“La posizione dell’Italia che - apprendiamo a mezzo stampa - si asterrà dal voto sul patto pandemico degli stati membri dell’Oms è grave e isola il nostro Paese, ma ancor di più riprende le dichiarazioni a suo tempo rilasciate da Salvini sull’OMS. Ora è la volta della presidente Meloni. A questo punto il Governo ci dica da che parte sta: da quello della scienza e della cooperazione internazionale nel contrastare possibili future pandemie o del più bieco oscurantismo negazionista? La posizione ufficiale è quella più volte espressa dal Ministro Schillaci o quella che emerge più volte in occasioni come questa? Su alcuni punti non ci possono essere le ambiguità che d’altra parte caratterizzano da sempre l’azione di questo governo. Come pensano di affrontare possibili pandemie future se l’atteggiamento è questo? Il
Covid non ha insegnato nulla, come del resto si evince in modo chiarissimo dall’atteggiamento di parte della maggioranza in commissione e d’inchiesta. Presenteremo una interrogazione parlamentare per chiedere al governo come intende agire”. Lo dichiara il deputato del Pd Gian Antonio Girelli, vicepresidente della commissione parlamentare d’inchiesta Covid.
“Ha ragione la segretaria del PD Elly Schlein: il governo Meloni sta letteralmente smantellando la sanità pubblica. Ma questo non lo dice il PD, sono i dati a dirlo, grafici alla mano. Medici infermieri, ospedali, strutture sanitarie, sono tutti al collasso. I cittadini italiani non hanno accesso alle cure. Si deve aspettare 8-12 mesi per uno screening o un esame diagnostico.
La presidente Meloni, invece di dire falsità, si faccia un esame di coscienza”. Lo dichiara Gian Antonio Girelli, deputato Pd, membro della commissione Affari sociali della Camera e vicepresidente della commissione parlamentare d’inchiesta Covid.
“Le risposte della Presidente del Consiglio all’interrogazione presentata dal Pd con la segretaria nazionale è l’ennesima dimostrazione di come la comunicazione di dati falsi e artatamente usati sia il modo di agire di questo Governo. Invito la Presidente del Consiglio ad andare in qualche pronto soccorso, provi a prenotare una visita specialistica, provi a trovare un posto in una lunga degenza per chi ne ha bisogno. Specie in regioni governate dalla destra e poi ridire le stesse cose che oggi ha detto. Quando l’incapacità di governare si somma alla falsità nel comunicare si può reggere per un po’, ma alla fine si lasciano solo macerie. E tempo che cittadine e cittadini se ne rendano conto e reagiscano!”. Lo dichiara Gian Antonio Girelli, deputato Pd, membro della commissione Affari sociali della Camera e vicepresidente della commissione parlamentare d’inchiesta Covid.
“Siamo di fronte all’ennesimo, squallido tentativo di scaricare responsabilità. Le Regioni – tutte, senza distinzione di colore politico – sono compatte nell’indicare nel Governo nazionale il vero colpevole del disastro delle liste d’attesa. Meloni continua a raccontare un mondo che non esiste, mentre la realtà è un’altra: milioni di italiani ogni giorno vedono calpestato il loro diritto costituzionale alla salute.” Così Gian Antonio Girelli, deputato del Partito Democratico e componente della Commissione Affari Sociali della Camera, replica alle parole pronunciate oggi in Senato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Girelli aggiunge: “Da mesi denunciamo che la gente rinuncia a curarsi, che il personale sanitario è allo stremo, che i medici vanno via. E il Governo, invece di ascoltare e intervenire, si chiude nel palazzo e cerca capri espiatori. La misura è colma. Basta favole, servono scelte vere: più investimenti, valorizzazione del personale, rafforzamento del territorio, rilancio della sanità pubblica attraverso interventi strutturali, a nulla servono gli slogan da campagna elettorale.”
