“La Commissione di Inchiesta sta andando avanti e avrà l’ok del Senato in tempi rapidi. Per quanto riguarda le dichiarazioni rilasciate da Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, mi sembra che abbia chiarito che non intendeva offendere la memoria di Giovanni Paolo II ma che si riferiva a un documento audio in cui si facevano affermazioni di un certo tipo. Io non credo che quel documento sia attendibile”. Così il deputato Roberto Morassut intervenendo ai microfoni di Radio Radicale sull’istituzione della prossima Commissione di Inchiesta Parlamentare sui casi Orlandi e Gregori, di cui è promotore.
“Nel corso degli anni – continua Morassut – sulla vicenda ci sono stati molti depistatori, sciacalli esibizionisti, personaggi che millantavano informazioni riservate. Bisognerà fare un lavoro serio di setaccio con chi se n’è occupato seriamente, sia in ambito giudiziario che nel mondo dell’informazione; ovviamente in sinergia con le istituzioni vaticane. Pietro Orlandi è un combattente: lui e la sua famiglia da quarant’anni portano avanti una battaglia solitaria per arrivare alla verità. Non è a loro che bisogna fare un processo e sarebbe oltremodo crudele mettere lui sotto accusa. Il nostro compito deve essere invece quello di non dare seguito a documenti che non hanno nessuna fondatezza e al contempo indagare sul vero tema, cioè gli intrecci più che probabili tra ambienti finanziari deviati, servizi segreti e criminalità organizzata che, in questa vicenda, hanno coinvolto settori alti del Vaticano, Uno dei casi del ricco Bouquet di fiori neri della nostra storia. Anche il Vaticano, nella persona del promotore di giustizia, Alessandro Diddi, che sta operando con dedizione, sta lavorando in questa direzione”.
Tweet di Peppe Provenzano della segreteria nazionale del Pd
La #destra non istituisce la Commissione Antimafia, che chiediamo da mesi. E oggi boccia alla Camera mio odg per un rafforzamento del contrasto alle #mafie e della vigilanza contro le infiltrazioni nell’attuazione del #PNRR. @GiorgiaMeloni condivide? Che dire? Vergogna. “ Lo scrive su Twitter Peppe Provenzano dopo la bocciatura di un suo odg al decreto Pnnr .
Sessista e offensiva. Ecco cos’è la vignetta del Fatto. C’è poco da dire. Ad Arianna Meloni e alla sua famiglia la mia solidarietà.
Così Debora Serracchiani, deputata, responsabile Giustizia del Pd
“E’ arrivato il momento in cui il governo deve decidere di decidere. Non sono ammessi più rinvii”. Lo affermano i deputati democratici Piero De Luca e Andrea Gnassi dopo il pronunciamento della Corte di Giustizia Ue sul no a proroghe per le concessioni balneari.
“Non è più possibile – proseguono gli esponenti democratici – tergiversare e continuare a lasciare nell’incertezza tutti gli operatori e i territori di un settore nevralgico per il nostro turismo e per la nostra economia, impedendo qualsiasi possibilità di programmazione e investimenti. Una situazione ormai insostenibile che mette in grave difficoltà Regioni e Comuni. È giunto il momento di definire una disciplina della materia organica, strutturale e compatibile con il diritto Ue”.
“La vignetta del Fatto Quotidiano contro Arianna Meloni è vergognosa, sessista e misogina”.
Lo scrive su Twitter la deputata del Partito Democratico, Michela Di Biase.
“Il primo Documento di economia e finanze del governo Meloni si caratterizza per una preoccupante assenza di visione, strategie e risorse. A fronte di un aumento delle entrate determinato dall’inflazione si registra una sostanziale stabilità della spesa nominale e, pertanto, una riduzione in termini reali del livello di finanziamento dei servizi pubblici. Non vengono previste risorse per voci fondamentali come pensioni, riforma del sistema pensionistico e Opzione donna, istruzione, attuazione della delega fiscale, progressivo invecchiamento della popolazione. La sanità, in particolare, non rientra tra le priorità, visto che il rapporto spesa sanitaria/Pil scende dal 6,9% del 2022 al 6,2% nel 2026, un valore addirittura inferiore a quello prepandemico del 2019 pari al 6,4%, come se la pandemia non ci avesse insegnato che un sistema sanitario efficiente e universalistico è il primo baluardo a difesa della salute del singolo e della collettività”.
Lo dichiarano i deputati dem della commissione Affari sociali della Camera, Marco Furfaro (capogruppo), Paolo Ciani, Gian Antonio Girelli, Ilenia Malavasi e Nicola Stumpo.
