Dichiarazione di Matteo Mauri, deputato Pd
"La presidente del Consiglio parla spesso di difesa dell'interesse nazionale in tema di fenomeni migratori. Ma qual è l'interesse nazionale in questo caso? Creare tensioni internazionali con gli altri Paesi europei è nell'interesse nazionale? Costringere i principali Paesi europei a ricordarci gli obblighi del soccorso in mare e dell'accoglienza, cioè i diritti umani fondamentali, è nell'interesse nazionale? Togliere risorse al sistema dell'accoglienza e dell'integrazione è nell'interesse nazionale? Siamo veramente sicuri che tutte queste scelte, queste dichiarazioni vadano nell'interesse di avere un'Italia più forte, più giusta, più credibile in Europa? O non vanno esattamente nella direzione opposta?" Così il deputato del Partito Democratico Matteo Mauri, intervenuto nel corso del dibattito in vista della riunione del Consiglio Europeo che, rivolgendosi direttamente alla presidente del Consiglio, aggiunge: “ abolire la protezione umanitaria, come ha fatto l'attuale Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, allora Ministro dell'Interno, creando dalla sera alla mattina, in pochi mesi, 30 mila nuovi irregolari che, altrimenti, sarebbero stati regolari, è nell'interesse nazionale?. Io penso – ha proseguito Mauri- che abbiamo fatto gli interessi del nostro Paese quando abbiamo rafforzato il sistema di accoglienza, non quando l'abbiamo indebolito; quando abbiamo proposto e realizzato il sistema di accoglienza diffusa sul territorio, non quando qualcuno ha fatto grandi centri di accoglienza dove stipare centinaia e centinaia di persone, magari in zone periferiche, per creare conflitto e provare a cavalcarlo. E se il prossimo Consiglio europeo – ha concluso Mauri- troverà un accordo avanzato sul tema migratorio - e noi lo auspichiamo molto fortemente -, non sarà per l'atteggiamento provocatorio e sbagliato che l'Italia e questo Governo hanno tenuto a Catania contro le ONG o obbligando delle navi ad andare in altri Paesi. Non sarà per quello, ma saranno nonostante quello. Per cui, noi tifiamo che quell'accordo si raggiunga e sappiamo che, se ci si arriverà, non sarà certamente grazie all'Italia, ma nonostante questo Governo.
Domani, mercoledì 14 dicembre alle ore 16.00, presso la Sala stampa della Camera dei deputati, si svolgerà una conferenza stampa per presentare due proposte di legge volte a contrastare il riproporsi di fenomeni fascisti e neofascisti e per rendere più efficace la legislazione già presente in materia.
Parteciperanno i parlamentari primi firmatari delle proposte di legge, Andrea De Maria e Walter Verini, i firmatari degli altri gruppi che hanno sottoscritto le proposte, il presidente nazionale dell'Anpi, Gianfranco Pagliarulo, e il vicepresidente Emilio Ricci, ed Emanuele Fiano, che nel corso della precedente legislatura aveva presentato le stesse due proposte di legge.
Dopo la promessa fatta in campagna elettorale, il deputato dei Democratici ha presentato un emendamento alla manovra economica per concedere agli enti locali la possibilità di utilizzare parte di quanto accantonato nel Fondo Crediti Dubbia Esigibilità
Roma, 13 dicembre 2022. “Il caro energia ha aggravato una crisi che stanno pagando imprese, lavoratori, famiglie, Terzo settore. Come promesso in campagna elettorale, ho presentato un emendamento alla manovra economica per concedere agli enti locali la possibilità di utilizzare parte di quanto accantonato nel Fondo Crediti Dubbia Esigibilità (Fcde), per poter finanziare contributi a beneficio di quei soggetti maggiormente in difficoltà”.
Ad annunciarlo è il deputato del Pd Emiliano Fossi.
“I rincari energetici stanno mettendo in ginocchio Terzo settore, famiglie e imprese: rischiamo di veder scomparire parte delle associazioni di volontariato e con loro un fondamentale pezzo di welfare su cui si poggia la Toscana, come gran parte dell’Italia. Se il mio emendamento venisse approvato - dice Fossi - i Comuni potrebbero svincolare una percentuale del Fondo Crediti Dubbia Esigibilità, destinando quelle risorse alle categorie più bisognose. Per recuperare i fondi, si può pensare anche a introdurre strumenti ancora più efficaci per il contrasto all’evasione fiscale”.
