Dichiarazione di Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione Affari Sociali
“In una manovra iniqua, ingiusta, che si accanisce sulle persone più deboli, siamo riusciti ad approvare una misura in totale controtendenza di cui sono particolarmente orgoglioso: il reddito alimentare”. Così Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione Affari Sociali e primo firmatario dell’emendamento che ha introdotto nella legge di bilancio il reddito alimentare.
“600mila bambini, 3 milioni di italiani sono così poveri da dover ricorrere a mense o pacchi alimentari. E di fronte di questa tragedia, vi sono 200mila tonnellate di cibo che viene buttato nell’immondizia perché invenduto o perché non più utile al mercato. Questa norma permetterà, in collaborazione con comuni e terzo settore, di non sprecare cibo e farlo avere a chi ne ha bisogno. Ci siamo battuti con forza per introdurre norme a favore delle persone più bisognose in una manovra che si accanisce contro di loro”. Ha concluso Furfaro.
Non ci sentiamo per nulla rassicurati dall'illustrazione delle linee guida da parte della ministra Calderone: sulle politiche sociali non c'è quasi nulla e sul resto abbiamo ascoltato parole vuote. Il governo parla bene e razzola male, non mettendo in pratica gli slogan che usa dalla campagna elettorale. Il governo parla molto di dignità e di etica del lavoro, ma i primi passi indicano un'altra direzione. Quando pensiamo ai voucher, al congedo parentale, alla lotta al precariato, ai salari, al lavoro povero, all'indennità di discontinuità per i lavoratori dello spettacolo, alla continuità dei contratti dei ricercatori, ai lavoratori fragili, ai caregiver vediamo in modo lampante tutti i limiti di questo governo.
Sul grande tema della povertà, del contrasto delle disuguaglianze, della fragilità sociali siamo molto preoccupati dalle scelte dell'esecutivo che le parole della ministra non hanno fugato in alcun modo. Con queste linee guida temiamo che aumenteranno disuguaglianze e precariato e che non si metterà in campo nessun sostegno al reddito in un momento in cui la povertà assoluta e quella relativa, come rilevato dall'Istat, crescono in modo significativo. Oggi rinunciare al reddito di cittadinanza senza, contestualmente, intervenire sul lavoro povero con il salario minimo e mettere in campo subito un'altra misura rischia di lasciare in condizioni di assoluta fragilità importanti fasce di popolazione. A ciò si aggiunga che la ministra Calderone non ha pronunciato una sola parola sul lavoro giovanile e quello femminile che rappresentano una grande fragilità del Paese e ha illustrato elementi che ci preoccupano sulla riforma degli ammortizzatori sociali e del rapporto tra scuola e lavoro che, ricordo, prima di ogni altra cosa- non deve formare dei lavoratori ma dei cittadini. Siamo molto delusi e preoccupati.
Così i deputati dem Ilenia Malavasi della commissione Affari Sociali, e Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione.
"Il governo in queste ore naviga a vista e mostra chiaramente di essere in confusione totale. La ministra Locatelli fa finta di non vedere che la manovra va a danno dei più fragili e che i fondi per le persone in difficoltà e per le persone con disabilità e le loro famiglie sono pochissimi. Prova persino a nascondere il fatto che le poche esigue migliorie fatte siano farina del loro sacco, annunciandole in modo ipocrita e persino un po' ridicolo. Nella notte, con uno dei suoi emendamenti, il governo ha infatti inserito la proroga della detrazione al 75 per cento sugli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche e ha aumentato i contributi alle associazioni che si occupano di disabilità. Nel nulla e nella gravità di una manovra regressiva, un po' di ossigeno per le persone con disabilità. Peccato però che erano tutti emendamenti del Partito Democratico, copiati e incollati nel nuovo emendamento. Una minima marcia indietro annunciata come se fosse una loro scelta e non una richiesta dell’opposizione. Nonostante tutto, noi continueremo a lavorare esclusivamente nell’interesse del Paese e al fine di risolvere i problemi, cose che evidentemente non fanno questo governo e questa destra”.
Lo dichiara il capogruppo democratico in commissione Affari sociali Marco Furfaro
“Un emendamento del Partito democratico è stato accolto dal Governo e fatto proprio da tutti i capigruppo della Camera. Grazie a questo nostro emendamento aumenterà la cosiddetta quota premiale del Fondo sanitario nazionale, vale a dire la quota di maggior finanziamento che le regioni possono ottenere a seguito dell'effettuazione di alcuni adempimenti.
