“I centri per migranti in Albania non solo tradiscono i principi fondamentali su cui si basa la nostra costituzione, ma costituiscono anche un atto di irresponsabilità politica e amministrativa. Esternalizzare la gestione dei flussi migratori ad altri Paesi, come l’Albania, significa sottrarsi ai nostri obblighi morali e giuridici, violando così i diritti umani e creando un precedente pericoloso. Questa scelta del governo non rispetta né la dignità delle persone migranti né i valori sanciti dal diritto internazionale, su cui l’Italia ha costruito la propria identità.
Uno degli aspetti più gravi di questa operazione è l’assenza di trasparenza nella gestione delle risorse. Chiediamo al governo di rendere immediatamente pubblico l’elenco di chi si è aggiudicato gli appalti o che ha avuto subappalti per la costruzione e la gestione dei centri: un aspetto fondamentale per scongiurare l’infiltrazione della criminalità organizzata” Così in una nota il deputato democratico, responsabile nazionale sicurezza del Pd, Matteo Mauri.
Tajani attacca il Presidente Sanchez sulle politiche migratorie senza avere argomenti.
Sanchez ha giustamente criticato la norma anti-Sim del ddl sicurezza. Cioè quella che impedisce agli stranieri a cui è stato rifiutata la protezione internazionale in Italia di poter acquistare una sim. Compresi quelli che non possono essere rimpatriati. Gli argomenti che usa il Presidente spagnolo sono umanitari e razionali.
Ma evidentemente lo slancio umanitario e la razionalità non sono i punti forti del Ministro Tajani. Che infatti - dal lontano Brasile - risponde al Premier spagnolo senza entrare nel merito ma usando il solito disco rotto della propaganda. Che si vanta di aver ridotto gli arrivi, che erano quasi raddoppiati nel loro primo anno di governo.
Invitiamo il Segretario di Forza Italia a riflettere sul fatto che c'è poco da vantarsi di leggi che fanno crescere in prigione i bambini, che mettono i minori stranieri in situazioni di promiscuità nei centri di accoglienza per adulti, che tolgono forme di protezione ai migranti o che limitano le libertà di espressione del dissenso.
Ma ci rendiamo conto che sarà stato richiamato al dovere da qualcuno. Come quando era stato costretto a venire in Aula alla Camera a illustrare l'accordo con l'Albania per i centri immigrazione, di cui sapeva poco e che era stato stretto dalla Presidente Meloni senza nemmeno avvisarlo.
La propaganda e la demagogia sono le caratteristiche principali di questo Governo. Che provano a esportare nel mondo sulla pelle dell'Italia.
Così in una nota l’on. Matteo Mauri, responsabile nazionale sicurezza del Pd.
"Tutta la nostra solidarietà e vicinanza agli agenti aggrediti e feriti durante la manifestazione di Roma." Lo dichiara l'On. Matteo Mauri, Responsabile nazionale Sicurezza del PD. "Le aggressioni violente contro le forze dell'ordine in piazzale Ostiense sono state evidentemente premeditate, come dimostra la dinamica dell'attacco e l'uso delle bombe carta, e sono state condotte da frange violente che si sono infiltrate nel presidio. Fatto che ha oscurato completamente il modo pacifico e collaborativo verso le autorità con cui tante persone avevano animato fino a quel momento la manifestazione". "Le Forze di Polizia - prosegue Mauri - hanno risposto alle aggressioni violente senza mai perdere il controllo della situazione e usando solo la forza necessaria per fermare gli assalti degli aggressori".
"Sono le stesse Forze dell'Ordine che avrebbero assoluto bisogno di sostegno economico da parte dello Stato. Mentre il Governo non mette le risorse necessarie nè per un rinnovo adeguato del contratto di lavoro, nè per nuove assunzioni e nemmeno per il pagamento degli straordinari arretrati. L'ex Viceministro all'Interno Mauri conclude dicendo che: "nel cosiddetto ddl 'sicurezza' non c'è niente di tutto questo, ma solo parole vuote e demagogia. Continueremo a batterci come PD perché al Senato si trasformi il ddl in una Legge utile alla sicurezza e a chi la garantisce, e non alla propaganda a favore di telecamera di qualche Ministro".