Una mossa che in Toscana, ad esempio, permetterebbe di sbloccare qualche centinaio di milioni di euro, dato che tutti i Comuni sono obbligati per legge ad accantonare soldi per coprire i vuoti di bilancio per le multe e le tasse non riscosse.
“Gli enti locali - spiega Fossi illustrando l’emendamento - potrebbero determinare con propria delibera entro il 31 marzo 2023 la definizione agevolata dei crediti in essere al 31 dicembre 2021, relativi alle proprie entrate tributarie e patrimoniali, consentendo il pagamento senza applicazione di sanzioni ed interessi. Potrebbero consentire la rateizzazione del pagamento entro un massimo di 60 mesi con cadenze trimestrali con importi non inferiori a 5 mila euro, da garanzia fideiussoria o ipoteca cautelare. In caso di pagamento in unica soluzione il debito verrebbe ridotto del 20%. Gli enti locali che adottano il provvedimento potrebbero ridurre il valore del fondo crediti di dubbia esigibilità, oggetto di accantonamento nel bilancio di previsione e nel rendiconto di gestione dal 2023 al 2027, di un importo pari all’80% del valore stimato”.
“Le indiscrezioni di alcuni media sui contenuti della conferenza stampa di domani del Dipartimento statunitense dell'Energia su una fusione nucleare che dovrebbe produrre più energia di quella necessaria per innescarla potrebbe rappresentare una rivoluzione storica per il pianeta verso modelli di vita e processi produttivi Green. Sarà comunque fondamentale capire se e quando potrà essere possibile sviluppare la tecnologia della fusione nucleare a scopo energetico per le attività quotidiane”: è quanto dichiara il capogruppo Pd in Commissione Ambiente Marco Simiani sulle rivelazioni del Washington Post.
Inammissibile emendamento Pd per proroga
“Il nostro emendamento alla Legge di bilancio che impediva la chiusura delle sezioni distaccate dei tribunali delle Eolie e dell’Isola d’Elba è stato ritenuto inammissibile. Questa decisione mette a rischio sedi di particolare importanza per la funzionalità della giustizia. Le sezioni di Lipari e di Porto Ferraio interessano infatti rispettivamente gli altri comuni e delle Eolie e gli 8 comuni dell’Elba. Il nostro emendamento aveva l’obiettivo di prorogarne per il momento di un anno la chiusura. Come Partito democratico proseguiremo certamente questa battaglia in tutte le sedi parlamentari”.
Così il capogruppo democratico in commissione Giustizia alla Camera, Federico Gianassi.
Dichiarazione di Stefano Graziano, deputato Pd
La Russa ci riprova ma la sua nuova proposta di portare a 40 giorni la naja volontaria è superata e intrisa, come tutte le proposte della destra di governo, di nostalgia e retorica. Tra l’altro con un costo che per soli due mesi rappresenterebbe solo uno spreco di risorse. E intanto il suo governo vuole togliere la 18app che tanta adesione aveva ottenuto tra i giovani. Noi siamo per Forze Armate specializzate, tecnologiche e flessibili che è una tendenza sempre più presente nel mondo. Tale impostazione è però incompatibile con quella immaginata da La Russa . Si attui invece l’avvio della riserva operativa, inizialmente di 10.000 unità, prevista dalla legge 119 recentemente approvata, per varare un bacino di riserva , flessibile e addestrato, a cui far ricorso in caso di esigenze operative o d’impiego straordinarie.
“Il Partito Democratico non si può permettere un congresso normale, tradizionale, dai toni compassati, necessita invece di un congresso di rottura che introduce anche un trauma, una discontinuità forte. Elly Schlein sta tentando di determinare che questo avvenga e per questo la sostengo. Vedremo come andrà nei prossimi mesi”. Così il deputato Roberto Morassut, intervistato da FanPage.
“Il comitato nominato per la costituente - continua Morassut- non ha alcuna legittimazione per cambiare la Carta dei Valori senza un mandato e un confronto popolare che è del tutto assente. Agiamo per linee burocratiche e scontate, convenzionali. Nelle nostre scelte politiche e sui gruppi dirigenti non c’è mai un pizzico di verità. Solo scontatezza burocratica. E con questo modo vogliamo fare il ‘nuovo Pd’? È comico”.
