“Per darvi l'idea del clima che stiamo vivendo, poco fa alla Camera un deputato della Lega ha fatto ripetutamente il segno della X Mas mentre noi dell'opposizione abbiamo alzato la bandiera tricolore.
Altri, tra cui ben evidente Iezzi della Lega, hanno tirato cazzotti in faccia a un deputato del Movimento Cinque Stelle perché aveva portato una bandiera a Calderoli.
Alla Camera dei Deputati. Dentro le istituzioni. E ora pensate cosa possono fare fuori. Sono squadristi”. Così il deputato democratico, componente della segreteria nazionale del Pd, Marco Furfaro.
“Dal Ministero dell’Interno una toppa peggio del buco. Mentre prova a rassicurare sulle condizioni di idoneità della nuova GNV Azzurra (la Nave noleggiata per ospitare le forze dell’ordine impegnate al G7 dopo lo scandalo della nave sequestrata dalla polizia perché inagibile) sindacati delle forze dell’ordine denunciano pubblicamente che anche la nuova soluzione presenta ‘condizioni inaccettabili’ e chiedono provvedimenti immediati per risolvere la situazione. È molto grave che il Ministero dell’Interno dia informazioni che non corrispondono al vero sulle condizioni in cui costringe a vivere gli agenti e sulla modalità di organizzazione della gestione della sicurezza del G7”. Così in una nota il deputato democratico, ex viceministro degli interni e responsabile sicurezza nazionale PD, Matteo Mauri. Che conclude dicendo che "chiediamo conto immediatamente al Governo di quello che sta accadendo. Ne va della dignità delle nostra forze dell'Ordine e dell'immagine dell'Italia nel mondo".
“Il gesto della X MAS insieme alle aggressioni fisiche da parte della destra in aula sono segno di uno squadrismo che ritorna da parte della maggioranza. Loro spaccano il paese con l’autonomia differenziata noi alziamo le bandiere tricolori segno dell’unità d’Italia” Così su X il deputato democratico, Stefano Graziano.
Lo dico da chi è stato Sindaco di Marzabotto. Vedere un deputato picchiato nell'aula della Camera indigna e preoccupa. Ora i gruppi parlamentari di maggioranza dicano parole chiare. Nella casa della democrazia deve essere garantita l'agibilità democratica.
Lo ha scritto su X Andrea De Maria, deputato Pd
Incontro con la Trade Commissioner dell’Italian Trade Agency di Sydney
“Ho incontrato la Trade Commissioner dell’Italian Trade Agency di Sydney, Simona Bernardini, che stimo tantissimo e che ringrazio per il lavoro encomiabile che svolge, per confrontarci sulle prossime strategie promozionali in programma nei prossimi mesi per l’Australia. Abbiamo concordato sull’importanza del comparto agroindustriale italiano, che verrà ben rappresentato con la partecipazione di 26 aziende in collettiva ITA al Fine Food di settembre a Melbourne. Alla sostenibilità ed ingegno del Design italiano, ITA darà un focus particolare grazie all’evento organizzato in collaborazione con Vogue Living, il 25 giugno a Sydney. L’arredamento e suoi complementi saranno poi celebrati con un iconico Booklet di 30 delle migliori showroom australiane e neozelandesi che hanno aderito al progetto. Strategica è anche la prima partecipazione collettiva di fine ottobre ad All Energy, Melbourne. Il settore italiano delle rinnovabili sbarcherà in Australia con 9 imprese pronte per partnership commerciali ed industriali in un mercato prioritario per Italia ed Australia”.
Così Nicola Carè, deputato democratico eletto nella Circoscrizione Estero, Ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide.
“Volete sostituire le targhe che qui ricordano i plebisciti dell’Unità nazionale, il referendum per la Repubblica e l’approvazione della Costituzione con i simboli di venti staterelli. Ma noi ve lo impediremo per il bene del Mezzogiorno, del Nord e dell’Italia intera”. Così, durante la discussione sull’Autonomia differenziata, il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Ci auguriamo che nessuno Stato chieda di eliminare il riferimento ad un aborto sicuro e legale dalla bozza di conclusioni del G7 che si apre domani in Puglia, sarebbe inaccettabile. Dopo aver visto finanziare la presenza dei pro vita nei consultori pubblici sarebbe l’ennesimo attacco ad un diritto sacrosanto delle donne. La questione dell’interruzione volontaria di gravidanza libera e sicura deve essere un principio da difendere su scala europea e globale”.
Lo afferma la deputata del Partito Democratico, Michela Di Biase.
