“Continuare a ripetere una falsità storica non la fa diventare per questo una verità. Il “Manifesto di Ventotene” è ricordato per essere un inno alla democrazia, alla pace, alla libertà, all’Europa dei popoli e non il suo esatto contrario come vorrebbe far credere il partito della Presidente del Consiglio evocando un inesistente muro rosso da abbattere.
Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni dagli scogli dell’isola confinaria di Ventotene scrissero un documento fondamentale per comprendere le responsabilità dei nazionalismi nella lunga guerra civile europea (1914-1945) e le fondamenta ideali della nostra Costituzione e del processo per la costruzione dell’unità europea.
Basta continuare a offendere la memoria degli estensori del manifesto federalista europeo di Ventotene, che mantiene intatta la sua validità proprio nella necessità di lottare contro i risorgenti nazionalismi quando ci vorrebbe invece una forte azione unitaria dell’Europa per rilanciare il modello del welfare state, la competitività del nostro sistema industriale ai tempi della rivoluzione digitale e Green e la pace”
Lo scrive in una nota l’on. Federico Fornaro, dell’ufficio di presidenza del gruppo Camera del PD
“L’articolo 34 della nostra Costituzione prevede che 'i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio'. Ma per la Lega non è così. A quanto si apprende da notizie a mezzo stampa, è recente l’approvazione dal consiglio regionale del Piemonte di un ordine del giorno, presentato da Fabrizio Ricca che chiede una ridefinizione nella gestione delle borse di studio universitarie, basate sulla premialità per chi 'studia nel territorio di residenza, al fine di incentivare la formazione locale”. Così si legge nell'interrogazione a prima firma del deputato PD, Mauro Berruto, alla ministra Anna Maria Bernini al fine di garantire il diritto allo studio su tutto il territorio nazionale con i medesimi criteri di erogazione.
“Come fatto notare dal PD della giunta piemontese – continua l'esponente dem - dal vicerettore dell'Università di Torino, Giuseppe Martino Di Giuda, e da diversi professori universitari il 'localismo è la negazione del merito e delle condizioni per far emergere l’eccellenza. Lo studio, il diritto allo studio necessita di territori sconfinati'”. “In altre parole il localismo inteso come premio allo studio è un'aberrazione dello studio stesso, soprattutto in una regione dove, su un totale di circa 130 mila universitari, il 34% arriva o da altre zone d’Italia oppure dall’estero. Il cosiddetto 'diverso', straniero o anche del Sud Italia, non è un potenziale pericolo e non sottrae nulla ai 'locali' piemontesi”, conclude Berruto.
L'interrogazione è stata firmata anche dai deputati PD, Federico Fornaro e Chiara Gribaudo.
"Non è accettabile fare la caricatura degli uomini protagonisti del Manifesto di Ventotene, lei presidente Meloni siede in questo Parlamento anche grazie a loro, questo è un luogo sacro della democrazia e noi siamo qui grazie a quei visionari di Ventotene che erano confinati politici. Si inginocchi la presidente del Consiglio di fronte a questi uomini e queste donne, non insulti la loro memoria". Lo ha detto il deputato dem Federico Fornaro, Segretario PD d'Aula, stigmatizzando le parole della premier Meloni relative al Manifesto di Ventotene.
Le parole della presidente Meloni, ha fatto notare Fornaro, “sono gravi nei confronti del Parlamento e della storia di questo Paese. Il Manifesto di Ventotene non è quello che sostiene Meloni 'l'inno della dittatura del proletariato' ma il suo esatto contrario: l'inno dell'Europa federale contro i nazionalismi che sono stati il cancro del novecento, provocando due guerre mondiali con milioni di morti. Oltraggiare Ventotene significa oltraggiare la memoria di Altiero Spinelli, il padre dell'Europa, di Ernesto Rossi, di Eugenio Colorni”, ha concluso Fornaro.
“Quando era all’opposizione Giorgia Meloni chiese le dimissioni della ministra Josefa Idem non indagata né tantomeno condannata. Oggi da Presidente del Consiglio, la leader di Fratelli d’Italia tace sul sottosegretario alla Giustizia Delmastro delle Vedove condannato in primo grado a otto mesi per rivelazioni di segreto d’ufficio e che ha già annunciato che non intende dimettersi.
