“Le assenze spesso valgono più di tante parole, come il vuoto di oggi nei banchi del governo alla Camera per la commemorazione per il 50° anniversario della strage di piazza della Loggia a Brescia. Un comportamento inaccettabile e un oltraggio alla memoria delle vittime innocenti e alle loro famiglie. Il governo si scusi.”
Lo scrive in una nota il deputato democratico, Federico Fornaro, dell’ufficio di presidenza del gruppo Pd alla Camera.
Gli Onorevoli Gribaudo e Fornaro hanno presentato un’interpellanza urgente al Ministero dell'Ambiente e Sicurezza Energetica riguardante il progetto del biodigestore previsto a Borgo San Dalmazzo. Il progetto prevede un impianto con una capacità di trattamento di 35mila tonnellate di rifiuti organici e 10mila tonnellate di sfalci, adatto a servire una popolazione di 800-900mila abitanti, mentre la provincia di Cuneo conta poco meno di 600mila residenti: per saturare questa capacità di smaltimento, la provincia di Cuneo dovrebbe "importare" rifiuti organici.
È importante sottolineare che il nord-ovest Italia è già pieno di impianti di trattamento dei rifiuti organici, con significative capacità residue nelle province confinanti.
Il biodigestore in progetto a Borgo San Dalmazzo è sostenibile economicamente solo se viene saturata la sua capacità di trattamento, poiché le entrate sono proporzionali alla quantità di rifiuti smaltiti: se non arriveranno sufficienti quantità di rifiuti, non sarà possibile per ACSR ripagare l'investimento e questo si tradurrà in tariffe più care per i 158 mila cittadini cuneesi serviti da questo gestore.
Il costo previsto per l'impianto di digestione anaerobica di Borgo San Dalmazzo è di 16 milioni di euro, di cui quasi 13 milioni coperti dal PNRR.
Perché spendere così questi soldi? A chi serve questo impianto? Non è forse meglio investire su altri capitoli più urgenti ed utili al territorio? Il tempo per fermare il progetto non è ancora scaduto, e visti i problemi su alcune infrastrutture del territorio come quella del Colle di Tenda, per fare l’esempio più eclatante, avrebbe più senso decidere di investire questo denaro su progetti più rilevanti per il benessere del territorio.
È importante ricordare che questi fondi provengono dai contribuenti italiani e che una parte significativa del PNRR è finanziata da prestiti che dovremo restituire. Spendere male questi fondi, investendo in un impianto non necessario, rappresenterebbe un danno per tutti i contribuenti.
l parlamentare del Pd, Federico Fornaro ha presentato una interrogazione al ministro dell’Interno
“La libertà di espressione e i valori fondanti della nostra democrazia, quale l’antifascismo, sembrano proprio essere estranei al sindaco di Maserà, Comune in provincia di Padova. Gli ultimi episodi documentano una situazione davvero estrema e pertanto ho chiesto al ministro dell’Interno – con una interrogazione urgente- se, nell’ambito delle sue competenze, non intenda fare una verifica sugli atti e le prese di posizione dell’amministrazione comunale che mettono in discussione la libertà democratiche.” Va giù duro il deputato del Pd Federico Fornaro dopo che l’amministrazione comunale di Maserà, l’8 aprile scorso, ha respinto – a maggioranza- la richiesta di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini e di riconoscerla a Giacomo Matteotti. “Il sindaco Gabriele Volponi – scrive Fornaro al ministro Piantedosi- ha spiegato che “la cittadinanza onoraria a Mussolini è stata votata dai nostri antenati e che il sindaco di un paese di provincia non può cambiare la storia”. E per quanto riguarda il riconoscimento della cittadinanza onoraria a Giacomo Matteotti, Fornaro ricorda sempre nella sua interrogazione, che il “sindaco ha argomentato che per Matteotti era stata chiesta una cittadinanza onoraria post mortem e che lui non sapeva se sia possibile conferirla”. Comunque – aggiunge il parlamentare Dem- va ricordato che la stessa amministrazione comunale aveva conferito la cittadinanza onoraria al Milite ignoto”. “E a conferma del fatto che le giustificazioni dell’amministrazione nascondano l’ostilità verso i valori dell’antifascismo, prosegue Fornaro, nei giorni scorsi è stata respinta la richiesta dell’ANPI Padova e della minoranza consiliare, di utilizzare il prossimo 21 maggio la Sala della Casa delle Associazioni per la prenotazione del libro dello storico Mimmo Franzinelli, “Matteotti e Mussolini”. Il sindaco – ricorda l’esponente del Pd- ha motivato il diniego in quanto ci sarebbe nel territorio comunale (e non nella sala richiesta) un evento già programmato, aggiungendo che “come indicato da autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e dal Comitato Regionale per le comunicazioni è vietato lo svolgimento di attività che possano fornire contenuti informativi non neutrali". Fornaro ha pertanto richiamato il ministro dell’Interno sottolineando che “impedire la presentazione di un testo di storia che si occupa di una delle vicende recenti più tragiche del nostro paese è una evidente violazione del diritto di libertà di espressione presente nella Costituzione”. Da qui la richiesta di un intervento da parte del ministro dell’Interno.