Una conclusione positiva nel merito, a vantaggio delle regioni virtuose su determinate attività, e nel metodo, perché finalmente governo e maggioranza riconoscono la giustezza e l’efficacia di nostre proposte finora non considerate”.
Lo dichiarano la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani e e il capogruppo in commissione Affari sociali Marco Furfaro.
“Con la bocciatura del nostro emendamento che prevedeva l’incremento del Fondo sanitario nazionale utilizzando le risorse previste per la flat tax e i condoni, Il governo Meloni cala definitivamente la maschera e si rivela essere quello che sosteniamo da tempo, ovvero, un governo che vuole ridimensionare il ruolo, per noi fondamentale, che riveste la sanità pubblica. E questo nonostante le rassicurazioni del ministro della Salute, Orazio Schillaci, che parlava di inversione di tendenza sulla Sanità e bollava le nostre preoccupazioni come fake news e bugie. Ma i fatti, i numeri, i dati, parlano più delle parole e la verità è che i bugiardi sono loro perchè hanno deciso di definanziare la sanità pubblica e così mortificare il lavoro e le richieste di medici e infermieri che hanno salvato numerose vite durante la pandemia”. Lo dichiara Marco Furfaro, capogruppo Pd in Commissione Affari sociali della Camera, sulla proposta emendativa alla manovra bocciata dalla commissione Bilancio di Montecitorio.
“Oggi sono sceso in piazza a fianco dei lavoratori e delle lavoratrici della sanità pubblica per difendere con decisione il servizio sanitario nazionale che questa destra sta svilendo. Una piazza determinata che ha chiesto risposte precise ad una maggioranza sempre più arrogante e in confusione. Nella manovra, oltre alle belle parole che ci dispensa il ministro Schillaci, non troviamo né risorse né investimenti sufficienti a sostegno del Ssn. Anzi scopriamo tagli alle prospettive di crescita che ci sembrano assolutamente incomprensibili. Sette medici al giorno scelgono di andar via dal sistema sanitario nazionale per basse retribuzioni e condizioni lavorative sempre più difficili ed entro il 2030 la metà dei medici andrà in pensione, circa 50mila sui 112mila in attività. Servirebbero nuove assunzioni, non solo per il turnover, ma soprattutto per garantire i livelli essenziali di assistenza. Non invertendo la rotta stiamo per assistere al collasso del sistema sanitario pubblico per mano del governo Meloni, che ovviamente verrà scaricato sulle famiglie più in difficoltà e sui ceti popolari. Tutto questo è inaccettabile e siamo sconcertati dal fatto che per l'ennesima volta questa destra, nonostante la pandemia, ci mostra di non avere minimamente chiaro il ruolo fondamentale che riveste la sanità pubblica. Abbiamo presentato emendamenti per aumentare l’organico di medici, pediatri, infermieri. Il governo ascolti le istanze di chi ha salvato il Paese in questi anni di pandemia e non solo”. Lo afferma Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera a margine della manifestazione a piazza Santi Apostoli a Roma, organizzata dai sindacati dei medici, veterinari e dirigenti sanitari.
“Avremmo votato a favore del decreto, ma siamo costretti ad astenerci per la sgrammaticatura sguaiata che avete compiuto, inserendo la riforma dell'Agenzia del farmaco in un decreto che non c'entrava assolutamente niente.
AIFA è un organismo in cui non è rappresentato solo il Governo, ma sono rappresentate anche le Regioni, che nessuno ha sentito né coinvolto. Non era proprio la Lega sensibile ai territori? Con emendamenti che non c'entravano niente, avete profondamente modificato l’assetto dell’Aifa a partire dalla cancellazione della figura del direttore generale.
L'abolizione della direzione generale rischia di indebolire di fatto il carattere di autonomia tecnico-scientifica dell’Aifa perché affida al Presidente le due funzioni che prima erano separate.
Concentrare il potere nelle mani di quest’ultimo sposterà il baricentro a favore della politica, più condizionabile e meno attenta alle evidenze scientifiche in materia sanitaria.
Nessuno nega che l'AIFA abbia bisogno di una riforma, ma la cosa che dispiace di più è che anziché battersi per una sanità pubblica più efficiente e sostenuta con maggiori finanziamenti, avete prodigato tutte le vostre forze per indebolire un pezzo del nostro sistema sanitario. Con la riforma dell'Aifa avete esautorato il Parlamento dalle sue funzioni. Non solo ora, ma anche sull’iter di nomina del futuro Presidente poiché questo avverrà con decreto ministeriale in cui saranno stabilite le modalità.
