Dichiarazione di Arturo Scotto, capogruppo Pd in Commissione Lavoro
L’approvazione dell’ordine del giorno per garantire la continuità degli ammortizzatori sociali ai lavoratori ex Whirlpool è un segnale fortissimo da parte del Parlamento. Un messaggio di unità perché firmato da tutti i capigruppo di maggioranza e di opposizione in commissione lavoro e dai deputati e le deputate campane e condiviso dal Governo con il via libera del sottosegretario Durigon. Si preparano le basi per togliere l’ultimo ostacolo per far partire il progetto di TeaTek che assumerà entro la fine di ottobre oltre trecento operai e operaie che finalmente vedranno riconosciuto il loro diritto al lavoro dopo tanti anni di mobilitazione.
“Non possiamo dirci soddisfatti della relazione dell’ad di Rfi Gianpiero Strisciuglio. Un’audizione alla Camera dei Deputati non può essere un continuo rimando all’attività di indagine della magistratura. Davanti abbiamo investimenti ingenti sulla rete ferroviaria nei prossimi mesi: la vicenda di Brandizzo ci dice che evidentemente qualcosa non è andato sul piano degli strumenti messi in campo per garantire la sicurezza di chi lavora sui cantieri molto spesso in subappalto. Ci aspettavamo qualcosa in più a partire un piano con risorse certe per evitare che quanto accaduto non si ripeta”. Lo ha dichiarato il capogruppo democratico in commissione Lavoro Arturo Scotto a margine dell’audizione alla Camera del’Ad di Rfi.
Abbiamo letto alcune ricostruzioni giornalistiche dove emerge che il Cnel si appresta a convocare i partiti per un confronto sul salario minimo. Di solito accade l’opposto: è il Cnel che viene audito dalle commissioni competenti, cosa peraltro già accaduta attraverso il deposito di una memoria nel mese di luglio. Conoscendo la sensibilità istituzionale del Presidente Brunetta escludiamo che voglia sostituirsi al Ministro del Lavoro. Continuiamo a pensare che il confronto debba essere fatto in Parlamento e auspichiamo che la maggioranza voglia davvero aprire una riflessione su una riforma che interviene sulla condizione di 3 milioni e mezzo di persone che lavorano sotto i 9 euro lordi orari. Altre scorciatoie per noi non esistono.
Così i deputati del Pd della commissione Lavoro Arturo Scotto, Emiliano Fossi, Chiara Gribaudo, Mauro Laus e Marco Sarracino.
Tweet di Arturo Scotto, capogruppo Pd commissione Lavoro della Camera
In Germania tornano a salire i salari dopo due anni. Tre le mosse del Governo socialdemocratico: 1) rinnovo dei contratti scaduti; 2) erogazione di un premio di compensazione sull’inflazione reale; 3) aumento del salario minimo legale. In Italia #Meloni aspetta risposte dal Cnel.
"Il governo da mesi fa melina sul Contratto del Pubblico impiego. Parliamo di 3,6 milioni di lavoratori pubblici che aspettano da più di un anno il rinnovo. E il ministro Zangrillo non riesce a illustrare ai sindacati un percorso credibile e ad assicurare risorse vere. Alla ripresa parlamentare ne chiederemo immediatamente conto in Parlamento”. Lo dichiara il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.
“Dal Financial Times all’Ocse oggi arriva una promozione netta e inequivocabile del salario minimo. Non perché hanno aderito alla petizione popolare lanciata dalle opposizioni, ma perché sono abituati a dare giudizi oggettivi. Che spiegano che il salario minimo rafforza la contrattazione e non innesca alcuna spirale inflazionistica. La nostra destra invece costruisce fantasmi immaginari senza alcun fondamento scientifico ne’ riferimenti internazionali. Il loro sovranismo spinge l’Italia a diventare sempre di più la provincia dei diritti negati e dei salari bassi”. Lo dichiara il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.
Dichiarazione di Arturo Scotto, capogruppo Pd commissione Lavoro Camera
Ha ragione il segretario generale della Cgil Maurizio Landini nell’intervista oggi al quotidiano la Repubblica: il Governo è fermo e si limita solo a fare annunci. Meloni convochi le parti sociali per discutere di bassi salari, di legge sulla rappresentanza e di rinnovi contrattuali. La destra si è appena convertita alla contrattazione collettiva, tant’è che la usa per dire no al salario minimo. Ma poi rimanda tutto al Cnel senza assumersi la responsabilità di un confronto vero con il sindacato. Il successo della nostra petizione segnala che c’è una emergenza sociale che non può essere affrontata con la politica dei rinvii. Servono risposte subito.
Tweet di Arturo Scotto, capogruppo Pd Commissione Lavoro della Camera
Chiamiamo le cose con il loro nome: le #accise sono la #tassaMeloni. Prima ne prometteva l’abolizione integrale. Appena messo piede a Palazzo Chigi ha eliminato il taglio di Draghi. Ora fa dire ai suoi ministri che le accise finanziano il cuneo fiscale. Il gioco delle tre carte.
Dichiarazione di Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro Camera
Il Capogruppo di Fratelli D’Italia oggi sul Corriere della Sera parla di truffa delle opposizioni sul salario minimo. Questo è il modo di concepire il confronto tra maggioranza e opposizione da parte del principale partito di Governo. Noi non rispondiamo agli insulti di chi vive di propaganda e continuiamo a incontrare migliaia di cittadini a cui chiediamo il sostegno per rafforzare la nostra proposta sul salario minimo. Possono fare i bulli in Parlamento o sui giornali, difficilmente potranno farlo con chi mette una firma e sceglie di schierarsi.
