“Oggi la Commissione presieduta da Sabino Cassese ha annunciato che per l’autonomia differenziata i LEP saranno definiti a dicembre. Il governo dovrebbe chiarire dove pensa di trovare i soldi per garantirli in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Mentre sulla manovra stanno già litigando, con un Giorgetti smentito dalla stessa Meloni sulle nuove fantasiose coperture, ci troviamo di fronte a una politica economica confusa e a una maggioranza che naviga a vista. Le promesse sull’autonomia differenziata rischiano di crollare sotto il peso di nuove tasse a carico dei soliti noti, mentre agli evasori continuano a concedere condoni, o con tagli ai servizi essenziali. Come sempre, saranno i cittadini a pagarne le conseguenze”.
Così la deputata Silvia Roggiani, segretaria regionale Pd Lombardia.
RISOLUZIONE IN COMMISSIONE
La Commissione VIII,
premesso che:
a distanza di poco più di un anno dall’acquisto di efficacia del nuovo Codice Appalti è possibile tracciare un primo bilancio relativo alle questioni critiche che permangono, o che sono emerse in fase di applicazione, e che impongono la necessità di una modifica;
l’articolo 1, comma 4, della legge 21 giugno 2022, n. 78 della legge “Delega al Governo in materia di contratti pubblici” fornisce lo strumento per intervenire, prevedendo che, entro due anni dalla data di entrata in vigore di ciascuno dei decreti legislativi, il Governo può apportarvi le correzioni e integrazioni che l'applicazione pratica renda necessarie od opportune, con la stessa procedura e nel rispetto dei medesimi principi e criteri direttivi della delega;
si ricorda che l'approvazione del nuovo codice dei contratti pubblici costituisce uno degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) che prevede, tra le riforme abilitanti – semplificazione e concorrenza – la semplificazione in materia di contratti pubblici;
il nuovo Codice dei contratti pubblici dovrebbe quindi essere uno strumento che, da un lato serve ad assicurare maggiore efficienza della spesa pubblica, dall’altro deve garantire un quadro regolatorio funzionale allo sviluppo e alla crescita del Paese;
per assicurare ciò occorre intervenire su più fronti per far sì che i principali ostacoli al raggiungimento degli obiettivi di semplificazione e di maggiore concorrenza, annoverati tra la scarsa partecipazione delle PMI alle gare, la complessità delle procedure di appalto e il predominio dell’offerta più bassa tra i criteri di aggiudicazione, vengano rimossi;
in particolare, nel nuovo Codice appalti permangono, per quanto attiene i seguenti specifici aspetti - tra gli altri -, le seguenti criticità:
- l’articolo 8 “Principio di autonomia contrattuale. Divieto di prestazioni d'opera intellettuale a titolo gratuito” prevede il divieto di prestazioni d'opera intellettuale a titolo gratuito e di applicazione del principio dell'equo compenso. Tuttavia, si rileva l'ampiezza delle possibili deroghe al divieto di prestazioni gratuite e all'applicazione del principio dell'equo compenso. Non sono infatti indicati, nello schema di decreto, i casi eccezionali che giustificherebbero l'affidamento di prestazioni gratuite, né tantomeno i casi in cui si possa derogare all'equo compenso e si ritiene che l'obbligo di un'adeguata motivazione costituisca un presidio troppo debole a fronte dell'ampiezza dei «casi eccezionali» che potrebbero giustificare la deroga;
- in merito al principio dell’“equivalenza di tutele per i lavoratori” occorre garantire che i CCLN applicati siano quelli sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e associazioni imprenditoriali più rappresentative, così da assicurare diritti e retribuzioni adeguate;
- occorre circoscrivere l’utilizzo dell’appalto integrato di cui all’articolo 44 alle sole ipotesi di effettiva necessità e utilità, in quanto è uno strumento che fornisce meno garanzie sulla qualità della progettazione e sulla prevenzione dei fallimenti e dell'eccessivo ricorso alle varianti;
- in maniera del tutto anticoncorrenziale, l'articolo 50 del nuovo codice appalti – confermando le misure introdotte dalla normativa emergenziale – prevede due sole modalità di affidamento sotto soglia: affidamento diretto e procedura negoziata senza bando. In aggiunta alle evidenti ricadute negative in tema di trasparenza, la maggiore criticità connessa a questa impostazione è rappresentata dal fatto che negli affidamenti diretti la valutazione è effettuata, di fatto, secondo un criterio del minor prezzo e che, nelle restanti e residuali ipotesi di ricorso a procedure negoziate senza bando, la norma consente alle stazioni appaltanti di ricorrere alternativamente o al criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa o a quello del prezzo più basso, senza alcun obbligo di motivazione circa la scelta. Questo determina un forte utilizzo del criterio del prezzo più basso che non consente di valorizzare aspetti quali la qualità del prodotto, dell'innovazione e della sostenibilità ambientale dello stesso;
