Pd presenta interrogazione a prima firma Gian Antonio Girelli sui criteri che hanno portato alla nomina di figure apicali nella sanità pubblica
“Notizie di stampa riferiscono che le nomine al ministero della Salute sarebbero praticamente tutte decise con criteri politici, con la promozione anche di persone che non sembrano possedere curricula adatti, come, per esempio, per AIFA o per la guida dei nuovi Dipartimenti nei quali sono inserite ora le direzioni generali”.
E’ quanto si legge in una interrogazione urgente del Pd al ministro Schillaci, presentata in commissione Affari Sociali, di cui è primo firmatario il capogruppo Gian Antonio Girelli.
“Si tratta, se confermate, di notizie preoccupanti – si legge nel testo dell’interrogazione- poiché il Ministero della salute, e le agenzie che da questi dipendono, sono essenziali per il corretto funzionamento del sistema sanitario nazionale, a maggior ragione vista la riduzione della spesa sanitaria in rapporto al PIL, che in Italia è pari al 6.1% mentre nei maggiori Paesi europei oscilla dall’8 al 10%. La competenza non può mai essere sacrificata ad appartenenze politiche – prosegue il testo del Pd- che chiede al ministro Schillaci se “sia a conoscenza di queste nomine di figure apicali che dovrebbero sempre essere improntate in primo luogo ad una valutazione delle concrete capacità dei soggetti prescelti per svolgere ruoli delicatissimi, specialmente per quel che riguarda le agenzie del ministero della Salute. In caso positivo – è la richiesta formale al ministro Schillaci- cosa intenda fare per assicurare che chi sia nominato ai vertici di istituzioni strategiche legate al Ministero, oltre che dei vertici del Ministero stesso, dipenda dalla competenza e non da mere scelte di partito.” Per il Pd “il principio del cosiddetto “spoil system” non può in alcun modo prevalere sulle competenze. Men che meno devono essere considerate prevalenti l’appartenenza politica, o a qualche “clan” amicale vicino al potente di turno. Chiediamo al ministro – conclude la nota- di fare chiarezza su quanto sta avvenendo.”
Il tema vero riguardo la fibromialgia è il riconoscimento del dolore come malattia, perché spesso e volentieri noi abbiamo una visione delle malattie che non tiene conto di questo fattore. In questo momento ci sono associazioni di malati e i loro familiari che ci stanno ascoltando, ai quali è difficile dire che quelli che stiamo approvando oggi non sono atti che porteranno soluzioni concrete al loro disagio, ma che credo moralmente ed eticamente impegnino tutti noi a tradurli in al più presto in legge. Ci sono varie proposte di legge depositate; ne abbiamo due, una del collega Care' e una a prima firma mia, che tendono ad analizzare, spacchettare, andare a normare cosa significhi il riconoscimento di questa patologia come invalidante con, a cascata, tutte le necessarie azioni, che vanno dall'investimento in ricerca alla diagnosi sulla capacità di riconoscere e preparare le persone a riconoscere nel proprio corpo la malattia stessa, al creare la necessaria multidisciplinarietà nella gestione della persona malata. Ciò perché parlare di dolore, parlare di fibromialgia significa parlare di un contesto di malattia molto più complesso, in cui le ricadute, anche di natura psicologica, sono devastanti. Nelle proposte di legge vi è chiaramente il percorso di finanziamento e della presa in carico di questi malati, secondo un disegno di omogeneità nazionale, perché, a differenza della collega della Lega, non mi accontento di dire che esistono alcuni esempi virtuosi. Davvero crediamo che basti dire che in Friuli o in Veneto o altrove hanno la risposta e quello che capita in altre regioni non ci interessa? Davvero pensiamo che affrontare temi come questo possa voler dire disattendere i principi costituzionali di universalità del diritto alla cura, ma non solo, di democrazia, di libertà, di uguaglianza che sono fondanti per la nostra Repubblica? Io credo che la promessa solenne è che da domani mattina si cominci a lavorare in maniera sinergica con lo stesso spirito di collaborazione nel portare il tema in discussione nelle Commissioni e nell'arrivare al più presto ad approvare la legge.
Così il deputato del Pd, Gian Antonio Girelli, della commissione Affari sociali della Camera, durante la dichiarazione di voto in Aula.
“Chiediamo alla ministra Calderone di garantire in tempi stretti il pagamento delle somme dovute alle associazioni iscritte al Registro unico nazionale del Terzo settore (Runts), che usufruiscono di agevolazioni fiscali fra cui il 5 per mille. Il mancato pagamento delle risorse spettanti mette infatti in difficoltà 16.000 enti che non potranno svolgere l’attività di beneficenza già programmata e incontreranno difficoltà nella futura rendicontazione.” È la richiesta dell’interrogazione presentata dai deputati del Pd Gian Antonio Girelli e Stefano Graziano al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali.