Una risposta insufficiente, reticente e storicamente inappropriata quella data oggi dal governo alla nostra interrogazione sull’adunata fascista in uniformi e schieramento militare tenutasi a Dongo lo scorso 28 aprile. Avevamo chiesto se fossero stati identificati i protagonisti di quel pellegrinaggio funebre politicamente deplorevole e corredato da atti gravissimi, come la chiamata del “saluto fascista”, che contrastano la giurisprudenza di merito e di legittimità.
Il Ministro degli Interni ha fatto sapere di aver identificati i 34 presenti di cui 12 sono stati denunciati e che sono in corso indagini per accertare ulteriori fatti penalmente rilevanti riconoscendo per i presenti a Dongo la violazione di leggi che non potrà essere tollerata in futuro.
Inoltre nella ricostruzione dei fatti, il Ministro Piantedosi usa parole inaccettabili a proposito della contemporanea manifestazione promossa dall’Anpi parlando di “opposte ideologie”, espressione che rivela la lontananza dalla Costituzione su cui il ministro ha giurato e che richiedono da parte del Governo un intervento correttivo non rinviabile e assolutamente doveroso. L’Italia è una repubblica democratica nata dalla lotta antifascista: questa è la storia. E non si può riscrivere.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati, e Federico Fornaro, deputato Pd.
Come ogni anno, anche ieri a Dongo e a Giulino di Mezzegra, in provincia di Como abbiamo assistito a manifestazioni e celebrazioni di chiaro stampo neofascista, con persone in divisa nera e inquadrati militarmente che ancora una volta hanno offeso la memoria di quei luoghi, dove la storia ha scritto una pagina determinante della sconfitta della vergogna fascista. Un pellegrinaggio funebre politicamente deplorevole e atti gravissimi, come la chiamata del “saluto fascista”, che contrastano la giurisprudenza di merito e di legittimità.
Per questo abbiamo chiesto con un’interpellanza urgente al Ministro Piantedosi di sapere se le forze di polizia presenti abbiano proceduto all'identificazione dei manifestanti fascisti in particolare a Dongo, dove il luogo e il numero limitato dei partecipanti sicuramente lo consentiva.
Abbiamo inoltre chiesto se, in caso di mancata identificazione, ciò sia avvenuto in base a direttive, e da parte di quale autorità, governativa o di polizia, anche alla luce di pregresse dichiarazioni del Ministro dell'Interno sull’utilità dell'identificazione personale come nel caso dell’antifascista che manifestò il suo pensiero nel Teatro alla Scala di Milano.
Nell’interpellanza depositata si chiede infine se, tra gli appartenenti a forze di polizia, vi fossero ufficiali di polizia giudiziaria e “se, in tal caso, alcuno di essi abbia proceduto alla redazione ed inoltro di notizia di reato”.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati e Federico Fornaro, deputato Pd, firmatari dell’interpellanza urgente.
“Quanto sta avvenendo lo riteniamo grave e lesivo della Costituzione e del bicameralismo paritario. Non si può continuare ad ignorare il comportamento del Governo. Questo Governo ritiene a suo dire il Senato della Repubblica più affidabile della Camera dei deputati, a noi questo non interessa ma interessa il risultato. Il risultato che questa camera per il governo è sostanzialmente una buca delle lettere e per di più impone anche la data entro cui il pacco deve essere consegnato. Chiediamo un intervento chiarificatore della giunta per il regolamento in base a quanto accaduto nelle ultime settimane e in riferimento al processo verbale durante le commissioni, e la violazione dell’art. 57 comma 1 e anche sul ruolo e le funzioni del segretario nelle commissioni”. Lo ha detto in Aula Federico Fornaro, deputato e segretario d’Aula del Pd.