La cosa paradossale è che questa urgenza non migliorerà il funzionamento dell'agenzia. Anzi, nelle more dell'emanazione del nuovo decreto che dovrà fare il Governo e nelle more della costituzione del nuovo organismo si bloccherà il suo funzionamento.
Volete riformare l'Aifa? Evitate scorciatoie e confrontatevi con noi e con il Paese, senza colpi di mano e forzature. Venite in quest'aula e presentateci i vostri progetti, troverete un'opposizione disponibile a discutere. Se invece volete indebolire il sistema sanitario nazionale, sappiate che non lo permetteremo". Lo ha detto in Aula il capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera, Marco Furfaro, dichiarando il voto di astensione del Pd al Dl Nato e SSN Calabria.
Marco Furfaro, deputato Pd, ha presentato emendamento per il reddito alimentare, intervistato da Radio Immagina
“Aumentano le diseguaglianze e spesso il problema non è solo per mancanza di lavoro ma di stipendi miseri e pensioni basse che con il caro energia e con l’aumento dell’inflazione non permettono nemmeno di fare più la spesa e così ci troviamo con oltre 3 milioni di italiani che riescono a mangiare solo grazie a mense o pacchi alimentari”. Così Marco Furfaro, deputato Pd e presentatore di un emendamento alle legge di Bilancio per introdurre il reddito alimentare. “La cosa drammatica – prosegue Furfaro- è che a fronte di tutto questo abbiamo un altro dato paradossale: 330mila tonnellate di cibo che vengono sprecate ogni anno. Cibo invenduto della grande distribuzione che per vari motivi viene gettato nell’immondizia”. Per il deputato Dem si può trovare una soluzione introducendo proprio “il reddito alimentare che prova ad incrociare queste due ingiustizie, facendo sì che tutto questo cibo invenduto venga redistribuito alle persone che ne hanno bisogno. Con Il reddito alimentare – ha concluso Furfaro- si farebbe in modo tale che la grande distribuzione consegna ai comuni l’elenco del cibo a disposizione e tramite il terzo settore, in collaborazione con i comuni, si potrebbe distribuire il cibo, stabilendo una soglia di reddito sotto la quale sei una persona che ha delle fragilità economiche”.
“Misura per sostenere famiglie e regolarizzare lavoro badanti”
“Un aumento dell’indennità di accompagnamento è la risposta più efficace per sostenere le famiglie che incontrano sempre maggiori difficoltà ad affrontare i costi della non autosufficienza. Per questo abbiamo presentato un emendamento alla legge di bilancio che affronta questo grave problema e che ha l’obiettivo di aumentare l’assegno e regolarizzare il lavoro di badante, oggi ci sono oltre un milione di occupati nel nostro Paese, di cui il 60 per cento non assunto in regola. Con l’approvazione dell’emendamento, gli utenti (al momento l’11,2 per cento degli ultrasessantacinquenni) che scelgono di utilizzare le risorse per impiegare badanti assunti regolarmente riceverebbero 800 euro mensili, mentre per chi vorrà riceverlo senza vincoli d’uso resterebbe l’attuale cifra di 529 euro. Questo un fondamentale passo in avanti, fra l’altro previsto in tutte le ipotesi di riforma presentate, in attesa dell’approvazione della riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti prevista dal Pnrr”. Lo dichiarano la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani, i capigruppo nelle commissioni Bilancio e Affari sociali, Ubaldo Pagano e Marco Furfaro.
600mila bambini, tre milioni di italiani. Sono i numeri di un'emergenza di cui si parla troppo poco, sono gli italiani che hanno bisogno di aiuto per mangiare, tramite mense o pacchi alimentari. Numeri aumentati del 12 per cento rispetto all’anno precedente. Il caro energia, l'inflazione, le diseguaglianze sempre più crescenti colpiscono pensioni, lavoratori con stipendi miseri e disoccupati. E così cresce sempre di pù il numero di italiani che non riescono nemmeno più a fare la spesa per mangiare. E a fronte di questa grande ingiustizia, vi è l’enorme mole di invenduto della distribuzione alimentare: 230mila tonnellate di cibo che viene sprecato ogni anno e gettato nell'immondizia. Per questo abbiamo chiesto di introdurre il “reddito alimentare” in legge di bilancio, cioè uno strumento attraverso il quale si ponga fine a uno spreco immorale e si distribuisca il cibo a chi ne ha bisogno. Nessun esborso di denaro diretto, ma generi alimentari di prima necessità recuperati dalla grande distribuzione e distribuiti attraverso una collaborazione con il Terzo Settore a chi ne ha bisogno. Una norma di civiltà, che risponda al dramma di bambini e adulti in povertà, che combatta uno spreco di risorse e che può essere garantito con un fondo di 50 milioni. Una cifra irrisoria rispetto ai costi che portano povertà, malnutrizione, mancato accesso alle cure delle stesse persone coinvolte. Faccio appello al governo affinché ascolti una proposta di giustizia e mero buon senso, per aiutare gli italiani in difficoltà.
