“Le decine di filmati di semplici cittadini sulla clamorosa rapina alla Mondialpol di Sassari mostrano scene da far west che erano sconosciute nella nostra Regione e nella nostra città, ma testimoniano di una vicenda durata un tempo molto lungo con i criminali che hanno agito indisturbati e che indisturbati sono potuti fuggire sulla 131 verso Cagliari. Siamo tutti sollevati dal fatto che non ci siano state vittime, che potevano esserci e anche numerose, ma non possiamo non esprimere preoccupazione per la dinamica della rapina, la sua durata e l’apparente assenza di forze dell’ordine di pronto intervento, limitata ad un’auto Punto dei Carabinieri intervenuta alle 20 di venerdì in una città da 130mila abitanti, fermata da raffiche di kalashnikov. È evidente che ci sia un problema di organici delle Forze dell’ordine e che questo metta a repentaglio l’incolumità dei cittadini e dello stesso personale che si trova a fronteggiare una situazione di emergenza con un personale insufficiente. È da diverso tempo che denunciamo in Parlamento l’insufficienza e l’età elevata degli organici di polizia e carabinieri, ma sulla vicenda gravissima avvenuta ieri le domande sono anche sulla capacità e sui tempi di reazione del sistema di sicurezza territoriale. Non pare essere stato adeguato alle esigenze e alle aspettative e occorre che si tranquillizzino i cittadini. Per questo depositeremo una interrogazione urgente al ministro degli Interni Piantedosi sullo stato degli organici e dei mezzi del sistema di sicurezza del territorio, sulla capacità reale di reazione e su quanto avvenuto ieri a Sassari. I dubbi che abbiamo sono che ci stiamo preoccupando di inverosimili invasioni dal mare e molto meno della serenità dei cittadini. Perché questo Governo al di là della propaganda sulla sicurezza, in realtà realizza il niente. Tante parole quando erano all’opposizione, nessun fatto ora che governano”.
Lo dichiara il deputato del PD, Silvio Lai.
"Dopo due giorni di scuse di FdI conseguenti all'inchiesta di FanPage, oggi la Meloni minaccia la stampa libera rea di aver scoperchiato i rigurgiti fascisti, razzisti e antisemiti della sua organizzazione giovanile. Qual è il vero volto di FdI? Quella che prende le distanze dagli insulti antisemiti e dalle avocazioni naziste, che celebra dimissioni dei giovani dirigenti di cui si scopre non essere state volontarie ma richieste dai vertici del consiglio nazionale della gioventù già una settimana fa, oppure quella che accusa la stampa di fare inchieste da cui emerge questo schifo. Riesce la presidente Meloni a chiudere con il suo inquietante passato che è ben rappresentato dalla fiamma nel simbolo? Riesce la presidente Meloni a dirsi antifascista senza alcuna ambiguità? Se ci riuscirà sarà un bene per il Paese e per la democrazia e forse in Europa emergerà un diverso trattamento. Anche perché per difendere il gruppo politico a cui appartiene sta causando un ridimensionamento del ruolo dell’Italia. Si fermi e metta la patria al primo posto, è ancora in tempo". Così il deputato dem Silvio Lai.
“Hanno forzato le regole parlamentari per imporre una seduta fiume e votare, nottetempo e non alla luce del sole, un'autonomia differenziata senza paracadute. Una forzatura per potere ed interessi delle forze politiche della destra, l’autonomia ad uno, il premierato all’altra, la separazione delle carriere alla memoria del terzo.