Servirebbero risorse per enti locali e forze dell’ordine.
“Il Ddl Sicurezza è una legge disastrosa per quello che c’è e per quello che non c’è. Ci sono delle norme inumane, come quella delle mamme in carcere con i bambini piccoli o liberticide come quella del blocco stradale col corpo che viene punito, per la prima volta, con due anni di galera o quella della resistenza passiva in carcere. Sono norme che non servono a nulla per garantire la sicurezza, ma proprio a nulla, ma che attaccano in profondità il sistema liberale e democratico, perché cercano di impedire e comprimere il dissenso. Questa è una cosa molto grave in democrazia. Inoltre in questa legge non ci sono i soldi. Come al solito fanno tutto senza mettere un euro. Servirebbero risorse per gli enti locali per favorire la prevenzione, attraverso la sicurezza urbana e la vivibilità delle città, e servono soldi per le forze dell'ordine, per fare nuovi arruolamenti, per fare finalmente un contratto adeguato atteso da molti anni, per pagare gli arretrati e per la pensione integrativa". Lo ha detto il deputato dem Matteo Mauri, responsabile sicurezza del Partito Democratico, intervistato per la rubrica "Accade alla Camera" trasmessa dal canale YouTube dei deputati dem.
“Noi – ha concluso Mauri - abbiamo fatto di tutto e viviamo anche un po' la frustrazione per l'assoluta impossibilità di modificare questo testo in nessuna parte. Perché di fronte ci siamo trovati, come al solito, un muro di gomma. Per loro l'importante sono i rapporti di forza all'interno della maggioranza e il tentativo continuo di superarsi a destra su immigrazione e sicurezza da parte soprattutto di Fratelli d'Italia e della Lega. Con Forza Italia che finge di dire cose diverse e poi invece vota come tutti gli altri, facendo anche un po' di tristezza. Noi abbiamo fatto una forte opposizione in commissione. Abbiamo tenuto questa legge per mesi in ballo e in discussione, poi ovviamente la prevalenza dei numeri, purtroppo, ha fatto il suo corso”.
“In questo disegno di legge non c’è nulla sulla sicurezza, ma solo aumento delle pene, propaganda e norme pericolose. Ci sono purtroppo provvedimenti liberticidi per reprimere il dissenso, come quelli sui blocchi stradali e sulla resistenza passiva non violenta; inumani, come quello sul carcere per le donne con bambini; e anche contro l’interesse nazionale, come quello contro la canapa industriale che ammazza un importante settore del Made in Italy. Questo disegno di legge non contiene l’unica scelta che sarebbe andata nella giusta direzione: quella di dare più risorse alla polizia e agli enti locali. Infatti, non solo non è previsto neanche un soldo in più per i comuni per promuovere la sicurezza urbana, ma la maggioranza ha anche bocciato tutti i nostri emendamenti per nuove e straordinarie assunzioni di personale di polizia, per il rinnovo del contratto fermo da due anni e per il pagamento degli straordinari arretrati. Invece si alzano le pene e si inventano nuovi reati, in nome di uno sfrenato e pericoloso ideologico panpenalismo. Una legge pessima per quello che c’è e per quello che manca. Uno scempio che non voteremo”.
Così il deputato democratico Matteo Mauri, responsabile Sicurezza del Pd ed ex viceministro dell’Interno, intervenendo in Aula per annunciare il voto contrario del Gruppo al Ddl Sicurezza.
