“Questo pomeriggio, insieme al sindaco della città Rocchino Muliere, ho portato la solidarietà del Partito Democratico al presidio dei lavoratori dello stabilimento ex Ilva di Novi Ligure.
Ho ribadito non solo la vicinanza del Pd alla lotta per la difesa dei posti di lavoro e dello dello stabilimento novese, ma anche il pieno sostegno alla richiesta dei sindacati di una pronta convocazione di un tavolo di crisi a Palazzo Chigi.
Nonostante le rassicurazioni del ministro Urso, infatti, restano ancora troppe incognite sul futuro del gruppo in assenza di un acquirente privato e di un piano strategico nazionale sull’acciaio
Gli impegni assunti per una stabilità produttiva fino a febbraio sono un fatto positivo, che lascia però inalterata l’incertezza per i mesi a seguire.
Servono idee chiare e investimenti e se necessario un intervento diretto dello Stato anche nella forma dell’azionista di maggioranza perché l’Italia non può permettersi di rinunciare al patrimonio rappresentato dalla produzione siderurgica del gruppo ex Ilva”.
Lo scrive in una nota il deputato del Pd Federico Fornaro, dell’Ufficio di Presidenza del gruppo alla Camera.
“I risultati delle sei regioni chiamate al voto nel 2025, comprese Campania, Puglia e Veneto che hanno appena chiuso i seggi, confermano che la partita per le prossime elezioni politiche è assolutamente aperta.
L’alleanza progressista con il fondamentale contributo del PD, che cresce in % sulle precedenti regionali, ha dimostrato di essere competitiva se si continuerà ad essere, come ci ricorda sempre Elly Schlein, «testardamente unitari».
Adesso è necessario lavorare per costruire una piattaforma politica e programmatica capace di essere attrattiva e credibile anche per quella parte di elettorato che sempre più spesso sceglie di astenersi in tutte le consultazioni ma non alle politiche.
Sarà tra questi milioni di elettori intermittenti che si giocherà la partita per vincere le prossime politiche”.
Lo scrive l’on. Federico Fornaro del Partito Democratico.
“Nelle sei regioni (Marche, Calabria, Toscana, Puglia, Toscana e Campania) che hanno votato in questi ultimi mesi del 2025 l’affluenza al voto è stata del 44,7% rispetto al 57,2% delle precedenti regionali con un calo del 12,5%.
In valore assoluto non sono più andati a votare rispetto all’ultima volta 2.291.000 di elettori.
In Veneto il decremento è stato pari a 607.000 elettori, in Campania a 572.000, in Puglia a 533.00, in Toscana a 435.000, nelle Marche a 120.000 e 24.000 in Calabria.
Sono dati che confermano un trend negativo nella partecipazione elettorale in corso da tempo, che deve interrogare la classe politica tutta, nessuno esclusa, perché percentuali così basse di affluenza rendono fragili le nostre istituzioni democratiche.
Ormai è evidente che le prossime elezioni politiche saranno vinte da chi riuscirà a recuperare la fiducia anche solo di una parte di questo popolo di non votanti”.
Lo scrive in una nota l’on. Federico Fornaro (Pd), recentemente autore del saggio “Una democrazia senza popolo. Astensionismo e deriva plebiscitaria nell’Italia contemporanea”, edito da Bollati Boringhieri.
“Sulla riforma della legge elettorale stiamo correndo il rischio che si ripeta ciò che è accaduto con la separazione delle carriere: un testo scritto fuori dal Parlamento e approvato dal parlamento senza possibilità di modifica. Sarebbe un grave strappo istituzionale, in contrasto con lo spirito dell’articolo 138 della nostra Costituzione”. Lo ha dichiarato Federico Fornaro, dell’ufficio di presidenza del gruppo parlamentare del Pd alla Camera intervenendo oggi al convegno “Una nuova legge elettorale per fare cosa e per chi?” nella Sala Matteotti della Camera dei deputati.
