“Il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, ha appena dichiarato che sul Pos ‘nelle prossime ore troveremo una soluzione’. E’ chiaro che nella maggioranza non si riesce a trovare un’intesa a causa di profonde divisioni tra loro. Per togliere il ministro dall’impasse e dall’imbarazzo gli ricordo che basterebbe semplicemente approvare il nostro emendamento che porta il credito d’imposta sulle commissioni e sull’acquisto dei POS al 100%. In questo modo si otterrebbero zero costi per gli esercenti, un servizio per i clienti e meno potenziale riciclaggio di denaro sporco”. Lo dichiara il deputato dem Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio della Camera.
“La destra non abbandoni i lavoratori dello spettacolo. Rappresentano un investimento verso l’immenso patrimonio italiano dello spettacolo dal vivo. Crea lavoro, coesione sociale e ricchezza. Bisogna approvare l’emendamento del Partito Democratico che finanzia il fondo per l’indennità di discontinuità che permette a migliaia di operatori di continuare a svolgere la professione. Parlate tanto di merito vedremo se sarete coerenti”. Lo dichiara il deputato dem Nicola Zingaretti.
Dichiarazione del deputato dem Stefano Vaccari, presidente dell'Intergruppo parlamentare di amicizia con il popolo Saharawi
Dopo i fatti del Parlamento europeo serve agire per celebrare il referendum.
“Si è ricostituito nelle settimane scorse l'intergruppo di amicizia con il popolo Saharawi, presieduto dal deputato dem Stefano Vaccari, al quale aderiscono parlamentari di maggioranza e di opposizione, in continuità con le precedenti legislature. L'obiettivo è sostenere istituzionalmente le iniziative del popolo Saharawi cacciato dai propri territori dai militari marocchini che occuparono impunemente quell'area dopo la decisione della Spagna di rinunciare all'assurda "sovranità" coloniale. A nulla sono valse le iniziative internazionali, deliberate dall’Assemblea generale dell’ONU per lo svolgimento di un referendum per l’autodeterminazione del popolo Saharawi. Le notizie di questi giorni che provengono dal Parlamento Europeo confermano quanto più volte denunciato dall'Intergruppo parlamentare italiano in sintonia con quello europeo. Ci sono forze e politici che hanno lavorato per mantenere la posizione di dominio del Re del Marocco, di condizionamento delle scelte del Parlamento europeo, e che contrastano gli aneliti di libertà, non violenza e di giustizia espressa da oltre 40 anni dal
Fronte Polisario in rappresentanza di tutto il popolo Saharawi. Continueremo a batterci in direzione ostinata e contraria proponendo al Parlamento italiano la discussione di una mozione per impegnare il Governo ad un’azione decisa per il rispetto dei diritti umani nel Sahara Occidentale e lo svolgimento del referendum per l’auto determinazione di questo popolo dimenticato.
“Si riempiono la bocca sulla dignità del lavoro, ora vedremo alla prova dei fatti se andranno nella direzione opposta. L’occasione è l’accoglimento o la bocciatura del nostro emendamento per ora accantonato, che prevede un finanziamento del Fondo per l’indennità di discontinuità destinata ai lavoratori dello spettacolo. Si tratta di un impegno che darebbe attuazione concreta al Codice dello Spettacolo dal vivo, approvato nello scorso luglio con il sostegno anche di forze politiche dell’attuale maggioranza. Non fate mancare questo aiuto ai lavoratori ”. Lo dichiarano la capogruppo del Pd Debora Serracchiani, la capogruppo Pd in commissione Cultura, Irene Manzi e il deputato dem Matteo Orfini.
“Stupisce, e non si capisce davvero secondo quale criterio sia stata presa, la decisione del governo di rimuovere da suo incarico di direttore dell’Ispettorato del Lavoro, Bruno Giordano. Una personalità fra i massimi esperti del settore e che ha svolto un eccellente lavoro, per il quale meritava senz’altro una conferma. Pur non condividendo e giudicando totalmente sbagliata questa scelta, che non sembra basata sulla questione del merito di cui il governo si riempie la bocca, auguriamo al nuovo direttore, il dottor Paolo Pennesi, di svolgere un buon lavoro dando seguito a quanto fatto dal suo predecessore”. Lo dichiara la deputata democratica Chiara Gribaudo, vice presidente commissione Lavoro.
