“Le mafie stanno avanzando a 360 gradi e speculano sul virus, dobbiamo intensificare una collaborazione istituzionale per la protezione di famiglie e imprese”, così Paolo Lattanzio, deputato del Pd e coordinatore del “Comitato per la prevenzione e la repressione delle attività predatorie della criminalità organizzata durante l’emergenza sanitaria”, istituito presso la Commissione antimafia, che aggiunge: “in questi giorni abbiamo fatto audizioni con sia con l’avvocato Matonti, direttore area affari legislativi di Confindustria che con il direttore dell’Uif, Unità d’informazione finanziaria della Banca d’Italia, Claudio Clemente.
Il direttore Clemente ha fatto una relazione estremamente analitica della quale, come comitato, siamo grati e contenti perché ci dà lo spunto per tanti approfondimenti e tante informazioni aggiuntive su quello che al momento è il principale strumento di analisi finanziaria, cioè le Sos, le informazioni di attività sospette che sono aumentate tantissimo nel periodo pandemico. E’ evidente che molti soggetti si stanno muovendo con il rischio di passare da una serie di allarmi su potenzialità di reato che finora il mio comitato antimafia ha tracciato, ad azioni concrete e documentate. Secondo i dati della Uif i movimenti di denaro che potrebbero nascondere dei reati attraverso le cosiddette segnalazioni di operazioni sospette (Sos) sono aumentate nell’anno del covid-19. Tra il 1° marzo e il 15 ottobre l’Uif ha ricevuto 67.382 segnalazioni di operazioni sospette (Sos), +8% rispetto allo stesso periodo del 2019. Il 99,2% è riferibile al solo riciclaggio (+9,2%). Di queste, una parte significativa risale alla prima fase della pandemia ed è legata a sospetti di truffe e illeciti nella fornitura di strumenti e dispositivi sanitari. Nella fase successiva emergono sospetti di infiltrazioni della criminalità nelle imprese e di utilizzo illecito di fondi pubblici destinati al sostegno economico. Sappiamo quindi che nessun ambito economico o geografico può considerarsi esente. Questo tipo di audizioni estremamente approfondite sono per noi preziose e ringraziamo Uif e Banca d'Italia per la collaborazione interistituzionale e perché ci ha dato uno spaccato per poter elaborare policy e suggerimenti per il futuro governo.
Esprimo invece stupore davanti alla mancata disponibilità di numeri anche parziali da Confindustria. Come commissione antimafia avevamo chiesto cose molto semplici, per esempio il numero di cambi di codice ateco o di assetti societari. Secondo i ricercatori della Banca d’Italia, le misure di sostegno previste dal Governo per fronteggiare l’emergenza sanitaria hanno aiutato 42mila imprese 100mila rimangono a rischio liquidità, per un fabbisogno di circa 33 miliardi di euro. Secondo una ricerca in corso di Transcrime, da aprile a settembre 43.688 aziende hanno cambiato titolare effettivo. Nelle nuove società compaiono ora soggetti provenienti da Paesi inseriti nelle black list antiriciclaggio in misura quattro volte superiore. Nell’emergenza sono state scoperte società, del tutto estranee al settore sanitario, che si sono improvvisate intermediarie per fornire mascherine o altro materiale a strutture pubbliche o ad aziende private. Che fanno le aziende che non hanno ricevuto fondi? Chiudono? Vendono? Vanno dagli usurai? Un'associazione di categoria deve sapere cosa sta succedendo ai suoi associati.
Come commissione, comunque, inizieremo a scrivere presto la relazione intermedia con delle linee di azioni per l'attività politica del nuovo governo”.
Così in una nota il deputato del Pd Paolo Lattanzio, coordinatore del “Comitato per la prevenzione e la repressione delle attività predatorie della criminalità organizzata durante l’emergenza sanitaria”, istituito presso la Commissione antimafia.