“Prima di cambiare radicalmente la legge elettorale – ha aggiunto il democratico – la maggioranza deve spiegare perché lo fa. Le priorità non possono prescindere dalla crisi dell’astensionismo: le elezioni politiche del 2022 e quelle europee ai minimi storici ci consegnano di fatto una ‘democrazia senza popolo. Qualsiasi nuovo modello deve partire dal recupero del rapporto di fiducia tra elettori ed eletti”. Fornaro ha inoltre ricordato che “liste bloccate, selezione delle candidature, premio di maggioranza e soglie sono nodi delicatissimi: non possiamo sacrificare la rappresentanza in nome della sola stabilità, soprattutto se il Parlamento così eletto può arrivare a modificare la Costituzione a maggioranza senza il coinvolgimento delle opposizioni. Non siamo contrari a discutere la legge elettorale - ha concluso Fornaro - ma temiamo che la maggioranza non sia disponibile a un vero confronto parlamentare. Serve trasparenza: la legge che regola il voto non può essere decisa in solitudine da Palazzo Chigi”.
“Vannacci ha superato ogni limite nel goffo tentativo revisionista di riscrivere la storia della presa del potere del fascismo e del regime mussoliniano. Non una parola sull’omicidio di Matteotti nel giugno 1924, uno dei leader dell’opposizione e sulle violenze fasciste che caratterizzarono sia le elezioni del 1921 sia quelle del 1924 come della messa fuori legge dei partiti di opposizione nel 1926. Rispetto alla Marcia su Roma fu lo stesso Mussolini che nella seduta della Camera del 7 giugno 1924 affermò “… perché se ho fatto un colpo di stato, non ho fatto un colpo di testa”. Di fronte a queste esternazioni di chiaro stampo nostalgico e neofascista, mi domando quanto possa ancora durare il silenzio di quei dirigenti e militanti leghisti che, soprattutto al Nord, hanno sempre rivendicato l’antifascismo della Lega: il silenzio rende complici di queste immonde provocazioni e riletture revisioniste della storia italiana”. Lo scrive in una nota, l’on. Federico Fornaro dell’ufficio di Presidenza del PD alla Camera dei Deputati.
“Tutto il Partito democratico si associa al dolore per la scomparsa dei due militari dell'Aeronautica Militare ed esprime tutta la sua solidarietà e cordoglio alle famiglie delle vittime morte nell'aereo precipitato nel Parco Nazionale nel comune di Sabaudia. Siamo vicini ai familiari e all'Aeronautica in questo momento così difficile”. Così il deputato e Segretario d'Aula Pd, Federico Fornaro.
“La maggioranza sta affrontando la riforma costituzionale sulla giustizia come se fosse un decreto legge, senza alcun confronto con le opposizioni e senza ascoltare le voci del Parlamento. Siamo già in campagna referendaria e la modalità con cui questo provvedimento viene portato avanti rappresenta un vero e proprio attacco alla Costituzione e al principio della separazione dei poteri”, dichiara il deputato democratico Federico Fornaro componente dell’ufficio di presidenza del gruppo del Partito Democratico alla Camera.
“Il Partito Democratico - aggiunge Fornaro - ha promosso un ciclo di audizioni con il mondo della giustizia e la società civile per evidenziare le criticità e le preoccupazioni che questa riforma solleva. Tuttavia, la maggioranza ha scelto la chiusura totale al dialogo, mostrando chiaramente l’intento politico di blindare il testo e ridurre il Parlamento a semplice ratificatore. È il primo caso nella storia repubblicana in cui un testo costituzionale arriva in Parlamento già chiuso e inappellabile: un totale negazione della volontà dei costituenti e dello spirito della nostra Carta”.
“I dazi sono il frutto avvelenato della cultura sovranista.
Una tassa che costerà molto caro all’economia globale e come spesso è capitato nella storia a pagare il conto finale saranno i soggetti più deboli: le lavoratrici e i lavoratori.
Ancora una volta l’esaltazione identitaria dei nazionalismi produce guerre commerciali e alimenta un clima di tensioni e egoismi pericolosi e sterili.
