Alla prima vera crisi industriale con una multinazionale il governo Meloni dimostra tutta la sua incapacità: il fallimento della trattativa tra il governo e la multinazionale svizzera Glencore per la vertenza della Portovesme srl che coinvolge oltre 1500 lavoratori ha precise responsabilità nella volontà dell’azienda di chiudere le principali produzioni quanto nella proposta insufficiente da parte del Mimit, il ministero competente.
Il Governo non può pensare di affrontare una crisi di questa dimensione con le proposte ordinarie del 20% di credito d’imposta sull’energia in una Regione che oggi la paga 3 o 4 volte il prezzo medio italiano né, d’altronde, consentire alla multinazionale che ha ottenuto tanto in questo Paese di chiudere le produzioni principali al prezzo di un possibile futuribile piano di riconversione che occuperebbe meno del 10% della attuale forza lavoro. Un Governo capace, che si mette in campo ai massimi livelli, ha gli strumenti per evitarlo e per evitare che una produzione strategica come il piombo sparisca dal nostro Paese, non lasciando soli i lavoratori e i loro rappresentanti, a partire dal prossimo 12 aprile.
In questo contesto il Presidente della Regione Sardegna è attore non protagonista, che anziché mettere in campo soluzioni, si presenta a mani vuote ma “commosso”.
Così il deputato del Pd Silvio Lai.
Sospeso incontro al ministero con i vertici Glencore. Bene il tavolo di crisi ancora aperto ma davvero davvero la proposta del Governo è il credito d’imposta del 20% per tre mesi e una parte di un fondo da 2 mln?
Così su Twitter il deputato democratico Silvio Lai
"Dopo l’informazione Rai, la giustizia, gli artisti di Sanremo e la Guardia Costiera, ora la destra vorrebbe tentare di mettere il bavaglio anche all’Anac, considerata colpevole di aver espresso critiche, attraverso il presidente Giuseppe Busia, al codice degli appalti del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Anac che ha quale missione principale quella di prevenire la corruzione, promuovere la trasparenza e la cultura della legalità. Di tutto questo ha timore la destra? Dietro il paravento della velocizzazione ci sono altri interessi da tutelare? Perché si vuole rendere il sistema degli appalti pubblici più vulnerabile? I primi atti di questo governo confermano che la strada scelta è ben altra rispetto al rigore e al rispetto delle norme, per buona pace degli appetiti della criminalità organizzata. Per questo abbiamo aderito alla manifestazione del primo aprile promossa dalla Cgil decidendo di stare al fianco delle parti sociali e dei sindacati per chiedere che sul codice degli appalti, come sul Superbonus, questo governo risolva i problemi che ha creato". Lo afferma in una nota il deputato dem Silvio Lai, della commissione Bilancio.
“Annunci roboanti ma poi sul Superbonus il governo si limita ad una Supercazzola. Altro non è la previsione che banche, intermediari finanziari e assicurazioni che hanno esaurito la propria capienza fiscale potranno utilizzare i crediti per sottoscrivere emissioni di Btp poliennali. La buona intenzione si trasforma in farsa poiché la misura vale per gli interventi effettuati fino al 2022, ma il primo utilizzo potrà essere effettuato solo dal primo gennaio 2028. Se lo strumento fosse efficace, il governo starebbe impegnando le risorse del bilancio della prossima legislatura e questo sarebbe immorale. Ma che lo strumento sarà inefficace lo dirà certamente il mercato, perché nessuno strumento finanziario può essere credibile se congela risorse finanziarie per cinque anni”.
Lo dichiara Silvio Lai, deputato Pd della commissione Bilancio della Camera.