“Secondo le indicazioni fornite dal ministero, le cooperative sociali e le imprese sociali incluse nell'elenco permanente del Registro dovevano essere considerate accreditate al beneficio del 5 per mille anche per l'anno 2022 ‘senza necessità di alcun ulteriore adempimento’. Tuttavia nel gennaio 2024 il dicastero del Lavoro pubblica un avviso in cui segnala che oltre 16.000 enti su 40.000 beneficiari del 5 per mille, risultano non aver inserito le proprie coordinate bancarie all’interno del Runts impedendo così all’Amministrazione di provvedere al pagamento. Da informazione rilasciate dal Registro unico risulta, invece, che non sia possibile accreditare le somme spettanti alle 16.000 imprese sociali che nel frattempo hanno inserito le coordinate bancarie nel Runts, perché non ci sarebbero per ora fondi disponibili e l’accreditamento slitterà quindi di molti mesi. Chiediamo alla ministra di intervenire con urgenza per assicurare alle associazioni le risorse necessarie per continuare a svolgere un lavoro di straordinario valore sociale, anche in considerazione del fatto che il ritardo nella comunicazione dell’Iban non può essere ascritto a loro negligenza ed è comunque stato superato”.
“Chiediamo al ministro, per quanto di sua competenza, di fare chiarezza su quei professionisti che intendano accettare di svolgere il ruolo previsto dal centro di sanità privato BMed Me.di.ca Group, con l’intenzione di offrire un servizio simile a quello del medico convenzionato con il SSN, ma a pagamento, visto che il medico di medicina generale è un professionista, che ha svolto un percorso specifico in medicina e generale, e che ha preso la convenzione che rientra nell’Accordo Collettivo Nazionale (ACN)”. È la richiesta di un’interrogazione al ministro della Salute, Orazio Schillaci, presentata dal deputato dem in commissione Affari sociali, Gian Antonio Girelli e sottoscritta dai colleghi Rachele Scarpa, responsabile Giovani e salute del Partito Democratico e Alessandro Zan, responsabile Diritti del Pd.
“Il medico di famiglia a pagamento – ha concluso Girelli - è l’ultima cosa che speravo di sentire. Si tratta di un’iniziativa francamente discutibile e il fatto stesso che ci sia stata la necessità di arrivare a pensare un servizio simile dimostra che il nostro sistema sanitario nazionale è veramente al collasso. Un medico di famiglia a pagamento è un servizio contro ogni logica di mutua assistenza: peculiarità del medico di medicina generale è quella di mettere al centro il problema della salute della persona favorendo la prevenzione e la collaborazione con altri specialisti di cura, cercando di fornire le cure necessarie attraverso un utilizzo appropriato delle visite specialistiche”.
Vergognosa forzatura, Fontana prende distanze da Ciocchetti
“Dopo la vergognosa forzatura della maggioranza, il presidente della Camera, Lorenzo Fontana ha richiamato il vicepresidente Luciano Ciocchetti (che presiedeva la commissione in sostituzione di Cappellacci) e la prossima settimana la commissione Affari sociali di Montecitorio rivoterà il mandato al relatore sulla legge istitutiva della commissione Covid. Ringraziamo il presidente per il suo tempestivo intervento, quel voto avrebbe creato un gravissimo precedente. Resta il dato politico che Fdi, Lega e Forza Italia vogliono sfregiare i regolamenti parlamentari per piegare le istituzioni alle volontà della maggioranza. E la commissione Covid che vogliono istituire rientra esattamente in questo disegno”. Così i deputati democratici della Commissione affari sociali della Camera, Marco Furfaro, Paolo Ciani, Gian Antonio Girelli, Ilenia Malavasi e Nicola Stumpo.
“Sul tema della medicina difensiva in Aula si è trovata un'ampia maggioranza. Sebbene si stia parlando di mozioni, quindi di buoni propositi nei confronti della legislazione futura, mi auguro che poi si concretizzi. Da parecchio tempo è aumentato il contenzioso tra medico e paziente con più di 36mila causa all'anno, 300mila giacenti, il 90 per cento che si conclude con l’assoluzione o l'archiviazione delle stesse. Il motivo è sicuramente il venire meno di quel rapporto fiduciario che prima caratterizzava questo rapporto e il contesto di lavoro, in cui spesso i medici sono costretti a lavorare, con scarso personale, scarsa strumentazione, a volte anche situazioni ambientali di particolari criticità. Di fatto, ogni volta che qualcosa non funziona, c’è il rischio che parta una causa per chiedere dei danni”. Così il deputato dem Gian Antonio Girelli componente della commissione Affari sociali, che ha svolto la dichiarazione di voto finale sulla mozione, a sua prima firma in materia di disciplina della responsabilità professionale degli operatori sanitari, intervistato sul sito web dei deputati Pd.
