La presidente del Consiglio Meloni cosa pensa di questo accordo?
"E' indispensabile che venga fatta subito chiarezza da parte del ministro Salvini e venga immediatamente strappato l’accordo di collaborazione che ha sottoscritto con il partito "la Russia unita" di Putin. Tralasciando tutte le discutibili dichiarazioni del ministro Salvini di elogio ai suoi modelli politici da Putin a Bolsonaro, da Netanyau a Trump, fino a Orban e quant'altro noi non chiediamo le dimissioni del ministro Salvini per le sue differenti idee politiche ma perché in questo momento è fondamentale che il vice premier Salvini leader di Partito rescinda un accordo che rappresenta un macigno per la credibilità dell’intero paese; il Governo Italiano non può ignorare le devastanti conseguenze della guerra che il regime di Putin sta portando avanti non solo contro il popolo ucraino ma anche contro i principi cardine democratici e liberali alla base della Costituzione e di tutte le istituzioni Europee. Matteo Salvini non può restare al Governo e al tempo stesso guidare un partito che non prende sideralmente le distanze dal Partito di Putin. Anche la presidente del Consiglio Meloni deve dire chiaramente cosa pensa di tale accordo.” Lo ha detto in Aula Andrea Casu della presidenza del gruppo Pd alla Camera, intervenendo in discussione generale sulla mozione di sfiducia delle opposizioni al ministro delle Infrastrutture e vicepremier Salvini.
Si dà una delega in bianco al governo con l'obiettivo di mantenere la situazione così com'è
“Oggi stiamo discutendo dell'ennesimo rinvio a una legge delega per affossare le proposte presentate dall'opposizione e che, con il rimando ad un decreto legislativo del governo, di fatto mette su un binario morto la legge sul conflitto d'interesse. Come sul 'salario minimo' e sul 'voto fuori sede', anche sul conflitto d'interesse viene umiliato il Parlamento”. A dirlo è il deputato Pd, Andrea Casu intervenuto sulla proposta di legge di delega al Governo per la riforma della disciplina in materia di conflitto di interessi, in corso alla Camera.
“Non si può rinviare sempre al governo ma occorre che il Parlamento si esprima direttamente su cosa intenda fare per il conflitto d'interesse. Si è invece azzerato tutto il lavoro fatto in sede di commissione Affari Costituzionali, cancellate le proposte e gli emendamenti e si dà al governo una delega in bianco di 24 mesi. Credo che l'obiettivo è quello di mantenere la situazione così com'è per un'altra legislatura” ha concluso Casu.
“A che ora si dimette la ministra Santanchè?” Lo ha chiesto il deputato democratico dell’ufficio di presidenza del gruppo del Pd, Andrea Casu, intervenendo in aula alla Camera nell’ambito della discussione generale sulla proposta di legge sul conflitto d’interesse. “Non abbiamo sentito ancora nessuna parola da parte della presidente del consiglio Meloni sulle inquietanti notizie che riguardano la ministra. E dopo il danno, la beffa: a scrivere la nuova legge sul conflitto d’interesse dovrebbe essere proprio la Santanchè insieme agli altri ministri del Governo. Infatti – sottolinea Casu – come per le proposte di legge sul salario minimo e il voto per i fuori sede, ancora una volta, la maggioranza azzera il dibattito parlamentare con un emendamento che snatura una legge in quota alle opposizioni e delega il governo a legiferare entro due anni. In questo modo – conclude il democratico - la maggioranza si assume la responsabilità di chiudere il dibattito sulla legge sul conflitto d’interesse in questa legislatura”.