Calderoli ha fatto il giocatore di poker, ha fatto buio senza vedere le carte perché non si sa, e questa notte lo ha ammesso, quanti soldi servono e a cosa toglierli. Intanto si prepara l’arma poi si vedranno i danni è la filosofia del Governo, che ha deciso di dividere il Paese con questa scelta spregiudicata. Pagheranno caro questa scelta, tutti gli italiani, anche i pochi che, apparentemente, potrebbero trarne un vantaggio e a maggior ragione ci rimetteranno i cittadini del Mezzogiorno e delle Isole che si vedranno ridurre ancora di più diritti e servizi rispetto alle regioni del centronord. Sanità, assistenza, scuola, ambiente non avranno le risorse necessarie in egual misura in ogni parte del territorio. Cresceranno le disuguaglianze, aumenterà la precarietà, si innescheranno nuovi conflitti sociali. Continueremo a dare battaglia in Parlamento per impedire l'approvazione definitiva delle altre riforme costituzionali e porteremo nelle piazze il disagio di quanti la vivranno sulla loro pelle. Se pensano di averci piegato sbagliano e di grosso, non ci fermeremo”. Lo dichiara il deputato del PD, Silvio Lai.
“Con un verbale neutro, il tentativo di normalizzare e di dare un senso assuefazione a quanto è successo ieri in Aula è impossibile. Ci sono i video che dimostrano bene quanto accaduto: un parlamentare della maggioranza tenta di colpire con due 'ganci' l'onorevole Donno. Se le immagini sono indelebili, nel verbale non si dà importanza al fatto che le parole sono pietre. Scrivere tumulti o disordini è scorretto”. Lo dichiara il deputato dem Silvio Lai in Aula di Montecitorio per chiedere la modifica del processo verbale sulla giornata di ieri nella discussione sull'autonomia differenziata.
“Non scrivere 'aggressione' è come scrivere 'guerra' al posto di 'invasione': cambia completamente il significato. Il verbale va cambiato”, ha concluso Lai.
Prima un “stai zitta” rivolto alla capogruppo del PD poi negato perché rivolto alla vicina di banco, poi il gesto della XMas di un deputato della Lega che lo giustifica con X-Factor, poi il gesto dell’ombrello dai banchi della Lega verso il tricolore consegnato e rifiutato dal ministro, poi l’aggressione di un deputato ancora della Lega verso un altro deputato dell’opposizione, forse anche di un deputato di FDI, e la giustificazione dell’aggressione con l’accusa di simulazione da parte della vittima come in un campo di calcio con la Var. Se non fosse gravissimo quello che è successo oggi alla Camera, siamo alle prese con una maggioranza incapace di trattenere le proprie pulsioni squadriste e secessioniste che si giustifica come una banda di bambini presi con le dita nella marmellata.
Questo è il biglietto da visita del Governo italiano per il G7, una maggioranza squadrista e secessionista che si racconta di avere titolo a guidare il mondo civile. Non cosi! Lo dichiara il deputato PD Silvio Lai
“Enrico Berlinguer ha lasciato un segno profondo nella storia democratica del nostro Paese e il suo ricordo vive ancora oggi nella memoria collettiva, a quaranta anni di distanza dalla sua morte, anche tra coloro che per ragioni di età non hanno avuto modo di conoscerlo in vita. E’ questo un fatto straordinario che dà ancora più lustro alla figura di un grande personaggio politico così vicino alle ragioni e alle aspettative di quella parte di popolo in continua ricerca di riscatto sociale e della dignità spesso negata”.
Lo dichiara il deputato Pd, Silvio Lai, che questa mattina, nel giorno dell’anniversario della morte di Berlinguer, ha partecipato a Sassari alla cerimonia di deposizione di una corona in corrispondenza della casa natale del leader in viale Dante.
“Per noi sardi - aggiunge - vi sono molti motivi in più per ricordarlo a cominciare dal fatto che la Sardegna è stata per tutta la vita, anche a distanza, la terra di Enrico Berlinguer. Un legame forte, valoriale che si riscontrava anche nel suo profilo personale: sobrio, privo di fronzoli e al tempo stesso rigoroso nei comportamenti che addolciva con un sorriso accogliente in grado di non far mai pesare ruoli e funzioni. Rimarrà per sempre il suo esempio - conclude - perché ci ha consegnata una idea nobile della politica lontana dagli interessi personali e dalle convenienze, capace però di guardare sempre agli interessi collettivi, con coraggio e determinazione”.
