“Il ministro Zangrillo annuncia che nei prossimi giorni cercherà di capire dove trovare i soldi per il contratto dei lavoratori del Pubblico Impiego atteso da un anno e mezzo. Gli diamo un suggerimento: li prenda dai sussidi ambientalmente dannosi. C’è un emendamento al nuovo Decreto Pa del Gruppo del Pd sul rinnovo del contratto che individua in quei sussidi una copertura annua di due miliardi. Sarebbe un segnale importante votarlo insieme”.
Lo dichiara il capogruppo del Partito Democratico in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
"La destra è in difficoltà sul salario minimo. Davanti a tre milioni di lavoratori scappa. E sceglie la strada della soppressione del testo delle opposizioni. Una ferita democratica e uno schiaffo ai poveri cristi. Ritirino emendamento e spieghino se hanno uno straccio di idea”. Lo scrive su Twitter il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.
"La destra non vuole discutere il salario minimo. Addirittura presenta un emendamento soppressivo che elimina tutta la proposta delle opposizioni. Fuggono dal merito: una dimostrazione di totale cinismo politico. Stanno dicendo no a tre milioni di lavoratori poveri senza nemmeno degnarsi di dare uno straccio di motivazione. Daremo battaglia in commissione e in Aula". Lo dichiara il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd il commissione Lavoro.
Pd reitera richiesta di dimissioni della ministra del Turismo nel corso del Question time alla Camera
“Se hai giurato sulla Costituzione non puoi mentire al parlamento e stare un minuto in più al tuo posto. Noi del Partito democratico ribadiamo la nostra richiesta di dimissioni della ministra Santanchè ”. Così il deputato Dem Artuto Scotto nel corso del Question time alla Camera, dopo che il collega e vicepresidente del gruppo Toni Ricciardi aveva interrogato il ministro del Lavoro Calderone per sapere “quali immediate iniziative intenda adottare al fine di verificare i comportamenti della Visibilia Editore, in merito all’utilizzo della cassa integrazione durante il periodo della pandemia.” “Voi dite no al salario minimo per tre milioni di lavoratori poveri – ha proseguito Scotto replicando alla ministra del Lavoro- definite il reddito di cittadinanza paghetta di Stato, ma chiudete un occhio su una vostra collega che avrebbe preso i soldi della cassa integrazione Covid facendo lavorare i propri dipendenti, peraltro a loro insaputa: un uso cinico e spregiudicato delle risorse pubbliche”. Per Scotto, “appare del tutto evidente che il ministero del Lavoro non manderà nessuno a controllare e il governo non darà nessuna risposta. Il ministro ci ha informato che se ne occuperà l’Ispettorato del lavoro, che nel frattempo il governo ha decapitato senza nominare i nuovi vertici. O che se ne occuperà l’Inps, per il quale è stato fatto addirittura un decreto per commissariarlo.” Insomma, ha concluso il parlamentare Dem- “voi state semplicemente aggirando la realtà. Ma prima o poi qualcuno vi presenterà il conto per le fughe, le omissioni e le menzogne che state riversando su questa incresciosa vicenda.”
“Il governo taglia il reddito di cittadinanza per quattrocentomila famiglie, ma poi tira fuori una social card che dà diritto a poco più un caffè al giorno. E lo spaccia per sostegno al potere d’acquisto. Non servono interventi una tantum e frammentari: occorrono misure strutturali per il contrasto alla povertà e ai bassi salari. Li aspettiamo sulle cose serie: rinnovi dei contratti per 7 milioni di persone e introduzione del salario minimo per legge. Il resto assomiglia molto a una elemosina di stato, che fra l’altro presenta anche elementi contraddittori e ingiusti in quanto sembra escludere proprio i più poveri”.
Lo dichiara il deputato democratico Arturo Scotto, capogruppo in commissione Lavoro.
“L’Ocse certifica quello che tutti gli italiani conoscono sulla propria pelle: il nostro è il Paese dove i salari sono scesi, e soprattutto continuano a scendere, di più su base annua rispetto alle principali economie del mondo. Eppure c’è un governo che di fronte a una realtà così drammatica sceglie di negare l’evidenza e dire No al salario minimo proposto dalle opposizioni. Ormai vivono sulla luna”.
Lo dichiara il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“La destra vuole bloccare il salario minimo legale. Si andrà in Parlamento il 28 luglio e temo che la loro intenzione sia rinviare la discussione alle calende greche. Dicono che hanno bisogno di tempo per riflettere. Non si sa su cosa, dopo tre mesi di audizioni in commissione e una proposta unitaria delle opposizioni. Fanno veicolare dubbi rispetto all’efficacia di questo strumento. Addirittura spiegando che impoverirebbe il mondo del lavoro. Lo dicessero a chi viene pagato tre o quattro euro l’ora. Qui parliamo della vita materiale di milioni di persone, non del destino della Santanchè o di La Russa. La verità è che vogliono buttare la palla in calcio d’angolo. Ma tutto si può fare tranne che scappare dalla realtà”.
