07/04/2024 - 17:23

"Il Partito Democratico esprime tutta la propria vicinanza nei confronti delle famiglie del maresciallo Pastore e dell’appuntato scelto Ferraro, che hanno perso la vita la scorsa notte mentre facevano il proprio dovere."

Lo dice il deputato dem Matteo Mauri, responsabile sicurezza nazionale del PD, che augura a nome del Partito democratico una pronta guarigione alle persone coinvolte nell'incidente, a partire dal militare che era alla guida del mezzo.

"Vogliamo condividere con tutta l'Arma dei Carabinieri e con il Comandante Generale Generale Teo Luzi il sentimento di profonda tristezza che ci accompagna per queste giovani vite spezzate."

13/03/2024 - 16:11

“La decisione del Quirinale di eliminare dall’elenco corrente delle onorificenze i nominativi dei Capi di Stato e di altri insigniti dopo la loro morte è ineccepibile sia sotto il profilo strettamente giuridico sia sotto quello storico. Auspichiamo che tutti prendano atto di questa autorevole presa di posizione lasciando la materia alla storia e all’interpretazione degli storici, fuori da sterili strumentalizzazioni politiche” così i deputati della commissione Affari costituzionali della Camera, Simona Bonafè, Gianni Cuperlo, Federico Fornaro e Matteo Mauri.

06/03/2024 - 19:32

Mauri: nessun impegno concreto su maggiori risorse per contratto nazionale forze polizia

“L'incontro di oggi della Presidente del Consiglio con i rappresentanti sindacali del comparto sicurezza è stata l'ennesima iniziativa di vuota propaganda. Con la Presidente Meloni che prova a sfruttare le forze di polizia per la polemica politica. Cosa che non stupisce, ma che dovrebbe essere accuratamente evitata perché profondamente sbagliata. E lo fa sostenendo che ci sarebbe una campagna denigratoria contro le forze dell'ordine orchestrata dalla sinistra. E in questo modo prova a gettare nel tritacarne mediatico anche prese di posizione e pareri ben più autorevoli dei nostri”. Così il deputato Matteo Mauri, responsabile nazionale sicurezza del Pd già viceministro degli interni. “Nella seduta alla Camera della settimana scorsa abbiamo attaccato il Governo denunciando gli 800 giorni di ritardo per il rinnovo del contratto di lavoro delle Forze dell'Ordine, gli straordinari non pagati da quasi due anni e l'assenza di un piano straordinario di assunzioni. Poche ore dopo, incalzato dai fatti messi in luce, il Ministro Piantedosi ha annunciato che si sarebbe fatto un incontro a breve su questi temi con la Presidente Meloni. Oggi quell'incontro si è fatto. Ma non c'è stato alcun tipo di impegno su risorse aggiuntive per il contratto nazionale e per il lavoro già svolto o su iniziative per migliorare il benessere degli agenti, come le abitazioni o l'assistenza psicologica. Niente. Niente di niente. Solo slogan vuoti, il tentativo di presentarsi alle forze di polizia come l'unica di cui si possano fidare. Senza mancare di promettere Daspo a tutti, che tanto non costano niente. Riteniamo irresponsabile e grave il tentativo, in atto da diverse settimane, di mettere in cattiva luce alcune forze politiche e una parte molto consistente di opinione pubblica davanti a una categoria così importante e che svolge un ruolo così delicato come quella delle forze dell'Ordine”.

 

29/02/2024 - 18:53

“Lo abbiamo detto molto chiaramente in aula alla camera, la solidarietà alle forze dell’ordine passa in primo luogo per il rispetto del loro lavoro e quindi anche degli adeguamenti contrattuali, delle tutele e delle protezioni sociali. Finora il governo Meloni non aveva mosso un dito per le forze dell’ordine. Prendiamo atto positivamente di quanto dichiarato al Senato dal ministro Piantedosi sull’apertura di un tavolo per il rinnovo contrattuale.  Siamo sorpresi che il Governo si sia mosso solo dopo la nostra presa di posizione pubblica. Ma siamo soddisfatti che sia stata determinante. Adesso ci auguriamo che non sia una falsa promessa o, peggio ancora, una mossa elettorale”. Così il responsabile sicurezza del Pd, il deputato ed ex Viceministro dell'Interno, Matteo Mauri.