“Prima spendono parole roboanti per l’agricoltura italiana. Poi Meloni e Lollobrigida affossano gli emendamenti che portano soluzioni alle criticità manifestate dalle aziende agricole del nostro Paese. E’ il caso della proposta avanzata dal gruppo Pd, in seno alla legge di bilancio, finalizzata alla rimodulazione delle accise per le diverse categorie legate al tabacco, senza modificare la struttura della tassazione attuale. Misura sulla quale si erano espresse favorevolmente le organizzazioni agricole e quelle di settore. Quelle stesse associazioni che in gran segreto qualche ora fa sono state convocate al Mef per concordare non sappiamo cosa, ma guarda caso un emendamento di maggioranza analogo al nostro è stato ritirato nel corso dei lavori della Commissione. Il governo ha impedito così di portare quelle novità normative che il comparto chiedeva a gran voce e che per una volta potevano essere concordare tra maggioranza ed opposizione. ‘Se ari male, peggio mieterai’, diceva un antico proverbio contadino”.
Così Stefano Vaccari, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura della Camera.
"Nella Legge di Bilancio non c'è assolutamente niente a favore dei lavoratori. Le uniche misure presenti, a partire dall'innalzamento dei voucher, rischiano di promuovere addirittura il precariato in numerosi settori".
A dirlo è Emiliano Fossi, deputato Pd e membro della Commissione Lavoro della Camera, commentando la manovra finanziaria del governo.
"Nella manovra, nonostante le promesse elettorali, non ci sono norme per disincentivare le delocalizzazioni delle imprese, né novità sul salario minimo e l'equo compenso. Sui redditi dei lavoratori - conclude Fossi - la la maggioranza ha addirittura bocciato l'emendamento Pd sull'aumento del cuneo fiscale. Si definiscono 'destra sociale' ma qui di sociale non c'è nulla: c'è solo la destra".
Il deputato dei Democratici: "Si autodefiniscono destra sociale, ma nella manovra di sociale non c'è nulla: c'è solo la destra"
Roma, 16 dicembre 2022. "Nella Legge di Bilancio non c'è assolutamente niente a favore dei lavoratori. Le uniche misure presenti, a partire dall'innalzamento dei voucher, rischiano di promuovere addirittura il precariato in numerosi settori".
A dirlo è Emiliano Fossi, deputato Pd e membro della Commissione Lavoro della Camera, commentando la manovra finanziaria del governo.
"Nella manovra, nonostante le promesse elettorali, non ci sono norme per disincentivare le delocalizzazioni delle imprese, né novità sul salario minimo e l'equo compenso. Sui redditi dei lavoratori - conclude Fossi - la la maggioranza ha addirittura bocciato l'emendamento Pd sull'aumento del cuneo fiscale. Si definiscono 'destra sociale' ma qui di sociale non c'è nulla: c'è solo la destra".
“Salvini, come già Giorgetti, parlano di necessità di un dibattito parlamentare per discutere del Mes. Bene, allora non si perda ulteriore tempo. Si calendarizzi subito la proposta di legge che abbiamo depositato alla Camera. Basta con i tatticismi o le prese in giro. L’Italia non può permettersi di rimanere isolata in Europa, poiché con la prossima ratifica della Germania resterebbe l'unico Stato Ue a non aver ancora ratificato la riforma del Trattato. Una riforma positiva per l'intera eurozona e per i nostri risparmiatori, che non ha nessuna attinenza peraltro con una richiesta per l'utilizzo del fondo. Il governo metta da parte la propaganda e pensi almeno una volta agli interessi del nostro Paese”.
Così il vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, Piero De Luca.
“Il Presidente Mollicone è ossessionato dall’ex Ministro Franceschini: un’ansia di revisionismo che non fa i conti con la realtà. Mentre i nostri governi investivano in cultura, questo taglia.