“Inoltre - aggiungono i parlamentari dem - mentre l’Istat certifica che oltre un quarto della popolazione è a rischio povertà o esclusione sociale, dal prossimo mese di agosto a più di 600mila persone verrà sospeso il reddito di cittadinanza, poi abolito dal primo gennaio a favore di misure poco chiare (Gil, Pal, Gal) e con meno risorse disponibili. Infine, il Def non stanzia nessuna risorsa aggiuntiva per disabili, anziani e fasce più deboli della società, perché si considerano le politiche di welfare come politiche di mero costo e non di investimento. Per tutte queste ragioni - concludono - il Partito Democratico ha espresso il parere negativo al documento proposto dal governo Meloni e dalle forze della destra”.
"Dopo sei anni di attesa è arrivato il via libera della Conferenza Stato-regioni al decreto tariffe che aggiorna il tariffario delle prestazioni esistenti e di quelle introdotte con il Dpcm del 2017 sui nuovi Livelli essenziali di assistenza (LEA). Il nuovo nomenclatore sostituisce quello vecchio di 20 anni e include prestazioni tecnologicamente avanzate, eliminando quelle obsolete. Arrivano i nuovi tariffari su procreazione medicalmente assistita, consulenza genica fino a prestazioni di elevatissimo contenuto tecnologico come l’adroterapia o di tecnologia recente come l’enteroscopia con microcamera ingeribile e la radioterapia stereotassica e tante altro ancora. A questo punto, ci aspettiamo dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, che trovi i finanziamenti necessari per aggiornare i LEA ogni due anni, come prevede la riforma del 2017 varata dall'ex ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha segnato un passaggio storico. Purtroppo, il governo sta facendo scelte diverse e con il Def 2023 certifica che la salute non è in cima alla sua agenda politica. La spesa sanitaria, infatti, scenderà sotto il 6.6 per cento del Pil. Così è impossibile aumentare gli investimenti e garantire ai cittadini le migliori cure possibili. Senza un segnale di inversione di rotta, non è solo a rischio l'aggiornamento dei LEA ma le prestazioni minime". Così in una nota la deputata dem Ilenia Malavasi, della commissione Affari Sociali della Camera.
“Piano è patrimonio del Paese, non di un singolo governo”
Il Pnrr non è solo uno strumento economico, è il simbolo politico di un nuovo modello di integrazione europea. È patrimonio dell’intero Paese, non è nella disponibilità di un singolo governo o di una forza politica. Voi avete il dovere anzitutto di attuarlo questo piano, non di bloccarlo. Per questo, noi eserciteremo ogni giorno un’azione seria di vigilanza e controllo. Finora abbiamo visto solo caos e approssimazione. E dovete smetterla di fare scaricabarile sui precedenti governi, tocca a voi assumervi le vostre responsabilità. Avete fatto fatica a chiudere gli ultimi 55 obiettivi del 2022. E i ritardi nell’erogazione della terza rata da 19 miliardi lo dimostrano. Non state dicendo nulla rispetto agli obiettivi dell’attuale semestre. E ancora più grave, ascoltiamo a giorni alterni annunci sulla volontà di rinunciare a parte delle risorse che abbiamo ottenuto con tanta fatica.
Chiediamo al governo una grande operazione di verità e trasparenza e di tornare indietro rispetto ad alcune scelte sbagliate. Accentrare a Palazzo Chigi il coordinamento non solo politico, ma anche tecnico del Piano con la soppressione dell’Agenzia, è un errore gravissimo. Allo stesso modo, unire la spesa del Pnrr a quella dei fondi di coesione è un orrore politico: vuol dire rinunciare, da un lato, alle risorse del Piano, e perdere, dall’altro lato, i progetti da finanziare con i fondi di coesione rivolti soprattutto al Sud. E non vorremmo che uno dei vostri obiettivi fosse proprio togliere risorse destinate al Mezzogiorno per dirottarle in altre aree del Paese. Se ci sono aggiustamenti mirati da fare per le nuove contingenze economiche noi siamo pronti a verificarli e a discuterne con spirito costruttivo, ma dovete condividerli con il Parlamento. L’Italia non può permettersi di fallire questa occasione. Se avete intenzione di perdere fondi decisivi per il Paese, sappiate che non vi consentiremo di mandare in fumo miliardi di euro per l’ambiente, il digitale, gli investimenti nel sociale, nelle scuole, nel lavoro, nella sanità. Non vi consentiremo di bruciare il futuro dell’Italia e degli italiani.