Così Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera.
“Serve un incremento del Fondo Sanitario Nazionale per oltre 4 miliardi nel 2023, 3,3 mld nel 2024 e per altri 3 mld nel 2025. La sanità pubblica non può essere colpita come il governo dimostra di voler fare con la legge di Bilancio. Al contrario, deve essere rafforzata e migliorata. Per questo interveniamo con i nostri puntuali emendamenti che indicano queste cifre e la cui copertura è data dallo stop alla flat tax e ai condoni. Proponiamo anche un Fondo di 400 milioni per l’abbattimento delle gravi criticità sulle liste di attesa e la soppressione del tetto di spesa per il personale, anche a garanzia dei livelli essenziali di assistenza. Altro tema fondamentale per l’efficacia della sanità pubblica riguarda l’assunzione di medici di base, specialisti e pediatri: per questo presentiamo emendamenti che mirano a maggiori finanziamenti per le borse di studio. Queste, solo alcune delle nostre proposte per evitare i rischi di collasso del nostro sistema sanitario a cui le miopi scelte del governo ci stanno indirizzando, al di là dei goffi tentativi propagandistici della maggioranza che cercano di nasconderlo”. Lo dichiara il capogruppo democratico in commissione Affari sociali alla Camera Marco Furfaro, presentando alcuni degli emendamenti Pd alla manovra.
Dichiarazione di Marco Furfaro, deputato Pd
“Cinque proposte per aiutare Prato e la provincia, dal diritto alla casa per tutti allo sviluppo economico passando per la transizione ecologica e la promozione dello sport, affinché la politica sia davvero vicina ai bisogni della sua comunità”. Marco Furfaro, parlamentare del Partito Democratico eletto nel collegio di Prato, annuncia alcune proposte emendative alla legge di bilancio.
“La priorità in un territorio fortemente colpito dalla crisi economica e pandemica come quello pratese, è finanziare un piano per garantire diritto alla casa e rilanciare l'economia locale. Solo dal 2019 al 2020 la domanda di alloggi di edilizia pubblica popolare è salita del 585%. Per questo - spiega il deputato – abbiamo previsto 2 milioni di euro per finanziare alloggi abitativi pubblici e social housing, nonché per aiutare gli affittuari in difficoltà economica. Abbiamo proposto poi di istituire, nel distretto industriale, un Polo - assegnando al Comune di Prato un finanziamento straordinario di 2 milioni di euro per l’anno 2023 e di 1 milioni di euro a decorrere dal 2024 - per favorire una sinergia tra i servizi di inclusione sociale e lavorativa degli enti locali, che si occupi di rilanciare le imprese e il tessuto produttivo”. Si aggiunge a queste un po' di ossigeno per le società sportive pratesi. “Con Mauro Berruto, per garantire la sostenibilità della riforma del lavoro sportivo, abbiamo chiesto di aumentare gli aiuti alle società - spiega il deputato - portando il fondo a 80 milioni di euro”. Un’ulteriore proposta mira a salvare l’attività del CPIA pratese, Centro provinciale di istruzione per gli adulti, assegnando in via straordinaria 1 milione di euro a decorrere dal 2023 per una sede idonea e relativo personale, dopo anni di ricerca. Il deputato, da capogruppo in commissione Affari sociali, ha proposto anche emendamenti in accordo con il territorio per aumentare i fondi in sanità e per il personale sanitario. Infine, una proposta sulle ciclabili, un fondo da 100 milioni a disposizione dei comuni. “Ora tocca alla destra e ai parlamentari pratesi di maggioranza non girarsi dall'altra parte”, ha concluso.