Di fronte a rivoluzioni globali come quella digitale e i cambiamenti globali in atto ci sarebbero stato bisogno dell’esatto contrario: uno sforzo comune per salvare il pianeta e garantire una maggiore giustizia sociale.
Quando l’economia entrerà in recessione sapremo chi ringraziare a cominciare da quelli che salutavano entusiasticamente il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump e ancora in queste ore hanno il coraggio di difendere questa scellerata politica dei dazi”.
Lo scrive in una nota Federico Fornaro, dell’ufficio di presidenza del PD alla Camera
“La destra italiana ha caldamente invitato gli italiani a disertare le urne del referendum.
14 milioni di elettori italiani hanno invece deciso di andare a votare smentendo chi oggi è al governo.
Un numero peraltro superiore anche ai 12,3 milioni di voti ottenuti dal centro-destra nelle politiche del 2022, che ha quindi poco da cantar vittoria”.
Lo scrive in una nota Federico Fornaro, dell’ufficio di Presidenza del gruppo PD alla Camera.
“Quella che il Pd sta utilizzando è un antico strumento della democrazia parlamentare che si chiama 'filibustering', una tattica di ostruzionismo al fine di impedire o ritardare l'approvazione di una legge. Questo segnale forte significa che si è oltrepassato un confine invalicabile e che non resta altro alle opposizioni di usare il proprio corpo e la propria voce per lanciare dei messaggi d'allarme per il mantenimento della democrazia e continuare a rappresentare gli elettori. Il governo ha scelto la forzatura totale e si è barricata dietro un silenzio assordante, umiliante per il Parlamento. Non c'è stata data, e non ci sarà neanche al Senato, la possibilità di discussione e attività emendativa su più di metà degli articoli che compongono il provvedimento. Questa è dittatura della maggioranza, non democrazia parlamentare”. Lo dice il deputato Federico Fornaro, Segretario d'Aula Pd, intervenendo nella dichiarazione di voto sul Dl Sicurezza.
“Il dissenso in uno stato democratico – sottolinea Fornaro - è un diritto fondamentale nel rispetto delle leggi, reprimerlo come fa il governo Meloni, è fuori dalla cornice di una democrazia liberale”. “Il governo introduce reati penali in un decreto, è una oggettiva forzatura. Quattordici nuove fattispecie penali introdotte e nove aggravanti rappresentano un complesso di norme pericolose per la nostra democrazia e per le modalità con cui si è scelto di approvarle”, conclude Fornaro.
“La maggioranza oggi ha scritto una pagina nera nella storia parlamentare. Il decreto sicurezza ha concluso il suo iter nella commissioni congiunte della Camera Affari Costituzionali e Giustizia alla Camera con forzature regolamentari e atteggiamenti della maggioranza degne dell’Ungheria di Orban.
Sul decreto cosiddetto “sicurezza” è stata concessa la discussione di meno della metà degli emendamenti presentati dalle opposizioni(160 respinti e ben 239 erano ancora restanti) e di entrare nel merito di meno della metà degli articoli (14 su 38).
L’uso della “tagliola” da parte dei due Presidenti dì Commissione, in questo caso, non era autorizzato da scadenze imminenti di conversione del decreto legge. E’ stata una forzatura nella logica del “voglio, posso e comando” con buona pace della democrazia parlamentare.
Ai deputati di maggioranza il governo ha imposto il ritiro dei loro emendamenti e il silenzio totale, assoluto è stata la scelta dei commissari e dei relatori di maggioranza su quelli dell’opposizione.
Sono stati respinti tutti gli emendamenti dell’opposizione senza il minimo confronto.
Nei contenuti questo decreto affonda le sue radici nella cultura delle democrazie autoritarie e non certo in quelle della nostra Costituzione.
La battaglia parlamentare contro questo decreto non finirà certamente qui, ma oggi è stato fatto strame del regolamento con un inaccettabile atto di protervia e arroganza politica e istituzionale”.
Lo ha detto intervenendo in Commissione Affari Costituzionali l’on. Federico Fornaro, dell’ufficio di presidenza del gruppo PD alla Camera dei deputati.