Come minimo siamo di fronte a un chiaro esempio di due pesi e due misure oppure la tessera di Fratelli d’Italia garantisce impunità assoluta e mancato rispetto delle istituzioni che imporrebbero le dimissioni ancorché un imputato sia innocente fino alla condanna definitiva?
Giorgia Meloni non può pensare di sottrarsi alle sue responsabilità e al suo ruolo anche in questa vicenda che la coinvolge come Presidente del Consiglio e leader di Fratelli d’Italia”
Lo scrive in una nota l’on. Federico Fornaro dell’Ufficio di Presidenza del gruppo PD alla Camera.
“Spiare il direttore di un giornale è un atto da stato di polizia e da sistemi autoritari. Invece di chiarire in Parlamento, il governo continua a non rispondere. Di che cosa ha paura l'esecutivo? Che cosa c'è da nascondere? Non vi daremo tregua su queste domande perché per noi la libertà di stampa è sacra” così il deputato dem Federico Fornaro in replica al ministro Nordio nel Question time alla Camera.
“La vicenda inquietante dell'uso dello spyware Paragon – continua il responsabile d'Aula del Pd a Montecitorio - dove stando alle fonti di stampa, tutte le armi di polizia hanno smentito di avere in uso tale software tranne la polizia penitenziaria. Il Pd ha chiesto a Nordio se la polizia penitenziaria avesse in uso lo spyware senza ricevere alcuna semplice risposta. Questo ci conferma che è il governo ad alimentare i sospetti sull'uso improprio di questo strumento. È il governo che con questo operato getta ombre sul comportamento degli apparati dello Stato”.
“Il potere ispettivo è una delle caratteristiche delle democrazie parlamentari. Oggi viene messa in dubbio la leale collaborazione tra le istituzioni dello Stato e anche pone al centro il tema del rapporto tra potere esecutivo e Parlamento. Nel nostro Question time chiedevamo al governo semplicemente di sapere se la polizia penitenziaria abbia mai acquisito o utilizzato lo spyware Grafite o altri software di sorveglianza prodotti dalla Paragon Solution. Le risposte possibili erano due: No, allora non vedo quale segreto di Stato si possa richiamare. Oppure Sì, in quel caso, in linea teorica, si sarebbe potuto apporre il segreto per poi rimandare il caso al Copasir. Mettere il segreto prima di dare la risposta è inaccettabile in un rapporto corretto tra governo e Parlamento. Chiediamo l’intervento del presidente della Camera, perché ne vale la dignità di questa istituzione”.
Così il deputato democratico, Federico Fornaro, della Presidenza del Gruppo Pd, intervenendo in Aula sull’ordine dei lavori.
“È notizia di questi giorni che Francesco Cancellato, direttore della testata giornalistica Fanpage abbia ricevuto dal servizio di sicurezza di Whatsapp la notizia che il suo cellulare era stato attaccato da un software spia in grado di entrare nel telefono e sottrarre tutti i dati. Successivamente il governo, con una nota, ha smentito che alcuni giornalisti e altri soggetti siano stati sottoposti a controllo da parte dell'intelligence. Ma in realtà, altri 7 cittadini italiani sono stati attaccati con la stessa procedura subita da Cancellato”. Così il deputato dem Federico Fornaro durante il Question time al ministro Ciriani.
“Come è stato possibile l'introduzione di tale spyware? E soprattutto chi e con chi sia stato contrattualizzato tale sistema prodotto dall'azienda Paragon? Queste – continua il Segretario d'Aula alla Camera - sono le domande che il Pd pone al governo per la sicurezza di tutti i cittadini. È necessario agire anche nell'ambito delle opportune sedi comunitarie per assicurare il rispetto di libertà civili costituzionalmente garantite, quali la libertà di comunicazione e di informazione”, conclude Fornaro.
“Il ministro Nordio durante l'informativa su Almasri ha mostrato un documento – una tavola sinottica - sui capi di imputazione tra il mandato della corte penale internazionale del 2018 e il successivo correttivo del 2024, affermando che lo avrebbe messo a disposizione dell'Aula e in particolare delle opposizioni. Il documento non è mai stato inviato al Presidente della Camera e la comunicazione del mancato invio e la motivazione per uso interno è stata fatta tra gli uffici della Camera e del ministero per le vie brevi. Tutto questo è inaccettabile”. Così il deputato dem Federico Fornaro, Segretario d'Aula della Camera.
