Mettiamo fine a ingiustizia per quasi 100mila persone
“La calendarizzazione in commissione Affari Sociali alla Camera della mia proposta di legge per riconoscere il diritto al medico di base alle persone senzatetto è una buona notizia. Il testo verrà dunque discusso e come Partito Democratico ci impegneremo con tutte le nostre forze affinché possa essere approvato. Sono molto soddisfatto, come per il reddito alimentare, di questo primo passo parlamentare. E lo sono perché per me la politica è proprio questo: tentare di migliorare la vita delle persone, in modo particolare di chi è più fragile. Oggi, quando una persona finisce in strada, in macchina, su un marciapiede, perché non può più permettersi di pagare la casa, perde la residenza, viene cancellata dall’anagrafe del comune e perdere una serie di diritti, tra cui quello al medico di base. Parliamo di padri separati, di chi ha perso lavoro o attività, di chi ha la pensione al minimo, dei cittadini di origine straniera, per un totale di 96mila persone, 60mila delle quali cittadini italiani. Senza casa, senza residenza, senza diritto alla salute. Un'ingiustizia atroce a cui porre fine. Non solo per senso di solidarietà, non solo perché garantire un medico di base sarebbe persino un risparmio, ma per tornare a far sentire le persone senzatetto dei cittadini. Cittadini di cui lo Stato si prende cura”.
Così il capogruppo del Partito Democratico in commissione Affari sociali alla Camera, Marco Furfaro, in un post su Facebook.
“La tragica morte di Giulio non può non trovare risposte chiare. Per far ciò, occorre che l’Italia sia unita nel chiedere che i responsabili siano sottoposti a un giusto processo nel nostro Paese. Per questo è stato ancora più importante vedere la nostra segretaria presente in un momento delicato di questa vicenda, a ribadire personalmente ai genitori di Giulio la vicinanza di tutta la comunità democratica”.
Così il deputato Pd della commissione Giustizia, Marco Lacarra.
“L’aspetto preoccupante - aggiunge, è che in una data importante come quella di oggi, fuori dal tribunale non ci fossero esponenti del governo e delle forze di maggioranza. Tutelare la nazione, come a qualcuno piace tanto affermare, vuol dire anche far sì che non passi mai l’idea che un cittadino italiano possa subire torture ed essere barbaramente ucciso senza che i suoi esecutori ne rispondano davanti alla nostra legge”.
"Dopo l’informazione Rai, la giustizia, gli artisti di Sanremo e la Guardia Costiera, ora la destra vorrebbe tentare di mettere il bavaglio anche all’Anac, considerata colpevole di aver espresso critiche, attraverso il presidente Giuseppe Busia, al codice degli appalti del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Anac che ha quale missione principale quella di prevenire la corruzione, promuovere la trasparenza e la cultura della legalità. Di tutto questo ha timore la destra? Dietro il paravento della velocizzazione ci sono altri interessi da tutelare? Perché si vuole rendere il sistema degli appalti pubblici più vulnerabile? I primi atti di questo governo confermano che la strada scelta è ben altra rispetto al rigore e al rispetto delle norme, per buona pace degli appetiti della criminalità organizzata. Per questo abbiamo aderito alla manifestazione del primo aprile promossa dalla Cgil decidendo di stare al fianco delle parti sociali e dei sindacati per chiedere che sul codice degli appalti, come sul Superbonus, questo governo risolva i problemi che ha creato". Lo afferma in una nota il deputato dem Silvio Lai, della commissione Bilancio.
“Verificare che l’Enac non travalichi le proprie competenze e che venga garantita piena trasparenza e concorrenza nel mercato dei servizi di assistenza a terra negli aeroporti”: è quanto riporta una nota congiunta dei parlamentari Pd (i deputati Marco Simiani, Simona Bonafè, Federico Gianassi e Christian Di Sanzo ed i senatori Ylenia Zambito, Dario Parrini e Silvio Franceschelli) che hanno depositato una interrogazione sul tema al Ministro Salvini, rispettivamente a Montecitorio e Palazzo Madama.
“Da anni l’ente, nonostante il ripetuto divieto del Tar, regolamenta il disciplinare in materia di appalti causando danni gravi al sistema delle imprese che operano in questo settore e determinando un clima di perenne incertezza e instabilità che rischia di ripercuotersi sui livelli occupazionali. La giustizia amministrativa ha già condannato queste ingerenze ma è necessario un intervento del Ministero delle Infrastrutture per risolvere definitivamente questo problema”, conclude la nota.
“Abbiamo appreso con stupore e sconcerto della proposta di legge che Fratelli d’Italia ha depositato per abrogare il reato di tortura e l’istigazione alla tortura. Siamo radicalmente contrati ad ogni azione di svuotamento del reato: per questo abbiamo interrogato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha preso le distanze dall’iniziativa di fratelli d’Italia dicendo che questo tipo di reato non può essere abrogato. Tuttavia, siamo rimasti molto delusi e preoccupati dall’intenzione che il ministro Nordio ha manifestato di procedere ad una possibile rivisitazione del reato di tortura quando parla di ‘carenze tecniche’. Per quanto l’oggetto dell’intendimento sia molto fumoso e generico, vediamo il rischio di un intervento che ridimensiona il reato” così il deputato dem Federico Gianassi, capogruppo Pd in commissione Giustizia.