Dichiarazione di Andrea Casu, deputato Pd
“La scelta del centrosinistra di Bastia Umbra di dedicare il primo incontro politico nel nuovo Comitato per il Sindaco Pecci al tema cruciale dei trasporti e mobilità lancia un segnale politico importante in una Regione dove per tantissime persone non esiste nessuna valida alternativa all’uso dell’auto privata. L’impegno che stiamo portando avanti per potenziare strutturalmente le risorse per il fondo nazionale TPL serve proprio per poter offrire anche alle aree interne e nelle periferie un servizio pubblico efficiente. In Umbria già oggi meno dell’1 per cento degli spostamenti avvengono in treno e dobbiamo essere consapevoli che a fronte dell’aumento dei costi, della necessità di rinnovare i contratti dei lavoratori, e delle conseguenze della crisi climatica non potenziare adeguatamente il fondo non significa mantenere la situazione così com’è, ma addirittura peggiorarla. Insieme ai parlamentari democratici umbri Anna Ascani e Walter Verini al fianco di Emma Pavanelli (M5S) e tutte le forze di opposizione continueremo a batterci in Parlamento per evitare che tantissimi umbri continuino a vivere nei trasporti l’attuale insopportabile condizione di cittadini di serie B”. Lo ha detto
il deputato Pd Andrea Casu a seguito dell’incontro “Mobilità e Trasporti: progettare un futuro sostenibile per Bastia e per l’Umbria” con la partecipazione del candidato Sindaco Erigo Pecci, della deputata (M5S) Emma Pavanelli, del consigliere Regionale Michele Bettarelli e della Consigliera Comunale Ramona Furiani
Sicurezza stradale sia tenuta fuori da campagna elettorale
“Bologna 30 e oltre. I dati dei primi due mesi dimostrano cosa ha già significato il coraggio del Sindaco Lepore per Bologna: -19% persone ferite -17% scontri totali, -15% scontri con feriti rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. D’altronde se tutte le principali città d’Europa stanno andando da tempo nella stessa direzione non è certo per portare avanti un complotto internazionale contro l’Italia ma per il bene delle proprie comunità. Spero che Giorgia Meloni e Matteo Salvini riflettano su questi numeri, che ben conoscono i Sindaci delle amministrazioni anche di destra come Olbia o Treviso che hanno avviato lo stesso percorso, e accolgano finalmente l’appello di tutti i Sindaci che si stanno mobilitando per chiedere al Governo di essere finalmente ascoltati e non più ostacolati in materia di riduzione della velocità nelle aree dove è maggiore la presenza di pedoni e ciclisti. Teniamo fuori la sicurezza stradale dalla campagna elettorale delle Europee e lavoriamo tutti e tutte insieme per salvare la vita delle persone”. Così il deputato democratico, Andrea Casu.
"Purtroppo si stanno scrivendo alcune norme male, che andranno non nella direzione di diminuire le vittime della strada, ma in quella opposta. Se tutte le associazioni delle vittime della strada stanno chiedendo al Governo e alla politica di fermarsi, se tanti movimenti scendono in piazza per fermare il “codice della strage”, chiediamo al governo di fermarsi ad ascoltare queste voci. Non possiamo fare finta che vada tutto bene. Perché il ministro Salvini non va ad incontrare direttamente queste associazioni? E se non lo fa il ministro Salvini perché non interviene la presidente del Consiglio Giorgia Meloni?". Lo ha detto il deputato del Pd, Andrea Casu, ospite di ReStart su Rai 3.
"Se Londra, Parigi, Barcellona, Madrid, Amsterdam, Copenaghen, stanno andando tutte nella stessa direzione non è in corso una cospirazione internazionale contro il governo Meloni e il ministro Salvini, bensì semplicemente nel resto del mondo si sta mettendo al primo posto la vita delle persone. Città 30 non significa che non si possono superare i 30 km/h in tutte le vie della città, ma che nelle parti centrali o dove c'è una maggiore incidenza di pedoni e utenti fragili il limite deve essere più basso per tutelarli, dove è invece possibile superiore”, ha aggiunto Casu.
"A Bologna negli ultimi due mesi con Città 30 abbiamo avuto una riduzione di morti, scontri e feriti pari a quella che abbiamo avuto in Italia negli ultimi 10 anni. Questo dimostra che il mondo non sta sbagliando. Inoltre si potrebbero applicare subito le nuove tecnologie per salvare moltissime vite. Il primo emendamento del Pd che voteremo oggi è quello per i dispositivi sugli angoli ciechi dei mezzi pesanti. I mezzi pesanti uccidono 200 persone l'anno perché chi guida non vede bene negli angoli nascosti dalla grandezza del mezzo. Questo emendamento chiede di mettere nel codice dispositivi obbligatori di segnalazione in tutti i mezzi, non solo nei nuovi, anche nel resto del parco circolante. Come si fa a continuare a votare contro una norma che può salvare ogni anno 200 vite sulle nostre strade?", ha concluso il dem.
“Questa riforma non guarda al futuro ma è solo un testo lacunoso e dannoso che mina la sicurezza delle persone e non affronta i veri problemi e le principali cause di morte sulla strada: la velocità e la distrazione”. Lo hanno detto oggi Elly Schlein e i deputati democratici della commissione trasporti di Montecitorio Anthony Barbagallo, Roberto Morassut, Andrea Casu e Ouidad Bakkali nella conferenza stampa alla Camera contro il Nuovo Codice della Strada a cui hanno partecipato anche Annalisa Corrado, Responsabile Ambiente del Pd, il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, e rappresentanti di Legambiente e delle diverse associazioni dei familiari e delle vittime della strada.
Un Codice che parla al secolo scorso che non tiene conto delle possibilità delle nuove tecnologie, che distrugge gli sforzi fatti negli ultimi anni sulla mobilità sostenibile e lo sharing. Una riforma che pone la dittatura delle automobili al centro dell’intera normativa. Una vera follia legislativa che attacca l'autonomia dei sindaci, negando gli investimenti sul Tpl e imponendo anche vincoli e imposizioni su dove fare le piste ciclabili.