“Il governo nazionale guidato dalle destre e le istituzioni locali amministrate dalla Lega non hanno alcuna sensibilità e attenzione per il distretto calzaturiero di Vigevano e della Lomellina, che rappresenta un polo di eccellenze che genera il 7,3 per cento del valore aggiunto sul totale dell'industria pavese. Regione Lombardia non dà seguito all’accordo quadro di sviluppo del 2022 sull’utilizzo dei sostegni economici. Mentre l’esecutivo Meloni non rende disponibili misure, già finanziate dai governi precedenti, o perché mancano i decreti attuativi, mi riferisco ad esempio a Transizione 5.0, oppure stanzia risorse irrisorie, come previsto dalla legge sul Made in Italy che all’articolo 11 stanzia misure per la transizione verde e digitale nel comparto della moda pari a soli 15 milioni di euro. Poca cosa se pensiamo che il settore solo a Pavia fattura centinaia di milioni e conta migliaia di addetti. Ma soprattutto il governo ha scelto di fare ammuina su una nostra precisa richiesta, quella di istituire e convocare un tavolo di crisi con tutte le parti in causa presso il ministero delle Imprese e del made in Italy, a cominciare da Regione Lombardia, per assicurare la sostenibilità produttiva e la salvaguardia dei livelli occupazionali del distretto calzaturiero di Vigevano”.
Così Vinicio Peluffo, capogruppo democratico in commissione Attività produttive alla Camera, e Silvia Roggiani, della Presidenza del Gruppo Pd, replicano alla risposta del governo all’interrogazione rivolta al ministro delle Imprese e del made in Italy.
“È il G7, non Atreju. Utilizzare la presidenza italiana del più importante forum intergovernativo per attaccare i diritti delle donne è gravissimo. Questo G7 si apre nel peggiore dei modi per l’Italia e la sua credibilità”.
Così sui social il deputato democratico Alessandro Zan, responsabile Diritti del Pd.
Nuovo botta e risposta alla camera tra il Pd e il governo sull’autonomia differenziata. La capogruppo democratica, Chiara Braga, ha approfittato della presenza in aula del vicepremier Antonio Tajani per stigmatizzare le sue parole a conclusione dei lavori della segreteria di Forza Italia, dove Tajani ha annunciato che “Forza Italia sta lavorando ad avere il maggior numero di voti agli ordini del giorno per impedire che la riforma dell'autonomia differenziata non sostenga anche il Sud”. “Ministro Tajani le chiediamo coerenza - ha detto Braga - lei sa perfettamente che non si possono garantire i Lep con degli ordini del giorno, servono modifiche legislative perchè questo provvedimento, per come è scritto, penalizza il Mezzogiorno.
Fermatevi, convochiamo una capogruppo e ripensiamo il calendario in modo da riaprire una discussione su questo punto. Non possiamo ritardare questo momento questa discussione, perché è in questa fase, su questi emendamenti che si sta definendo esattamente il cuore della questione, cioè il finanziamento dei Lep”.
“Chiediamo al ministro Urso se intenda procedere con immediata sollecitudine alla revoca dell’emissione del francobollo che omaggia il gerarca fascista Italo Foschi, colpevole di numerosi crimini di guerra e perfino di collaborazione nella persecuzione degli ebrei, a pochi giorni dal centenario dell’omicidio di Matteotti, e se non ritenga necessario avviare tutte le procedure di verifica dell’iter relativo all’istruttoria dell’emissione filatelica del fascista Foschi alla luce del denunciato mancato coinvolgimento della Consulta, così come pubblicamente riferito da un suo componente. Inoltre chiediamo al ministro Urso se intenda revocare il suo rifiuto espresso verso la proposta di un francobollo celebrativo della Liberazione di Roma dall’occupazione nazifascista”. Così la deputata del Pd Laura Boldrini in un’interrogazione al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, sottoscritta da tutto il Gruppo del Pd.
Discussa interrogazione on.li Rachele Scarpa e Gianni Girelli
Oggi in Commissione Affari Sociali la deputata Scarpa e il deputato Girelli hanno interrogato il sottosegretario del Ministro della Salute Gemmato, a proposito dell'offerta di BMed Me.di.ca Group, che intende offrire un servizio simile a quello del medico di base ma a pagamento. La motivazione sarebbe quella di offrire il servizio alle persone che non hanno un medico di medicina generale, come stranieri o cittadini che, a causa della carenza di medici, non sono in cura con nessun medico sul territorio.
"Ritengo sia molto pericoloso legittimare una pratica del genere: il medico di base non offre prestazioni, ma si occupa della salute della persona a 360 gradi, occupandosi sia della prevenzione che delle esigenze di cura.", dichiara Scarpa. "Atomizzare ed esternalizzare le prestazioni della medicina generale, peraltro a pagamento, vuol dire promuovere un'idea di sanità che non ha la cura e la salute della persona come principale obiettivo, ma il profitto sulla base di prestazioni erogate. Abbiamo pertanto chiesto al sottosegretario Gemmato se sia a conoscenza di questa pratica e cosa intenda fare a tal proposito."
Continua Girelli: "Ci aspettiamo che dal Ministero si proceda con una regolamentazione adeguata, che non solo eviti un travaso di risorse umane ed economiche dal pubblico al privato, ma che incentivi anche giovani medici a percorrere la strada della medicina generale. Al di là dei buoni propositi bisogna arrestare uno scivolamento che sembra inesorabile verso la sanità privata: siamo in un contesto in cui è il cittadino che si va a cercare l'assistenza sanitaria e la prestazione, e non in cui esiste un servizio efficiente che tiene in carico la salute di ogni cittadino. Perciò è importante normare il settore, facendo in modo che anche il privato sia messo nelle condizioni di operare in sanità nell'interesse pubblico, e secondo la regia del SSN."