600mila bambini, tre milioni di italiani. Sono i numeri di un'emergenza di cui si parla troppo poco, sono gli italiani che hanno bisogno di aiuto per mangiare, tramite mense o pacchi alimentari. Numeri aumentati del 12 per cento rispetto all’anno precedente. Il caro energia, l'inflazione, le diseguaglianze sempre più crescenti colpiscono pensioni, lavoratori con stipendi miseri e disoccupati. E così cresce sempre di pù il numero di italiani che non riescono nemmeno più a fare la spesa per mangiare. E a fronte di questa grande ingiustizia, vi è l’enorme mole di invenduto della distribuzione alimentare: 230mila tonnellate di cibo che viene sprecato ogni anno e gettato nell'immondizia. Per questo abbiamo chiesto di introdurre il “reddito alimentare” in legge di bilancio, cioè uno strumento attraverso il quale si ponga fine a uno spreco immorale e si distribuisca il cibo a chi ne ha bisogno. Nessun esborso di denaro diretto, ma generi alimentari di prima necessità recuperati dalla grande distribuzione e distribuiti attraverso una collaborazione con il Terzo Settore a chi ne ha bisogno. Una norma di civiltà, che risponda al dramma di bambini e adulti in povertà, che combatta uno spreco di risorse e che può essere garantito con un fondo di 50 milioni. Una cifra irrisoria rispetto ai costi che portano povertà, malnutrizione, mancato accesso alle cure delle stesse persone coinvolte. Faccio appello al governo affinché ascolti una proposta di giustizia e mero buon senso, per aiutare gli italiani in difficoltà.
Così Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera.
Il deputato dei Democratici: “Quando era all’opposizione Meloni si era detta contraria alla delocalizzazioni, ora la sua maggioranza stoppa una misura che va in quel senso. Sono sovranisti a corrente alternata”
“Eccoli, i sovranisti a corrente alternata. Come Pd avevamo proposto un emendamento per frenare le delocalizzazioni industriali vietando lo spostamento dei macchinari, dei materiali e delle produzioni. Un atto a tutela del lavoro e dei lavoratori. Ebbene l’emendamento è stato ritenuto non ammissibile per estraneità di materia. Sono sbalordito perché la leader di Fdi Giorgia Meloni, anche nel luglio scorso, si era detta contraria alle delocalizzazioni...”.
A dirlo è il deputato Pd Emiliano Fossi a proposito dell'emendamento presentato alla manovra economica insieme ai colleghi Mauro Laus (Pd), Marco Sarracino (Pd) e Arturo Scotto (Articolo 1). L'obiettivo dell'emendamento era la modifica dell'articolo 37 del Decreto Legge numero 144 del 2022 relativo a “norme in materia di delocalizzazione o cessione di attività di imprese non vertenti in situazione di crisi”.
“Alle imprese che cessano definitivamente l’attività produttiva o una parte significativa della stessa, anche per effetto di delocalizzazioni, con contestuale riduzione di personale superiore al 40% di quello impiegato mediamente nell’ultimo anno – era spiegato nell’emendamento – venga preclusa la possibilità di procedere alla rimozione dei macchinari, dei materiali e delle produzioni fino a che non hanno completamente restituito gli incentivi pubblici ricevuti”.
“Dalla ex Gkn a tante altre imprese, ho visto più volte cosa accade quando si decide di delocalizzare – ha spiegato Fossi -. E' grave che il centrodestra abbia deciso di non ritenere ammissibile questo emendamento che tutela i lavoratori. Da FdI sul lavoro vedo tante parole ma pochi fatti. E una mancanza di coerenza, aspetto su cui aveva da sempre garantito la stessa Meloni. Se a luglio si dice che si è contro le delocalizzazioni non si può poi stoppare atti del genere”.
Con scelta governo aumentano divari nel Paese
Il governo propone la determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni con la legge di Bilancio? E noi lo prendiamo sul serio: con l’emendamento Pd-IDP alla legge di Bilancio chiediamo non solo che i Lep vengano effettivamente determinati, ma che si individuino le adeguate coperture finanziarie e si preveda il monitoraggio per la loro attuazione. Tutte decisioni che devono essere adottate non con il procedimento amministrativo previsto dal governo, ma con disegni di legge che devono passare per il Parlamento, e avere l’intesa della Conferenza unificata (Regioni e enti locali). Il procedimento proposto dal governo invece si limita a chiamare Lep la mera ricognizione dell’esistente e ad aprire quindi la strada a una autonomia differenziata che sancisce e approfondisce i forti divari territoriali esistenti. E questo non solo per quanto riguarda l’istruzione, la sanità, l’assistenza e i trasporti pubblici, ma anche le funzioni cosiddette non Lep, che verrebbero ancorate per sempre alla spesa storica.