- l’articolo 58 del Codice, per garantire la effettiva partecipazione delle micro, delle piccole e delle medie imprese, anche di prossimità, agli appalti, prevede che questi debbano essere suddivisi in lotti funzionali, prestazionali o quantitativi in conformità alle categorie o specializzazioni nel settore dei lavori, servizi e forniture. Nella prassi, il ricorso a tale istituto è scarsamente praticato e l’obbligo di motivare la scelta di accorpare più appalti in un’unica procedura a evidenza pubblica (dimostrando, peraltro, i benefici derivanti da detta scelta rispetto alle altre soluzioni possibili), non è sempre osservato o conforme alle dettagliate prescrizioni normative, soprattutto in termini di pubblicità e conoscibilità. In questo contesto la stazione appaltante può e deve svolgere un ruolo importante procedendo alla suddivisioni in lotti per consentire la partecipazione delle PMI e, contestualmente, arginare il subappalto a cascata;
- in relazione in particolare all'istituto del subappalto ex articolo 119 del nuovo codice appalti, previsto dall'ordinamento europeo e nazionale per favorire la partecipazione delle piccole e medie imprese e per consentire in specifiche circostanze una più efficiente organizzazione del lavoro in relazione all'esecuzione di parti di lavorazioni e servizi ben individuati già dichiarati dall'appaltatore in fase di gara, si ritiene opportuno intervenire sul rischio concreto che il già previsto divieto di ribasso sui costi della manodopera e della sicurezza venga di fatto aggirato, come spesso avviene, ricorrendo a ribassi su altre componenti di prezzo. Occorre pertanto prevedere che i costi della manodopera e della sicurezza siano sempre scorporati dall'importo assoggettato al ribasso. Inoltre, in considerazione del numero di addetti impiegati nei servizi, sarebbe opportuno integrare l’attuale previsione dell’art. 119 comma 14 al fine di prevedere la verifica dell’adeguatezza del costo del lavoro sostenuto nella esecuzione dei servizi, allo stato attuale previsto solo per i lavori pubblici; in generale, ferma restando l’esigenza di agire nelle sedi competenti nell’ambito del ciclo di revisione delle Direttive per sollecitare interventi volti ad arginare alcuni eccessi, il nuovo articolo 119 del codice non garantisce un adeguato governo e gestione dell’istituto del subappalto, stante l’ampia discrezionalità che residua in capo alla stazione appaltante nell’individuazione delle prestazioni escluse;
- all’articolo 60, “revisione dei prezzi”, invece degli indici delle retribuzioni contrattuali orarie occorre recepire il riferimento, espressamente contenuto nella legge delega (articolo 1, comma 2, lettera g)), alla variazione del costo derivante dal rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro sottoscritti dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, applicabili in relazione all'oggetto dell'appalto e delle prestazioni da eseguire anche in maniera prevalente in quanto potrebbe accadere che un determinato contratto sia interessato da aumenti significativi che non verrebbero adeguatamente considerati se il riferimento è l’indice riferito alla totalità dei contratti vigenti a livello nazionale. Si dovrebbe prevedere espressamente un riferimento a tutte le categorie di affidamento, ossia lavori, servizi e forniture e disciplinare l'attuazione delle clausole di revisione; occorre inoltre chiarire i dubbi interpretativi riguardanti la soglia di attivazione delle clausole e la percentuale da liquidare;
- articoli 62 e 63 concernenti la qualificazione delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza. Gli obiettivi di riduzione del loro numero e di maggiore qualificazione delle stesse appaiono depotenziati in ragione della mancata previsione di disposizioni finalizzate a garantirne un dimensionamento ottimale sia dal punto di vista territoriale di riferimento, sia dal punto di vista degli organici, con particolare riguardo al personale di elevata professionalità tecnica, giuridica ed economica, nonché alla mancata previsione della possibilità di ricorrere, in via temporanea, anche all'utilizzo di professionalità esterne; inoltre, il codice individua la soglia degli affidamenti diretti per servizi e forniture nonché prevede l'innalzamento fino a 500.000 euro (rispetto ai 150mila previgenti) dell'obbligo della qualificazione delle stazioni appaltanti per l'affidamento di contratti di lavori pubblici: le procedure di affidamento di importo inferiore possono invece essere gestite da tutte le stazioni appaltanti;