Lo ha detto il capogruppo del Pd in commissione Politiche Ue, Piero De Luca, durante la dichiarazione di voto in Aula.
La decisione del ministro Nordio di avviare azione disciplinare contro il collegio della Corte di Appello di Milano rappresenta non solo un’altra tappa della linea di ricerca di un capro espiatorio adottata dal governo sul “caso Uss” ma anche un atto che lede l’indipendenza dalla magistratura perché fondato sulle valutazioni di merito dei giudici e non come dice la legge su eventuali negligenze. I confini tra potere esecutivo e potere giudiziario vanno preservati e certo non possono essere messi in discussione dal governo per cercare di scaricare su altri le responsabilità di una situazione su cui è chiamato ancora a fare chiarezza.
Così Debora Serracchiani, deputata, responsabile Giustizia del Pd
Il deputato Pd Andrea Orlando ha presentato una interrogazione sul presunto conflitto d'interessi del Ceo di Avio e sulle strategie aziendali
Il deputato del Pd ed ex Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha presentato alla Camera dei Deputati una interrogazione al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso "per sapere se sia vero che almeno due dei tre fallimenti dei veicoli di lancio Vega siano il risultato diretto di scarso controllo di qualità e di riduzione dei costi, se non si ritenga che Giulio Ranzo, contemporaneamente Ceo di Avio e maggiore azionista di Orbit S.p.A., sia in evidente conflitto di interessi e che il suo compenso complessivo di oltre il milione di euro annuo non sia sproporzionato in relazione ai risultati operativi, e quale sia la strategia di ricerca e sviluppo dell’azienda a fronte degli importanti contributi dell’ Agenzia Spaziale Europea, dell’Agenzia Spaziale Italiana e del PNRR".
Nell'interrogazione presentata dall'esponente del Pd, firmata anche dai deputati democratici Peluffo, Gnassi e Di Biase, si ricorda che "il 20 marzo 2023 è stata pubblicata sul sito Europe in Space un’inchiesta dedicata ad Avio (Avio under the microscope) con una riflessione su come l’azienda sta utilizzando il supporto istituzionale, analizzando le possibili cause che hanno portato al fallimento di tre lanci del vettore Vega. La tesi sostenuta è che i fallimenti siano da imputare ad una politica di riduzione dei costi, successiva alla collocazione in borsa nel 2017, che ha causato una drastica riduzione dei controlli di qualità. Vengono analizzate le attività finanziarie della società evidenziando una serie di criticità quali il riacquisto di azioni per un valore che supera largamente l’utile aziendale, sfruttando come veicolo la costituita In Orbit S.p.A., fondata dallo stesso Ceo con altri 50 manager di Avio".
“Ministro Piantedosi, le sue parole non ci soddisfano, anzi aumentano la nostra preoccupazione. Lei conferma che questo governo non ha alcuna intenzione di dare tutela e riconoscimento a tutte le famiglie, aumentando discriminazione e disparità di trattamento degne dell’Ungheria del vostro alleato Orban e facendo vergognare il Paese davanti all’Ue, che chiede piena uguaglianza, di cui l’Italia è membro fondatore. La freddezza e la precisione con cui avete preparato questo attacco alle famiglie omogenitoriali fa il pari con l’atteggiamento vigliacco che continuate a mantenere. Infatti, il suo riferimento alla sentenza della Cassazione, che rimanda all’adozione per casi speciali, mostra la vostra malafede: sapete bene che è procedimento lungo, oneroso, incerto, che impone l’affiancamento con i servizi sociali in famiglie che già esistono e sono consolidate. Avete un atteggiamento vigliacco, perché il vostro obiettivo è solo discriminare le coppie dello stesso sesso attraverso i loro figli e utilizzate la gestazione per altri come arma di distrazione di massa. Vi riempite la bocca di parole a difesa della famiglia, ma la verità è che di questi bambini non vi importa nulla. Siete dalla parte sbagliata della storia, del buon senso, della civiltà e, soprattutto, contro la Costituzione”.
Così il deputato dem, Alessandro Zan, nel corso del Question time alla Camera, rivolgendosi al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.
Illustrando l’interrogazione, la deputata dem, Ouidad Bakkali, aveva ricordato al ministro che “nelle scorse settimane alcuni comuni hanno annunciato l’intenzione di interrompere le registrazioni dei bambini con genitori dello stesso sesso, sulla base di indicazioni giunte dalle Prefetture. Successivamente alcune procure hanno acquisito gli atti di nascita già formati per valutarne l’impugnazione. Questi fatti - ha denunciato - espongono le famiglie omogenitoriali a pesanti difficoltà e nega ai bambini la pari dignità sociale”.