"Il Pd ha illustrato una serie di proposte alternative messe a punto insieme alle associazioni di settore. Questo governo ci sta portando nella direzione opposta a quella che servirebbe. La riforma è sbagliata, il ministro Salvini si fermi”, ha concluso Elly Schlein ribadendo che il Pd continuerà a appoggiare le mobilitazioni contro questa riforma.
“Coinvolga sindacati e lavoratori come non ha fatto finora”
La novità di oggi è che si fa sempre più realistica la paventata svendita delle Poste con la parte pubblica che manterrebbe soltanto il 35 per cento delle quote rispetto a quel 51 per cento che solo qualche mese fa il ministro Urso aveva garantito nel question time in commissione del Partito Democratico.
Se tutte le organizzazioni sindacali concordano nel sostenere che siamo di fronte a un progetto che rappresenta una follia sociale ed economica, rinnoviamo il nostro appello al governo a fermarsi. Assistiamo a una linea paradossale con il governo che da un lato carica sempre più di un ruolo strategico Poste Italiane e parallelamente prevede una enorme cessione di quella che è la quota pubblica senza nemmeno aver ancora presentato il nuovo piano industriale. Considerato il grande patrimonio di oltre centomila lavoratori è assolutamente necessario confrontarsi sulle scelte strategiche per il futuro dell’azienda prima di tutto con loro e con i sindacati che li rappresentano. Come dimostra anche l’audizione di oggi, se opportunamente coinvolti, lavoratrici e lavoratori potrebbero svolgere un ruolo determinante anche nell’identificare soluzioni concrete e reperire nuove risorse senza portare avanti la svendita di un patrimonio fondamentale del Paese.”
Così Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti della Camera e Andrea Casu dell'ufficio di presidenza del gruppo Pd.
Questo decreto legge è il tredicesimo da 11 anni a questa parte a testimonianza dell'importanza strategica dello stabilimento di Taranto e nasce almeno nelle intenzioni del governo con l'obiettivo di determinare la continuità produttiva dello stabilimento e tutelare quindi non soltanto la produzione, ma anche le lavoratrici e i lavoratori, l’indotto, l'ambiente e la salute dei cittadini. Ecco questi obiettivi hanno e avranno sempre il pieno sostegno del Partito Democratico. Il problema però è che se guardiamo all'ultimo anno e mezzo abbiamo assistito agli effetti di un pessimo combinato disposto formato dal progressivo disimpegno di Arcelor Mittal che a Taranto ha quasi del tutto rallentato fino a fermarsi, mentre in altre realtà all'estero invece ha corso e dall’atteggiamento ondivago di questo governo con due diverse linee. Da una parte il ministro Urso commissariato nella gestione del dossier ex Ilva dal ministro Fitto, che lo scorso maggio ha avviato con il socio privato una trattativa che non ha portato a nulla se non a un memorandum di cui non abbiamo mai conosciuto termini e condizioni.
La questione che noi abbiamo a cuore in questo momento segnalare è rappresentata da due punti decisivi, su cui a nostro avviso è fondamentale che questo provvedimento offra una risposta.
Il primo è la questione dei creditori dell'indotto che devono essere pagati subito perché devono pagare i contributi per la metà del mese di marzo e hanno crediti per più di 130 milioni di euro. È una questione che non può essere ignorata. La risposta deve essere chiara e immediata. La seconda riguarda il piano di decarbonizzazione che deve essere parte integrante del Piano industriale. Non ci può essere un'altra soluzione perché significherebbe rimettere la città e le persone di fronte a quell’ignobile ricatto tra il posto di lavoro e un ambiente sano dove vivere. Quindi noi chiediamo che questo provvedimento si esprima chiaramente sul processo di decarbonizzazione nell'ambito del nuovo piano industriale.
Così Andrea Casu, della presidenza del gruppo PD alla Camera, intervenendo in Aula.
In piazza a Roma e in 40 città per fermare la strage sulle strade
“In Piazza a Roma e in 40 città italiane al fianco di associazioni e comitati per fermare la strage sulle strade. I drammatici dati sulla sicurezza stradale del 2023 confermano l'Italia tra i paesi peggiori in Europa come tasso di mortalità e minore riduzione delle vittime: gli effetti della crociata del Ministro Salvini contro mobilità sostenibile, controlli sulla velocità e Sindaci in prima linea per salvare le vite possono essere devastanti. Siamo ancora in tempo, modifichiamo subito in Parlamento il Nuovo Codice della Strada per impedire che venga ricordato come il ‘Codice della Strage’”. Lo scrive su X il deputato Andrea Casu della presidenza del gruppo Pd alla Camera.