“Il governo continua a riempirsi la bocca con il ddl sicurezza ma non mette fondi per aumentare risorse alle forze dell’ordine. La maggioranza ha votato contro a un emendamento del Pd in cui chiedevamo alcune cose, soprattutto economiche, per le Forze dell'Ordine. In particolare assunzioni straordinarie; pagamento degli straordinari il mese dopo, e non dopo quasi due anni com'è adesso; aumento delle risorse per il rinnovo del contratto di lavoro del comparto Sicurezza, che è ancora bloccato dopo 2 anni di Governo del centrodestra. Niente fondi alla realizzazione di nuove scuole di formazione per le Forze dell'Ordine. Insomma il governo e la maggioranza di centrodestra parlano di sicurezza ma fatti zero. Come sempre anche questo decreto è solo uno spot elettorale e non dà aiuti strutturali al comparto”. Lo dichiara Matteo Mauri deputato e responsabile Sicurezza del Pd.
“La maggioranza non perde occasione per rendere la vita più difficile agli immigrati con una nuova norma che impedisce agli stranieri extracomunitari l'acquisto di una SIM telefonica con il solo passaporto, richiedendo invece sempre la presentazione del permesso di soggiorno. Una scelta sbagliata e inutile voluta dal Governo all'interno di una competizione a chi la spara più grossa tra i partiti di maggioranza. Una misura che, tra l'altro, non farà altro che favorire il mercato nero delle SIM, avvantaggiando così la criminalità organizzata e senza nessun vantaggio per gli italiani. Una norma paradossale, anche perché viene inserita in un provvedimento che dovrebbe invece mirare a migliorare la sicurezza delle persone” così il deputato democratico, responsabile sicurezza del Pd, Matteo Mauri, intervenendo in aula alla Camera.
governo ascolti grido d’allarme e modifichi norma al Senato
“Il governo ascolti il grido d’allarme degli agricoltori e torni indietro sulla norma del ddl sicurezza che affossa la filiera della canapa industriale” Così in una nota il deputato democratico, responsabile nazionale Sicurezza del Pd, Matteo Mauri.
“Oggi - aggiunge - anche Coldiretti critica duramente il governo per aver introdotto una norma che ucciderà un intero comparto imprenditoriale composto da migliaia di imprese, agricole e non solo, e di oltre 10.000 lavoratori.
Cioè esattamente quello che abbiamo detto in Aula alla Camera come PD. E su cui ieri il Capogruppo di FdI Foti ha provato inutilmente a replicare.
Peraltro - sottolinea Mauri - parliamo di un settore trainato dai giovani che vengono penalizzati ingiustamente e a cui vengono messi in discussione ingenti investimenti. Chiediamo al governo un ravvedimento e una marcia indietro nel corso dell’esame al senato.
Se la maggioranza non vuole ascoltare noi ascolti Coldiretti e tutte le altre associazioni di imprenditori agricoli della canapa".
Comprendiamo l’imbarazzo di Foti, frutto del nervosismo che aleggia nella maggioranza e, soprattutto, tra i ministri di Fratelli d’Italia ormai alle prese con questioni che imbarazzano tutto il paese” così il deputato del Pd Matteo Mauri replica al capogruppo di Fdi, Foti. “Ancora una volta - aggiunge Mauri - registriamo la risposta arrogante di Foti che prova a mischiare le carte e butta la palla in tribuna. Non accettiamo lezioni sulla sovranità del parlamento da parte di un esponente del partito della presidente del consiglio Meloni che sta quotidianamente umiliando e minando le basi del corretto confronto democratico. Troviamo sorprendente che il ministro Lollobrigida si nasconda dietro al capogruppo alla camera invece di metterci la faccia. Evidentemente ha molto da farsi perdonare dagli imprenditori agricoli che non ha difeso e che in questo momento sono in grandissima difficoltà”.
