“Il familismo come leva di crescita professionale e gestione del potere. Una cosa non nuova, peraltro. Per questo pretendiamo che la Ministra Calderone venga in Parlamento. È il luogo dove ha preso la fiducia e ne deve avere rispetto. Non esiste uno spazio di valutazione autonoma possibile. La furbizia è un’onta per la Repubblica”. Lo scrive sui social il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo PD in Commissione Lavoro.
Riferendosi alla questione della laurea conseguita all'Università Link, Scotto continua “Marina Elvira Calderone: la laureata della domenica. Lei è a tutti gli effetti la Ministra della Precarietà. Non esiste un atto del suo ministero che sia andato nella direzione di una maggiore stabilità del lavoro, della difesa dei salari e degli stipendi, di sostegno ai più poveri. L’inchiesta del 'Il Fatto Quotidiano' ha squadernato una serie infinita di anomalie per acquisire il 'pezzo di carta' che merita una risposta molto più seria di qualche goffa e imbarazzata battuta”. “Per chi ha costruito una retorica di governo sulla centralità del merito scagliata come una clava contro i percettori di sussidi sociali è senz’altro un’incoerenza. Oltre che un conflitto di interesse abbastanza esorbitante”, conclude Scotto.
“Abbiamo depositato una interrogazione urgente sulla nomina di Mario Pepe alla Covip. Sono passati più di quattro mesi dalla decisione del Consiglio dei Ministri ed ancora Pepe non ha preso possesso della carica. La nomina è nei fatti bloccata alla Corte dei Conti. Ancora una volta la magistratura contabile si conferma un organo super Partes a tutela della legalità nel nostro paese. Evidentemente avevamo ragione noi che si trattava di una scelta sbagliata innanzitutto per un curriculum totalmente inadeguato a gestire una commissione che vigila sui fondi pensione di tutte le lavoratrici e i lavoratori italiani. Sono state logiche viziate da amichettismo quelle che hanno animato la Ministra Calderone e l’intero Governo. Facciano un gesto di dignità, tornino sui loro passi e scelgano una figura competente e autorevole”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Giorgia Meloni deve vergognarsi. Aver ridicolizzato in Parlamento il Manifesto di Ventotene, scritto da chi viveva al confino durante il fascismo, la mette fuori dalla Costituzione. E’ una vergogna assoluta. Non è una Presidente del Consiglio, è un capo ultras“.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, sui social.
“L’Istat fotografa un Paese dove i poveri sono stati la prima vittima di questo governo. Quasi un milione di famiglie sono state danneggiate dalla decisione di tagliare il reddito di cittadinanza. Con una perdita secca di duemila euro l’anno. In un Paese dove i salari sono bloccati e il lavoro è sempre più precario ci troviamo davanti a una veri e proprio esperimento di macelleria sociale”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
Oggi intervista con corrispondente in GB di Repubblica
Oggi pomeriggio alle 18.30 al King’s college di Londra si terrà un evento organizzato dal Center for Italian politics sui referendum dell’8-9 giugno. Arturo Scotto verrà intervistato da Antonello Guerrera, corrispondente di Repubblica in Gran Bretagna, sui quesiti che saranno oggetto della consultazione. Sarà l’occasione per ribadire l’impegno del Pd in questa sfida in cui tanti italiani all’estero possono garantire il raggiungimento del quorum sui referendum contro la precarietà del lavoro e per la cittadinanza.
“I dati Eurostat certificano il fallimento delle politiche del governo Meloni sul lavoro. L'Italia si conferma ultima in Europa per tasso di occupazione, con un divario che, invece di ridursi, aumenta. L’occupazione femminile resta drammaticamente indietro, con un distacco di oltre 13 punti rispetto alla media UE, e i giovani continuano a essere penalizzati. Di fronte a questo scenario allarmante, l’esecutivo continua a negare la realtà e a proporre misure inefficaci, mentre servirebbero investimenti seri per creare lavoro stabile e ben retribuito.
Meloni e il suo governo preferiscono propagandare successi inesistenti piuttosto che affrontare i problemi reali del Paese. Ma i numeri parlano chiaro: il lavoro precario dilaga, le disuguaglianze aumentano e l’Italia resta fanalino di coda in Europa. Il Partito Democratico continuerà a battersi per un cambio di rotta, per un lavoro dignitoso e per politiche salariali capaci di proteggere il potere d’acquisto”. Così Arturo Scotto, capogruppo PD in Commissione Lavoro della Camera.
“Sarebbe uno scandalo se l’armonizzazione del salario accessorio venga negato a tutto il personale fuori dai ministeri. Nel decreto PA pubblicato appena ieri verrebbe esclusa la maggioranza dei dipendenti pubblici, a partire dagli enti locali, dall’incremento del salario accessorio. Si sana la ferita della mancata perequazione per gli ispettori sul lavoro in applicazione di una sentenza della Corte Costituzionale. Ma anche loro sono esclusi dal fondo dei 190
milioni previsto nel decreto per il salario accessorio. Penalizzare, in un paese dove muoiono tre lavoratori al giorno, gli ispettori del lavoro risulta una cosa fuori dal mondo. Faremo una battaglia in Parlamento durissima per cambiare il decreto”. Lo dichiara Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro di Montecitorio.
