere che si risponda solo per il 30 per cento del danno arrecato alla pubblica amministrazione significa che il restante 70 per cento sarà a carico dei cittadini. È inaccettabile. Il Partito Democratico si oppone con forza a questo disegno. I cittadini hanno diritto a istituzioni che vigilano e garantiscono l’uso corretto delle risorse pubbliche”.

 

08/04/2025 - 17:20

Questo provvedimento viola la Carta costituzionale e si ascrive alla politica di attacco della destra e del governo nei confronti della magistratura, resa ancora più evidente dalle incredibili parole pronunciate dal sottosegretario Mantovano che ancora una volta ha preso di mira l’autonomia e l’indipendenza dei magistrati. Sono molti i motivi di merito che ci inducono ad esprimere la nostra totale contrarietà e ci preme evidenziare che ben 10 norme presentano profili di incostituzionalità. Il primo è costituito da una legge delega al governo che contiene principi e criteri troppo generici e che prevede la promiscuità tra sezioni giurisdizionali consultive e di controllo, due funzioni distinte che devono essere separate. Viene poi stabilito che l’interrogazione delle sezioni riunite della Corte si impone al pubblico ministero, che però è una parte autonoma e indipendente. Inoltre, si stabilisce un principio di subordinazione gerarchica dei pubblici ministeri rispetto al procuratore generale e viene sottratta la programmazione del controllo concomitante agli uffici competenti. Viene introdotto un regime di pubblicità incompatibile con l'articolo 100 della Costituzione e viene ridimensionato il principio della colpa grave, con una definizione difforme da quella prevista oggi nel Codice degli Appalti. Ancora, viene stabilito un quantum risarcitorio troppo modesto e si applica in modo esteso il silenzio-assenso che non dovrebbe essere consentito nell'esercizio di funzioni magistratuali. Infine, segnaliamo la violazione del regolamento europeo sulla tutela delle banche dati, laddove nella legge è consentito al procuratore generale accedere in tempo reale alle banche dati sulle indagini territoriali.

Così il capogruppo Pd in commissione Giustizia alla Camera, Federico Gianassi, intervenendo in Aula.

 

01/04/2025 - 16:41

“Dopo il clamoroso fallimento dei mesi scorsi, che ha costretto il ministero della Giustizia a rinviare più volte l’allargamento del processo penale telematico, apprendiamo dai media che si registra oggi l’ennesimo flop: i problemi che secondo Nordio sarebbero stati risolti entro il primo aprile, continuano infatti a creare criticità nei tribunali di tutta Italia. Il sistema giudiziario nazionale, nonostante le risorse stanziate dal Pnrr, è palesemente al collasso. In questo quadro desolante, che dovrebbe costringere l'esecutivo ad intervenire con rapidità, registriamo soltanto le parole di un governo che rivendica falsi risultati quando siamo in presenza di azioni che hanno prodotto esclusivamente ritardi, disservizi e fallimenti”.

Così il capogruppo Pd in commissione Giustizia alla Camera, Federico Gianassi.

 

01/04/2025 - 15:12

“Di fronte al collasso della giustizia il sottosegretario Delmastro da un lato attribuisce responsabilità ai precedenti governi, come se il sottosegretario facesse parte ancora dell'opposizione e non fossero già passati di due anni e mezzo da quando hanno assunto l’incarico, e dall’altro, comunque sminuisce la gravità della situazione perché il governo sarebbe al lavoro. Ma la realtà è ben diversa ed è sotto tu occhi di tutti: basta andare a vedere le aule e gli uffici per rendersene conto. Come a Torino dove le prime udienze sono fissate nel 2030”. Così il deputato dem Federico Gianassi, capogruppo PD in Commissione Giustizia, intervenendo in Aula nell'interrogazione al sottosegretario Delmastro sui giudici di pace.

“Gli uffici dei giudici di pace – continua il parlamentare PD - sono in evidente carenza di organico che non consente l'assorbimento delle funzioni della giustizia: oltre a pensare di riallargare gli uffici nel territorio occorre far funzionare quelli esistenti. Mancano giudici e personale amministrativo, spesso precario; i giudici entrati in servizio dopo il 2017 non hanno ancora tutele; se si mette mano alla geografia giudiziaria occorre prima di tutto allora liberare dai costi quei Comuni che si sono fatti carico negli anni di tenere aperti gli uffici. Il governo ha la colpa, da un lato, di sottovalutare i mali che affliggono la giustizia e, dall’altro, di avere intrapreso una strada che aggrava quei problemi”, conclude Gianassi.