- articolo 67 in materia di “consorzi non necessari” rispetto al codice precedente, prevede, al comma 4, soltanto per i consorzi stabili l’indicazione in sede di gara della consorziata per la quale il consorzio concorre. Seppur sia scontato che anche i consorzi di cooperative e i consorzi tra imprese artigiane concorrano di norma per conto delle proprie consorziate, che eseguiranno le prestazioni, manca un’analoga previsione di indicazione in sede di gara della consorziata esecutrice per tali soggetti. Se la mancanza di tale previsione venisse interpretata nel senso di consentire che il consorzio possa concorrere senza indicare in sede di gara la consorziata esecutrice, ciò renderebbe impossibile sia la verifica dei requisiti di ordine generale della consorziata, sia la verifica sul rispetto del divieto di contemporanea partecipazione alla gara da parte del consorzio e della consorziata esecutrice. ANAC, con il Bando Tipo n. 1/2023 ha confermato che, pur in assenza di espressa previsione normativa, anche i consorzi di cooperative e i consorzi tra imprese artigiane debbano indicare in sede di gara la consorziata esecutrice. In sede di correttivo al codice, si ritiene opportuno specificare tale obbligo, al fine della massima chiarezza. Ugualmente, andrebbe chiarito che, nel caso in cui la consorziata designata sia a sua volta un consorzio di cooperative o un consorzio artigiano, questo sia a sua volta tenuto a indicare per quale consorziata concorre (c.d. “designazione a cascata”);
- articolo 108 “offerta economicamente più vantaggiosa”, è da giudicare negativamente l'eliminazione del tetto massimo al 30 per cento per il punteggio economico, che potrebbe comportare un'applicazione surrettizia del criterio del massimo ribasso invece dell'offerta economicamente più vantaggiosa. Per tale motivo, occorrere ripristinare tale tetto, dedicando la quota restante alla componente qualitativa;
IMPEGNA IL GOVERNO
ad adottare, ai sensi del comma 4, articolo 1, della legge 21 giugno 2022, n. 78, un decreto legislativo correttivo del decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, valutando la possibilità di inserirvi le seguenti modificazioni:
- in materia di equo compenso (art. 8), confermare espressamente il principio dell’equo compenso delle prestazioni professionali nell’applicazione del codice degli appalti prevedendo, conseguentemente, l’applicabilità di ribassi solo sulle spese accessorie;
- all’art. 11 prevedere, in relazione al principio dell’ “equivalenza di tutele per i lavoratori”, che il CCNL sia individuato attraverso il codice alfanumerico unico attribuito dal CNEL in sede di acquisizione del contratto nell'archivio nazionale dei contratti e degli accordi collettivi di lavoro, e prevedere, in luogo della dichiarazione di equivalenza, un altro contratto di cui il CNEL abbia riconosciuto l'equivalenza; prevedere l'estensione della previsione che impegna le stazioni appaltanti e gli enti concedenti ad assicurare, in tutti i casi, che le medesime tutele normative ed economiche siano garantite ai lavoratori in subappalto, anche al contraente principale. In ogni caso, per quanto riguarda gli appalti di lavori edili (allegato X D.LGS 81/2008) prevedere che le stazioni appaltanti e gli enti concedenti indichino nei bandi e negli inviti come contratti collettivi applicabili i contratti collettivi di cui ai codici CNEL F012, F015, F018;
- in materia di “appalto integrato” (art. 44) circoscrivere la possibilità di ricorrere all’appalto integrato prevedendo che la stazione appaltante o l'ente concedente motivi la scelta di ricorrervi con riferimento sia in relazione agli importi complessivi dell'opera, sia in relazione alle esigenze tecniche, ai casi in cui l'elemento tecnologico o innovativo delle opere oggetto dell'appalto sia nettamente prevalente rispetto all'importo complessivo dei lavori;
- in materia di “affidamenti sottosoglia” (art. 50), nelle procedure di affidamento sia garantita adeguata pubblicità preventiva e successiva per scongiurare eventuali abusi nell’utilizzo dell’affidamento diretto e della procedura negoziata senza bando per acquisizioni per importi “sottosoglia”, prevedendo, al contempo, la riduzione della soglia a 2.5 milioni entro la quale si può fare ricorso alla procedura negoziata senza bando nel «sottosoglia» e della soglia per gli affidamenti diretti degli appalti di servizi e forniture da 140mila euro a 100 mila euro e da 140mila a 75mila euro per i servizi di ingegneria e architettura, al fine di garantire una maggiore tutela della concorrenza e della trasparenza negli affidamenti;
- con riguardo alla suddivisione in lotti (art. 58) rafforzare tale l’obbligo, anche al fine di garantire il massimo controllo da parte delle stazioni appaltanti sugli appalti da realizzare e limitare il fenomeno della catena lunga dei subappalti, prevedendo altresì l’obbligo per le stazioni appaltanti di invio all’ANAC della motivazione della mancata suddivisione in lotti, così da darne evidenza pubblica e permettere una valutazione di tale scelta;