29/02/2024 - 13:03

“I fatti non si sono svolti come ha raccontato il ministro Piantedosi. A Pisa non era in atto la presa della Bastiglia. Lì c’erano un centinaio di ragazzi, esattamente uguali a quelli che fino a pochi minuti fa erano su queste tribune a seguire i lavori della Camera. C'erano i nostri figli, le nostre figlie, che dovremmo ringraziare perché dimostravano di avere una coscienza politica e civica. A Pisa sono successe cose gravi e il tema che si pone è quello del controllo democratico su come viene gestito l'ordine pubblico. Questo rappresenta un pezzo di democrazia, utile ai cittadini e alle stesse forze dell'ordine. Allora non accettiamo l’accusa che sta avanzando sui mezzi di informazione, tramite le dichiarazioni anche della presidente del Consiglio e oggi del ministro Piantedosi, di strumentalizzazione. Noi esprimiamo solidarietà agli agenti aggrediti ieri a Torino e se c'è qualcuno che sta provando a strumentalizzare quanto accaduto, siete esattamente voi e l'avete messo nero su bianco in queste ore attaccando la sinistra come se fosse quella che fomenta. La libertà d'espressione è uno dei diritti che non deve essere comprimibile in una democrazia liberale. Vi chiedo: vi sentite di operare all’interno di una democrazia liberale o No? Perché altrimenti c'è un problema”.

Così Matteo Mauri, responsabile Sicurezza del Pd ed ex vice ministro dell’Interno, dopo le comunicazioni del ministro Piantedosi sui fatti di Pisa.

“Ma lo sapete - ha aggiunto - che sono 800 giorni che le forze dell’ordine aspettano il rinnovo del contratto? Conoscete i problemi di organico che hanno? Sapete che sono venti mesi che non ricevono il pagamento degli straordinari? Alla Camera è incardinato un Ddl sulla Sicurezza a prima firma Piantedosi, nell’articolo 11 si prevede una reclusione a due anni in caso di blocco stradale. Vuol dire che se tre ragazzini si mettono a protestare davanti a scuola e fermano il traffico si beccano due anni di galera. E voi dite che in questo momento in Italia non c'è un clima che vuole limitare il dissenso? E’ questa l'idea di Paese che avete in testa? Noi - ha concluso - abbiamo in testa tutta un'altra idea d'Italia”.

28/02/2024 - 12:28

Art.11 gravissimo, trasforma blocco circolazione fisico da illecito amministrativo a reato penale

“Per l’ennesima volta il governo e la maggioranza pensano di risolvere i problemi inventandosi nuovi reati o aggravando le pene senza dotarsi di nuovi strumenti per aggredire alla radice i fenomeni criminali.
La sicurezza non la puoi garantire solo con le forze dell’ordine ma allo stesso tempo non si può garantire nemmeno senza di esse. E quindi cosa significa questo? Significa che dobbiamo trovare un equilibrio tra interventi di sicurezza urbana e partecipata da un lato e quelli di repressione tradizionali.
Un altro punto molto grave è la repressione del dissenso; l’art. 11 del ddl sicurezza non garantisce il diritto a manifestare in modo democratico e cosa gravissima trasforma il blocco della circolazione con la sola presenza fisica da un illecito amministrativo in un reato penale”. Lo dichiara Matteo Mauri, deputato e responsabile Sicurezza del Pd, che dopo gli scontri di Pisa ha rilanciato la proposta del Pd di introdurre i codici numerici sui caschi degli agenti e l’utilizzo delle body-cam.

27/02/2024 - 14:18

Mauri: subito codici numerici su caschi agenti e body cam

“Dobbiamo garantire l’ordine pubblico e al contempo il diritto di manifestare liberamente e in sicurezza. L’espressione democratica del dissenso è fondamentale tanto quanto lo è per le forze dell’ordine lavorare in sicurezza garantendo l’ordine. Per questo il Partito democratico presenterà emendamenti al ddl sicurezza per introduzione dei codici alfanumerici sui caschi degli agenti impegnati nei servizi di Ordine Pubblico e con l’estensione dell'uso delle body-cam”. Lo dichiara Matteo Mauri, deputato e responsabile Sicurezza del Pd, già vice Ministro dell’interno con delega alla Pubblica sicurezza, a proposito del ddl sicurezza che verrà incardinato oggi nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera.
“Presenteremo anche emendamenti per l’abolizione della cosiddetta norma anti dissenso, prevista dall’art. 11 del ddl a prima firma Piantedosi, una norma profondamente intimidatoria che potrebbe portare alla reclusione fino a due anni anche semplicemente per chi fa un presidio per strada. Dobbiamo garantire l’ordine ma soprattutto la libertà di espressione e la democrazia che sono principi fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione”, aggiunge Mauri.