 

20/03/2025 - 15:45

“Il Governo Meloni infligge un colpo durissimo alla lotta contro la criminalità. Il limite di 45 giorni introdotto nel nostro ordinamento per le intercettazioni, peraltro anche per reati gravissimi come omicidio, sequestro di persona, violenza contro le donne, è una scelta politica che mette a rischio le indagini e l’individuazione degli autori di reati gravi e si spiega solo in ragione del pregiudizio della destra italiana verso la magistratura e verso il principio di autonomia e indipendenza che la sorreggono.
La maggioranza poteva correggere questa deriva, avrebbe potuto accogliere gli emendamenti che chiedevano di escludere l’omicidio e i reati del Codice Rosso dal limite alle intercettazioni. Ma ha scelto di bocciarli, dimostrando una grave irresponsabilità. In un Paese nel quale la destra non da’ risposte davanti a casi come quello di Paragon e’ davvero incredibile che le energie di governo e maggioranza siano dedicate a contrastare le intercettazioni regolari, che rispondono ai requisiti di legge e che sono autorizzate dalla magistratura”. Così il capogruppo democratico nella commissione giustizia della camera, Federico Gianassi.

14/03/2025 - 09:57

“Delmastro Delle Vedove non doveva essere nominato sottosegretario alla Giustizia. Non era all’altezza. E lo hanno confermato questi oltre due anni a Via Arenula, in cui ha operato con scarsissimo senso dello Stato, con una visione lontana dai principi costituzionali. Ma quanto uscito stamattina sul Foglio, quelle dichiarazioni che demoliscono la cosiddetta riforma Nordio sulla giustizia e la separazione delle carriere rivelano una crisi irreparabile nei rapporti con il Ministro. Il quale farebbe un gesto di dignità se se ne andasse. Ma in ogni caso Delmastro non dovrebbe restare un minuto di più. Per un minimo di decoro” Così la responsabile nazionale Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, i capigruppo in commissione Giustizia di Camera e Senato, rispettivamente Federico Gianassi e Alfredo Bazoli, e il capogruppo Pd in commissione Antimafia, Walter Verini.

 

13/03/2025 - 10:49

“La maggioranza ha bocciato l’emendamento del PD che escludeva il reato di omicidio dal limite temporale dei 45 giorni per le intercettazioni, il più grave previsto dal nostro ordinamento. Siamo di fronte a una decisione gravissima. Come è noto, le intercettazioni per i reati di omicidio richiedono tempi lunghi, poiché chi li commette, se non individuato nelle prime ore, tenta in ogni modo di cancellare le tracce della propria responsabilità. Gli autori di omicidi vengono spesso identificati dopo mesi, se non anni. Questa scelta è assurda e contraddittoria: arriva da una maggioranza che ogni giorno dichiara di voler combattere la criminalità, ma nei fatti toglie strumenti essenziali alle forze di polizia e alla magistratura. La decisione avrà conseguenze gravi anche sugli omicidi di poliziotti uccisi durante il servizio perché anche in questo caso scatta la mannaia sulle intercettazioni dopo 45 giorni. Con questo voto Fratelli d’Italia e Lega perdono definitivamente la faccia quando parlando di sicurezza e di vicinanza alle forze dell’ordine: la loro è solo insopportabile ipocrisia” così il capogruppo democratico nella commissione Giustizia della Camera, Federico Gianassi, dopo la bocciatura dell’emendamento del PD alla proposta di legge sulle intercettazioni.

 

12/03/2025 - 19:40

“La Camera respinge gli emendamenti che chiedono di escludere i reati del Codice Rosso – come maltrattamenti, stalking e violenza sessuale – dal limite di 45 giorni alle intercettazioni. Questo atteggiamento irresponsabile della maggioranza infligge un duro colpo a molte indagini che non potranno più avvalersi di uno strumento fondamentale per contrastare la violenza di genere. I numerosi casi di cronaca confermano quanto le intercettazioni siano essenziali per perseguire i responsabili e proteggere le vittime.
Su un tema così cruciale, il Parlamento non dovrebbe essere diviso. La scelta della maggioranza, che boccia oggi gli emendamenti e però non esclude di esaminare la questione in futuro, è solo una foglia di fico per nascondere l’imbarazzo che serpeggia anche tra i suoi stessi banchi.” Così il capogruppo democratico nella commissione giustizia della camera, Federico Gianassi.