“ Oggi alla Camera la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha detto che adesso i titoli di stato italiani vengono considerati più sicuri di quelli tedeschi. Peccato che abbia confuso il calo dello spread (misura della differenza dei rendimenti tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi) con il rating (valutazione del rischio finanziario e di credito).
Secondo le agenzie specializzate (fonte: Standard&Poor’s) i titoli di stato tedeschi hanno un rating AAA (il massimo della sicurezza dell’investimento), mentre quelli italiani sono classificati BBB, ben 8 livelli inferiori a quelli tedeschi.
Non è facendo circolare questo genere di autentiche fake news che si difendono gli interessi economici del nostro paese e la credibilità dello stato italiano di fronte alla comunità finanziaria internazionale”.
Lo scrive in una nota l’on. Federico Fornaro (PD)
“Con i due emendamenti presentati, la proposta del PD è legata a risolvere la grave condizione di astensionismo in Italia. Le ultime elezioni europee del giugno scorso hanno battuto il record negativo di affluenza e per la prima volta nella storia dell'Italia repubblicana in elezioni generali non si è raggiunto il 50% dei votanti. Con i nostri emendamenti, anche per un ragionamento di economia procedurale e di contenimento dei costi, abbiamo proposto l'accorpamento del voto referendario con il primo turno delle elezioni amministrative”. Lo ha detto il deputato Federico Fornaro, Segretario d'Aula PD, intervenendo durante la discussione sul dl elezioni a Montecitorio.
“La scelta del governo – continua l'esponente dem - di optare per la concomitanza tra referendum e il secondo turno di ballottaggio è sbagliata e non la condividiamo anche perché queste non sono elezioni amministrative che interessano un gran numero di cittadini ma sono relativamente ridotte. Qui non si parla di qualche punto percentuale in più o in meno per il quorum referendario ma di un segnale di attenzione rispetto alla disaffezione e la fuga dalle urne che è un vero problema per le istituzioni a prescindere da maggioranza e opposizione”, ha concluso Fornaro.
“La sentenza n. 171/2007 della Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale di una disposizione contenuta in un decreto legge che modificava le cause di incandidabilità per la carica di sindaco.
La Corte evidenziò in quella occasione come la materia elettorale sia estranea rispetto alle finalità tipiche della decretazione d'urgenza; non può essere quindi sostenuta l'esistenza dei presupposti di necessità e urgenza stante il divieto posto dall'art. 15, comma 2, lettera b) della legge n. 400/1988 di adottare decreti legge nelle materie indicate nell'art. 72, quarto comma della Corte Costituzionale (tra cui la materia elettorale).
Non si possono quindi cambiare le regole del gioco in materia elettorale con un decreto necessario solo per fissare le scadenze delle prossime elezioni amministrative e dei referendum.
La maggioranza al Senato ritiri il suo emendamento che prevede l’eliminazione del ballottaggio per l’elezione dei comuni.
Non è soltanto un inaccettabile colpo di mano ma è palesemente contrario ai dettati costituzionali”.
Lo scrive in una nota l’on. Federico Fornaro, della Commissione Affari Costituzionali della Camera, in merito all’emendamento presentato dalla maggioranza al Senato sul Dl Elezioni.
“Il massacro di 335 vittime innocenti Fosse Ardeatine fu una strage nazifascista come giustamente ricordato nel comunicato del Presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
I fascisti agli ordini del questore Caruso collaborarono attivamente con i nazisti a quella che rimane una delle pagine più tragiche della nostra storia nazionale. Sia la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni sia il Presidente del Senato si sono limitati a ricordare la responsabilità dell’esercito nazista occupante.
Una mezza verità che cozza con quello che accadde nel marzo 1944 e soprattutto cancella il ruolo attivo dei fascisti italiani in quell’ eccidio.
Una rilettura storica inaccettabile da parte di chi ricopre oggi due delle maggiori cariche dello stato”. Lo scrive in una nota il deputato democratico Federico Fornaro.