“Oggi si ricordano le vittime innocenti di mafia. L’occasione di fare memoria di tante persone, alcune molto conosciute Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa, don Puglisi, altre ricordate solo oggi.
Ma è anche l’occasione di ribadire l’impegno a rendere omaggio a queste persone attraverso l’impegno. Contrastare la mafia significa indagare, arrestare e condannare, come forze dell’ordine e magistratura ben fanno, ma anche conoscere, prevenire, contrastare nella società la sua penetrazione. E questo è compito delle istituzioni, e delle varie associazioni, sia economiche che sociali. Diventare una scelta culturale di un Paese che deve fare i conti con la mafia e che deve liberarsene”. Lo dichiara il deputato del Pd Gian Antonio Girelli.
"La maggioranza di Governo è ambigua sulla quota sanitaria e quota socio-assistenziale nei servizi rivolti agli anziani e alla disabilità.
Per quanto riguarda i costi scaricati sulle famiglie e gli enti locali, la ministra Locatelli ha nei giorni scorsi esaltato il cambio di paradigma nell’approccio alla disabilità e ha parlato della sperimentazione in corso anche in provincia di Brescia.
Francamente occorre ridimensionare alquanto l’entusiasmo della Ministra. Se la legge Delega (227/2021) ha raccolto consensi, non ha altrettanto raccolto consensi il successivo decreto legislativo 62/2024, che evidenzia molteplici criticità.
La sperimentazione avviata tramite i cosiddetti “progetti di vita” per le persone con disabilità, doveva realizzarsi in nove province e in soli 12 mesi. Successivamente la sperimentazione è stata allargata a venti province e i tempi sono stati prorogati sino a tutto il 2026, mentre l’entrata in vigore delle regole nazionali per la valutazione delle condizioni di disabilità è rinviata al 2027.
Appare estremamente grave aver prorogato la sperimentazione senza prima aver chiarito cosa ha funzionato e cosa no, oltre ad aver inserito la sperimentazione anche nello schema sulla non autosufficienza degli anziani.
Ma non si tratta delle sole criticità di una riforma che sembra essere più che altro un dispendioso spostamento di risorse che finisce per ridurre le reali disponibilità per i disabili e che non appare in grado di dare una risposta vera ed efficace ai bisogni delle persone, non realizzando alcuna reale riforma del sistema.
Il Decreto Legislativo 62/2024 rende più complessa la presa in carico delle persone e delle famiglie, ignorando le professionalità e le competenze già maturate da decenni nel sistema socio-sanitario con uno sdoppiamento del processo, invece di realizzare un punto unico di accesso: una prima fase per stabilire il grado di disabilità della persona (posta in carico all’INPS) e una seconda per concretizzare il “progetto di vita” posta in capo agli enti locali e sanitari, condizionata dalla prima.
Per affidare il compito all’INPS tra l’altro, si mettono a conto operazioni di oltre 270 milioni di euro l’anno tratti dal Fondo per le politiche per la disabilità, con la sottrazione inevitabile di risorse e professionalità agli enti locali e al sistema sanitario senza rappresentare un vero miglioramento per i pazienti e le loro famiglie.
Questa scelta va in evidente contrasto anche con quanto scritto dall’OCSE in un documento che rispondeva alla richiesta del Governo di consulenza sulla riforma. Inoltre, la riforma messa in campo dal Governo manca di una reale nuova valutazione della disabilità, e non supera la parcellizzazione delle storiche forme di invalidità/disabilità: la “valutazione di base” non realizza alcuna nuova forma di valutazione, limitandosi a riunire un nuovo contenitore di criteri e classificazioni già esistenti, legate a norme specifiche già presenti. Viene sì introdotta la valutazione WHODAS, ma in maniera del tutto sussidiaria.