25/02/2024 - 12:53

Soluzione a tutela di chi manifesta e di chi deve garantire l’ordine pubblico

“Il Governo garantisca l’espressione democratica del dissenso. Intervenga quindi a tutela di chi manifesta e di chi deve garantire l’ordine pubblico con l’introduzione, anche in Italia, dei codici alfanumerici sui caschi degli agenti impegnati nei servizi di Ordine Pubblico e con l’estensione dell'uso delle body-cam”. Lo chiede il responsabile sicurezza del Pd, già vice Ministro dell’interno con delega alla Pubblica sicurezza, Matteo Mauri che sottolinea quanto questa proposta sia “a garanzia di tutti, compresi gli stessi agenti”. “Chiediamo inoltre - aggiunge Mauri - di cancellare immediatamente l'art. 11 del disegno di legge governativo sulla sicurezza (a prima firma Piantedosi) che vuole trasformare il blocco della circolazione stradale fatto solo con il proprio corpo da un semplice illecito amministrativo a un vero e proprio reato da codice penale. Una norma ‘anti dissenso’, dal chiaro intento intimidatorio, che potrebbe portare alla reclusione fino a due anni anche semplicemente per chi fa una presidio per strada”.
 

24/02/2024 - 16:03

Governo garantisca libertà d’espressione
Dichiarazione di Matteo Mauri, responsabile sicurezza del Pd

“Ringraziamo sentitamente il Presidente Mattarella per le parole chiarissime rivolte al Ministro Piantedosi sulla necessità che le Forse dell'Ordine tutelino la libertà d'opinione. Qualche giorno fa il Ministro dell'Interno aveva provato a liquidare le nostre preoccupazioni con  frasi di circostanza quando gli abbiamo sottoposto un Question Time alla Camera esattamente su questo tema. Preoccupazioni che sono cresciute nel corso dei mesi e che si sono concretizzate ancora una volta nella giornata di ieri per i fatti gravi di Pisa. Speriamo che le considerazioni  così autorevoli del Capo dello Stato facciano finalmente riflettere il Viminale e tutto il governo. E vogliamo portare l'attenzione di tutti su due proposte.
La prima è l'introduzione dei codici alfanumerici identificativi sui caschi degli agenti impegnati nei servizi di Ordine Pubblico e sull’estensione dell'uso delle body-cam. A garanzia di tutti, compresi degli stessi agenti.
La seconda è quella di cancellare immediatamente l'art. 11 del disegno di legge governativo sulla sicurezza, a prima firma Piantedosi, che vuole trasformare il blocco della circolazione stradale fatto solo con il proprio corpo da un semplice illecito amministrativo a un vero e proprio reato da codice penale. Cosa che potrebbe portare alla reclusione fino a due anni anche semplicemente per chi fa una presidio per strada. È chiaro l'intento intimidatorio e la volontà di limitare in maniera drastica la possibilità di protestare senza incorrere in modo sproporzionato in gravissime conseguenze personali. Cioè esattamente il contrario di quello su cui ha voluto oggi accendere un faro il Presidente della Repubblica”.
Così in una nota il responsabile sicurezza del Pd, già vice Ministro dell’interno con delega alla Pubblica sicurezza, Matteo Mauri.

 

23/02/2024 - 18:00

Cancellare norma su blocco della circolazione stradale, è intimidatoria e anti presidii

“Siamo molto preoccupati dalle immagini sempre più frequenti di violenze durante le manifestazioni in giro per l'Italia. Il caso di oggi di Pisa, dove sono stati coinvolti giovani studenti che non rappresentavano alcun pericolo, alimenta ancora di più la nostra preoccupazione.

L’escalation dello scontro è sotto gli occhi di tutti. Siamo stati facili profeti quando, negli scorsi giorni, abbiamo interrogato il Ministro Piantedosi durante il Question Time della Camera proprio sulle modalità usata per la gestione dell'ordine pubblico durante le manifestazioni pubbliche e sull'uso sproporzionato della forza.