- in merito alle clausole di revisione dei prezzi (art. 60), in luogo degli indici delle retribuzioni contrattuali orarie, occorre recepire il riferimento, espressamente contenuto nella legge delega (articolo 1, comma 2, lettera g)), alla variazione del costo derivante dal rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro sottoscritti dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, applicabili in relazione all'oggetto dell'appalto e delle prestazioni da eseguire anche in maniera prevalente e prevedere espressamente un riferimento a tutte le categorie di affidamento, ossia lavori, servizi e forniture. Chiarire l’ambito applicativo della clausola di revisione dei prezzi prevedendo, con riferimento ai contratti ad esecuzione istantanea ed ai contratti di durata pluriennale ad esecuzione continuativa e periodica, l’obbligo di avviare una apposita istruttoria da parte della stazione appaltante volta a verificare, in contraddittorio, la presenza delle circostanze necessarie alla sua attivazione. Chiarire, inoltre, che la soglia di variazione dei prezzi del 5% costituisca unicamente la soglia di attivazione del meccanismo revisionale, mentre l’80% da liquidare sia calcolato rispetto all’intera variazione intervenuta, e non solo alla parte eccedente il 5%. Con specifico riferimento ai settori speciali, prevedere l’integrazione degli indici ISTAT di revisione dei prezzi con indici idonei a rappresentare il comparto dei settori speciali legati all’energia;
- in materia di “qualificazione delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza” (art. 62 e 63), per i lavori, sia valutata una revisione al ribasso della soglia di 500mila euro per l'obbligo di qualificazione della staziona appaltante, prevedere interventi maggiormente incisivi finalizzati alla riduzione delle stazioni appaltanti e, in parallelo, ad una loro qualificazione e specializzazione, mediante un’adeguata dotazione di organico e prevedendo un sistema di formazione permanente degli addetti, con particolare riferimento alla materia ambientale e del lavoro, con particolare riferimento a quelli chiamati a svolgere la funzione di RUP, implementando compiutamente la digitalizzazione delle procedure e interoperabilità tra i vari istituti ed enti;
- in materia di consorzi non necessari” (Art. 67) prevedere che qualora il consorziato designato sia, a sua volta, un consorzio di cui all'articolo 65, comma 2, lettere b) e c), sia tenuto anch'esso a indicare, in sede di offerta, i consorziati per i quali concorre;
- in materia di “requisiti di partecipazione e selezione dei partecipanti” (art. 100 e 109) prevedere, con particolare riferimento alle attività nel settore dell’edilizia, tra i requisiti di ordine speciale richiesti il possesso di una qualificazione dell’operatore economico basato su criteri di salute e sicurezza e includere, nella presentazione delle offerte, oltre alla presentazione dei documenti che comprovano la corretta situazione dei versamenti contributivi e retributivi da parte dell’operatore economico che risponde al bando, anche un certificato degli infortuni occorsi nell’impresa partecipante per carenze di sicurezza, emesso dall’INAIL, e prevedere che, qualora tale comportamento sia reiterato nel tempo, lo stesso sia causa di esclusione automatica dell’operatore economico. Prevedere che i dati relativi agli infortuni occorsi nell’impresa partecipante per carenze di sicurezza siano un elemento di valutazione dei requisiti reputazionali dell’impresa nell’ambito della gestione del sistema digitale di monitoraggio delle prestazioni da parte dell’Anac;
- per quanto riguarda le procedure di affidamento dei contratti di importo inferiore alle soglie europee (art. 108), prevedere che le stazioni appaltanti procedano all'aggiudicazione dei relativi appalti esclusivamente sulla base del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa; nell'aggiudicazione degli appalti di lavori, servizi e forniture, prevedere che il criterio del minor prezzo possa essere utilizzato «esclusivamente» per i servizi e le forniture con caratteristiche standardizzate o le cui condizioni sono definite dal mercato, fatta eccezione per i servizi ad alta intensità di manodopera, introducendo altresì l'obbligo di motivazione in capo alla stazione appaltante in caso di utilizzo del criterio del minor prezzo; prevedere, in ogni caso che i costi della manodopera e della sicurezza siano sempre scorporati dall'importo assoggettato al ribasso;