“Per ovviare a questa situazione – ha concluso Girelli - bisogna avere il coraggio di investire dal punto di vista del personale e delle attrezzature, ma soprattutto andare a scardinare quella mentalità che si è introdotta che la Sanità è una commercializzazione di beni o meglio di servizi, che possono essere acquistati e non un rapporto fiduciario dove una persona capace, specialista, formata, quindi il medico, può dare delle risposte a un bisogno sanitario. Un qualcosa di complicato che però bisogna cominciare a introdurre”.
Schillaci batta un colpo, ormai è commissariato da Fitto
"Governo irresponsabile, con la revisione del Pnrr taglia drasticamente i fondi alla sanità e compromette tutto il servizio sanitario nazionale. Con i tagli previsti, che riguardano personale e strumentazione tecnica, gli ospedali dovranno aspettare fino al 2026 per nuove tecnologie diagnostiche come Tac e risonanze magnetiche di ultima generazione, e ecografi digitali.
Una scelta scellerata che avrà conseguenze molto gravi: si indebolisce il servizio sanitario pubblico senza più equità di trattamento e diritto alla cura previsto dalla nostra Costituzione; e si crea precarietà e differenze tra territori e tra possibilità economiche delle persone. Chiediamo al ministro Schillaci di battere un colpo davanti a queste decisioni che hanno il sapore di un suo vero e proprio commissariamento da parte del ministro Fitto". Lo ha detto il deputato del Pd, Gian Antonio Girelli, componente della commissione Affari sociali di Montecitorio.
Mercoledì 4 ottobre alle ore 10.00, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, si terrà un incontro di presentazione delle iniziative promosse dal Partito Democratico sul tema della Fibromialgia. Interverranno Marina Sereni in qualità di responsabile sanità PD nazionale, la Senatrice Ylenia Zambito prima firmataria della Proposta di Legge recentemente depositata, Gian Antonio Girelli Deputato PD membro della Commissione Affari Sociali, Micaela Vitri Consigliere regionale Marche promotrice di una serie di attività istituzionali e sul territorio. Sono inoltre previsti i contributi dei rappresentanti delle Associazioni. Introduce il Deputato del Partito Democratico Augusto Curti.
A giugno maggioranza ha votato contro nostri emendamenti
“Guardare il telefono per sette secondi viaggiando in auto a 50 km/h equivale a guidare al buio per cento metri senza vedere nulla di ciò che accade davanti a noi. Ecco perché è sempre più necessaria una forte presa di coscienza sul rischio che si corre per se stessi e gli altri a causa dell’uso scriteriato del telefonino durante la guida a velocità sempre più elevate. Quanto avvenuto domenica ad Alatri, nel Frusinate, è solo l’ultimo esempio di una condotta gravissima, che deve essere contrastata con interventi normativi adeguati ai tempi che stiamo vivendo. Per questa ragione in commissione giustizia avevamo già chiesto da tempo, attraverso una serie di emendamenti, di considerare la guida mentre si utilizza uno smartphone per girare un video o mandare un messaggio alla stregua della guida in stato di ebbrezza o sotto uso di sostanze stupefacenti già previste dall’ordinamento per l’omicidio stradale. Un segnale chiaro e netto che alla luce dei sempre più frequenti tragici eventi doveva essere dato immediatamente ma che inspiegabilmente il Governo ritarda, nonostante i continui proclami. Infatti i nostri emendamenti in tal senso sono stati già bocciati dalla maggioranza nella seduta della commissione Giustizia dello scorso 28 giugno. Per questa ragione oggi presentiamo nuovamente il testo anche come Proposta di legge per chiedere a tutte le Istituzioni di aprire finalmente gli occhi sulla gravità di un fenomeno che non può continuare a essere sottovalutato o ignorato”.
Lo dichiarano in una nota Andrea Casu, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, e Federico Gianassi, capogruppo Pd in commissione Giustizia, primi firmatari della proposta sottoscritta anche da Anna Ascani, Piero De Luca, Michela Di Biase, Valentina Ghio, Gianni Girelli, Marco Lacarra, Ilenia Malavasi, Maria Stefania Marino, Virginio Merola, Andrea Orlando, Rachele Scarpa, Debora Serracchiani, Marco Simiani e Alessandro Zan.