"La relazione del ministro della Salute, Orazio Schillaci, questa mattina in commissione Affari sociali della Camera, fa emergere con chiarezza che non esiste, come sbandierato, in materia di più fondi per la Sanità, alcuna inversione di tendenza. Non ci sono risorse per far fronte alle esigenze del servizio sanitario nazionale, alle difficoltà delle Regioni, alle aspettative dei professionisti e al diritto alla salute dei cittadini. Dal 2020 al 2022, le risorse destinate alla sanità sono state sempre sopra il 7% del Pil, mentre il governo Meloni ridurrà la spesa fino al 6,1% del Pil nel 2025, un valore inferiore anche rispetto al periodo pre-pandemia (6,4% nel 2019, rispetto a una media Ue del 7,9%). Ad esempio, l'investimento previsto in legge di bilancio è totalmente insufficiente a fronteggiare la carenza di medici e infermieri. A fine novembre abbiamo raggiunto il numero di accessi massimo nei pronto soccorso per il 2022: i numeri di dicembre, quindi, costituiranno un surplus che andrà a gravare su una mole di lavoro ospedaliera già pesantissima. Con questa manovra, la destra sta semplicemente gettando benzina sul fuoco su un settore i cui problemi erano già stati aggravati dalla pandemia. Inoltre, abbiamo chiesto al ministro se intende sostenere i nostri emendamenti che proveranno ad aumentare i fondi, dimezzare le liste di attesa, assumere nuovi medici e pediatri (la cui carenza è determinata tra l'altro non solo dal numero in organico, ma anche dal dumping salariale creato dall'estensione della flat tax e quindi dalle scelte di questa legge di bilancio). Abbiamo chiesto al ministro di dare seguito ai buoni propositi enunciati, dando battaglia contro il governo di cui fa parte affinché la sanità pubblica sia finanziata e non svilita".
Lo dichiarano i deputati dem Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione Affari sociale a Montecitorio e Gianni Girelli della commissione Affari sociali della Camera, a margine dell'audizione in commissione del ministro Schillaci.
"Il Gruppo del Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista alla Camera ha preparato una serie di emendamenti alla legge di bilancio 2023, che saranno depositati oggi, perché vogliamo fare della legge di bilancio una legge che investa nella sanità pubblica e garantisca il diritto alla cura a tutte e tutti, il governo di destra, al contrario, va esattamente nella direzione opposta, definanziando il fabbisogno sanitario nazionale che nei prossimi anni, al contrario del biennio 2020-2022, quando il Partito Democratico era al governo, tornerà ai livelli pre-pandemia, ovvero sotto il 7% del Pil”. Lo dichiara il deputato dem Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera.
“L’emendamento principale – sottolinea l’esponente dem - che mira a rafforzare la tutela e la salute dei cittadini, punta a destinare i soldi degli extra profitti, dell'estensione della flat-tax e dei condoni per finanziare la sanità pubblica. Inoltre, in un momento in cui c'è una carenza strutturale di medici, in particolari di medici di base e di pediatri, abbiamo previsto degli emendamenti che prevedono un aumento delle borse di studio per adeguare il loro numero ai livelli necessari a garantire il diritto alla cura”.
“Ci sono 60.000 italiani – conclude Furfaro - senza fissa dimora che hanno perso la residenza, principalmente per problemi economici, con la conseguenza di perdere il diritto di accesso a un medico di base. L’unico modo che hanno per accedere alle cure è presso i pronto soccorso, già gravati e oberati da un alto numero di presenze. Per sanare questa situazione, non degna di un paese civile e per garantire loto un diritto previsto dalla Costituzione, abbiamo previsto un emendamento specifico in merito. I nostri emendamenti puntano anche ad aumentare i fondi per i caregiver e le persone con disabilità”.
"Un'inversione di tendenza" dice il ministro? Vero, ma a danno della sanità pubblica. I fondi aggiuntivi in manovra destinati alla sanità sono 2 miliardi, di cui 1,4 miliardi saranno erosi dal caro energia e dall'inflazione. Il resto? Zero, niente di niente. Non c'è nulla per il personale, niente per il rinnovo dei contratti, niente per dimezzare le liste d'attesa. Niente per portare il numero di medici di base e pediatri a un livello appena dignitoso, finendola di gravare in modo spropositato su medici e operatori sanitari come fatto in questi anni. La verità è che la legge di bilancio metterà a rischio i bilanci delle regioni e, ancora peggio, il diritto alla salute degli italiani, in particolare quelli più fragili. Una linea chiara: per la destra a pagare devono sempre essere i più fragili, con i più ricchi che potranno ricorrere alla sanità privata.
Così Marco Furfaro, capogruppo PD in commissione Affari Sociali, commenta le dichiarazioni del ministro della Salute Schillaci che ha parlato di "inversione di tendenza"