- in materia di subappalto (art. 119): 1) a tutela delle imprese, in particolare piccole e medie, che operano in regime di subappalto e dei lavoratori delle stesse, l'affidatario sia obbligato a dichiarare già al momento dell'offerta quali lavorazioni o servizi intenda appaltare, nonché i relativi valori economici, e a corrispondere al subappaltatore l'intero importo relativo alla lavorazione o servizio, così come aggiudicato dalla stazione appaltante senza alcun ribasso su alcuna componente di prezzo e indicandone il relativo importo economico, ribadendo la priorità sui costi della manodopera e della sicurezza, ma impedendo che ulteriori ribassi possano indirettamente incidere sull'organizzazione delle prestazioni o sulla tenuta economica della impresa subappaltatrice; 2) sia in ogni caso limitato il ricorso al subappalto a un solo livello aggiuntivo; 3) integrare l’attuale previsione dell’art. 119 comma 14 al fine di prevedere la verifica della congruità della incidenza della mano d'opera anche nella esecuzione dei servizi, da verificare mediante la Piattaforma Mocoa dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale”; 4) chiarire che, in caso di affidamento del contratto di appalto a un consorzio, la titolarità a stipulare eventuali contratti di subappalto sia in capo all'impresa indicata dal consorzio come esecutrice;
- in materia di offerta economicamente più vantaggiosa (art. 108) sia previsto che la stazione appaltante, al fine di assicurare l'effettiva individuazione del miglior rapporto qualità/prezzo, valorizzi gli elementi qualitativi dell'offerta e individui criteri tali da garantire un confronto concorrenziale effettivo sui profili tecnici. A tal fine, sia previsto che la stazione appaltante stabilisca un tetto massimo per il punteggio economico entro il limite del 30 per cento. Per i settori speciali, tenuto conto che le stazioni appaltanti sono tecnicamente più qualificate, si preveda che il punteggio riconosciuto alla componente tecnica e qualitativa dell’offerta sia preponderante rispetto a quello previsto per la componente economica, considerato, peraltro, che, nel caso di appalti tecnicamente complessi, l’eccessiva attenzione al ribasso proposto in sede di offerta si trasforma spesso in rincari in fase di esecuzione o nella successiva manutenzione dell’opera o del prodotto;
- riguardo la composizione cabina di regia (allegato v.3), sia integrata la composizione della Cabina di Regia con i rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e dal Ministero del lavoro.
BRAGA, SIMIANI, CURTI, EVI, FERRARI
“Da parte del governo ancora un cambio di rotta su quanto promesso in campagna elettorale, che stavolta andrà a discapito dell’Autotrasporto. Apprendiamo per mezzo stampa della volontà del governo di voler riallineare le accise del gasolio con quelle della benzina. Questa ipotesi desta sconcerto, ma conferma quanto il governo di centrodestra durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del 2022 abbia usato solo slogan per far leva sull’elettorato. Le dichiarazioni odierne, infatti, smentiscono clamorosamente quanto detto dalla stessa premier Meloni negli scorsi anni, parole che risultano essere ancora più incredibili dopo le levate di scudi avute nelle ultime settimane in Toscana rispetto a eventuali ipotesi che hanno visto il centrodestra scagliarsi contro il presidente Giani e la maggioranza che lo sostiene. Sorge il sospetto che questo tipo di atteggiamento così arrembante fosse solo un modo per distrarre l’opinione pubblica perché non potevano non conoscere la volontà del loro governo di riallineare le accise. Come Partito Democratico seguiremo con attenzione questo tema; registriamo le numerosissime prese di posizione da parte delle associazioni di categoria e non escludiamo di promuovere iniziative, con strumenti come la raccolta firme, in rappresentanza del dissenso rispetto a questa ipotesi se dovesse essere prima confermata e poi resa definitiva” dichiarano congiuntamente Emiliano Fossi, deputato e segretario regionale del Pd Toscana, e Francesco Gazzetti, consigliere regionale e responsabile infrastrutture del Pd Toscana.
“La domanda è secca: il governo ha in mente o no azioni concrete per il cessate il fuoco in Medio Oriente? Le faccio un riassuntino: dalla carneficina di Gaza con 42mila persone uccise passando per l'attacco israeliano a Teheran per uccidere Hanyeh, dall'esplosione di cercapersone e walkie-talkie in Libano e Siria fino all'invasione via terra del Libano stesso, sono tutte iniziative di Netanyahu volte ad incendiare il Medio Oriente. Nessuna esortazione, nessun appello hanno fermato il premier israeliano che ha definito l'Onu 'una palude antisemita' e il Segretario generale Guterres 'persona non grata'”. Lo dichiara la deputata dem Laura Boldrini durante il question time al ministro Ciriani, sull'escalation del conflitto in Medio Oriente.
“Così del diritto e della legalità internazionale non resterà più traccia” continua Boldrini. “Basta parole, servono atti politici concreti che costringano il governo israeliano al cessate il fuoco a Gaza e in Libano e al rispetto delle risoluzioni dell'Onu e della legalità internazionale che non prevedono mai doppi standard”, conclude Boldrini.