“Il Mef mette nero su bianco la spending review di duecento milioni di euro l’anno, 1 miliardo in 5 anni per i comuni italiani con il sud più danneggiato per il criterio PNRR. La cifra complessiva proviene dall’elenco che il Mf ha reso noto per suddividere i tagli tra ministeri, Regioni ed enti locali dopo le due ultime leggi di bilancio 'allegre' dove lo spreco di risorse in mancette elettorali era evidente, dai soldi alle società di calcio di serie A, ai condoni voluti da Salvini che sono costati 1 miliardo di euro, alle regalie per i collegi dei parlamentari di maggioranza, alle tasse cancellate sui mega profitti alle banche e alle aziende energetiche, che ora aumentano il valore in borsa a scapito degli interessi sui mutui e con le bollette alle stelle, ora il governo raschia il fondo del barile colpendo i più deboli”. Così Silvio Lai, deputato dem e componente commissione Bilancio.
“Il governo - conclude Lai - ha fatto un altro disastro nei confronti dei comuni già danneggiati dalle manovre di Fitto sulle risorse del PNRR: solo in Sardegna mancheranno 7,5 milioni l’anno per un totale di 38 milioni con Sassari e Cagliari che subiscono i danni maggiori con 6 milioni globali per Cagliari e 2,5 milioni per Sassari. Sono tagli da paura che penalizzano maggiormente i comuni che hanno usufruito dei fondi PNRR con due conseguenze: che i comuni non avranno il personale per far funzionare le strutture costruite con il PNRR come gli asili nido e che ad essere penalizzati maggiormente saranno i comuni del Mezzogiorno che hanno ricevuto una quota del 40 per cento del finanziamento PNRR”.
Vogliono spaccare l’Italia e non conoscono nemmeno la geografia e la storia democratica del nostro Paese. Qualche minuto fa il deputato di Fratelli d’Italia Gianluca Vinci, arrampicandosi sugli specchi, ha tentato di giustificare l’autonomia differenziata segnalando la disparità di riconoscimento istituzionale tra i cittadini sardi e siciliani con quelli delle regioni del Mezzogiorno. Con un atteggiamento sarcastico ed accusatorio Vinci ha solennemente chiesto agli altri parlamentari: “cos’hanno in più i cittadini sardi e siciliani di quelli campani o pugliesi per avere la specialità regionale?”
Provino a spiegarglielo i parlamentari sardi e siciliani di maggioranza a questo loro collega i motivi della specialità delle due isole regioni o di tre regioni di confine bilingue, magari insieme ai principi costituzionali di insularità. Se non ci riescono a parole provino con i disegnini così l’on. Vinci evita di parlare senza sapere e si risparmia una nuova figuraccia. Nel farlo probabilmente questi colleghi potrebbero anche accorgersi del drammatico errore che stanno compiendo per il Sud, tutto insieme, e anche per Sardegna e Sicilia, che non vengono minimamente protette da una disarticolazione della finanza pubblica, con l’approvazione della legge sull’autonomia differenziata, sulla quale ha lanciato l’allarme anche la Conferenza Episcopale Italiana perché sbriciola il Paese, nega la parità dei diritti per tutti i cittadini e serve solo per rafforzare l’egoismo di alcune regioni del Nord.
Lo dichiara il deputato del Pd Silvio Lai.
Dichiarazione di Silvio Lai, deputato Pd
Il rapporto ISTAT 2024 mostra come è cambiata l’Italia negli ultimi 20 anni nella composizione delle famiglie e nello stato degli adolescenti.
In 20 anni le famiglie non tradizionali sono passate dal 21,9% al 39,7%: si tratta di famiglie single con o senza figli o famiglie ricomposte dopo separazioni, formalizzate o meno.
Dall’altro lato sono numeri incredibili quelli dei ragazzi sino ai 16 anni in stato di deprivazione sociale che sono 1,13 milioni, il 13% con punte del 20% nel mezzogiorno e dell’11% al nord. Ma sono il 33,9% gli adolescenti in stato di deprivazione sociale nelle famiglie con titolo di studio di terza media e licenza elementare. Questo in un contesto di povertà educativa molto profonda e di disuguaglianze sanitarie radicate che costituiscono le fondamenta della deprivazione sociale. In generale, sono l’8,5% della popolazione le persone in povertà assoluta contro il 6,4% del 2014.