Infine, ma non da ultimo, a questa riforma, o presunta tale, manca la terzietà di giudizio, dato che chi valuta altri non è che lo stesso ente che eroga i benefici, peraltro in accordo con quattro associazioni già indicate dalla legge 295/90, che dal 2023 sono entrate a far parte del Consiglio di Vigilanza dell’INPS. In pratica il valutato e il valutatore sono competenti per la concessione del beneficio!
E tutto questo mentre in Senato si sta discutendo il DDL “Misure di garanzia per l'erogazione delle prestazioni sanitarie e altre disposizioni in materia sanitaria”, che sembra voler intervenire in maniera gravemente peggiorativa per quel che riguarda l’integrazione delle cure sanitarie e l’assistenza rivolta a soggetti affetti da disabilità gravi o gravissime, nonché ad anziani non autosufficienti con patologie cronico-degenerative. Una scelta che se confermata durante il resto dell’iter parlamentare sarebbe di una gravità estrema.
Quindi nessuna vera riforma e nel contempo una restrizione dei diritti dei disabili e delle loro famiglie. Non certo di che vantarsi per questo Governo". Lo dichiarano in una nota congiunta i parlamentari del Pd, Gian Antonio Girelli e Alfredo Bazoli.
“Oggi è la giornata di ricordo delle vittime del Covid. Data simbolo legata alle tragiche immagini di Bergamo con quei mezzi militari che trasportavano le bare dei defunti. È l’occasione per ricordare tante cose, il dolore di quei momenti, il senso di impotenza, la disperazione di molte persone e famiglie, l’eroico sforzo di sanitari, volontari, forze dell’ordine, nonché vertici istituzionali e amministratori locali chiamati a scelte non facili, ma fondamentali. Così come va ricordato lo sforzo della ricerca e della scienza nell’offrirci indicazioni preziose e possibili soluzioni.
Di tutto questo cosa è rimasto? Purtroppo poco. Invece che una attenta analisi di quanto avvenuto, la costruzione di un modello capace di affrontare possibili nuove emergenze, il mondo in cui viviamo è particolarmente esposto a queste situazioni, assistiamo al tentativo di speculare sulla tragedia vissuta, dando voce alla non scienza, giudicando ciò che è stato fatto con la superficialità di chi vuole dimostrare la propria tesi invece che approfondire gli argomenti.
L’auspicio è che questa giornata porti a riflettere e aiuti a riportare la giusta serenità e serietà nel dibattito su quei tragici momenti. Lo dobbiamo alle tante persone morte per Covid, lo dobbiamo al ruolo che ci è stato consegnato che è cercare risposte ai bisogni e alle difficoltà che le persone vivono o possono trovarsi a vivere, non certo ad alimentare artificiose e, in questo caso, vergognose polemiche”. Lo dichiara Gian Antonio Girelli, deputato e Vicepresidente Pd Commissione di inchiesta Covid
Le istituzioni devono aiutare i ragazzi ad uscirne fuori
“Ringrazio il presidente Fontana e la giornalista Gaia Mombelli per questa iniziativa, la volontà di approfondire un tema delicatissimo, che tocca profondamente tutta la società nel suo insieme e soprattutto chi ha la responsabilità politica.
L’argomento ci sottopone a pensare alla pena, capire dove è il giusto nel rispetto del dettato costituzionale e le leggi che dobbiamo fare. Riuscire a coniugare la giusta condanna a chi commette un reato e l’assunzione di responsabilità che ti fa pensare al diritto di riscatto di chi commette il reato. Accogliere chi commette un reato in strutture adeguate e pensare ad un loro reinserimento è la prima responsabilità che una istituzione ha. Proprio perché il diritto di infliggere una pena coincide con il dovere di recuperare la persona soggetta a quella pena. E questo assume una valenza ancora maggiore quando si parla dei giovani e quando la pena e il conseguente recupero dalla pena riguarda i giovani, i minori che commettono un reato.