Dichiarazione di Gian Antonio Girelli, deputato Pd
“Il diritto alla salute, con il rafforzamento del Servizio sanitario nazionale pubblico, la riduzione delle liste di attesa e la valorizzazione dell’assistenza territoriale attraverso un piano straordinario di assunzioni di tutte le professioni sanitarie che vada oltre la stabilizzazione e il turnover, rappresenta per noi democratici un aspetto fondamentale della nostra visione di società, mentre voi del governo state andando in tutt’altra direzione”.
E’ quanto ha dichiarato in aula il deputato del Pd Gian Antonio Girelli nel corso del Question time odierno, rivolgendosi direttamente al ministro della Salute Orazio Schillaci. Dopo aver evidenziato “le numerose incongruità” dell’attuale governo in campo sanitario, il parlamentare Dem ha ricordato al ministro “l’involuzione del nostro sistema sanitario rispetto alla sanità privata”. “Sono ben 37 i miliardi di euro – ha detto Girelli- che i cittadini italiani spendono di tasca propria per trovare nel privato una soluzione a quello che la sanità pubblica non riesce a dare. Invece noi dobbiamo fare in modo – ha aggiunto- che il privato diventi parte integrante di un governo pubblico di sistema. Mentre ciò che sta avvenendo è una totale mancanza di controllo, dove ognuno fa ciò che vuole, senza regole precise”. E per quanto riguarda “il federalismo differenziato”, Girelli ha incalzato il ministro Schillaci facendo presente che “ l’idea del governo è quella del ministro Calderoli , che evoca un rafforzamento del distinguo regionale nella gestione della sanità , l’esatto contrario di quello che il ministro della Salute è venuto qui a dirci.”
“Voglio dare una lettura positiva del fatto che tutti ci si è messi a lavorare, ad approfondire e a proporre, in merito a un tema tanto delicato, non come momento di divisione dell'Aula, ma come momento di condivisione di obiettivi. Dobbiamo sempre di più fare in modo che quello che chiediamo oggi diventi il lavoro di consuetudine fatto dal ministero, fatto dal sistema sanitario nazionale, senza bisogno di continui richiami da parte dell'Aula parlamentare. Questa patologia colpisce un nato ogni 2.500, quindi non banale e che mette a dura prova la qualità della vita della persona colpita e il contesto familiare. Quindi abbiamo un obbligo davvero importante, nel rispetto del dettato costituzionale, di garantire a queste persone tutto quello che possiamo fare”. Lo ha detto in Aula alla Camera, il deputato dem Gian Antonio Girelli, della commissione Affari Sociali, durante lo svolgimento delle dichiarazioni di voto sulle mozioni in materia di fibrosi cistica.
“Abbiamo indicato – ha concluso Girelli - delle priorità indiscusse: la prima è la ricerca. Perché più che mai quando ci troviamo di fronte a patologie di questo genere, la ricerca è di fondamentale importanza come lo è l'apporto del profit. Dobbiamo anche fare in modo che la ricerca ci porti a produrre dei farmaci che siano davvero accessibili a tutti. Molte volte si dimentica che il fine è il bene della persona. La seconda, è il tipo di assistenza che dobbiamo garantire ai malati e le loro famiglie garantendo uniformità di servizi sul territorio nazionale. La terza, un utilizzo della fiscalità a favore di queste persone. La quarta, riguarda l'inserimento sociale delle persone affette dalla patologia. Ci sono persone che vivono in grossissima difficoltà e che sperano di trovare da oggi una risposta diversa. Ho ben presente il limite dello strumento della mozione, ma voglio avere anche ben presente la volontà che mi auguro unanime di questo Parlamento che consegna al governo la responsabilità non banale di risposta. Ogni atto che noi facciamo ha due occhi che ci guardano e sono in attesa di una risposta”.
Dichiarazione di Gian Antonio Girelli, deputato Pd
“Noi oggi approviamo una legge importante anche se, e dobbiamo esserne consapevoli, non risolve il problema dei nostri bambini e ragazzi che hanno il diabete di tipo 1 o sono affetti da celiachia ma ci aiuta a intravvedere alcune soluzioni, ancorche’ parziali.” Così Gian Antonio Girelli, deputato Pd, nella dichiarazione di voto finale per conto del suo gruppo al provvedimento sul programma diagnostico per l'individuazione del diabete di tipo 1 e della celiachia nella popolazione pediatrica.