“È molto preoccupante che una patologia in forte crescita con ricadute pesanti su molte famiglie come l’Alzheimer sia lasciata senza riferimenti normativi certi, creando un contenzioso tra strutture, famiglie ed enti locali senza venirne a capo. In tal senso si è pronunciata anche la Cassazione con innumerevoli sentenze ma lo Stato non è intervenuto modificando la legislazione attuale. Questo comporta che molte strutture RSA, per paura e impossibilità di sobbarcarsi spese eccessive che prima erano a carico delle famiglie, rifiutino di accettare al loro interno il ricovero di malati di Alzheimer. Un altro rischio è che se molte strutture chiudono al loro interno i cosiddetti “punti Alzheimer”, si verrà a creare una disparità fra i vari territori con conseguenze di estremo disagio per i malati e le loro famiglie. Per questo ho presentato una interrogazione al ministro della Salute affinché intervenga sulla legislazione vigente per affrontare la situazione attuale”. Lo dichiara Gian Antonio Girelli, deputato Pd, membro della commissione Affari sociali della Camera e vicepresidente della commissione parlamentare d’inchiesta Covid.
“Oggi è la giornata nazionale della salute della donna. Data scelta nel 2015 non a caso, ma coincidente con il giorno in cui, nel 1909, nacque Rita Levi-Montalcini. Partendo dal contributo fondamentale delle donne alla ricerca e alla medicina rimane da affrontare, non solo formalmente, ma concretamente la perdurante diseguaglianza, anche in sanità tra uomini e donne. Esiste il ritardo del Servizio Sanitario nell’organizzarsi, tenuto conto della diversità biologica, spesso si pensa solo “al maschile”, esiste la necessità di superare le tante difficoltà di genere che spesso condizionano le donne nell’intraprendere adeguati percorsi di prevenzione e cura, con notevole pregiudizio per la loro salute. È tempo di impegni ben precisi nell’attuazione di norme a suo tempo approvate, nel tradurle in regolamenti e protocolli vincolanti, è un dovere farlo, è un diritto per le donne ottenerlo, è una necessità dello Stato per essere una vera democrazia”. Lo dichiara Gian Antonio Girelli, deputato Pd e vicepresidente della commissione parlamentare d’inchiesta Covid, a proposito della giornata nazionale della salute della donna.
“Papa Francesco ha rappresentato un momento di cambiamento nella Chiesa. Ha saputo guidare la Chiesa in modo autorevole, ma ancor di più ha saputo parlare alla contemporaneità. Su Ambiente e rapporto tra uomo e ambiente ha avuto parole forti ed indicative; 'Laudato si', lettera enciclica di una straordinaria serietà scientifica e di una incredibile profondità etica, rappresenta il più importante richiamo sul tema lanciato in questi anni; sul rapporto fra gli uomini con la 'Fratelli tutti' ha detto parole chiare sul concetto di fraternità, che suona come dura condanna ad ogni forma di ingiustizia, da quelle che generano guerre a quelle che provocano fratture e inaccettabili diseguaglianze nella società”. Così in una nota il deputato dem Gian Antonio Girelli e vicepresidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid.
"I suoi richiami in difesa dello ‘scarto' - ha aggiunto l’esponente Pd - la sua volontà di una Chiesa aperta al confronto interreligioso, ma anche al confronto con la modernità, suonano come un monito per la politica tutta, riguarda le differenze sociali, riguarda le politiche dell’accoglienza, riguarda i diritti civili, riguarda la necessità di sentirsi davvero 'tutti sulla stessa barca'”.
"Non potrò mai dimenticare - ha concluso Girelli - durante il Covid, l’immagine di Papa Francesco pregare in una piazza San Pietro vuota, così come ieri, in modo del tutto inatteso, in una piazza San Pietro piena di pellegrini ha voluto lasciare il suo ultimo saluto. Oggi il mondo, in un momento di grande difficoltà, ha perso una delle sue voci più autorevoli, un riferimento che non deve essere dimenticato, ma che deve continuare ad essere un riferimento non solo per chi ha fede”.