Le dimostrazioni di dissenso e di libero pensiero, nelle modalità previste dalla costituzione, sono espressioni di libertà. Devono essere perciò considerate sacrosante in democrazia e devono essere garantite e tutelate dalle Istituzioni dello Stato, a partite da chi è chiamato a gestire l'ordine pubblico.

Ecco perché confermiamo al Ministro Piantedosi che la nostra attenzione sarà massima su come il Governo si muoverà su questo delicato terreno.

Saremo le prime sentinelle per impedire ogni inasprimento da parte dello Stato della modalità di gestione delle forme democratiche di protesta e di dissenso.

Per questa ragione chiediamo che venga immediatamente cancellato l'art. 11 del disegno di legge governativo sulla sicurezza, a prima firma proprio del Ministro Piantedosi, che vorrebbe trasformare il blocco della circolazione stradale fatto solo con il proprio corpo da un semplice illecito amministrativo a un vero e proprio reato da codice penale. Cosa che potrebbe portare alla reclusione fino a due anni anche semplicemente per chi fa un presidio per strada.

In questa legge è facile riscontrare un atteggiamento intimidatorio e la volontà di limitare in maniera drastica la possibilità di protestare senza incorrere in modo sproporzionato in gravissime conseguenze personali”

 

Così il democratico Matteo Mauri.

21/02/2024 - 17:57

“Ministro Piantedosi nessuno ci deve convincere del fatto che le forze di polizia sono un baluardo fondamentale a difesa delle garanzie democratiche di questo Paese. Dopodiché ci guardiamo attorno e mettiamo in fila alcuni elementi perché facciamo riferimento a vicende molto diverse: da  ciò che è accaduto in una scuola a ciò che accade in piazza, alle identificazioni da parte degli uomini della Digos che, a detta sua, forse non erano completamente consapevoli e che invece devono essere assolutamente consapevoli. Per cui noi non pensiamo che ci sia un disegno sovversivo. Ma pensiamo invece che il governo non ci debba garantire che non ci siano direttive ministeriali per chiedere alla polizia di contrastare il dissenso, noi vogliamo e pretendiamo che il governo faccia esattamente l'opposto, cioè si erga a difesa di chi ha opinione diverse e di chi vuole dimostrare il proprio dissenso nelle forme democratiche e deve essere tutelato.  Perché questo deve fare chi è in maggioranza. Noi svolgiamo il nostro compito fino in fondo, essendo sentinelle attente e anche preoccupate rispetto a ciò che abbiamo visto, consapevoli della forza che lo Stato può dimostrare nella garanzia di quelle tutele democratiche ma tutti devono sapere che nessuno abbasserà mai di un millimetro la guardia, perché sono questioni rilevantissime per il nostro Paese”. Così il deputato Matteo Mauri, responsabile Sicurezza del PD nazionale, intervenendo nella replica del question time a Piantedosi.

Nel presentare l’interrogazione, il deputato Federico Fornaro, della presidenza del Gruppo Pd, ha elencato i casi delle identificazioni di una dozzina di persone in occasione delle manifestazioni di cordoglio per Navalny, dell’uomo identificato dalla Digos alla Scala per il solo fatto di aver detto ad alta voce «Viva l'Italia antifascista» al termine dell'Inno di Mameli e le più allarmanti notizie riportate dalla stampa sulle modalità di reazione o di gestione dell'ordine pubblico, ad esempio nei fatti di Torino del 3 ottobre 2023 o di Napoli del 13 febbraio 2024 di fronte alla sede Rai, o ancora di Bologna del 16 febbraio 2024, modalità di reazione ritenute da più parti sproporzionate in relazione ai fatti avvenuti. “Questi segnali di un atteggiamento intimidatorio e repressivo del dissenso – ha detto in Aula Fornaro - trovano ulteriore conferma nella disposizione prevista dall'articolo 11 del disegno di legge governativo, a prima firma Piantedosi, sulla sicurezza pubblica che trasforma in reato l'impedimento alla circolazione fatto con il proprio corpo e che verrebbe ora punito con la reclusione fino a due anni, norma che limiterebbe in maniera drastica la possibilità di protestare senza incorrere in gravissime conseguenze”.