Stop alla canapa industriale voluto da Palazzo Chigi nel silenzio di Lollobrigida
"Con quale faccia Foti si permette di fare la morale all'opposizione sulla sovranità del Parlamento? Il capogruppo di Fdi non sa di cosa parla: il ddl sicurezza è di iniziativa governativa e l’emendamento sulla canapa industriale lo ha promosso direttamente palazzo Chigi” così, in una nota, il deputato democratico e responsabile sicurezza del PD, Matteo Mauri, replica al capogruppo di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, che ha criticato le posizione del Pd sulla canapa industriale esposte durante l’esame del Ddl Sicurezza alla Camera. “Le norme che metteranno in ginocchio il settore della canapa industriale – spiega Mauri - sono contenute in un Ddl governativo e sono state introdotte in commissione con un emendamento promosso dalla Presidenza del Consiglio, su richiesta esplicita del sottosegretario Mantovano. Davanti a questa invasione di campo, nel silenzio assordante di Lollobrigida, le parole di Foti sulla sovranità del Parlamento risultano ridicole e fuori luogo. Peraltro, ricordiamo a Foti che il governo ha messo la fiducia oltre 60 volte in neanche due anni, praticamente una ogni 10 giorni. E che le assenze dei ministri sono ormai la prassi anche durante l'esame di provvedimenti che riguardano le materie di propria competenza. “Foti – aggiunge Mauri – ha anche il ‘coraggio’ di dire testualmente che "la filiera della canapa non verrà toccata". Lo informiamo che purtroppo non è così, verrà distrutta, e lo dimostra il fatto che le aziende del settore stanno già lasciando il nostro paese. Facciamo una proposta a Foti: riceva le associazioni degli imprenditori della canapa, magari insieme al grande assente di questa vicenda, il ministro Lollobrigida. E si faccia spiegare bene da loro come stanno le cose, alla presenza di tecnici di sua fiducia. E poi faccia depositare a Fdi un emendamento per cancellare o modificare in profondità questa norma scellerata nel passaggio al Senato”.
“Sulla vicenda della canapa industriale si è realizzata la tempesta perfetta generata dal furore ideologico di Palazzo Chigi e di alcuni partiti di maggioranza che come al solito, non curandosi degli interessi nazionali, hanno voluto mettere nel ddl Sicurezza la loro bandierina ideologica”. Lo dichiara il deputato dem Matteo Mauri intervenendo in Aula durante la discussione sul ddl Sicurezza.
“L'emendamento di Governo contro la canapa è stata scelta scellerata - continua Mauri - che ucciderà a breve un intero comparto imprenditoriale composto da migliaia di imprese, agricole e non solo, e di oltre 10.000 lavoratori. Le associazioni di categoria hanno chiesto più volte al governo di fare marcia indietro e di essere ricevuti. Tutte iniziative che purtroppo non hanno ricevuto risposta. Al governo poco importa se migliaia di imprese chiuderanno e se ne frega se molti imprenditori, spesso molto giovani, che hanno investito su un'attività legittima ora si troveranno sul lastrico”. “Una scelta di una gravità assoluta – conclude Mauri - certificata dalla scomparsa del ministro Lollobrigida che invece di difendere gli interessi del settore agricolo si è adeguato alla volontà della Presidente Meloni. Assurdo tra l'altro che un Dipartimento della Presidenza del Consiglio sia stato costretto a pubblicare una smentita preventiva sull'interpretazione della norma ancora prima che si votasse alla Camera. Una cosa mai vista prima. Che dimostra l'assoluta malafede di chi ha pensato, voluto e proposto questa ennesima arma di propaganda ideologica. Che dà un altro colpo agli interessi dell'Italia".
Meloni renda pubblici ordini di servizio
"La Presidente del Consiglio dimostra di non fidarsi della polizia italiana. Ne è prova l'allontanamento degli agenti di polizia dal piano in cui si trovano gli uffici della Presidente del Consiglio. Questo è un fatto di estrema gravità, considerando che quegli agenti hanno sempre avuto il compito di garantire l'incolumità di chi ricopre temporaneamente questa carica istituzionale. Tentare di sminuire quanto accaduto è inutile e infantile, soprattutto cercando di giustificare la decisione derubricandola all’accompagnamento negli ascensori. Noi abbiamo la certezza assoluta di quanto avvenuto ma, viste le dichiarazioni di Meloni e del suo staff, chiediamo alla Presidente del consiglio di rendere pubblici gli ordini di servizio relativi a questi ultimi giorni. Chiaramente quelli veri” così Matteo Mauri, Deputato e responsabile sicurezza del Partito Democratico, ex Viceministro dell’Interno con delega alla Polizia.