Lo dichiara il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
"Il 28 luglio arriverà il salario minimo a Montecitorio. Proposta unitaria delle opposizioni. Auspichiamo un atteggiamento costruttivo da parte della destra. Non si può negare la realtà. Il lavoro povero esiste. In un Paese normale lavorare sotto i 9 euro dovrebbe essere illegale". Lo scrive su Twitter Arturo Scotto, capogruppo del Pd in commissione Lavoro della Camera.
“Le opposizioni hanno avanzato una proposta unitaria sul salario minimo. Ci abbiamo lavorato per settimane e siamo pronti ad andare in aula già il 28 luglio così come stabilito dalla Conferenze dei Capigruppo. Se il Governo ha delle proposte concrete che vanno nella direzione del salario minimo il tempo di farle è ora. Dopo tre mesi di audizioni in Commissione forse qualche idea se la saranno fatta anche loro…”. Lo ha dichiarato il deputato democratico Arturo Scotto, capogruppo in commissione Lavoro, dopo le affermazioni del presidente della commissione Walter Rizzetto.
“I fatti di Jenin sono solo l’ultimo di tanti episodi che dall’inizio del 2023 ci raccontano di una lunga scia di sangue in Palestina. Oggi sono 10 morti e cento feriti nei territori con vere e proprie scene di guerra che hanno coinvolto civili innocenti. Va fermata l’escalation dell’esercito israeliano: l’Italia rompa il silenzio e chieda alle Nazioni Unite di far rispettare le risoluzioni internazionali”. Lo dichiara il deputato democratico Arturo Scotto.
Dichiarazione di Arturo Scotto e Simona Bonafè, capogruppo Pd in Commissione Lavoro e Affari Costituzionali della Camera
Stamattina i relatori di maggioranza del Decreto P.A. non hanno nemmeno avuto la sensibilità istituzionale di presentarsi in Commissione per illustrare il merito del provvedimento. Un decreto di 45 articoli che tratta tutti i settori, senza un baricentro sul Pnrr e che mette solo qualche toppa all’emergenza precarietà nella Pubblica Amministrazione, così come emerge da quasi tutte le audizioni delle forze sociali che abbiamo fatto stamattina. Un comportamento che non è negligenza ma irresponsabilità.
Con il #salariominimo diamo una risposta a oltre tre milioni di lavoratori privi di copertura contrattuale. I 9 euro orari sono un antidoto concreto al carovita. Per questo è incomprensibile il no della destra. Che preferisce agitare i soliti fantasmi anziché risolvere problemi.
Così su Twitter il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo in commissione Lavoro
“Abbiamo una proposta unitaria delle opposizioni sul salario minimo. Nessuno può lavorare sotto i 9 euro orari. Altrimenti è sfruttamento. La destra dice da tempo di no. Ma in Parlamento la legge arriverà presto in discussione. E dovranno assumersi la responsabilità di bocciarla”.
Così su Twitter Arturo Scotto, capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera.
Il decreto Lavoro del governo Meloni è un concentrato di cinismo sociale, un incoraggiamento all’espansione del nero, una spintarella all’evasione contributiva, un colpo secco al sindacato, un manifesto carico di arroganza nei confronti della parte più debole della società. Nei fatti alimenta la precarietà, non la combatte. Introduce la liberalizzazione totale dei contratti a termine e allarga la sfera dei voucher. Dunque legalizza lo sfruttamento e lo schiavismo in alcuni settori come l'agricoltura. Interviene poi sul reddito cittadinanza tagliando il sussidio per oltre 400.000 nuclei familiari e restringendo ulteriormente la possibilità di accesso all'assegno di inclusione.
Ci troviamo di fronte ad una manovra politica chiara che ha l’obiettivo di colpire il lavoro, indebolirlo nella sua dignità e nella sua capacità di contrattazione e affossare i poveri che sono i veri colpevoli per questa destra della mancata crescita del Paese. Vi siete presentati come quelli che non vogliono disturbare “chi vuole fare”. L’avete spacciata come libertà e invece si trattava di una semplice licenza di arbitrio. Restano invece scolpite nella nostra memoria le parole di un grande leader politico, Enrico Berlinguer: “Noi vogliamo una società che rispetti tutte le libertà, meno una: quella di sfruttare il lavoro di altri esseri umani, perché questa libertà tutte le altre distrugge e rende vane”. Per queste ragioni il nostro no è forte e convinto. Perché lavoro e libertà non possono mai essere separati.
Così Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro, intervenendo in Aula per la dichiarazione di voto sul decreto lavoro.
“L’approvazione dell’ordine del giorno Gribaudo è tecnicamente una sfiducia alla ministra Santanché da parte del Parlamento e della sua stessa maggioranza. Qualora le accuse dovessero essere confermate le dimissioni dovrebbero essere istantanee. O si sono sbagliati perché non hanno letto il testo dell’odg oppure si è aperta una crepa vera nella maggioranza. Qualcuno ne tragga le conseguenze”.
Lo dichiara il deputato democratico Arturo Scotto, capogruppo in commissione Lavoro.