Ora, a questi problemi cosi precisamente individuati, si possono dare risposte come quelle del decreto Caivano e dei pro-life, nell’illusione velleitaria di contrastare i cambiamenti riportando indietro le lancette dell’orologio con politiche da sceriffi, oppure accostarsi al capezzale del milione di ragazzi in deprivazione sociale e dei milioni di nuove famiglie per accompagnarle in una società, quella del nostro Paese, che non è organizzata per accoglierle e sostenerle. Si può mettere la testa sotto terra come gli struzzi oppure accettare il cambiamento e sostenerlo con politiche utili al Paese, come in Francia e in Spagna. “ Lo dichiara il deputato PD Silvio Lai della Commissione Bilancio della Camera.
"Centinaia di docenti della Sardegna costretti a migrare verso il continente pur di partecipare ai concorsi per la stabilizzazione. Una cosa inaudita vista anche le sedi dei concorsi in Campania, Basilicata e Marche non certamente servite da collegamenti facilmente raggiungibili e in stretta continuità con la Sardegna. Questo peraltro determinerà tempi di spostamenti e logistici più lunghi con un forte aggravio dei costi per i docenti che dovranno sostenere il viaggio".
Il deputato dem Silvio Lai si rivolge direttamente al ministro Valditara. “Non si possono definire i luoghi dell’effettuazione dei concorsi avendo a riferimento solo criteri di ordine numerico, dislocando in proporzione i 1283 candidati di cui oltre un centinaio sardi. Occorre tenere conto anche della specificità delle aree svantaggiate per continuità territoriale, coma la Sardegna ed anche la Sicilia, e prevedere quindi sedi di esame che garantiscono pari opportunità a tutti i cittadini. Per questo - conclude l'on. Silvio Lai - mi rivolgo direttamente al ministro Valditara perché intervenga con assoluta urgenza per risolvere questa palese discriminazione e consenta a tutti i docenti, in pari modo, di affrontare il concorso con la giusta serenità”.
“L’art.116 della Costituzione parla di “forme e condizioni particolari di autonomia” in un quadro di unità del Paese, non di cessione integrale di materie”. Così Silvio Lai, deputato del PD nella discussione generale in commissione sulla autonomia differenziata. “Ciò che sarà l’effetto dell’autonomia differenziata lo si vede già oggi nella sanità, nel trasporto pubblico locale e nella formazione professionale. Tutte le Regioni hanno iniziato a esercitarle insieme ma con risultati molto differenti che rendono profonde le differenze dei diritti dei cittadini. Basta vedere l’aspettativa di vita in sanità, l’efficienza del trasporto pubblico locale che rende vivibili o meno le città, l’esigibilità del diritto alla formazione o la profonda voragine della dispersione scolastica e formativa da Roma in giù, per avere chiaro come l’autonomia differenziata renderà più profonde le differenze nei diritti dei cittadini. Non è così che si renderà in grado il Paese di diventare più competitivo, si obbligheranno semplicemente i giovani del Mezzogiorno ad una nuova migrazione come negli anni 60 che renderanno invivibili le città del Nord e inaccessibili i servizi pubblici, erogati per reddito come già avviene nel concreto nella sanità. Un progetto egoista per alcuni territori, pensato 40 anni fa, ormai superato in un mondo che deve aggregarsi per competere, e che assomiglia ormai ad un incubo per tutti gli Italiani.”
“Confermati i tagli al sistema sanitario. La maggioranza con il placet del governo ha bocciato i nostri emendamenti al Pnrr che, coerentemente a quanto richiesto dalla Conferenza dei presidenti di Regione, prevedevano l’abrogazione della norma che cancella dal Pnrr la misura “verso un ospedale sicuro”. Siamo davanti a un incomprensibile e scellerato attacco al sistema sanitario che avrà effetti pesanti sulle casse regionali visto che molte regioni, come è stato ribadito in commissione, hanno già attivato la programmazione e sviluppato rilevanti progetti di edilizia sanitaria che sono in avanzato stato di definizione”. Così i deputati democratici della commissione Bilancio della Camera, Ubaldo Pagano, Maria Cecilia Guerra, Silvio Lai, Claudio Mancini e Silvia Roggiani.