“La gente rinuncia a curarsi, le liste d’attesa sono interminabili, il personale sanitario è esausto e sottopagato. E mentre il sistema sanitario è in crisi profonda, il ministro della Salute si indispettisce e continua a scaricare le responsabilità sulle Regioni.”
Lo dichiara Gian Antonio Girelli, deputato del Partito Democratico e componente della Commissione Affari Sociali della Camera.
“Il ministro parla di disinformazione. Siamo d’accordo: basta favole, è ora di dire la verità. A un anno dal fallimentare decreto sulle liste d’attesa, la situazione è solo peggiorata. E intanto continua lo smantellamento della sanità pubblica, ridotta a un sistema che non garantisce più né equità né accesso universale alle cure.”
“Ad un anno dall’approvazione del DL liste d’attesa due sono le evidenze:
il provvedimento non ha minimamente migliorato la situazione. Come avevamo previsto i presunti rimedi si sono rivelati del tutto inutili se non dannosi.
La necessità è di trovare il coraggio di una riforma strutturale, partendo dal rimettere al centro la sanità pubblica, la valorizzazione del suo personale, la riorganizzazione territoriale, la rivalutazione del ruolo dei medici di medicina generale. Ma soprattutto capendo che bisogna investire di più.
La sanità non ha bisogno di annunci pre elettorali come un anno fa, ma di scelte! Per rispetto della Costituzione e delle tante persone sempre più in difficoltà”. Lo dichiara Gian Antonio Girelli, vicepresidente della commissione parlamentare d’inchiesta Covid e componente della commissione Affari sociali della Camera.
“I risultati annunciati dal Governo si schiantano su dati come questi che destano preoccupazione crescente alla luce dell’impatto delle politiche “dell’amico Trump”..
Ma fa riflettere anche su come sia cambiato il contesto del disagio sociale e di come le fragilità riguardino categorie fino a qualche anno fa considerate privilegiate. Il PD deve saper guardare a questi scenari, tenerne conto sia quando avanza proposte riguardanti il mondo del lavoro, autonomo o dipendente che sia, sia quando prefigura modelli di welfare. La maggioranza e il Governo non hanno contezza del contesto e della realtà, per non dimostrare di conoscere i reali problemi delle persone e prospettare soluzioni e l’opportunità per conquistare fiducia e nuovo consenso”. Lo dichiara il deputato del Pd, Gian Antonio Girelli.
“Nella giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo, chiediamo al ministro Schillaci quali iniziative intenda intraprendere, anche in accordo con le Regioni e gli enti locali, per consentire alle famiglie interessate di poter fruire pienamente dei percorsi riabilitativi intensivi appropriati al bisogno e alle fasi di sviluppo, senza costringerle a rivolgersi al tribunale per ottenere dal Servizio Sanitario i rimborsi previsti, come purtroppo è successo a Brescia, con un aggravio di sofferenza da evitare”. Così Gian Antonio Girelli, deputato bresciano del Pd, in un’interrogazione al ministro della Salute, sottoscritta dai componenti dem della commissione Affari sociali della Camera, Ciani, Furfaro, Malavasi e Stumpo.
“Il disturbo dello spettro autistico è una condizione molto frequente nella popolazione generale caratterizzata dalla presenza di un disturbo dell’interazione sociale e della comunicazione, associato a dei comportamenti ripetitivi e a interessi ristretti. Per contrastare questo disturbo, sono necessari interventi precoci, che possono avere anche un grave peso economico sulle famiglie come, ad esempio, per quel che riguarda le spese sostenute per i trattamenti Aba (Applied behavior analysis), orientati a migliorare le abilità comunicative e sociali nei bambini che possono costare anche 800-1000 euro al mese. Nella provincia di Brescia dove le persone con disturbo dello spettro autistico sono 3.010, molte famiglie sono state costrette a ricorrere alla magistratura per ottenere dal Servizio Sanitario i rimborsi previsti. Nelle linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità, è previsto infatti che l’intervento Aba rientri nei Lea, ma spesso per ragioni economiche e di personale le strutture pubbliche non sono in grado di erogarlo a tutti. Inoltre, le linee guida evidenziano il fatto che gli Aba siano trattamenti intensivi ma per carenza di risorse e di personale spesso vengono proposti, dopo uno o due anni di attesa, 45 minuti alla settimana di psicomotricità, mentre non a tutti viene concesso il necessario rimborso, costringendo molte famiglie a rivolgersi al tribunale per vedere riconosciuti i propri diritti”.