Dichiarazione di Debora Serracchiani, deputata Pd
“Non solo il ministro Nordio non ci ha convinto ma ci ha anche preoccupati, perché le “carenze tecniche” di cui parla le deve chiarire soprattutto al partito di Fratelli d’Italia che ha presentato una proposta di legge che abroga il reato di tortura, eliminando l’art. 613bis, così come il 613ter, ovvero l’istigazione alla tortura. E questo per sostituirlo con una previsione di una circostanza di aggravante comune”. Così la deputata del Pd Debora Serracchiani nel corso del Question time alla Camera, replicando alle parole del ministro della Giustizia che a sua volta rispondeva al capogruppo del Pd in commissione, Federico Gianassi, sull’abolizione del reato di tortura. “Da una parte – ha proseguito Serracchiani- il ministro Nordio ci dice che vuole fare il codice dei crimini internazionali e dall’altra non dice con chiarezza che impedirà l’abrogazione della tortura, che è appunto un crimine internazionale. Noi non mettiamo assolutamente in dubbio l’onorabilità delle forze dell’ordine perché quella onorabilità è, senza ombra di dubbio, quella su cui si basa tutti i giorni lo svolgimento del loro dovere . Quello che invece serve – ha sottolineato Serracchiani- è ricordarci che siamo in un contesto internazionale dove il reato di tortura non può essere abrogato. Noi chiediamo di chiarire – ha proseguito l’esponente Dem-- quali sono le “carenze tecniche” e di chiarirlo in particolare a Fratelli d’Italia, perchè se va avanti quella proposta di legge il reato di tortura viene abrogato”. “Non sta scritto da nessuna parte che quando si mette un reato , il rave, se ne toglie un altro, quello di tortura. Non funziona così – ha concluso Serracchiani- la quale si augura “che il ministro Nordio non voglia assolutamente contravvenire agli obblighi internazionali assunti dal nostro paese, ma soprattutto che voglia spiegare con chiarezza e senza infingimenti cosa significa togliere questo reato a chi oggi ne chiede l’abrogazione.”
“Lavoro e giovani non sono facce della stessa medaglia. È grave che un quarto dei nostri giovani non riesca a trovare una occupazione. I dati sono ancora più allarmanti quando il lavoro trovato risulta precario, intermittente ed instabile, con punte estreme nel Mezzogiorno. Il grido di allarme lanciato dai Vescovi italiani con il messaggio per la Festa dei lavoratori non può lasciare indifferenti ed impegna le istituzioni e la politica a profondere il massimo sforzo per dare quelle prospettive di certezza ma anche di dignità alle nuove generazioni. Per farlo serve una strategia che unisca sviluppo, giustizia sociale, lotta alle diseguaglianze, diritti. E’ dentro una crescita di qualità e sostenibile che si possono creare nuove opportunità di lavoro. L’era dei combustibili fossili e dell’esasperazione economicista fondata su sfruttamento e speculazioni deve chiudersi definitivamente. Senza nostalgie e con il coraggio di assumere decisioni conseguenti. Riguarda pure l’ambiente e i mutamenti climatici al centro dei richiami solenni di papa Francesco”.
Lo ha dichiarato il deputato del Pd in commissione Bilancio alla Camera, Silvio Lai.
“Il dovere di accompagnare gli ultimi e di non lasciare indietro nessuno - aggiunge - passa per il diritto alla formazione e al rapporto più stretto tra scuola e lavoro. Un nesso ora insufficiente. Non ci si può attardare rinviando scelte necessarie che possano segnare la transizione ecologica utilizzando al meglio le opportunità che ci arrivano dal piano nazionale di ripresa e resilienza e dalle altre misure collegate che consentono di accedere a ingenti risorse europee. Preoccupa la possibilità, emersa in questi giorni, che possa venir meno la condizionalità all’occupazione di giovani e donne per i progetti finanziati dal Pnrr. Un tema che richiede immediata chiarezza da parte del governo Meloni. Non tradire le aspettative e le aspirazioni dei giovani ad un lavoro pagato correttamente, dignitoso e adeguatamente vissuto è l’unica strada per dare una prospettiva al nostro Paese. Non farlo - conclude - significa tradirli e accettare che i giovani fuggano dal nostro Paese e non per scelta ma per obbligo, come dimostra la recente indagine del Sole24ore sugli stipendi dei giovani italiani emigrati”.