“Le chiediamo, signor Presidente - ha aggiunto Fornaro - di tutelare la dignità e il ruolo della Camera, umiliata dal Governo e non essere il Presidente della sola Maggioranza”.
“La proposta di dedicare a Giacomo Matteotti lo scranno della Camera da cui pronunciò il suo ultimo discorso, facendo in modo che non sia assegnato ad alcun gruppo, sia subito messa all'ordine del giorno. All'epoca non esisteva il posto assegnato, però siamo riusciti a ritrovare un'immagine che fissa da dove abbia parlato Matteotti il 30 maggio del 1924. Credo sia il giusto riconoscimento ad un uomo straordinario che ha dato la vita per difendere la nostra democrazia parlamentare”.
Così Federico Fornaro, della Presidenza del Gruppo del Partito Democratico alla Camera, intervenendo in Aula sull’ordine dei lavori a sostegno della proposta sostenuta da tutte le opposizioni e formalizzata con una lettera al presidente Lorenzo Fontana.
“La decisione del Quirinale di eliminare dall’elenco corrente delle onorificenze i nominativi dei Capi di Stato e di altri insigniti dopo la loro morte è ineccepibile sia sotto il profilo strettamente giuridico sia sotto quello storico. Auspichiamo che tutti prendano atto di questa autorevole presa di posizione lasciando la materia alla storia e all’interpretazione degli storici, fuori da sterili strumentalizzazioni politiche” così i deputati della commissione Affari costituzionali della Camera, Simona Bonafè, Gianni Cuperlo, Federico Fornaro e Matteo Mauri.
È stato approvato il nostro ordine del giorno che impegna il governo ad intervenire per assicurare che Acciaierie d'Italia riprenda gli ordini nei confronti di Sanac, ponendo fine alla situazione di cassa integrazione in cui versano centinaia di lavoratori.
Sanac s.p.a. è una società attiva nel settore della estrazione, produzione e commercializzazione di materie prime e materiali refrattari ed è indirettamente controllata da Ilva s.p.a., società in amministrazione straordinaria; l'azienda, operante con quattro stabilimenti in Sardegna, Toscana, Piemonte e Liguria, riforniva di materiali refrattari gli impianti dell'ex Ilva ed è partecipata dallo Stato tramite Invitalia. Acciaierie d'Italia, però, da tempo si rifornisce all'estero e i lavoratori della Sanac, pur in grado di produrre quanto necessario, sono costretti alla cassa integrazione (nel solo stabilimento di Vado si tratta di 80 lavoratori). Chiediamo al governo, insieme alle diverse sigle sindacali dei lavoratori, che si attivi per vincolare Acciaierie d'Italia alla ripresa degli ordini nei confronti di Sanac.
Così i deputati del Pd Marco Simiani, Emiliano Fossi, Andrea Orlando, Federico Fornaro e Silvio Lai.
Per sostenere l’importante filiera dell’automotive chiediamo al governo Meloni una radicale inversione della sua azione sin qui debole e ambigua. È necessario che l’esecutivo si attivi nelle sedi istituzionali europee per sostenere e valorizzare il ruolo strategico dell’intero settore perché sia adeguatamente supportato nei prossimi anni, con politiche, strumenti e risorse aggiuntive per la riconversione delle imprese e la riqualificazione dei lavoratori. Chiediamo inoltre al governo di impegnarsi per favorire il rapido superamento delle situazioni di crisi industriale per evitare licenziamenti dei lavoratori e la delocalizzazione di importanti aziende e di adoperarsi affinché Stellantis mantenga in Italia non solo la produzione ma anche i settori della progettazione, dal momento che il design italiano è riconosciuto come elemento di grande valore in tutto il mondo. Serve un’azione decisa di politica industriale per essere anche attrattivi per nuovi investitori e sostenere la graduale transizione della filiera dei servizi dell'automotive, con appositi e mirati interventi finalizzati a favorire la riconversione delle produzioni e la realizzazione di prodotti innovativi.
Così Federico Fornaro, della presidenza del gruppo PD alla Camera, intervenendo in Aula.
“L’approvazione da parte delle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera dell’emendamento bipartisan al Decreto Milleproroghe che proroga la moratoria del taglio dei contributi all’editoria di altri 24 mesi è certamente una buona notizia. Ora però non si deve perdere tempo e occorre lavorare con serietà ad una revisione organica della normativa a tutela del pluralismo dell'informazione. Al centro deve essere posto il diritto del cittadino ad una informazione corretta e puntuale”.