“Lavoro e giovani non sono facce della stessa medaglia. È grave che un quarto dei nostri giovani non riesca a trovare una occupazione. I dati sono ancora più allarmanti quando il lavoro trovato risulta precario, intermittente ed instabile, con punte estreme nel Mezzogiorno. Il grido di allarme lanciato dai Vescovi italiani con il messaggio per la Festa dei lavoratori non può lasciare indifferenti ed impegna le istituzioni e la politica a profondere il massimo sforzo per dare quelle prospettive di certezza ma anche di dignità alle nuove generazioni. Per farlo serve una strategia che unisca sviluppo, giustizia sociale, lotta alle diseguaglianze, diritti. E’ dentro una crescita di qualità e sostenibile che si possono creare nuove opportunità di lavoro. L’era dei combustibili fossili e dell’esasperazione economicista fondata su sfruttamento e speculazioni deve chiudersi definitivamente. Senza nostalgie e con il coraggio di assumere decisioni conseguenti. Riguarda pure l’ambiente e i mutamenti climatici al centro dei richiami solenni di papa Francesco”.
Lo ha dichiarato il deputato del Pd in commissione Bilancio alla Camera, Silvio Lai.
“Il dovere di accompagnare gli ultimi e di non lasciare indietro nessuno - aggiunge - passa per il diritto alla formazione e al rapporto più stretto tra scuola e lavoro. Un nesso ora insufficiente. Non ci si può attardare rinviando scelte necessarie che possano segnare la transizione ecologica utilizzando al meglio le opportunità che ci arrivano dal piano nazionale di ripresa e resilienza e dalle altre misure collegate che consentono di accedere a ingenti risorse europee. Preoccupa la possibilità, emersa in questi giorni, che possa venir meno la condizionalità all’occupazione di giovani e donne per i progetti finanziati dal Pnrr. Un tema che richiede immediata chiarezza da parte del governo Meloni. Non tradire le aspettative e le aspirazioni dei giovani ad un lavoro pagato correttamente, dignitoso e adeguatamente vissuto è l’unica strada per dare una prospettiva al nostro Paese. Non farlo - conclude - significa tradirli e accettare che i giovani fuggano dal nostro Paese e non per scelta ma per obbligo, come dimostra la recente indagine del Sole24ore sugli stipendi dei giovani italiani emigrati”.
“Regione e governo giocano a scaricabarile sulla pelle dei lavoratori di Portovesme. Avendo fallito nella trattativa non trovano di meglio, Solinas, Urso e Bergamotto, che lavarsene le mani e addossare le responsabilità all'azienda che non accetterebbe le condizioni proposte.
Intanto dal primo aprile 1500 lavoratori saranno in cassa integrazione a zero ore, che significa metà dello stipendio, con la possibilità non remota che, vista la cessazione dell'attività, arrivino le lettere di licenziamento collettivo.
Non si può stare dalla parte dei lavoratori solo a parole. Serve impegnarsi con più concretezza per trovare soluzioni accettabili. Il governo insieme alla Regione hanno gli strumenti per farlo. Anziché svendere le peculiarità della Regione con l'autonomia differenziata o pensare al Ponte sullo Stretto, che mai si farà, si diano da fare per restituire certezze a chi le sta perdendo”.
Lo dichiara il deputato del Pd, Silvio Lai.
“Sulla evasione dal carcere Badu e Carros di Nuoro, il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, rispondendo a una interrogazione a mia prima firma insieme al capogruppo Pd in commissione Giustizia, Federico Gianassi, ammette il totale fallimento del governo. Sisto infatti conferma ciò che già si sapeva. In quel penitenziario vi sono gravi carenze tecnologiche e umane che risultano incompatibili con la catalogazione dell'istituto al rango di massima sicurezza. Per di più, a un mese dall'evasione di un boss estremamente pericoloso, il vice ministro ha spacciato per soluzioni la sostituzione di un presunto responsabile interno e la convocazione del comitato dell’ordine pubblico, il cui esito è stato che il comune di Nuoro finanzierà nuove telecamere di sicurezza. Per i cittadini di Nuoro dopo il danno anche la beffa. Dovranno pagare i costi della messa in sicurezza, come se già non bastasse il fatto che quotidianamente vivono il pericolo di un carcere che è dentro la città e dal quale in pieno giorno è riuscito a fuggire un detenuto con l'aiuto esterno della criminalità organizzata. A questi cittadini cosa risponde il viceministro Sisto? Nulla. Visto che si è limitato a riferire che le carte sono secretate perché è in corso un’indagine della magistratura. Veramente poco da chi dovrebbe garantire alle nostre comunità giustizia e sicurezza”.