Dichiarazione di Stefano Graziano Capogruppo Pd in commissione Difesa
La deriva autoritaria di Netanyahu, primo ministro israeliano, ha generato settimane di manifestazioni di massa, di scioperi e di tensioni diplomatiche con Usa e UE. La riforma della giustizia consentirebbe al governo di nominare i giudici e al Parlamento e di annullare le decisioni della Corte suprema con una maggioranza semplice, a dispetto dell’attuale maggioranza qualificata dei due terzi. Gallant, Ministro della Difesa, che ha preso pubblicamente le distanze dal disegno di legge è stato licenziato dal suo incarico: il metodo autoritario contro la forza della democrazia delle proteste pacifiche del popolo israeliano. Lanciamo un appello a tutte le forze politiche per una soluzione concordata e non imposta.
“Fratelli d’Italia continua ad accanirsi contro i bambini. Oggi Cirielli vuole togliere la patria potestà alle madri detenute. Quindi una donna che sbaglia, oltre la pena, deve perdere i figli, rendendo di fatto un bambino orfano della madre. Siamo alla follia”.
Così il deputato del Pd in commissione Giustizia, Alessandro Zan, su Twitter.
Come si affronta la drammatica questione del sovraffollamento delle carceri? La soluzione trovata dal ministro Nordio prevede la dismissione dei vecchi istituti e la costruzione di nuovi. Neanche una parola per quelle pene alternative a cui lo stesso ministro aveva fatto riferimento nelle aule parlamentari quando sosteneva che la pena non doveva coincidere sempre e solo con il carcere. A parlare in quelle occasioni era ancora il Nordio che aveva fatto del garantismo il tratto proprio della sua idea di giustizia. Poi qualcosa è cambiato, in senso opposto e il Nordio garantista appare un ricordo sbiadito. Come testimonia anche la scelta di avallare la linea vergognosa e disumana assunta da Lega e Fratelli d’Italia sulla legge relativa alle madri detenute che, invece di portare fuori dalle carceri i piccoli, intendono aprire le porte per farne entrare di più. E già che ci siamo aboliamo anche il reato di tortura! Ministro, dov’è finito Carlo Nordio?
Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera
“L’approvazione della legge sul reato di tortura ha rappresentato un passo avanti per la difesa dei diritti e per la civiltà del nostro Paese. Oltre al fermare l’avanzamento in tema di diritti, come la maggioranza cerca di fare, e ieri abbiamo avuto l’ultimo grave esempio sulle detenute madri, ora FdI vuole riportarci indietro con questa nuova grave iniziativa. Un proposito vergognoso da fermare immediatamente. Vorremmo saper anche qual è l’opinione del ministro Nordio, se è ancora garantista o se ormai ha cambiato totalmente convinzioni”.
Lo dichiara il deputato del Pd in commissione Giustizia, Marco Lacarra.
Di seguito, riportiamo la poesia composta dal parlamentare del Partito Democratico, Roberto Morassut, sui 335 martiri delle Fosse Ardeatine, uccisi il 24 marzo del 1944 dalle truppe di occupazione tedesche.
Nel pomeriggio sotto un cielo terso
Con il calore vivido di marzo
Pigliati a casa, in strada e in ogni viale
Per soddisfare l’odio più bestiale
Erano fratelli, erano cugini
Cospiratori o timidi civili
Dentro le grotte fetide e profonde
Casa di fiere putride ed immonde
Furono stelle e brillano nel cielo
Eterne e lucide oltre ogni veleno
Da quel dolore lancinante e immenso
la Patria prese un Amor più denso
conobbe della Libertà il valore
Non di parola ma che va nel cuore
Italia non come parola al vento
giustizia e libertà nel firmamento
Ogni giorno questa destra dà prova di incredibile disumanità. Vittime della cecità ideologica questa volta sono i bambini e le bambine di detenute madri. Con la nostra proposta di legge stavamo per ottenere il risultato di evitare che questi piccoli fossero costretti a vivere dietro le sbarre. Questo obiettivo è stato stravolto dalle forzature della destra. Noi non condivideremo mai una scelta simile e per questo abbiamo ritirato la nostra proposta in discussione alla Commissione Giustizia. La destra si assuma la responsabilità di queste scelte inaccettabili.
Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera
“Gli emendamenti della destra non solo cancellavano il principio ‘mai più bambini in carcere’ previsto nella nostra proposta di legge. Ma introducevano l’opposto principio ‘più bambini in carcere’. Un principio per noi inaccettabile, soprattutto se fatto utilizzando la nostra proposta. Se vogliono, facciano loro una legge senza strumentalizzare proposte dell’opposizione”. Così il capogruppo democratico in commissione Giustizia alla Camera Federico Gianassi.
“Abbiamo deciso di ritirare la nostra proposta di legge sulle detenute madri dalla commissione Giustizia della Camera. Eravamo a un passo dall’introdurre nel nostro sistema una legge di civiltà per fare in modo di non vedere mai più bambine e bambini dietro le sbarre. Con la forzatura della destra di oggi il testo è stato stravolto e purtroppo con queste norme l’obiettivo della nostra proposta è stato cancellato. Se vogliono norme per più bambine e bambini in carcere si facciano da soli la legge. La destra ancora una volta mostra la sua totale insensibilità, una vergogna”. Lo dichiarano i componenti democratici della commissione Giustizia.