“Pretendiamo subito le scuse del ministro Nordio, le motivazioni per cui il documento non era divulgabile e del perché sia stato mandato per le vie brevi senza nomi e senza responsabili. Tutti i giorni interverremo sull'ordine dei lavori per esigere le motivazione della marcia indietro del ministro e le scuse di Nordio in rispetto del ruolo del Parlamento”, conclude Fornaro.
Fornaro e Quartapelle: Palazzo Chigi deve fare chiarezza
“Il governo italiano è cliente dell'azienda Paragon Solution? Il governo italiano ha acquistato spyware o tecnologie informatiche da tale azienda? Il governo italiano può ufficialmente smentire che siano stati spiati il direttore di Fanpage, altri giornalisti, attivisti e membri della società civile? E quali iniziative intende prendere per tutelare i propri concittadini da questo genere di azioni?”
Sono questi i quesiti contenuti nell’interrogazione parlamentare alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che i democratici Federico Fornaro e Lia Quartapelle hanno depositato oggi alla Camera.
“Il 31 gennaio – si legge nell’interrogazione – il direttore di Fanpage ha riferito di aver ricevuto un messaggio su WhatsApp da Meta che lo avvisava di un attacco spyware da parte di Paragon Solution, società israeliana di hacking. Il messaggio, inviato a circa novanta giornalisti e attivisti, indicava che lo spyware aveva potenzialmente avuto accesso ai dati dei dispositivi. Paragon ha dichiarato di fornire la propria tecnologia solo a democrazie selezionate, come gli USA e i loro alleati, negando attacchi a giornalisti e attivisti. Tuttavia, Ynet ha rivelato che il governo italiano è cliente di Paragon. Alla richiesta di confronto sulla vicenda, i media non hanno ricevuto risposte da Palazzo Chigi. Eppure la presenza dell'Italia tra i clienti di Paragon è centrale, proprio perché tra i circa novanta giornalisti e attivisti spiati c'è il direttore di una testata che si è resa protagonista di inchieste come quella sulla sezione giovani di Fratelli d'Italia, oltre ad attivisti della società civile che hanno espresso posizioni fortemente critiche nei confronti delle politiche del governo. È assolutamente necessario che la vicenda venga chiarita in tutti i suoi aspetti."
"Questa riforma non risponde alla domanda fondamentale dei cittadini: migliorare la giustizia. È, invece, animata da un intento punitivo verso la magistratura e da una visione populista che mina la cultura costituzionale della separazione dei poteri". Così Federico Fornaro, deputato democratico e componente dell'Ufficio di Presidenza del Gruppo PD alla Camera, è intervenuto in Aula durante l'esame della riforma costituzionale sulla separazione delle carriere.
Fornaro ha denunciato l’obiettivo dichiarato della maggioranza di “indebolire lo Stato di diritto e di colpire l’architettura costituzionale sancita nel 1948”. "La creazione di due CSM e un'Alta Corte rappresenta un modello indiscutibilmente meno forte e meno autorevole rispetto a quello basato su un unico CSM. Questa riforma è un grimaldello per ridurre l'autonomia e l’indipendenza della magistratura, pilastri fondamentali della democrazia". Fornaro ha poi stigmatizzato “l'assenza di una reale cultura costituzionale nella maggioranza. Siamo di fronte a un fatto senza precedenti nella storia repubblicana: il testo della riforma costituzionale, voluto dal governo, sarà approvato dal Parlamento senza alcuna modifica rispetto a quanto deliberato dal Consiglio dei Ministri. È una negazione dello spirito costituzionale, che richiede dialogo, ascolto e confronto con le opposizioni, specie quando si parla di regole che riguardano tutti". Fornaro ha infine ricordato che "la Costituzione non è proprietà della maggioranza di turno, ma patrimonio di tutti i cittadini. Modificarla è possibile, ma richiede un approccio rispettoso e condiviso, non azioni unilaterali che indeboliscono le fondamenta della nostra democrazia”.