“Grazie ai Circoli del lago del PD grandissimo successo di partecipazione oggi ad Anguillara Sabazia per l’iniziativa "Raddoppio o chiusura, la nostra ferrovia a un bivio". Insieme a Emiliano Minnucci, Mario Ciarla e Michela Califano ho toccato con mano la gravità della situazione che riguarda la linea FL3 e porterò in Parlamento il grido di dolore dei Sindaci del Lago e di tutto il territorio per una vicenda che rischia di mettere in ginocchio la mobilità dell’intero quadrante nord della Capitale alla vigilia del Giubileo.”
Così su X Andrea Casu deputato del Partito Democratico membro della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati
Dichiarazione di Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti e di Andrea Casu, dell’Ufficio di Presidenza gruppo Pd
Chiediamo di fare piena luce su quanto accaduto ieri, 7 marzo, sul volo Ita delle 8,25 in volo da Roma ad Amsterdam. Il velivolo è stato costretto a tornare a Fiumicino una volta superato Arezzo. L’incidente, classificato alla fine come bird strike, non può passare certamente sotto silenzio, anche perché la botta sul muso dell’Airbus A320 è davvero preoccupante. Per ore, inoltre, si era sparsa la voce che a colpire l’aeromobile non fosse un grosso gabbiano bensì un drone che aveva impattato proprio appena l’aereo era decollato da Fiumicino. Per fugare qualsiasi congettura chiediamo alle autorità competenti e al ministro dei Trasporti di fare chiarezza su quanto è avvenuto sui nostri cieli ad un aereo di linea.” E' quanto hanno dichiarato Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti della Camera e Andrea Casu dell'ufficio di presidenza del gruppo Pd. Gli esponenti del Pd hanno inoltre annunciato la presentazione di una interrogazione urgente al ministro Salvini.
Governo Meloni non faccia finta di niente
“A distanza di 10 mesi dall’annullamento dell’ultimo tentativo di concerto Nazi Rock grazie a Fanpage scopriamo che a Roma si sta organizzando un nuovo memorial di stampo fascista, dedicato stavolta a Massimo Morsello fondatore di Forza Nuova. Nuovamente coinvolta l’associazione "Gruppo Idee" fondata dall'ex Nar, Luigi Ciavardini, condannato per la strage di Bologna. il Governo Meloni non può fare finta di niente e deve intervenire: presenteremo subito una nuova interrogazione al Ministro Piantedosi per fermare, anche questa volta, chi vuole calpestare apertamente i valori antifascisti della Costituzione”. Lo scrive su X Andrea Casu, della presidenza del gruppo Pd alla Camera.
“A pagina 12 della strategia nazionale di Cybersicurezza è scritto chiaramente che per proteggerci nel nuovo mondo sempre più digitale serve destinare a questo l’1,2% degli investimenti pubblici lordi,
guardando i dati del 2022 almeno 1,8 miliardi l’anno. Visto che il Governo Meloni non ha cambiato questo impegno, adesso ha il compito di rispettarlo a partire dal prossimo Documento di Economia e Finanza. Non è un costo in più ma un investimento indispensabile e non più rinviabile. Grazie a un ordine del giorno che abbiamo presentato dall’opposizione, approvato dalla Camera in occasione della legge di delegazione europea anche i dati di Comuni e province possono essere protetti con i massimi livelli di cybersicurezza previsti dalla direttiva Nis 2 ma adesso per farlo servono risorse concrete. E anche le piccole e medie imprese non possono essere lasciate sole nel fronteggiare una minaccia crescente che ci sta trasformando nel paese di Bengodi dei cybercriminali: se In Italia gli attacchi crescono oltre 7 volte più velocemente che nel resto del mondo è perché non stiamo alzando la guardia della difesa come dovremmo e come stanno facendo gli altri. L’evento di oggi è importante perché richiama l’attenzione di un punto centrale ma troppo spesso sottovalutato dell’agenda politica: la regolamentazione è importante ma le regole da sole non bastano servono anche gli strumenti e una politica industriale italiana ed europea che sostenga un cambiamento di sistema non più rinviabile”. Così il deputato democratico, Andrea Casu, intervenendo all’evento CyberSec2024 in corso a Roma.
“La maggioranza è salva per miracolo. Per un solo voto hanno ottenuto il numero legale” lo sottolinea il responsabile d’aula del Pd, Andrea Casu, che segnala quanto “la scelta delle opposizioni di ritirare la tessera, e quindi di non partecipare al voto, è stata una decisione per protestare contro i pareri del governo, tutti negativi, alle proposte di emendamento del primo articolo del nuovo codice della strada. Su 400 deputati la maggioranza – conclude - ha ottenuto solo 103 voti”.