04/03/2025 - 17:33

“Apprendiamo dagli organi di stampa che vi sarebbe da parte del ministro Nordio l’intenzione di sottrarre il coordinamento della polizia giudiziaria al pubblico ministero, in violazione della costituzione. Ad ora dal governo nessuno ha smentito la notizia. Si avvalora quindi l’ipotesi che la separazione delle carriere abbia come obiettivi prioritari colpire l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, politicizzare le  indagini e sottoporre il pm all’esecutivo. Non proprio l’esito auspicato anche da chi si è detto favorevole alla riforma” Così la responsabile nazionale Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, i capigruppo in commissione Giustizia di Camera e Senato, rispettivamente Federico Gianassi e Alfredo Bazoli, e il capogruppo Pd in commissione Antimafia, Walter Verini.

27/02/2025 - 12:48

Serracchiani, Bazoli, Gianassi e Verini: riforma animata da furore ideologico e intenti punitivi

“Oggi i magistrati italiani scioperano contro la riforma del Governo Meloni sulla separazione delle carriere. Lo fanno organizzando iniziative aperte alla partecipazione dei cittadini ed esponendo la Costituzione. Il Partito democratico ha espresso la propria contrarietà alla riforma denunciando l’obiettivo che la stessa ha di indebolire l’autonomia e l’indipendenza della magistratura. Continueremo la battaglia in sede parlamentare e nel paese contro una riforma animata da furore ideologico e intento punitivo. Gli attacchi violenti ed aggressivi contro singoli magistrati ci preoccupano enormemente e ci persuadono ancora di più a contrastare questa deriva pericolosa e a batterci per far funzionare davvero la giustizia: più organici di magistrati e cancellieri, stabilizzazione ufficio del processo, risposte serie ai magistrati onorari, investimenti per tecnologie e uffici giudiziari, durata ragionevole dei processi” così una nota di Debora Serracchiani, responsabile giustizia Pd, Alfredo Bazoli, capogruppo commissione giustizia Senato, Federico Gianassi, capogruppo Pd commissione giustizia Camera e Walter Verini, capogruppo Pd commissione antimafia.

 

25/02/2025 - 12:24

Con le sue azioni ha umiliato le istituzioni del nostro Paese

“La liberazione dell'assassino, torturatore e stupratore libico Almasri ha gettato discredito sul nostro Paese, imbarazzo profondo per l'umiliazione delle istituzioni. È bastato così poco per dimostrare come false le dichiarazioni di un pessimo governo che dichiara di non essere ricattabile. Il ministro Nordio è il principale responsabile e per questo poniamo la questione di sfiducia nei suoi confronti. I fatti sono incontrovertibili e la difesa del governo è stata la fiera delle reticenze e delle omissioni con un maldestro tentativo di auto-assoluzione”. Lo afferma in Aula il deputato dem Federico Gianassi intervenendo sulla mozione di sfiduci al ministro Nordio.
“Dopo molti giorni di silenzio – continua il capogruppo Pd in Commissione Giustizia - abbiamo ottenuto nuove dichiarazioni da parte di Meloni che affermava come la scarcerazione fosse stata presa dalla Corte d'Appello senza che la decisione della Corte penale internazionale fosse stata trasferita al ministero: bugie smentite dallo stesso Nordio perché tali informazioni erano state ricevute per il tramite dell’ambasciata dell’Aia. Nordio ha parlato prima di testo lungo, complesso, incomprensibile anche perché scritto in inglese e poi ha detto di averlo analizzato così bene da trovarne lacune e incongruenze: una contraddizione clamorosa per uscire dal grande imbarazzo e trovare una giustificazione in un errore di date”. “L'Italia ha bisogno di un ministro della Giustizia non di un pessimo avvocato difensore di uno stupratore. Nordio ora in Aula ride ma sa bene che rideranno meno i cittadini libici sottoposti alle torture di Almasri e non ride certo l'Italia con la Giustizia al collasso e davanti ad una riforma solo punitiva guidata solo dal furore ideologico contro l'autonomia della magistratura. Nordio disse che avrebbe approvato il codice dei crimini internazionali, è scomparso il codice e ora scompaiono con lui anche i criminali internazionali”, conclude Gianassi.

 

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