14/02/2024 - 15:42

“L’approvazione da parte delle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera dell’emendamento bipartisan al Decreto Milleproroghe che proroga la moratoria del taglio dei contributi all’editoria di altri 24 mesi è certamente una buona notizia. Ora però non si deve perdere tempo e occorre lavorare con serietà ad una revisione organica della normativa a tutela del pluralismo dell'informazione. Al centro deve essere posto il diritto del cittadino ad una informazione corretta e puntuale”.

Lo dichiarano i deputati democratici Mancini, Bonafé, Cuperlo, Fornaro, Mauri, Guerra, Lai, Pagano e Roggiani, firmatari dell’emendamento 7.18 al Dl Milleproroghe.

08/02/2024 - 10:31

no a nuove tentazioni Lega su “emendamento Bandecchi”

“Il dietrofront sulle università online è una notizia positiva, ci auguriamo che questo argomento sia definitivamente accantonato e che nella maggioranza non vi siano nuove tentazioni a presentare una norma che, come denunciato dalla Conferenza dei rettori, dall’Anvur e dell’Anac, favorisce le università telematiche in termini economici, impoverisce la qualità dei percorsi accademici e crea problemi in termini di legalità” così le deputate e i deputati democratici, Simona Bonafè, Debora Serracchiani, Gianni Cuperlo, Federico Fornaro, Andrea Orlando e Matteo Mauri che hanno da subito denunciato in commissione l’attenzione “sospetta” della Lega sulla norma giornalisticamente ribattezzata “emendamento Bandecchi”.

29/01/2024 - 19:11

Mauri: serve solo alla propaganda del governo
“Il protocollo Italia-Albania è inutile e costoso per il nostro paese, che dovrà impegnare più di 650 milioni di euro solo per allontanare temporaneamente poche migliaia di migranti all'anno.
Un provvedimento fatto  solo in vista delle Elezioni Europee per la propaganda del governo, che non avrà nessun effetto concreto sul numero di sbarchi e che avrà effetti negativi sull’integrazione di coloro a cui verrà riconosciuto il diritto di rimanere nel nostro paese. Il protocollo presenta gravi criticità, è incompatibile con il diritto europeo e la sua applicazione comporterà molte discriminazioni. Oltre al fatto che il Governo non ha chiarito molti aspetti, che lo renderanno concretamente irrealizzabile, sui quali il Partito democratico ha più volte nel corso dell’esame in commissione chiesto al governo delucidazioni mai arrivate”. Così il deputato democratico, vice presidente della commissione affari costituzionali, Matteo Mauri.

29/01/2024 - 16:17

"È incredibile aver dovuto ascoltare le parole del Carabiniere che ha detto di non riconoscersi nel Presidente Mattarella. Parole pericolose e inaccettabili".

"Ed è apprezzabile la tempestività con cui il Comando generale dell'Arma ha fatto sapere che l'agente verrà immediatamente trasferito e che verranno presi i necessari provvedimenti disciplinari".

Lo dichiara il deputato Matteo Mauri,  Responsabile Sicurezza del PD nazionale.

"La fedeltà alle Istituzioni dovrebbe essere il pre-requisito per ogni servitore dello Stato. A maggior ragione se appartenente a un corpo così delicato per la democrazia come quello di chi esercita l'uso legittimo della forza e deve garantire la sicurezza di tutti."

"Ovviamente le dichiarazioni gravissime di un singolo - continua Mauri - non si possono riversare in automatico su tutte le Forze dell'Ordine. Che hanno tutto il nostro sostegno e la nostra fiducia".

Ma non ci sfugge che ogni Carabiniere, all'atto solenne del giuramento, dichiara di "essere fedele alla Repubblica italiana e di osservarne la Costituzione".
E il fatto che un rappresentante dell'Arma si permetta di disconoscere - come se nulla fosse e in pubblico - il Capo di quella Repubblica e il garante di quella stessa Costituzione deve interrogare tutti profondamente. A partire dai vertici delle Forze di Polizia e di chi ne ha la responsabilità istituzionale.

A loro chiediamo una particolare attenzione e un particolare impegno per stroncare sul nascere ogni comportamento inadeguato e pericoloso.

Sul terreno della tenuta democratica e dell'affidabilità di chi la deve difendere, conclude Mauri - che da Viceministro all'Interno ha avuto proprio la delega alla Pubblica Sicurezza - non si può e non si deve cedere nemmeno di un millimetro, mai!"

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