“Sullo stato di attuazione della misura a sostegno degli asili nido prevista dal Piano Nazionale di ripresa e resilienza continuano a mancare informazioni esaustive sullo stato di attuazione degli interventi e sulla loro localizzazione. Sono dati fondamentali visto che il superamento delle disparità territoriali tra Nord e Sud era uno degli obiettivi fondamentali da realizzare. Ciò che sappiamo è che - con la rinegoziazione del Piano - l'obiettivo di avere 264 mila posti di asilo nido ora è stato ridotto a 150 mila. I cittadini meritano risposte concrete”. Così la deputata dem Irene Manzi, responsabile Scuola Pd, intervenendo nella replica del question time al ministro Valditara sullo stato di avanzamento dei singoli progetti finanziati dal Piano Nazionale di ripresa e resilienza.
“Risposte – ha continuato Manzi - che siano in linea con l'appello che poche settimane fa Alleanza per l'infanzia ha rivolto a tutte le forze politiche in merito al riconoscimento dell'investimento dei servizi per la prima infanzia come servizio essenziale per i bambini e le bambine. Questo significa assicurare una copertura del servizio in linea con l’obiettivo del 45% e garantire quei diritti essenziali che passano anche dalle risorse per sostenere i costi di gestione che i Comuni devono coprire, pena l’impossibilità di prestare i servizi o di garantire una progressiva gratuità degli stessi. Come Pd continueremo a chiedere e a sollecitare il governo per avere risposte chiare su un diritto essenziale da cui non si può prescindere”.
Nel presentare l’interrogazione, la deputata dem Sara Ferrari ha chiesto a Valditara "quale fosse lo stato di avanzamento dei singoli progetti finanziati dal Piano Nazionale di ripresa e resilienza, anche al fine di perseguire l'obiettivo di coprire i divari tra Nord e Sud rispetto alla copertura del servizio. Il governo ha assicurato che nessun intervento sarà definanziato ma oggi mancano le informazioni sulle risorse assegnate, sulla spesa sostenuta e sulla localizzazione effettiva degli interventi ”.
"Il governo Meloni conferma i tagli al Biotecnopolo di Siena che non avrà quindi tutte le risorse inizialmente stanziate nel 2022 dal precedente esecutivo guidato da Mario Draghi. La malafede della destra, che continua a punire il territorio, è accentuata dalla tempistica del decreto in Gazzetta Ufficiale pubblicato soltanto lunedì scorso e 'casualmente' proprio il giorno dopo delle elezioni. Per fortuna i cittadini si stanno accorgendo della vera natura di una maggioranza che mistifica la realtà e penalizza da anni la città. La crescita del Pd cittadino di quasi 6 punti, dalla politiche del 2022 alle Europee del 2024, ne è una evidente dimostrazione. Sulla vicenda del polo biotecnologico presenteremo una nuova interrogazione in Parlamento". Lo dichiarano in una nota congiunta i deputati Pd Emiliano Fossi, Marco Sarracino e Marco Simiani.
Pd presenta interrogazione su organizzazione sicurezza G7
“I fondi stanziati dal governo in tutta fretta nel Cdm di due giorni fa per il G7 sono del tutto insufficienti per garantire condizioni di lavoro e di vita dignitose alle Forze dell'Ordine che devono garantire la sicurezza dell'evento. Lo denuncia il responsabile sicurezza del Pd, ex viceministro dell'Interno, Matteo Mauri, che attacca il Governo per la modalità con cui sta gestendo l'organizzazione della sicurezza del prossimo G7. “Le condizioni fatiscenti della nave che avrebbe dovuto ospitare le forze dell’ordine dimostrano la scarsa attenzione con cui il governo tratta le forze dell’ordine. E non è certo lo scaricabarile del ministro Piantedosi, che ha provato a incolpare il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, a salvare la faccia al governo. Siamo davanti a una figuraccia di livello planetario con la polizia che sequestra la nave che avrebbe dovuto ospitare gli agenti impegnati al G7 perché “versava in pessime condizioni igienico sanitarie, con alloggi sporchi e danneggiati, servizi igienici inutilizzabili, docce fatiscenti, cabine allagate”. E da quanto apprendiamo – aggiunge Mauri - anche la nuova nave che è stata individuata presenta molti problemi visto che si tratta di una di quelle precedentemente scartate. In ogni caso – sottolinea Mauri – è grave che a pochi giorni dall’inizio del G7 vi siano ancora problemi organizzativi così profondi nell’organizzazione della sicurezza di un appuntamento istituzionale così importante. I fondi sono insufficienti, la logistica inadeguata, cos’altro poteva andare peggio? Questa è la gestione Meloni-Piantedosi: si riempiono la bocca di parole a sostegno delle forze dell’ordine ma poi, per il G7 come anche per la sicurezza ordinaria, i fondi non ci sono mai.
E questo è evidente anche nel ddl in discussione alla Camera sulla Sicurezza.
Abbiamo presentato un'interrogazione parlamentare a riguardo per conoscere i dettagli della gestione dell’organizzazione della sicurezza del G7”.