Bisognerebbe valutare i provvedimenti per gli effetti che producono e non per il colore politico di chi li ha varati. L’esecutivo Meloni sta commettendo un gravissimo errore ridimensionando 18 APP.
Sarebbe servita una seria e accurata valutazione di impatto, ma non lo stravolgimento di una misura che ha funzionato, ha avvicinato tantissimi ragazzi ai consumi culturali ed è stata copiata in mezza Europa. Se si vuole fare un tagliando al bonus lo si faccia ma senza eliminarlo a freddo, come chiesto dalle associazioni di categoria.
Non impediamo ai giovani di accedere ai consumi culturali e non penalizziamo l’industria culturale del Paese. Il governo non stravolga una misura di successo”. Lo dichiara Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura di Montecitorio.
Martedì 20 dicembre, alle ore 14.00, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati (via della Missione, 4), sarà presentata la proposta per istituire una Commissione Parlamentare di Inchiesta sui casi riguardanti il rapimento di Emanuela Orlandi, di Mirella Gregori e l’omicidio di Simonetta Cesaroni. Interverranno il deputato Roberto Morassut (PD), primo firmatario della proposta, la deputata Stefania Ascari (M5S), relatrice della relazione sul caso Cesaroni presso la Commissione Antimafia, il senatore Carlo Calenda (Azione - IV) e le avvocatesse delle famiglie Cesaroni e Orlandi, Federica Mondani e Laura Sgrò. Sarà presente Giancarlo Capaldo, già procuratore generale aggiunto di Roma e le famiglie.
“La Sicilia è evidentemente, per il governo, figlia di un dio minore. Non fa parte dell’Italia e quindi, come tale, deve essere (bisf)trattata. La questione del caro bollette e del cosiddetto mercato di salvaguardia è infatti una ignobile forca in cui rischiano di restare soffocati centinaia di comuni siciliani, aziende pubbliche, imprese, famiglie. Una Italia a due velocità. E’ questa l’autonomia differenziata che nei fatti si sta già attuando, ancora una volta, a scapito della Sicilia?”. Lo dichiara il capogruppo del PD in commissione Traporti alla Camera, Anthony Barbagallo, che ha depositato un emendamento alla manovra di bilancio proprio per “intervenire” sulla norma che crea evidenti disparità sui costi dell’Energia tra Nord e Sud, costi per altro moltiplicati vertiginosamente in Sicilia.
“L’emendamento ‘Salva Sicilia’ – prosegue Barbagallo – punta a calmierare i prezzi del mercato cosiddetto di salvaguardia (ma salvaguardia di chi?!?) che di fatto ha comportato aumenti del 1000% rispetto al passato. Insomma: gli enti pubblici che si trovano nel mercato di tutela in Sicilia pagheranno in bolletta un importo superiore per più di dieci volte di un comune della Lombardia.
Il governo ha però dato parere negativo alla proposta del PD e accantonato l’emendamento ma questa non è una istanza di parte. Se non si recepisce la norma nel 2023 centinaia di comuni siciliani saranno al buio e al freddo perché non avranno la possibilità di sostenere i costi delle bollette. Rivolgo quindi anche un appello alla deputazione siciliana, di ogni schieramento e ai ministri siciliani e del Mezzogiorno affinché – conclude – il governo rifletta e possa adottare una misura di buonsenso”.
Dichiarazione di Silvio Lai, deputato Pd
Per la sanità pubblica, nella manovra finanziaria, non ci sono le risorse sufficienti per rafforzare, come necessario, un sistema con molte criticità, di organico e di infrastrutture soprattutto, che produce quale diretta conseguenza disservizio, lunghe liste d’attesa e pronto soccorsi e reparti sguarniti degli operati sanitari necessari.
Il governo però guarda altrove e stamani ha bocciato un emendamento del gruppo PD finalizzato ad aumentare la dote del Fondo sanitario nazionale di 2,5 miliardi per il 2023 e di 800 milioni per il 2024 al fine di garantire l’immediato adeguamento degli organici e degli stipendi del personale sanitario.