“Le differenze tra Nord e Sud con il progetto Calderoli-Salvini possono solo aumentare”
Il rapporto Gimbe dice con chiarezza che sulla sanità (come sulla formazione professionale, se qualcuno ci guardasse dentro) quarant’anni di autonomia differenziata regionale non hanno colmato le differenze tra Regioni ma le hanno acuite. Nelle differenze del sistema sanitario delle Regioni si vede in nuce lo sviluppo del progetto Calderoli-Salvini nei diritti fondamentali che vedono il Mezzogiorno soccombere sempre di più.
Per quanto riguarda i dati della Sardegna si tratta in parte di una triste conferma dell’arretramento delle performance già evidenti nei dati del ministero dell’Economia pubblicato solo qualche mese fa. In questi anni in Sardegna non sono stati garantiti i Lea della prevenzione, nel territorio e negli ospedali e questo sulle patologie più ordinarie quanto su quelle più gravi.
Così il deputato del PD Silvio Lai.
“Si rischia il deserto democratico se il governo perseguita poveri migranti ma non tutela gli amministratori locali. Esprimiamo la più ampia solidarietà al sindaco di Ottana, Franco Saba, e alla sua amministrazione per il gravissimo atto di intimidazione subito. Una bomba sulla porta del municipio che esplode nella notte è una sfida alla democrazia e va respinta in tutti i modi. Sono atti che mostrano quanto sia difficile essere un amministratore locale se non si è tutelati e se non si interviene per prevenirli. Ci sono zone nelle quali si rischia di avere un deserto democratico.
Farebbe bene il Governo a mantenere le tante promesse sul fronte della sicurezza che sono restate solo negli impegni elettorali. Siamo di fronte ad un Governo che non sembra in grado di tutelare l’ordine pubblico e gli amministratori locali mentre si occupa di perseguitare cortei studenteschi o poveri migranti che fuggono dalle guerre”. Lo dichiara il deputato del PD Silvio Lai.
Il ministero della Sanità renda chiari quali siano i progetti che sono coperti con FSC e art.20.
“Dopo 9 mesi dai tagli effettuati arrivano le coperture parziali sui definanziamenti Pnrr ma non arrivano le specifiche sui singoli interventi, a partire dalla sanità.” Così i deputati dem Silvio Lai e Gianni Girelli, rispettivamente componenti delle commissioni Bilancio e Affari Sociali.
“Intanto - aggiungono gli esponenti Pd - le rassicurazioni del ministro Fitto sul mantenimento delle risorse in sanità per il Pnrr poggiano solo sulle sue parole e non su documenti ufficiali. Tutte le Regioni, insieme, hanno dichiarato che non si tratta di rimodulazioni del Pnrr, quelle annunciate da Fitto, ma di tagli per oltre 1,2 miliardi per l’ammodernamento degli ospedali che mancano all’appello nella copertura tra FSC e art.20 Legge 67/88, e le Regioni hanno la responsabilità diretta sui bilanci della sanità. Il ministro Fitto ha comunicato che non mancherebbero le coperture perchè molti dei progetti in sanità inseriti nel Pnrr erano già finanziati dall’art.20 e quindi ritornano su quella copertura ma nel frattempo molte Regioni avevano avuto affidamenti su infrastrutture da completare o avviare proprio con quei finanziamenti che ora spariscono".
"Occorre fare chiarezza e siccome - concludono Lai e Girelli - il ministero di Fitto non risponde alle interrogazioni porremo le nostre domande anche al ministro Schifani che ha la competenza sull’articolo 20 con una interrogazione che presenteremo in queste ore nella quale chiederemo quali siano i progetti coperti e quelli esclusi da questa copertura dopo la revisione del Pnrr per scoprire chi subisca i tagli denunciati dalle Regioni”.