Così la deputata del Gruppo Pd-Idp, Maria Cecilia Cecilia Guerra che ha presentato l'emendamento insieme a Pagano, Provenzano, Zingaretti, Bonafe', Cuperlo, Mauri e Schlein.
“Le nostre proposte per correggere e migliorare una legge di bilancio che giudichiamo iniqua e inadeguata alle esigenze del Paese sono state segnalate ed ora a disposizione di governo e maggioranza se vorranno seriamente aprire un reale confronto in Parlamento. Fra le nostre priorità c’è di certo la questione Opzione Donna: ci batteremo a difesa dei nostri emendamenti perché sia garantita la possibilità di andare in pensione a 58 anni per le donne, allargando quindi la potenziale platea rispetto alle assurde discriminanti introdotte dal governo. In particolare, chiediamo, inoltre, che le risorse messe a disposizione del Parlamento non siano polverizzate e indirizzate a una serie di micro-interventi, ma centrate su questioni fondamentali: riduzione delle tasse sul lavoro, salario minimo, incremento dei fondi per la sanità pubblica, lotta al dissesto idrogeologico, sostegno agli enti locali. Su questi ed altri temi ci sono proposte puntuali e dettagliate del Partito democratico per contrastare disuguaglianze, sostenere lavoratori e pensionati, garantire diritti.”. Lo dichiarano la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani e il capogruppo in commissione Bilancio Ubaldo Pagano.
“Le carte parlano chiaro e il tentativo di negare l’evidenza del ministro Sangiuliano è talmente goffo e maldestro da lasciare increduli. L’emendamento firmato da tutti i capigruppo di maggioranza mette nero su bianco la cancellazione della 18 app. Si vuole così mettere fine a uno strumento che negli anni si è dimostrato prezioso per le nostre ragazze e i nostri ragazzi. Una misura che guarda al futuro e non a fare cassa sui più deboli come il governo sta facendo con la legge di bilancio su questo tema come su tanti altri”.
Lo dichiarano i componenti democratici della commissione Cultura della Camera
Auguri di pronta guarigione al Presidente Mattarella. Anche a nome dei Deputati del Partito Democratico.
Lo ha scritto su Twitter Debora Serracchiani, capogruppo del Pd alla Camera dei Deputati.
“Serve un incremento del Fondo Sanitario Nazionale per oltre 4 miliardi nel 2023, 3,3 mld nel 2024 e per altri 3 mld nel 2025. La sanità pubblica non può essere colpita come il governo dimostra di voler fare con la legge di Bilancio. Al contrario, deve essere rafforzata e migliorata. Per questo interveniamo con i nostri puntuali emendamenti che indicano queste cifre e la cui copertura è data dallo stop alla flat tax e ai condoni. Proponiamo anche un Fondo di 400 milioni per l’abbattimento delle gravi criticità sulle liste di attesa e la soppressione del tetto di spesa per il personale, anche a garanzia dei livelli essenziali di assistenza. Altro tema fondamentale per l’efficacia della sanità pubblica riguarda l’assunzione di medici di base, specialisti e pediatri: per questo presentiamo emendamenti che mirano a maggiori finanziamenti per le borse di studio. Queste, solo alcune delle nostre proposte per evitare i rischi di collasso del nostro sistema sanitario a cui le miopi scelte del governo ci stanno indirizzando, al di là dei goffi tentativi propagandistici della maggioranza che cercano di nasconderlo”. Lo dichiara il capogruppo democratico in commissione Affari sociali alla Camera Marco Furfaro, presentando alcuni degli emendamenti Pd alla manovra.
“Se il presidente Mollicone non vuole abolire 18 APP è una buona notizia. Se vuole capire come migliorarla noi siamo disponibili. Ma allora si cancelli l’abrogazione dal maxi emendamento e si sostituisca con un tavolo di lavoro per capire come sviluppare la nuova carta cultura”. Lo scrive su Twitter Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione cultura alla Camera.