E qui parliamo del secondo aspetto importante di oggi, quello di prevenire molte situazioni. È importante e fondamentale intercettare quelle sacche di disagio sociale e familiare che molti giovani vivono loro malgrado, intercettare dei segnali di pericolo che mandano questi giovani. È un contesto che riguarda la scuola, la famiglia, il mondo del lavoro in cui molti di questi ragazzi sono già inseriti, l’associazionismo, il mondo dello sport. E noi dobbiamo trasmettere principalmente due valori, il primo quello della speranza, c’è sempre una mano, c’è sempre qualcuno che ti può aiutare ad uscire da una situazione di disagio sociale e di difficoltà. E il secondo, spetta a noi qui in parlamento creare delle leggi e delle condizioni per cui la pena non deve essere inflitta come una punizione, come qualcosa che fa paura, ma deve comprendere al suo interno i reinserimento, il riscatto sociale, il ritorno all’amore e alla normalità”. Lo ha detto il deputato del PD e membro della commissione affari sociali di Montecitorio, Gian Antonio Girelli, in apertura della conferenza stampa di presentazione del reportage di sky Tg24 sui carceri minorili.
Domani alle ore 10 presso la sala della Regina, alla Camera dei Deputati, il deputato del Partito Democratico Gian Antonio Girelli presenterà il reportage della giornalista di Sky tg24 Gaia Mombelli intitolato “La Cattiva Strada – Viaggio nelle carceri minorili italiane”.
Saluti del Presidente della Camera Lorenzo Fontana
Parteciperanno
Gaia Mombelli, giornalista Sky Tg 24, autrice del reportage
On. Ingrid Bisa, Deputata al Parlamento
On. Debora Serracchiani, Deputata al Parlamento
Elisabetta Dami, scrittrice
“Le famiglie e le persone più fragili non possono pagare per colpa delle scelte scellerate di questo governo e di questa maggioranza.
La maggioranza ha fatto approvare in decima commissione al Senato un emendamento al ddl prestazioni che prevede che per le prestazioni di lungo-assistenza da erogarsi alle persone anziane, con diagnosi di Alzheimer o altra patologia con carattere cronico-degenerativo, gli oneri di degenza restano a carico del servizio sanitario nazionale nella misura del 50 per cento della tariffa giornaliera. Questo significa far ricadere sui pazienti i costi del servizio mettendo in discussione il diritto costituzionale alla cura. Non possiamo accettare un atteggiamento così da parte della maggioranza che va a colpire le persone più fragili, gli anziani e tutti i malati in generale”. Lo dichiara Gian Antonio Girelli deputato pd della commissione affari sociali di Montecitorio.
Da lì parte prevenzione e corrette cure
“La figura del medico di medicina generale, o meglio del medico di famiglia, rimane fondamentale per il rilancio del servizio sanitario nazionale. Da lì parte una seria prevenzione, la medicina di iniziativa, la corretta presa in carico del paziente, un’adeguata indagine diagnostica e la verifica di un corretto percorso di cura. Dobbiamo recuperarne il ruolo e portare i giovani a sceglierla come la loro professione futura nel panorama sanitario. Ogni discussione sul loro ruolo futuro deve partire da momenti di confronto e ascolto con loro, per coglierne esigenze e speranze. Con la finalità comune di riaffermare i principi di universalità del nostro servizio sanitario nazionale”. Lo ha detto Gian Antonio Girelli, deputato Pd della commissione Affari sociali di Montecitorio a margine della conferenza stampa di presentazione del Manuale del medico di medicina generale, in sala stampa alla Camera, con i deputati Cappellacci e Lorenzin.