“Questa legge – ha proseguito Girelli- ci impegna a un grande investimento nella ricerca perché , sia chiaro, quando si parla di queste patologie, senza ricerca si rischia di non ottenere risultati; la ricerca è la vera strada del futuro. E poi, secondariamente, con questa legge introduciamo un grande impegno verso queste persone a cui diamo uno strumento, come quello dello screening, mettendo il paziente e il contesto familiare nelle condizioni di poter conoscere le difficoltà future. A loro lo Stato dice: non ti lasciamo solo nel farlo. E per rispondere a questo fondamentale obiettivo dobbiamo riuscire sempre di più a fare un sistema sanitario di prossimità, ovvero un Snn che ti sta vicino, che ti segue e che ti mette in condizione di non essere abbandonato di fronte alle tue difficoltà. Ma supportato anche da quell’aiuto psicologico che deve accompagnare il ragazzo che vive in prima persona la malattia , così come l’intero contesto familiare. Ecco perché – ha concluso Girelli- il sì convinto del gruppo del Partito democratico: perché alle tante persone coinvolte ora possiamo dire: sappiamo che vivete questa situazione difficile ma noi cercheremo, fino a quando ce ne sarà bisogno, di affiancarvi sempre qualcuno a farsene carico”.
Dichiarazione di Gian Antonio Girelli, deputato Pd
“Il Pd voterà no all’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dal Covid. Siamo contrari innanzitutto perché l’indagine, nonostante il parere di tutti gli auditi in commissione, non ha voluto considerare l’attività di 21 modelli territoriali, come se fossero stati ininfluenti nel contrastare la pandemia.” Così il deputato Pd Gian Antonio Girelli nel suo intervento in Aula stamane sulla proposta di istituire una commissione d’inchiesta sulla gestione della pandemia. “Come Pd – ha proseguito Girelli- abbiamo voluto porre l’attenzione sulla inefficacia di una commissione d’inchiesta in presenza di una indagine gia’ avviata dalla procura di Bergamo. Inoltre, è evidente il carattere strumentale di tale commissione anche alla luce dell’elenco delle attività oggetto dell’indagine: l’obiettivo principale è un palese attacco al governo di allora. Indigna, tra l’altro la considerazione che è stata data ad alcune tesi no vax. Per noi è incredibile anche solo pensarlo. Nel mio intervento in aula- ha proseguito Girelli- ho sottolineato la mancata volontà di fare ciò che è veramente indispensabile: un’analisi attenta di tutto quanto è avvenuto per poi individuare le politiche conseguenti al fine di impedire il ripetersi di drammi come quello tristemente vissuto. Riteniamo che l’approccio più efficace fosse quello di fare un’analisi a 360 gradi e non voler parlare solo di Cina, di banchi a rotelle o zone rosse mancate. Sia chiaro - ha concluso Girelli – noi non temiamo la commissione e non abbiamo nulla da nascondere. Vorremmo però capire ogni cosa, ma non possiamo prestarci ad un uso strumentale o, peggio, permettere che una tragedia nazionale diventi un’arma della maggioranza per attaccare l’opposizione. “
“In commissione congiunta Affari sociali e Finanze era stata votata all'unanimità la stabilizzazione dei lavoratori precari Irccs. Una misura giusta e doverosa. In queste ore il governo ha cambiato idea e chiesto alla maggioranza di sopprimere l’emendamento, assumendosi una responsabilità gravissima. La destra ha così bocciato, in una commissione riconvocata ad hoc, la stabilizzazione del personale. La motivazione è che non ci sono risorse idonee ad assumere a tempo indeterminato il nuovo personale di ricerca sanitaria. Copertura che secondo noi c'era già e che comunque riguardava pochi milioni di euro. E’ una cosa imbarazzante e vergognosa, siamo di fronte ad un governo, ancora una volta, in totale confusione e che non fa mai l'interesse dei lavoratori e della sanità pubblica”.
Così Marco Furfaro, capogruppo in commissione Affari sociali alla Camera, e i componenti dem Ilenia Malavasi, Paolo Ciani, Gianni Girelli, Nico Stumpo.
Per la prima volta nei processi per la strage di piazza della Loggia a Brescia la presidenza del Consiglio non sarà parte civile. Non era mai successo nei numerosi procedimenti che si sono celebrati negli anni. All’origine c’è l’incredibile atto del governo di costituirsi tardivamente. Presenteremo un’interrogazione affinché l’esecutivo venga in Parlamento a spiegare questa brutta pagina e ribadiamo ai familiari delle vittime la nostra vicinanza e solidarietà.
Così Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd, Federico Gianassi, capogruppo Commissione Giustizia della Camera e Gianantonio Girelli, deputato della Commissione Affari Sociali