"Il governo ha stabilito la data per la celebrazione dei cinque referendum. Si voterà l’8 e 9 giugno. Avremmo preferito che si votasse insieme al primo turno elettorale delle amministrative. E invece il governo ha accolto solo parzialmente la richiesta dei comitati promotori e scelto di farlo slittare di due settimane accorpandolo con i ballottaggi, evidentemente per disincentivare la partecipazione e per scoraggiare il raggiungimento quorum. Vuol dire che hanno paura. Servirà una risposta forte, popolare, partecipata
I cinque referendum possono cambiare la vita di milioni di cittadini. Per battere la precarietà, l’insicurezza nei luoghi di lavoro, l’esclusione dalla vita democratica di decine di migliaia di persone prive di cittadinanza." Così in una nota il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo PD in Commissione Lavoro a Montecitorio.
“Dopo più di quattro mesi dalla nomina in Consiglio dei ministri dell’onorevole Mario Pepe al vertice della Covip ancora tutto è fermo. Abbiamo segnalato con un’interrogazione l’8 gennaio scorso alla ministra Calderone l’inadeguatezza del profilo di Pepe alla guida di una Commissione che si occupa della vigilanza sui fondi pensione. Un curriculum vuoto che la stessa ministra ha fatto fatica a difendere arrampicandosi ripetutamente sugli specchi. Se dopo tanto tempo la Covip resta ancora senza vertice e in regime di prorogatio, significa che avevamo colto nel segno. E che si è evidentemente aperto qualche problema nel governo. E non sanno come uscire dall’imbarazzo. Diano subito una spiegazione al Paese perché parliamo di un organismo che deve vigilare su una montagna di miliardi. I soldi dei lavoratori non possono essere oggetto di operazioni di lottizzazione così spudorate”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Artuto Scotto.
"Elly Schlein ha portato avanti una linea giusta, coerente fino in fondo con la sua storia di europeista e federalista. Favorevole alla difesa comune, contraria all’inutile corsa al riarmo portata avanti da Ursula Von Der Leyen. La sosterrò con tutte le mie forze. I fatti si incaricheranno di confermare quanto sia sbagliato battere la strada dell’economia di guerra di fronte alle sfide esistenziali che attendono l’Europa”.
Così sui canali social il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Non ci resta che andare a ‘Chi l’ha visto’. Il decreto sulla Pubblica amministrazione è scomparso. Sono settimane infatti che attendiamo invano la pubblicazione. A questo punto c’è un tema di trasparenza che denunciamo con forza. Anche perché con quel decreto si sarebbe affrontata almeno parzialmente la questione del ‘taglia idonei’ dopo le denunce del partito democratico. A quanto pare la destra continua ad avere una visione sbagliata della nostra Pa. Per noi invece rappresenta l’ossatura del nostro Paese e non merita di essere trattata in questo modo”.
Così i deputati democratici Marco Sarracino, della segreteria nazionale del Pd, Arturo Scotto, capogruppo in commissione Lavoro, e Andrea Casu, della Presidenza del Gruppo.
“Il ministro Zangrillo annuncia un nuovo decreto sulla Pubblica Amministrazione nel consiglio dei ministri di giovedì. Nel frattempo quello precedente, varato dallo stesso Consiglio dei Ministri, ormai quattro settimane fa non è stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Praticamente siamo davanti a un vero e proprio cortocircuito legislativo che impedisce al Parlamento di lavorare bene e soprattutto lascia nella precarietà decine di migliaia di lavoratori del pubblico impiego. E’ inaccettabile questo modo di gestire un comparto così delicato che ha bisogno di certezze e non di propaganda”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
"L’Italia è un Paese dove le donne sono precarie il doppio degli uomini e a parità di mansioni guadagnano il 30 per cento in meno.Il governo non ha nulla da rivendicare nella giornata dell’8marzo visto che l’abolizione del divieto di dimissioni in bianco porta la sua firma. Un colpo alla libertà delle donne”. Così il deputato Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro, in un post pubblicato sui suoi canali social.
Da ministra Calderone pannicelli caldi
“Il rapporto Inail ci parla di un aumento nel mese di gennaio dei morti sul lavoro. Più 12 decessi rispetto allo scorso anno che equivale a più 36 per cento. Con una crescita persino tra gli under 25. E’ emergenza nazionale. Tutte le misure messe in campo dalla ministra Calderone sono solo pannicelli caldi, a partire da una patente a crediti senza capo nè coda. Chiediamo al Governo di aprire rapidamente un confronto con le parti sociali che superi misure propagandistiche e inefficaci”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Il Ministro Zangrillo rilascia interviste su interviste per bacchettare un giorno si’ e l’altro pure il sindacato, descrivendo una svolta nella Pubblica Amministrazione che non c’è. Nel frattempo sono tre settimane che il Consiglio dei ministri ha varato un decreto sulla Pa, ma a oggi non c’è ancora la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Evidentemente dal Mef sarà arrivato qualche stop alle già pallide ambizioni del Ministro. Sta succedendo qualcosa nel Governo? Lo spieghino. Qui parliamo della vita di migliaia di lavoratori a cui questo governo continua a dare solo risposte in termini di precarietà e bassi salari”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.