“Siamo solidali con Roberto Speranza. L’episodio di oggi, dove è stato vandalizzato un locale nel quale avrebbe dovuto intervenire l’ex ministro in un convegno, non è che l’ennesimo atto di violenza inquietante perpetrato nei suoi confronti da parte di gruppi No Vax. Bisogna tenere alta l’attenzione contro questi fenomeni di odio nei confronti di chi in questi anni ha messo sempre in cima alla sua azione politica la salvaguardia della salute degli italiani pagando un prezzo anche in termini personali. Auspichiamo che ci sia una condanna unanime da parte dell’intero mondo politico”.
Così i deputati democratici, Federico Fornaro, Cecilia Guerra, Arturo Scotto e Nico Stumpo.
“È stato approvato oggi alla Camera un ordine del giorno a firma Federico Fornaro e Chiara Gribaudo e della capogruppo dem Chiara Braga, con cui il Governo si impegna ad adottare le misure atte a estendere a 60 giorni la data di invio delle osservazioni dei comuni in relazione all’avvio del procedimenti di VIA della proposta di Carta nazionale delle aree idonee (CNAI) a ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Grazie a questa nostra iniziativa è stato quindi raddoppiato il tempo a disposizione dei comuni per le loro osservazioni, precedentemente stabilito in 30 giorni che scadevano il 26 dicembre. E’ stato così corretta un’interpretazione burocratica della norma e poco rispettosa dei sindaci e del personale tecnico dei comuni. Ha fortunatamente prevalso il buon senso. Adesso si ascoltino per davvero le buone ragioni dei rappresentanti delle nostre comunità”. Lo scrivono in una nota i deputati democratici, Federico Fornaro e Chiara Gribaudo.
Nei giorni scorsi i comuni interessati hanno ricevuto una comunicazione da parte del Ministero dell’Ambiente riguardante l’avvio del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) della Proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI) ad ospitare il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi incluso in un Parco Tecnologico.
I comuni possono inviare osservazioni entro 30 giorni, ovvero entro il 26 dicembre.
Il governo ha tenuto fermo nei cassetti per mesi e mesi questa procedura prevista dalla legge e adesso chiede ai comuni di rispondere in pochi giorni visto le imminenti festività.
Un comportamento inaccettabile e irrispettoso che la dice lunga sul mancato rispetto delle opinioni delle autonomie locali su di una questione delicata su cui ci sarebbe bisogno di ascolto non formale dei sindaci e delle comunità locali”.
Lo scrive in una nota l’on. Federico Fornaro, dell’ufficio di presidenza alla Camera del Partito Democratico.
Sisto vuole imporre tempi al Parlamento
" Il viceministro Sisto che non ha ritenuto di intervenire durante la discussione degli emendamenti sulla riforma costituzionale riguardante lo sdoppiamento del CSM, ha esternato all’uscita dalla Commissione affermando che l’iter di approvazione in prima lettura alla Camera si concluderà entro fine anno come «deciso dal Governo».
In una democrazia parlamentare il governo può auspicare ma non certo decidere i modi e i tempi dell’approvazione di una legge di riforma costituzionale.
Una brutta sgrammaticatura istituzionale che insieme alla consegna del silenzio attuata dalla maggioranza in Commissione affari costituzionali, rafforza l’idea che siamo di fronte non già a una corretta postura riformatrice ma una muscolare esibizione tipica del modello di dittatura della maggioranza, l’esatto opposto di cui il paese avrebbe bisogno se vi volesse affrontare i problemi reali delle persone e non alimentare una sterile propaganda governativa”.
Lo scrive in una nota l’on. Federico Fornaro, dell’ufficio di presidenza del gruppo Pd alla Camera e componente della Commissione Affari Costituzionali.
“Con la scomparsa di Paolo Griseri il giornalismo e la cultura piemontesi perdono un interprete attento, competente e curioso dell’economia e della complessità della società contemporanea; un impegno nato ai tempi del Manifesto e poi proseguito a Repubblica e La Stampa.
Mancheranno anche il suo sorriso e la sua tenace voglia di capire e di restituire al lettore una fotografia della realtà con tutte le sue contraddizioni. Ciao Paolo”. Lo scrive in una nota il deputato piemontese del PD, Federico Fornaro.