“In poche ore dai due principali alleati della Meloni arriva una bocciatura netta e inequivocabile del Salario minimo per legge. La posizione non lascia spazio a dubbi: mai con il nostro governo. Salvini e Tajani hanno già archiviato il tavolo con le opposizioni. Un appello alla Meloni: non faccia perdere tempo al Paese. Non può permetterselo lei e non possiamo permettercelo noi. C’è una sola proposta in campo da cui partire, quella delle opposizioni, la si porti quanto più rapidamente in Parlamento alla ripresa dei lavori. Quando si parla di lavoro povero non può succedere che nel governo si giochi al poliziotto buono e al poliziotto cattivo. Ci vuole serietà politica, non solo cortesia istituzionale”.
Lo dichiara Arturo Scotto, capogruppo democratico della commissione Lavoro della Camera.
“Dopo il vertice di ieri a Palazzo Chigi ci domandiamo se l’Italia ha ancora una ministra del Lavoro. Se tutto viene demandato al Cnel, istituzione prestigiosa e guidata da una personalità autorevole, di cosa continuerà a occuparsi la Calderone? Soltanto di nomine di sottogoverno? E’ chiaro che questa destituzione sul campo rischia di diventare l’alibi per sostituire la centralità del Parlamento, se non per avallare l’idea di una terza camera. La proposta sul salario minimo è quella in discussione alla Camera dei Deputati ed è l’unica in campo da cui partire. Anche perché sarà rafforzata dalle tantissime firme che raccoglieremo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane”.
Lo dichiarano i deputati democratici della commissione Lavoro della Camera, Arturo Scotto, Emiliano Fossi, Chiara Gribaudo, Mauro Laus e Marco Sarracino.
"Va fatto per legge e va rafforzata la contrattazione collettiva"
Le dichiarazioni di Giorgia Meloni dimostrano che non ha letto la nostra proposta. Il salario minimo va fatto per legge, nessuno deve lavorare sotto i 9 euro l’ora e la contrattazione collettiva va rafforzata. Questo c’è scritto nel testo e questo le ribadiremo con forza a Palazzo Chigi.
Così Arturo Scotto, capogruppo del Pd in commissione Lavoro della Camera.
La convocazione di un incontro a Palazzo Chigi da parte del Governo sul salario minimo è indubbiamente un successo dell’iniziativa di questi mesi delle opposizioni. Questa scelta certifica una difficoltà della destra sul tema dei salari bassi che la costringe ad aprire al confronto. La condotta della maggioranza è stata talmente contraddittoria che appena due settimane fa voleva sopprimere la legge con un emendamento. Che è stato bloccato dalla coesione delle opposizioni che hanno difeso in Parlamento la loro proposta di legge unitaria. Ora dicano però cosa vogliono fare. C’è un testo base adottato dalla Commissione lavoro della Camera e si parte da lì: il salario minimo deve essere stabilito per legge e la soglia non può essere inferiore a nove euro. Non lo chiede l’opposizione, ma la condizione materiale di milioni di persone. Andremo a vedere le carte scevri da pregiudizi. L’importante è che non siano carte truccate. Non servono meline, ma fatti concreti”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“La maggioranza non ha detto la verità oggi in aula. La sospensiva che porta il salario minimo formalmente al 29 settembre in realtà è un rinvio a gennaio. A dopo la sessione di bilancio. Perché come è noto a tutti durante quel periodo non è possibile votare leggi di spesa. La destra dunque sta imbrogliando gli italiani”.
Lo dichiara il capogruppo democratico in commissione Lavoro Arturo Scotto
“Andremo in tutte le piazze del Paese su ragioni della nostra proposta”
“Oggi alla Camera dei Deputati voteremo la sospensiva della nostra legge sul salario minimo. Sarà un dibattito importante dove ciascuno si assumerà le proprie responsabilità davanti al paese.
E dovrà motivare perché non si poteva provare ad approvare subito un tema di civiltà. Per noi oggi parlerà Elly Schlein e porterà la voce dei tanti e delle tante che abbiamo incontrato nel paese e con cui abbiamo condiviso la battaglia per una retribuzione equa e dignitosa come stabilisce l’articolo 36 della Costituzione.
La destra vuole il rinvio a fine settembre per preparare una proposta da contrapporre a noi.
Vogliono comprare tempo e mettere su un binario morto l’urgenza di dare una risposta a tre milioni e mezzo di lavoratori poveri. Hanno i numeri e ce la faranno.
Essere arrivati qui è comunque un risultato perché non era affatto scontato che si parlasse di salario minimo in questo Parlamento. La legge era destinata alla soppressione - la destra voleva chiudere la pratica in venti minuti in Commissione - e invece l’unità delle opposizioni ha sventato questo tentativo.
Possono rinviare, ma non cancellare. Noi andremo piazza per piazza in tutto il paese a spiegare le ragioni per cui occorre una legge che definisca una cosa semplice: non deve essere più legale in questo paese lavorare sotto i 9 euro”. Lo dichiara il deputato democratico Arturo Scotto, capogruppo in commissione Lavoro.