“Ennesimo provvedimento senza il minimo senso da parte del governo di Giorgia Meloni. In un momento in cui si tagliano ingenti risorse a comparti essenziali del nostro servizio sanitario nazionale, la maggioranza decide di estendere il regime di esenzione dall’Iva per alcune tipologie di prestazioni sanitarie di chirurgia estetica. Tra questi, anche agli interventi effettuati prima del 17 dicembre 2023, ovvero il giorno in cui è entrato in vigore il regime di esenzione. Una misura che peserà per 3,5 milioni di euro per il solo 2024. I nostri ospedali stanno esplodendo, non si trovano risorse per il personale medico e paramedico, le famiglie non hanno più la garanzia del medico di base, ma in compenso il governo dei patrioti trova i soldi per defiscalizzare gli interventi di chirurgia estetica. Queste sono le priorità della destra. Che vergogna”. Lo afferma Marco Furfaro capogruppo PD in commissione affari sociali e membro della segreteria nazionale
Ancora fumata nera per il percorso di reindustrializzazione del polo siderurgico di Piombino. Ieri è infatti scaduta l'ennesima proroga per la firma del nuovo accordo di programma, che nonostante gli annunci trionfalistici del Governo Meloni ripetuti da mesi, non è stato purtroppo raggiunto. Non solo manca l'accordo di programma, ma non ci sono ancora notizie certe sull’intesa per la suddivisione delle aree tra i due soggetti industriali coinvolti. Inoltre, restano da definire gli accordi sulle aree che dovranno tornare pubbliche per favorire l'insediamento di piccole e medie imprese, nonché eventuali attività dell’indotto da sviluppare nelle ex aree Lucchini”.
Lo dichiarano i parlamentari Pd eletti in Toscana, Emiliano Fossi, Marco Simiani, Simona Bonafè, Marco Furfaro, Laura Boldrini, Federico Gianassi, Christian Di Sanzo, Arturo Scotto, Dario Parrini, Silvio Franceschelli e Ylenia Zambito.
“È arrivato il momento - aggiungono - che il ministero delle Imprese intervenga non solo a parole e che la parte pubblica, composta da Governo, Regione, Provincia e Comune, prenda l'iniziativa per organizzare queste aree in collaborazione con i soggetti privati. I terreni coinvolti dai progetti sono di proprietà pubblica e le concessioni che vi insistevano da decenni sono ormai scadute. Non si può ignorare questo fatto, né limitarsi a un dibattito ristretto ai soli interessi privati. Riteniamo inoltre necessaria la convocazione del presidente di Federacciai, Gozzi, presso la Commissione Attività Produttive della Camera, a seguito delle sue dichiarazioni gravemente ostili alla reindustrializzazione di Piombino. Non è accettabile - concludono - che Gozzi, proprietario di un'azienda concorrente di Metinvest-Danieli, influenzi il piano dell'acciaio nazionale, decidendo unilateralmente dove e come si debba fare industria in Italia. Chiediamo che il Governo prenda una posizione chiara e tempestiva su questo tema cruciale”.
"Chiediamo che il governo faccia sicuramente di più per contrastare il fenomeno del telemarketing aggressivo e illegale. Le opposizioni in Parlamento sono disponibili a portare avanti il dibattito e l'analisi concreta delle due proposte di legge che riguardano questo settore, sperando che possano seguire un iter rapido e auspicando anche una soluzione condivisa del testo definitivo da portare in Aula. Chiediamo al governo e alla maggioranza di essere attento e disponibile a tener conto delle proposte anche delle opposizioni. La nostra proposta di legge ribalta lo status quo e prevede di sostituire l'attuale registro delle opposizioni con la creazione di un registro delle autorizzazioni, per cui solo le persone iscritte consapevolmente a questo registro hanno diritto a ricevere chiamate da parte di aziende che fanno marketing e pubblicità. In tutti gli altri casi, ossia ove non si è iscritti in questo registro, non si possono ricevere chiamate indesiderate che ledono non solo la privacy delle famiglie, ma anche la serenità delle stesse". Lo ha detto Piero De Luca, della presidenza del gruppo Pd alla Camera, presentando in Aula l'interpellanza a sua prima firma e della collega Anna Ascani, che interroga il governo sul fenomeno del telemarketing selvaggio e aggressivo.
"Il registro pubblico delle opposizioni già istituito - ha aggiunto Piero De Luca - non basta più, perché non è riuscito a bloccare il fenomeno. Dobbiamo intervenire e fare di più. Dobbiamo ribaltare l'impianto attuale e introdurre appunto il sistema dell'opt in. La nostra proposta di legge va in questa direzione".
“L’invasione delle truppe Israeliane del Libano operata dal governo di Netanyahu è un atto grave che minaccia la pace mondiale. Netanyahu definisce l’Onu ‘una palude antisemita’. Parole gravissime.