Responsabilmente avevamo previsto la copertura della misura prelevando risorse sugli extraprofitti per quei soggetti con Ires superiore a 5 milioni di fatturato e reddito che eccede almeno il 20% la media dei quattro periodi di imposta precedenti.
Non è vero che sanità pubblica e privata, come sostiene la destra, sono equiparabili. Intanto la maggioranza dei cittadini non si può permettere di pagare una prestazione sanitaria e poi ci sono specificità, come i pronto soccorsi, l’emergenza-urgenza, la traumatologia, la terapia oncologica diffusa, che solo la sanità pubblica può garantire.
Perseguendo l’irresponsabile strada della neutralità, il governo e le destre allontaneranno ancor di più il personale medico dalla sanità pubblica, attratti da condizioni di miglior favore, non solo economico ma anche di contesto operativo da parte delle attività private.
Si stanno producendo danni irreparabili nel breve periodo e recuperarli sarà sempre più difficile.
“Dietro a una serie di giri di parole rassicuranti, la manovra contiene 10 veri e propri condoni che maggioranza e governo, a parte la fantasia del linguaggio, non cercano neanche di nascondere. Li hanno chiamati: definizione agevolata, regolarizzazione, adesione agevolata, conciliazione agevolata, rinuncia agevolata, stralcio, ma si tratta di condoni che fra l’altro riguardano periodi in cui non sussistevano particolari criticità.
Basta guardare l’elenco per ricavarne il reale significato:
1) Definizione agevolata avvisi bonari
2) Regolarizzazione irregolarità formali
3) Adesione agevolata e definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento (regolarizzazione di violazioni non ancora contestate)
4) Adesione agevolata e definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento (regolarizzazione di violazioni già contestate)
5) Definizione agevolata delle controversie tributari
6) Conciliazione agevolata delle controversie tributarie
7) Rinuncia agevolata dei giudizi tributari pendenti in Cassazione
8) Regolarizzazione degli omessi pagamenti di rate dovute a seguito di acquiescenza, accertamento con adesione, reclamo o mediazione, e conciliazione giudiziale
9) Stralcio dei debiti fino a 1000 euro affidati agli agenti della riscossione
10) Definizione agevolata carichi affidati all’agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022)
Gli effetti finanziari sono impressionanti: nel complesso costano 1,1 miliardi nel 2023, poi ci si attendono maggiori entrate nel 2024 e nel 2025 per, rispettivamente 878 e 737 milioni. Ma in questi casi la perdita è sicura e l’introito futuro no.
Questi i motivi per i quali abbiamo presentato emendamenti per cancellare tutti i condoni e bloccare un’iniziativa che avrà come conseguenza solo di indebolire la fedeltà fiscale e incentivare il mancato pagamento del dovuto, tanto prima o poi un condono arriva”.
Lo dichiarano la capogruppo del Pd-Idp alla Camera Debora Serracchiani, il capogruppo in commissione Bilancio Ubaldo Pagano e la deputata Maria Cecilia Guerra.
“Con la bocciatura del nostro emendamento che prevedeva l’incremento del Fondo sanitario nazionale utilizzando le risorse previste per la flat tax e i condoni, Il governo Meloni cala definitivamente la maschera e si rivela essere quello che sosteniamo da tempo, ovvero, un governo che vuole ridimensionare il ruolo, per noi fondamentale, che riveste la sanità pubblica. E questo nonostante le rassicurazioni del ministro della Salute, Orazio Schillaci, che parlava di inversione di tendenza sulla Sanità e bollava le nostre preoccupazioni come fake news e bugie. Ma i fatti, i numeri, i dati, parlano più delle parole e la verità è che i bugiardi sono loro perchè hanno deciso di definanziare la sanità pubblica e così mortificare il lavoro e le richieste di medici e infermieri che hanno salvato numerose vite durante la pandemia”. Lo dichiara Marco Furfaro, capogruppo Pd in Commissione Affari sociali della Camera, sulla proposta emendativa alla manovra bocciata dalla commissione Bilancio di Montecitorio.