“Vorrei esprimere il mio più sentito plauso alle forze dell’ordine e alla Direzione distrettuale Antimafia di Brescia, per l’operazione che da questa mattina ha portato a 45 arresti per traffico internazionale di droga e rapporti con organizzazioni criminali di stampo mafioso. Siamo di fronte all’assoluta necessità di un impegno da parte di tutte le istituzioni, governo e parlamento, nel contrastare la diffusione di sostanze stupefacenti che rimane una delle maggior fonti di arricchimento delle mafie, per poi “investire” in settori economici che ne subiscono una dannosissima contaminazione. Liberarci da ogni forma di attività mafiosa, impedire il saldarsi di alleanze fra mafie internazionali, rimane una priorità assoluta, non solo per il contrasto alla criminalità, ma anche per difendere la competitività della nostra economia che se intaccata da capitali mafiosi diventa non attrattiva per gli investitori “sani””. Lo dichiara Gian Antonio Girelli deputato bresciano del Pd.
“Oggi si ricordano le vittime innocenti di mafia. L’occasione di fare memoria di tante persone, alcune molto conosciute Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa, don Puglisi, altre ricordate solo oggi.
Ma è anche l’occasione di ribadire l’impegno a rendere omaggio a queste persone attraverso l’impegno. Contrastare la mafia significa indagare, arrestare e condannare, come forze dell’ordine e magistratura ben fanno, ma anche conoscere, prevenire, contrastare nella società la sua penetrazione. E questo è compito delle istituzioni, e delle varie associazioni, sia economiche che sociali. Diventare una scelta culturale di un Paese che deve fare i conti con la mafia e che deve liberarsene”. Lo dichiara il deputato del Pd Gian Antonio Girelli.
"La maggioranza di Governo è ambigua sulla quota sanitaria e quota socio-assistenziale nei servizi rivolti agli anziani e alla disabilità.
Per quanto riguarda i costi scaricati sulle famiglie e gli enti locali, la ministra Locatelli ha nei giorni scorsi esaltato il cambio di paradigma nell’approccio alla disabilità e ha parlato della sperimentazione in corso anche in provincia di Brescia.
Francamente occorre ridimensionare alquanto l’entusiasmo della Ministra. Se la legge Delega (227/2021) ha raccolto consensi, non ha altrettanto raccolto consensi il successivo decreto legislativo 62/2024, che evidenzia molteplici criticità.
La sperimentazione avviata tramite i cosiddetti “progetti di vita” per le persone con disabilità, doveva realizzarsi in nove province e in soli 12 mesi. Successivamente la sperimentazione è stata allargata a venti province e i tempi sono stati prorogati sino a tutto il 2026, mentre l’entrata in vigore delle regole nazionali per la valutazione delle condizioni di disabilità è rinviata al 2027.
Appare estremamente grave aver prorogato la sperimentazione senza prima aver chiarito cosa ha funzionato e cosa no, oltre ad aver inserito la sperimentazione anche nello schema sulla non autosufficienza degli anziani.
Ma non si tratta delle sole criticità di una riforma che sembra essere più che altro un dispendioso spostamento di risorse che finisce per ridurre le reali disponibilità per i disabili e che non appare in grado di dare una risposta vera ed efficace ai bisogni delle persone, non realizzando alcuna reale riforma del sistema.
Il Decreto Legislativo 62/2024 rende più complessa la presa in carico delle persone e delle famiglie, ignorando le professionalità e le competenze già maturate da decenni nel sistema socio-sanitario con uno sdoppiamento del processo, invece di realizzare un punto unico di accesso: una prima fase per stabilire il grado di disabilità della persona (posta in carico all’INPS) e una seconda per concretizzare il “progetto di vita” posta in capo agli enti locali e sanitari, condizionata dalla prima.