Ora più che mai occorre un grande concerto di azioni diplomatiche che in Medio Oriente così come in Ucraina garantisca la libertà e l’indipendenza delle nazioni colpite e invase, la sicurezza contro il terrorismo, la sicurezza di tutti, l’isolamento di chi agisce contro la pace. Solo la pace può garantire la sicurezza e la stabilità. Occorre una spinta popolare per scardinare la spirale di causa effetto che ormai confonde le responsabilità e rischia di rendere tutti protagonisti di una dinamica di guerra, cancellando ragione e torti. Ora un movimento popolare per la pace. Si parta dall’Italia. La sinistra italiana chiami in piazza tutte le forze che vogliono pace e sicurezza”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“La costruzione della nuova struttura sanitaria di Rosignano è indispensabile. È urgente completare la seconda fase della caratterizzazione ambientale per individuare la via più rapida alla realizzazione del progetto”: è quanto dichiara il capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio, Marco Simiani, incaricato di seguire i lavori congressuali a Rosignano, provincia di Livorno.
“Le indagini svolte recentemente dall'Asl hanno permesso di delineare il quadro ambientale del sottosuolo del sito destinato alla costruzione dell'ospedale di comunità e della Casa della Salute. Dai rilevamenti emergono lievi superamenti delle Csc (Concentrazioni Soglia di Contaminazione) di alcuni parametri relativi a sostanze inquinanti. Tuttavia, tali superamenti sono di modesta entità e riguardano principalmente sostanze assorbite nei terreni, generalmente poco mobili. Queste analisi, pur fornendo un quadro aggiornato e più specifico, risultano sostanzialmente coerenti con la caratterizzazione eseguita nel 2018. Per confermare la fattibilità del progetto nel sito attuale, è necessario completare l'iter di caratterizzazione ambientale attraverso un'analisi di rischio sito-specifica, che definirà le Csr (Concentrazioni Soglia di Rischio) per ciascuna sostanza. Questo processo consentirà di valutare l'effettiva necessità di interventi di bonifica o messa in sicurezza e i relativi costi”.
“Al momento, è prematuro considerare lo spostamento del progetto in un'altra area. È fondamentale completare tutte le verifiche necessarie per avviare rapidamente il processo di costruzione della struttura ospedaliera a Rosignano Marittimo. Il Partito Democratico di Rosignano ritiene che questa infrastruttura sia di primaria importanza non solo per il Comune, ma per migliorare e qualificare i servizi sanitari e socio assistenziali dell'intera Bassa Val di Cecina. Saremo vigili nel seguire ogni sviluppo della vicenda, affinché venga fornita una risposta certa ai cittadini. Ringraziamo il Presidente della Toscana Eugenio Giani e l’Assessore Regionale alla Sanità, Simone Bezzini, per l’impegno dimostrato. Siamo fiduciosi che, grazie al loro interessamento, si arriverà a una soluzione adeguata, data l'importanza del progetto per il territorio”: conclude Marco Simiani.
"Non si può permettere a nessuno di parlare dell'Onu come ha fatto Benjamin Netanyahu che, oggi davanti all'assemblea generale, l'ha definita "una palude antisemita".
L'Onu, non è una entità perfetta, ma è la più grande istituzione di pace al mondo, una garanzia per tutti gli Stati, anche per Israele il cui futuro, in questo momento, è messo a rischio proprio dalle politiche di Netanyahu e del suo governo di ultradestra.
Netanyahu attacca l'Onu perché non intende sottostare al diritto internazionale e al diritto umanitario internazionale come tutti i Paesi sono tenuti a fare. I crimini di cui si è macchiato e continua a macchiarsi, gli oltre 42mila morti a Gaza e l'occupazione illegale in Cisgiordania in primis, non solo non sono funzionali al raggiungimento del presunto obiettivo di liberare gli ostaggi nelle mani di Hamas ormai da un anno, ma hanno l'unico esito di continuare a generare un odio che rischia di contaminare irrimediabilmente le nuove generazioni. Netanyahu è disposto a questo e a molto altro pur di mantenere saldo il suo potere. Se finisce la guerra, finisce il governo Netanyahu e questo non può permetterlo". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Lo stato di agitazione proclamato dai sindacati di Opera Laboratori Fiorentini per fare chiarezza sul futuro di oltre 300 lavoratori è sacrosanto ed ancora una volta esprimiamo piena solidarietà agli impiegati nei servizi aggiuntivi del polo museale statale fiorentino. Sulla vicenda abbiamo già presentano numerose interrogazioni parlamentari senza però mai ricevere risposte chiare". E’ quanto dichiarano in una nota congiunta i deputati Pd Emiliano Fossi ed Arturo Scotto
"Le rassicurazioni verbali dello scorso luglio non hanno trovato conferme concrete negli incontri svolti al Ministero della Cultura. Il passaggio dei lavoratori di Opera impiegati all’Accademia, al Bargello e alle Cappelle Medicee, alla società Ales dal prossimo primo novembre non è stato ancora definito così come non è stato chiarito il mantenimento degli attuali livelli occupazionali. Si tratta di professionalità acquisite negli anni e che hanno garantito i record di visitatori del polo Museale. Lo stato di agitazione è oggi necessario e deve portare ad un’immediata chiarezza sul futuro delle maestranze. Lavoratrici e lavoratori non sono merce e non possono essere cavie di esperimenti gestionali", conclude la nota.