Interrogazione Pd al ministro Lollobrigida per chiederne conto
Sulla gestione della fauna servono certezze, partendo dalle indicazioni della scienza. Per questo come gruppo Pd della Commissione Agricoltura abbiamo insistito, raggiungendo l'obiettivo, perché venisse ricostituito il Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale previsto dalla legge per la protezione della fauna e la regolamentazione della caccia. Con mesi di ritardo, nonostante le criticità in essere, dal cinghiale al lupo financo all'orso, ora il governo ha avviato le procedure per la promulgazione del decreto istitutivo chiedendo il parere alla Conferenza delle Regioni. Cosa propone però il ministro Lollobrigida probabilmente distratto dalla boutade vergognosa sulla sostituzione etnica? Di ridimensionare le rappresentanze di agricoltori, cacciatori, ambientalisti, regioni e province in seno al Comitato. Chi deciderà a quel punto le presenze venendo meno una presenza plurale e rappresentativa? Sarà la logica degli amici di cordata a guidare le scelte? Per questo motivo come gruppo Pd abbiamo depositato una interrogazione, a firma Vaccari, Forattini, Marino, Rossi, per chiedere conto di una illogica procedura e per sapere i criteri e le motivazioni di una inopportuna valutazione. Per quanto ci riguarda sosterremo in ogni sede l'allargamento delle rappresentanze nel rispetto di quanto a suo tempo definito.
Nota del gruppo Pd in Commissione Agricoltura della Camera.
“Gli esercizi di vicinato non sono soltanto garanzia di sviluppo economico ed occupazionale ma rappresentano un presidio sociale irrinunciabile soprattutto per i residenti dei centri storici. In questi ultimi anni numerose attività commerciali hanno chiuso a causa della concorrenza della grande distribuzione organizzata e dell’e-commerce. La crisi energetica ha purtroppo peggiorato la situazione e senza interventi strutturali queste attività rischiano di estinguersi. Per contrastare questo fenomeno ho presentato un emendamento al Decreto Bollette, attualmente in discussione alla Camera, finalizzato ad aumentare i ristori delle spese energetiche a carico delle imprese presenti nei Centri commerciali naturali, come individuati dalle rispettive norme regionali e costituiti in forma di associazioni, rete di impresa o consorzi. Mi appello alla sensibilità di governo e maggioranza per dare una risposta concreta ad aziende in gravissime difficoltà”. Lo dichiara Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio.
“Chiediamo al Governo di promuovere una reale ed efficace stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione, già assunti a tempo determinato e impegnati per la realizzazione di progetti legati all'attuazione del Pnrr. Si tratta di personale preparato, qualificato e necessario per lo svolgimento di pratiche delicate in un momento decisivo per il futuro del Paese”.
A chiederlo è, in un ordine del giorno al decreto Pnrr, il deputato Pd Emiliano Fossi.
“Nel decreto Pnrr - dice Fossi - è espressa la volontà di stabilizzare questi lavoratori ma non si fa cenno a risorse adeguate. Il Pnrr è una materia molto delicata, che va maneggiata con cura: serve il massimo della professionalità e dipendenti all'altezza. Per impostare un buon lavoro e non aver problemi con i tanti finanziamenti in arrivo è necessario stabilizzare i dipendenti”.
“Se c'è una cosa che non possiamo fare in questa fase è sbagliare – conclude Fossi -. Tutti i finanziamenti legati al Pnrr devono andare in porto, se anche solo un finanziamento non andasse a buon fine vorrebbe dire aver perso una grande occasione. E non ce lo possiamo permettere”.
"Essere sinceri è un'arte, ma riuscire a negare l'evidenza è un capolavoro. La ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, dice di guardare con interesse al protagonismo dei corpi intermedi, continua però a non ammettere che l'unica via per farlo è una legge sulla rappresentanza, cosi come non si può parlare di lavoro senza passare prima dall'adeguamento dei salari. Anche noi vogliamo corpi intermedi potenti , sindacati forti, per arrivare a stipulare contratti che abbiano efficacia erga omnes e salari più che dignitosi. La crisi delle organizzazioni dei lavoratori è un fenomeno noto, così come di tutti i corpi intermedi, bisognerebbe chiedersi il perché di questa delegittimazione. Ci dica la ministra quali politiche attive vuole mettere in atto, un aspetto su cui il governo non sembra, ad oggi, avere un'idea chiara, anzi un'idea". Lo ha detto il deputato dem Mauro Laus, capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera. in risposta alle parole della ministra Calderone al Forum Confcommercio in corso a Roma.