Per affidare il compito all’INPS tra l’altro, si mettono a conto operazioni di oltre 270 milioni di euro l’anno tratti dal Fondo per le politiche per la disabilità, con la sottrazione inevitabile di risorse e professionalità agli enti locali e al sistema sanitario senza rappresentare un vero miglioramento per i pazienti e le loro famiglie.
Questa scelta va in evidente contrasto anche con quanto scritto dall’OCSE in un documento che rispondeva alla richiesta del Governo di consulenza sulla riforma. Inoltre, la riforma messa in campo dal Governo manca di una reale nuova valutazione della disabilità, e non supera la parcellizzazione delle storiche forme di invalidità/disabilità: la “valutazione di base” non realizza alcuna nuova forma di valutazione, limitandosi a riunire un nuovo contenitore di criteri e classificazioni già esistenti, legate a norme specifiche già presenti. Viene sì introdotta la valutazione WHODAS, ma in maniera del tutto sussidiaria.
Infine, ma non da ultimo, a questa riforma, o presunta tale, manca la terzietà di giudizio, dato che chi valuta altri non è che lo stesso ente che eroga i benefici, peraltro in accordo con quattro associazioni già indicate dalla legge 295/90, che dal 2023 sono entrate a far parte del Consiglio di Vigilanza dell’INPS. In pratica il valutato e il valutatore sono competenti per la concessione del beneficio!
E tutto questo mentre in Senato si sta discutendo il DDL “Misure di garanzia per l'erogazione delle prestazioni sanitarie e altre disposizioni in materia sanitaria”, che sembra voler intervenire in maniera gravemente peggiorativa per quel che riguarda l’integrazione delle cure sanitarie e l’assistenza rivolta a soggetti affetti da disabilità gravi o gravissime, nonché ad anziani non autosufficienti con patologie cronico-degenerative. Una scelta che se confermata durante il resto dell’iter parlamentare sarebbe di una gravità estrema.
Quindi nessuna vera riforma e nel contempo una restrizione dei diritti dei disabili e delle loro famiglie. Non certo di che vantarsi per questo Governo". Lo dichiarano in una nota congiunta i parlamentari del Pd, Gian Antonio Girelli e Alfredo Bazoli.
“Oggi è la giornata di ricordo delle vittime del Covid. Data simbolo legata alle tragiche immagini di Bergamo con quei mezzi militari che trasportavano le bare dei defunti. È l’occasione per ricordare tante cose, il dolore di quei momenti, il senso di impotenza, la disperazione di molte persone e famiglie, l’eroico sforzo di sanitari, volontari, forze dell’ordine, nonché vertici istituzionali e amministratori locali chiamati a scelte non facili, ma fondamentali. Così come va ricordato lo sforzo della ricerca e della scienza nell’offrirci indicazioni preziose e possibili soluzioni.
Di tutto questo cosa è rimasto? Purtroppo poco. Invece che una attenta analisi di quanto avvenuto, la costruzione di un modello capace di affrontare possibili nuove emergenze, il mondo in cui viviamo è particolarmente esposto a queste situazioni, assistiamo al tentativo di speculare sulla tragedia vissuta, dando voce alla non scienza, giudicando ciò che è stato fatto con la superficialità di chi vuole dimostrare la propria tesi invece che approfondire gli argomenti.
L’auspicio è che questa giornata porti a riflettere e aiuti a riportare la giusta serenità e serietà nel dibattito su quei tragici momenti. Lo dobbiamo alle tante persone morte per Covid, lo dobbiamo al ruolo che ci è stato consegnato che è cercare risposte ai bisogni e alle difficoltà che le persone vivono o possono trovarsi a vivere, non certo ad alimentare artificiose e, in questo caso, vergognose polemiche”. Lo dichiara Gian Antonio Girelli, deputato e Vicepresidente Pd Commissione di inchiesta Covid