“Questa situazione - aggiunge Mauri -
è la cartina di tornasole che quando il governo parla di sicurezza lo fa solo propaganda come è evidente dal ddl
attualmente in discussione alla Camera. Piuttosto che garantire risorse per migliorare le condizioni di vita e di lavoro degli agenti delle forze dell'ordine, il governo si limita a inventare nuovi reati e ad aumentare le pene, senza investire un euro nel miglioramento reale della sicurezza".
“Il Pd interroga il ministro Piantedosi per conoscere i tempi per l'apertura dei centri per i migranti in Albania e lui non risponde. Persino la Presidente Meloni e il sottosegretario Mantovano hanno ammesso i continui slittamenti dei tempi per l'apertura, che era prevista per il 20 maggio. Oggi invece il ministro sembra sia stato colpito da un'amnesia fulminante". Lo dichiara il deputato dem Matteo Mauri intervenendo in replica al question time sui ritardi nella realizzazione dei Centri per i migranti in Albania.
“Il ministro Piantedosi poi ha provato a dire che le spese per l'Albania abbatterebbero le spese di gestione dell'accoglienza. Una vera assurdità, una vera e presa in giro perché è evidente a tutti che quei soldi vengono buttati via per fare una cosa inutile, oltre che censurabile per il rispetto dei diritti umani. Cioè vengono sprecati per un'operazione di pura propaganda!” ha continuato Mauri che insieme ai colleghi del PD Amendola, Bonafé e Orfini aveva fatto a maggio un blitz in Albania per verificare lo stato dei lavori del centro.
“Una notizia nuova però il Ministro Piantedosi involontariamente l'ha data: i costi sono lievitati a 160 milioni l'anno, cioè 800 milioni totali. Ben 150 milioni in più di quelli preventivati. Una cosa veramente assurda. Invece di investire in Albania il Governo dovrebbe usare quelle risorse per le forze dell'ordine e per il sistema di accoglienza, di integrazione e inclusione”. Lo dichiara la vicepresidente del Gruppo Pd, Simona Bonafé che ha illustrato l'interrogazione a Piantedosi.
"È veramente incomprensibile il motivo per cui il Governo non faccia assolutamente nulla contro i ransonware.
Ogni giorno arrivano notizie di sottrazione di dati o di blocco dei servizi a danno di soggetti pubblici e privati.
Come il caso di cui si è venuti a conoscenza ieri di 70 aziende del mondo dell'informazione colpite in poche ore, e su cui sta già lavorando con la consueta professionalità la Polizia Postale.
Spesso i criminali che compiono questi o altri Cyber-attacchi lo fanno per farsi pagare un riscatto. E ogni giorno puntualmente quei riscatti vengono pagati".
Lo afferma l'On. Matteo Mauri, responsabile della sicurezza - anche cyber - per il Partito Democratico.
"In occasione di questi attacchi il Sottosegretario alla Presidenza Mantovano e il Direttore della Agenzia Cyber Frattasi non mancano mai di far sentire il loro commento preoccupato.
Quando invece viene il momento di agire e noi proponiamo di farlo con una norma ad hoc il Governo e la maggioranza si ritirano nella nebbia più fitta.
È esattamente quello che è successo oggi in commissione sul ddl Sicurezza. Dove è stato bocciato un emendamento PD che proponeva i criteri per dare una Delega al Governo per la definizione di una strategia nazionale per il contrasto agli attacchi informatici di tipo ransomware.
È particolarmente curioso che il testo sia stato bocciato nonostante fosse esattamente identico a quello che era stato approvato circa un mese fa come OdG al ddl Cyber al Senato, con il parere favorevole del Governo.