Lo dichiara il deputato del Pd, Silvio Lai.
“Liste d’attesa come quelle denunciate a Taranto dallo Spi Cgil, che sono abituali in tutto il Mezzogiorno, devono diventare motivi di decadenza dei direttori generali se non dimostrano di aver operato per contrastarle. La trasparenza delle Regioni è quasi inesistente e solo poche mettono in linea i siti come è obbligatorio per legge. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, faccia applicare la legge sui direttori generali rendendo obbligatori gli obiettivi sulle liste d’attesa. Le lunghe liste d’attesa rappresentano di fatto un impedimento all’accesso al diritto alla salute e per forza di cose obbligano i cittadini, di fronte a necessità impellenti, a rivolgersi alle strutture private. Per legge visite ed esami debbono avvenire in tempi programmati che vanno dai 30 ai 180 giorni. Le risposte che invece ricevono i cittadini sono di overbooking o addirittura di appuntamenti ad oltre un anno dalla richiesta. Una situazione insostenibile che dovrebbe vedere un maggior impegno da parte del ministro della Salute che fino ad ora non stato possibile riscontrare”.
“Una storia di grande prestigio, lunga 402 anni. L’università degli Studi di Cagliari inaugura l'anno accademico con un simbolico richiamo ai 75 anni della Costituzione e all'Italia modello di democrazie e libertà.
Grande sensibilità nella scelta fatta dal rettore Francesco Mola e dall'Università di Cagliari”. Lo scrive in un tweet il deputato dem della Sardegna Silvio Lai che ha partecipato all'inaugurazione del 402° anno accademico dell'Università di Cagliari.
“Chissà se il governo Meloni, anche di fronte alle evidenze, continuerà a dare del Superbonus una valutazione che si discosta totalmente dalla realtà. Quanto è emerso stamani alla Camera con l’audizione dall'Ufficio parlamentare di bilancio attesta che le agevolazioni edilizie hanno rappresentato una importante occasione di sviluppo per il Paese, con particolare riferimento al Sud, oltre che l'occasione di rigenerazione degli immobili rendendoli finalmente sostenibili ed efficienti sul versante energetico. In particolare il Superbonus ha avuto positivo riscontro per tutti i cittadini e non solo per quelli più ricchi, quando sono state introdotte lo sconto in fattura e la cessione del credito, ha riattivato tutto il sistema delle piccole e medie imprese artigiane in edilizia, ha permesso di raggiungere gli obiettivi di risparmio energetico previsti dal Pnrr. La maggiore spesa che lo Stato dovrà affrontare, che pure esiste, è stata già coperta dal governo Draghi e non ha prodotto alcun buco di bilancio. Il governo non può pensare che i cittadini abbocchino ai ‘raccontini del buco di bilancio da 120 miliardi’ chiudendo di colpo una misura che comunque raddoppia gli investimenti fatti. Con quali altre spese vuole sostituire il bonus edilizio il governo?”.
Così Silvio Lai, deputato dem della Commissione Bilancio.