Lo dichiarano i deputati democratici Mancini, Bonafé, Cuperlo, Fornaro, Mauri, Guerra, Lai, Pagano e Roggiani, firmatari dell’emendamento 7.18 al Dl Milleproroghe.
no a nuove tentazioni Lega su “emendamento Bandecchi”
“Il dietrofront sulle università online è una notizia positiva, ci auguriamo che questo argomento sia definitivamente accantonato e che nella maggioranza non vi siano nuove tentazioni a presentare una norma che, come denunciato dalla Conferenza dei rettori, dall’Anvur e dell’Anac, favorisce le università telematiche in termini economici, impoverisce la qualità dei percorsi accademici e crea problemi in termini di legalità” così le deputate e i deputati democratici, Simona Bonafè, Debora Serracchiani, Gianni Cuperlo, Federico Fornaro, Andrea Orlando e Matteo Mauri che hanno da subito denunciato in commissione l’attenzione “sospetta” della Lega sulla norma giornalisticamente ribattezzata “emendamento Bandecchi”.
“L’agricoltura italiana o sarebbe meglio dire le agricolture italiane, avrebbero bisogno di politiche serie e concrete e non del bombardamento di demagogia e propaganda elettorale, in cui sta eccellendo la maggioranza di governo e non solo.
I nemici dei nostri agricoltori non sono l’Europa o la transizione ecologica, ma il sottocosto, le speculazioni in filiere troppo lunghe, lo sfruttamento del lavoro che altera la competitività tra le imprese.
Noi abbiamo ripresentato in questa legislatura una proposta di legge per il sostegno e la valorizzazione dell’agricoltura contadina, a mia prima firma.
Attendiamo il governo e la maggioranza al più presto a un confronto parlamentare per dare una risposta all’agricoltura contadina, tipica delle aree marginali, montane e collinari e tradizionalmente più povere anche per le ridotte dimensioni medie delle proprietà agricole”. Lo ha detto in Aula Federico Fornaro, della presidenza del gruppo Pd alla Camera.
“Un vecchio detto popolare dice che bisogna stare attenti perché a volte la toppa risulta alla fine essere peggiore del buco che si vuole coprire.
Se il buco era rappresentato dalla originaria proposta della maggioranza riguardante l’inserimento in Costituzione di un premio al 55% di seggi garantiti alla Camera e al Senato, la toppa non può certo essere un generico rimando a una legge elettorale che preveda un premio in seggi che garantisca la maggioranza ai sostenitori del Presidente del Consiglio eletto.
Un premio di maggioranza che non prevede sia un tetto massimo sia una soglia minima.
In teoria si potrebbero generare mostri simili alla legge Acerbo che paradossalmente aveva una soglia d’ingresso minima del 25% (con un numero di eletti garantito alla lista vincente del 75%).
La soluzione migliore è quella di confermare l’impostazione dei costituenti e di non inserire in Costituzione il tema della legge elettorale.
Legge elettorale che va cambiata per ridare nuovamente ai cittadini il potere di scegliere i propri rappresentati superando le attuali liste bloccate”.
Lo scrive in una nota Federico Fornaro, della Commissione Affari Costituzionali della Camera e componente dell’Ufficio di Presidenza del gruppo PD a Montecitorio.
“Presenterò un’interrogazione urgente al ministro Piantedosi sulla vicenda del rilascio del porto d’armi al deputato di Fratelli d’Italia, Emanuele Pozzolo, da parte della
Prefettura di Biella, nonostante il parere negativo dei Carabinieri.
Se fosse confermata questa circostanza crediamo si renderebbe necessario un immediato intervento del Ministro dell’Interno Piantedosi per verificare le ragioni di questa procedura alquanto irrituale seguita dalla prefettura biellese.
La prassi, infatti, è esattamente opposta: se i Carabinieri esprimono parere negativo al rilascio del porto d’armi a un cittadino, questo viene negato dalla prefettura. Perché nel caso del deputato Pozzolo, la prefettura si è comportata in maniera differente? Hanno prevalso altre motivazioni o raccomandazioni eccellenti? E se si quali?
E’ necessario avere piena chiarezza quanto prima visto che grazie a quel porto d’armi il deputato Pozzolo poteva girare armato la sera di Capodanno a Rosazza”.
Lo scrive in una nota l’on. Federico Fornaro dell’Ufficio di Presidenza del gruppo PD alla Camera.