Contraddizioni difficili da spiegare, da cui però non ci siamo fatti condizionare.
Tanto che ci siamo comunque resi disponibili, fin da subito, in tutte le occasioni e a tutti i livelli, a trovare una soluzione condivisa. Anche modificando in profondità il nostro emendamento, nell'ottica di andare incontro a ogni osservazione di merito"
"Questa disponibilità - prosegue l'On. Mauri - l'abbiamo chiarita sia alla Presidenza del Consiglio che all'ACN.
Ma purtroppo a fronte di tutto questo siamo stati messi davanti al silenzio assoluto degli uni - con una scortesia istituzionale inspiegabile - e all'indisponibilità a definire un testo minimamente concreto degli altri.
Abbiamo provato, nonostante tutto, a dare una mano perché crediamo che fare una norma contro i ransonware sia una necessità per il nostro Paese. Per le istituzioni pubbliche, per le aziende private e per la tranquillità dei cittadini. Lo abbiamo fatto senza alcun interesse di parte. Lo dimostra il fatto che abbiamo proposto una legge Delega, cioè uno strumento normativo che il Governo avrebbe potuto plasmare a piacimento.
Ma purtroppo l'amara verità è che quando alla Presidente Meloni serviva una "legge-vetrina" in tempo esibirla allo scorso G7 il Governo ha sbattuto i tacchi e ha fatto approvare il ddl Cyber a tutta velocità. Una legge che però, tanto per cambiare, era tutta apparenza e completamente senza risorse.
Quando invece serve fare per bene qualcosa di utile nell'interesse generale il Governo si ritira nel suo letargo".
L'Onorevole Matteo Mauri, responsabile nazionale sicurezza del Pd, conclude auspicando che: "il Governo ci ripensi in occasione del voto in Aula. Noi ripresenteremo sicuramente un emendamento su questo argomento.
Da qui ad allora - cioè a Settembre - siamo disponibili a ragionarne con tutti. Perché pensiamo che non sia mai troppo tardi per fare la cosa giusta. Nella speranza che qualche giorno di pausa possa portare il consiglio che gli scorsi mesi hanno negato".
"Oggi in Commissione alla Camera, nel corso dell’esame del ddl sicurezza, la maggioranza e il governo hanno bocciato l’emendamento presentato dal Partito Democratico che proponeva di destinare risorse economiche alle Forze dell'Ordine".
Lo dichiara l'Onorevole Matteo Mauri, responsabile nazionale sicurezza del Pd.
"La destra getta la maschera. E dimostra una volta per tutte che la sicurezza per loro è solo propaganda a favore di telecamere. Ma quando c'è da mettere mano al portafoglio si squaglia".
"Non abbiamo chiesto l'impossibile con il nostro emendamento" - continua l'ex Viceministro dell'Interno Mauri.
"Abbiamo semplicemente chiesto di fare le assunzioni necessarie per integrare gli organici sottodimensionati, di ampliare il numero delle scuole per gli agenti, di pagare gli straordinari arretrati alla Polizia, che ammontano ormai a quasi un anno e mezzo di ritardo, e rinnovare adeguatamente il contratto di lavoro del comparto Sicurezza e Difesa, per andare oltre al solo recupero dell'inflazione degli ultimi anni".
"Il Governo non ha voluto spendersi nemmeno su una sola delle nostre richieste. Richieste che non abbiamo avanzato per fare i nostri interessi ma per fare quelli degli operatori del settore e dei cittadini.
Si riempiono la bocca di ordine e sicurezza ma all’atto pratico non fanno nulla per permettere alle forze dell’ordine di operare in un ambiente sicuro, efficiente e rispettoso dei diritti dei lavoratori del comparto.
In questo disegno di legge - conclude l'On. Mauri - sono stati capaci di mettere solo nuovi reati e alzare le pene. Tutte cose che non costano niente e che possono far mettere nei titoli dei TG. Ma che non risolvono nemmeno un problema delle italiane e degli italiani.