“Quali sono - aggiunge - gli investimenti a cui l’esecutivo guarda con lo stesso moltiplicatore e con gli stessi risultati in termini di lavoro e di risparmio energetico? A quale altro sistema, oltre le squadre di calcio di serie A, deve fare qualche ‘favore’ il governo per chiudere la misura in questo modo, con il rischio di produrre contenziosi, fallimenti di imprese e crisi nei diversi settori produttivi delle costruzioni? Nel frattempo, per capire la direzione del vento di questo Governo, dal Senato arrivano notizie di maggioranza di una possibile proroga del Superbonus per le case unifamiliari e non certo per gli immobili popolari. Il ministro Giorgetti - conclude - venga in Aula a riferire delle favole raccontate e delle omissioni su questo tema’.
Tweet di Silvio Lai, deputato Pd
Giuri d’onore #Camera riconosce piena legittimità visita fatta in carcere per valutare le condizioni di salute del detenuto #Cospito. #Donzelli ha dovuto modificare posizione e ritrattare quanto detto in Aula per evitare di venir accusato di aver offeso l'onorabilita' dei deputati Pd
“Quella scarpetta di un bimbo ritrovata sulla spiaggia di Cutro dovrebbe interrogare le coscienze e non certo innescare un provvedimento disciplinare dell'ordine dei giornalisti nei confronti di Corrado Formigli che si ha assunto la responsabilità di mostrarla in televisione, a Piazzapulita su La7, per richiamare quel senso di umanità sempre più dimenticata. Semmai le attenzioni si rivolgano alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che non ha avuto nemmeno la sensibilità di rendere omaggio alle vittime di una tragedia che si sarebbe dovuta evitare. Non servono le passerelle del Cdm ma serve conoscere una verità che finora è stata negata”. Lo dichiara in una nota il deputato dem Silvio Lai.
"Ares, l’azienda sanitaria regionale della Sardegna, con i suoi concorsi si muove nel solco della coerenza normativa nazionale? I suoi bandi sono finte stabilizzazioni?". È quanto si chiedono i parlamentari sardi del PD Silvio Lai e Marco Meloni, scrivendo a Giuseppe Busia, presidente Anac, Autorità nazionale Anti Corruzione.
Lai e Meloni infatti con la missiva segnalano un bando di concorso per OSS pubblicato sul sito dell'Ares Sardegna "che presenta caratteristiche che lo avvicinano molto di più ad una operazione di stabilizzazione ad personam. Resta da capire, semmai, perché e per chi. Peraltro tra i requisiti richiesti vi è quello che basterebbe di aver svolto un solo giorno di lavoro anche attraverso una agenzia interinale effettuate senza alcuna selezione pubblica. Perché allora non dare valore ad esperienze nelle strutture convenzionate? Stranezze che meriterebbero ulteriori approfondimenti da parte di Anac.
Per questo - concludono Lai e Meloni - abbiamo chiesto all’Anac la verifica e la sospensione del bando e la verifica sui concorsi effettuati in Sardegna negli ultimi due anni nel sistema sanitario nei quali siano state considerate esperienze effettuate nel sistema pubblico ma senza previa selezione pubblica come elemento vincolante, effettuando di fatto stabilizzazioni e non concorsi aperti come prevede la nostra Costituzione".
“Cieca obbedienza pur di non disturbare il manovratore. Solinas e la sua giunta dicono Sì all'autonomia differenziata svendendo le peculiarità della Sardegna. Rispondono obbedisco senza avere coinvolto il consiglio regionale e senza aver segnalato le necessità dell'isola per evitare di diventare i parenti poveri delle regioni più ricche. Su quali livelli si garantiranno le stesse condizioni per servizi e diritti ai cittadini della Sardegna e delle altre regioni italiane? Ci sono in Sardegna le stesse infrastrutture e gli stessi servizi sociali della Lombardia e del Veneto? Come risolvere i problemi della continuità territoriale? Con l'autonomia differenziata di questo governo si vuole spaccare il Paese e si allargano le distanze tra ricchi e poveri. Solinas nel chiuso delle sue stanze ha deciso per tutti senza ascoltare le istituzioni e le comunità sarde”.
Così il deputato dem della commissione Bilancio, Silvio Lai.