Quello che chiediamo con questo emendamento è quello che dovrebbe chiedere il governo al Parlamento: di normare. Oltretutto in linea con lo spirito della legge che, nell'indicazione delle finalità, pone alcune questioni che questo emendamento mette in evidenza. La prima, sicuramente, è quella di restituire alla politica il ruolo che deve avere in assetti strategici come lo spazio e impedire che dei privati, in maniera del tutto autonoma, possano diventare i controllori del nostro futuro, senza che la politica ponga alcuna questione al riguardo. Il secondo è il rilancio di un'iniziativa italiana ed europea proprio su questo, perché se c'è una responsabilità e c'è, è di essere stati disattenti e poco capaci di investire rispetto a settori strategici. Noi qui siamo chiamati a decidere due cose: se abbiamo la dignità di rappresentare un popolo e garantire allo stesso la sicurezza nazionale e il suo futuro oppure, tranquillamente, consegnare ad un futuro tecnocratico, dove sono la finanza, l'economia e il privato a controllare le decisioni della politica stessa. Mi auguro che non avvenga in Italia quello che sta avvenendo, purtroppo, negli Stati Uniti.
Così il deputato dem Gian Antonio Girelli.
"Ieri è stato l’anniversario di quel 20 febbraio 2020 quando a Codogno veniva diagnosticato il primo caso di Covid in Italia. La storia successiva tutta la conosciamo. Come purtroppo conosciamo il tentativo in atto di riscrivere la storia di quel periodo. Invece che analizzare comprendere quali sono le necessità future per fronteggiare possibili nuove pandemie, la commissione d’inchiesta Covid voluta in modo parziale è sempre più lo strumento di una parte della maggioranza, FdI in particolare, per attaccare chi aveva responsabilità in quel momento, strizzare l’occhio a chi senza alcun supporto scientifico mette in discussione le indicazioni della scienza, dai vaccini alle norme di limitazione dei contatti". Così in una nota il deputato dem Gian Antonio Girelli, vicepresidente della commissione Covid alla Camera.
"Strumentalizzando la presunta rivendicazione di libertà parte della maggioranza agisce da irresponsabili perché è da irresponsabili lanciare accuse sguaiate sull’acquisto dei mascherine. Avere memoria di quei giorni, di quanto patito e successo avrebbe bisogno di serietà e voglia di capire, non di attaccare politicamente chi in quei giorni ha dovuto in tempi brevissimi prendere decisioni difficilissime. Non oso pensare se a gestire simili emergenze fossero stati quelle persone che oggi continuano a strizzare l'occhio ai no-vax solo per fini elettorali", conclude Girelli.
“Finalmente dopo un ritardo di quasi due anni è pronto il nuovo piano pandemico e sono soddisfatto che questo sia conforme alle disposizioni e alle direttive dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Sicuramente un passo in avanti a cui devono seguire azioni efficaci di prevenzione e cura. Ma soprattutto va interrotto il cortocircuito politico di chi strizza gli occhi ai movimenti no-vax solo per fini elettorali. Quando si parla di salute nazionale non è ammissibile avere posizioni ondivaghe e questo vale per tutti e in primo luogo per la politica”. Così in una nota il deputato dem Gian Antonio Girelli, vicepresidente in Commissione Covid alla Camera.
Vanno evidenziati maggiormente i rischi collaterali
"La menopausa è un cambiamento fisiologico che può causare una serie di sintomi, tra cui le vampate di
calore e la sudorazione notturna, noti anche come sintomi vasomotori (Vms); nella primavera del 2023 la Food and drug administration (Fda) ha approvato un nuovo trattamento orale per i sintomi vasomotori della menopausa chiamato Veozah (fezolinetant) proprio
per contrastare i citati Vms; nel gennaio 2025 l'Aifa ha diffuso una nota – concordata con le autorità regolatorie europee – che informa i medici sulle nuove raccomandazioni per il monitoraggio della funzionalità epatica prima e durante il trattamento.
Abbiamo chiesto al ministro della Salute se fosse a conoscenza dei vari rischi connessi all'uso di questi farmaci, ma la risposta sull'aggiornamento del foglietto illustrativo è stata piuttosto deludente. Noi chiediamo che venga comunque fatta una campagna informativa adeguata per queste pazienti anche perché questo del foglietto illustrativo è un refrain che va avanti da mesi ma senza alcun seguito. Quindi auspichiamo che ci sia maggiore sensibilizzazione su un tema cosi delicato che tocca la vita di una donna". Lo dichiara Gian Antonio Girelli, deputato Pd primo firmatario di una interrogazione in commissione Affari sociali della Camera.