“In Italia le donne ancora devono scegliere tra i figli e la carriera. É un gigantesco problema nazionale: il Paese è bloccato ormai da decenni in una spirale di bassa occupazione femminile, persistenti diseguaglianze di genere e bassa natalità. Per questo è necessaria una misura che intervenga strutturalmente, come il congedo di paternità paritario e universale, retribuito al 100%” afferma la deputata del Pd Lia Quartapelle a seguito della presentazione dello studio condotto da Tortuga Think Tank “Genitorialità condivisa: esperienze dai congedi di paternità aziendali” oggi alla Camera dei Deputati. “Ciò che è emerso dallo studio è che l’estensione del congedo di paternità porta benefici sia per le aziende, sia per i lavoratori, ma non può essere un privilegio di pochi e dunque serve un intervento legislativo che porti un cambiamento concreto e definitivo. Rivolgiamo dunque un appello - anche in vista della legge di bilancio - al governo e alla presidente Meloni, che in questi anni ha fatto della genitorialità e della natalità una delle priorità nel suo lavoro: basta con tante piccole misure di poco impatto. Concentriamo le risorse della legge di bilancio in un intervento strutturale, il congedo di paternità paritario e universale a 5 mesi, che può essere la chiave per dare più diritti ai papà, aiutare le famiglie, ridurre le diseguaglianze tra lavoratori e lavoratrici e cambiare la società italiana”.
“Nessuna risposta sul voto fuori sede, il governo tradisce gli impegni presi con le nuove generazioni e non dice nulla su norma sacrosanta che dovrebbe essere estesa anche a lavoratrici e lavoratori.” Così la deputata democratica, Marianna Madia - prima firmataria della proposta di legge ‘voto dove vivo’ - è intervenuta alla
Camera al termine del question time in Commissione Affari Costituzionali, dove il governo avrebbe dovuto spiegare come intende procedere dopo la sperimentazione delle elezioni europee, in cui per la prima volta gli studenti fuori sede hanno potuto votare fuori dalla loro circoscrizione di origine o nel comune di domicilio temporaneo.
“Proprio perché si trattava di una sperimentazione - sottolinea Madia - abbiamo chiesto al governo delucidazioni sul futuro di questa norma di buonsenso, che deve entrare definitivamente a regime ed essere estesa anche alle lavoratrici e ai lavoratori. Ma non è arrivata alcuna risposta, solo un lungo elenco di atti burocratici che non chiariscono minimamente se i fuori sede potranno votare al di fuori del proprio comune di residenza, ad esempio nei prossimi referendum e alle politiche”.
Bakkali, 500mila firme figlie di una mobilitazione straordinaria
“500.000 mila firme non sono un giochino. Sono la mobilitazione straordinaria guidata innanzitutto da associazioni e movimenti che da anni si battono per una Riforma della legge 91/92. Sono ragazze e ragazzi con background migratorio che hanno attivato una partecipazione straordinaria. Così come l’impegno dell’On. Magi che ringrazio per la lungimiranza su questa campagna. In Parlamento domani discuteremo le mozioni che rendono palese quali sono le nostre posizioni e quali i punti di incontro su questa riforma, per migliorare la vita di centinaia di migliaia di italiani e italiane senza cittadinanza che qui sono nati, o arrivati molto piccoli, o ancora hanno intrapreso studi e progetti di vita. In Aula sarà il luogo dove esprimere il proprio pensiero e le proprie proposte, definire questo lavoro giochino è irrispettoso innanzitutto verso l’Istituzione parlamentare”. Così la deputata democratica, Ouidad Bakkali, prima firmataria della mozione dem sulla cittadinanza che sarà discussa domani in aula alla Camera.
Sarracino: Cassese riferisca subito al Parlamento
“Il comitato del Clep continua ad andare avanti come se nulla fosse nonostante le richieste venute dalle opposizioni. Alla luce di alcune anticipazioni di stampa abbastanza inquietanti sui criteri per la definizione dei Lep, riteniamo assolutamente urgente l’audizione del professor Cassese. Troviamo infatti incredibile il continuo accanimento nei confronti del sud e delle aree interne da parte della destra e per questo continueremo a batterci in difesa della coesione e dell’unità nazionale” così in una nota il responsabile nazionale mezzogiorno del Pd, il deputato Marco Sarracino.