Non siamo in un regime, siamo in democrazia
“Le dichiarazioni del senatore Zaffini sono alquanto bizzarre. Innanzitutto, perché invece di considerare i dati di Gimbe come delle indicazioni e raccomandazioni alla politica, che Gimbe fa da anni indipendentemente dal colore politico del governo, li considera un attacco al governo stesso. Sembra che ormai nel nostro paese è diventato praticamente impossibile esprimere una indicazione o una critica alle politiche del governo senza essere accusati di chissà quale crimine. Ricordo al senatore Zaffini che non siamo in un regime, ma siamo in una democrazia dove ognuno è libero di esprimere il proprio parere in modo autonomo e rivolto a tutti. Entrando nel merito, vorrei però sottolineare che riguardo alle liste di attesa il governo Meloni non ha ancora fatto nulla o poco, non ha ancora ottenuto i risultati sbandierati, come stesso conferma nella sua replica il senatore Zaffini dicendo che le liste d’attesa stanno avendo un iter particolarmente lento e complicato. Se ne sono resi conto tutti - caro senatore - e anche lo stesso Gimbe e non solo, associazioni di categoria, strutture ospedaliere, medici e quant’altro.
E ricordiamo che questo va a danno dei cittadini italiani che non riescono ad accedere alle cure di cui hanno bisogno o devono ricorrere a strutture private a pagamento spesso molto onerose per curare delle patologie che altrimenti rischierebbero di peggiorare a causa dei tempi di attesa nel pubblico. Ecco che da qui nasce il fenomeno della povertà sanitaria che per fortuna fino a questo momento non avevamo ancora conosciuto. Ecco che da qui nascono i 4 milioni e mezzo di persone che rinunciano a curarsi. Il richiamo alle interrogazioni parlamentari fa persino sorridere perché invitiamo il senatore a verificare i tempi di risposta o non risposta del ministero alle interrogazioni parlamentari, davvero degni delle liste di attesa.
Invece di pensare alla polemica politica, invitiamo il senatore di fratelli d’Italia e tutto il governo ad aprire un dibattito serio sia a livello parlamentare che di governo e predisporre una strategia seria per affrontare l’emergenza sanitaria in questo paese”. Lo dichiara Gian Antonio Girelli Deputato Pd componente della commissione affari sociali della camera in replica alle dichiarazioni del senatore di fratelli d’Italia Francesco Zaffini.
“È sconcertante sapere che la Lega abbia presentato un progetto di legge per portare l'Italia fuori dall'Organizzazione mondiale della sanità. È proprio grazie all'Oms che si è riusciti a debellare ed eradicare malattie, quali il vaiolo e la poliomielite; è grazie all'Oms che si riesce ad arginare i conflitti di interessi tra le aziende farmaceutiche e la salute pubblica. Quella della Lega è una proposta non solo sbagliata ma dannosa per l'Italia e siamo davvero preoccupati per la sicurezza e la salute del Paese”. Così il deputato dem Gian Antonio Girelli durante il Question time al ministro della Salute, Orazio Schillaci per chiedere di smentire le dichiarazioni della Lega e del suo segretario relative all'uscita dell'Italia dall'Organizzazione mondiale della sanità.
“Il rapporto Gimbe sbugiarda il governo MELONI e il ministro Schillaci.
Sono mesi che il governo sventola il decreto sulle liste di attesa come se fosse il decreto che salverà il servizio sanitario nazionale. Peccato che sia un grandissimo flop intanto perché non è stato stanziato un euro dentro il suddetto decreto e poi perché vediamo che le liste d’attesa continuano ad aumentare invece di diminuire. I cittadini hanno grossissima difficoltà di accesso alle cure, agli screening, agli ospedali”. Lo dichiara Gian Antonio Girelli, deputato Pd della commissione Affari sociali di Montecitorio.