“Facciamo un’operazione di verità. Questo non è un ‘decreto per la gestione dei flussi migratori’, ma un ‘decreto contro le Ong’ o, meglio, un ‘decreto contro i salvataggi in mare’. Punto. Con un decreto di poche righe, un decretino, producete un danno immenso per migliaia di donne, uomini e bambini così disperati da mettere le proprie vite nelle mani di trafficanti senza scrupoli. E, inoltre, raccontate la storiella che qualche nave delle Ong, puntini isolati nel Mediterraneo, rappresenterebbe un Pull Factor? Cioè un elemento che favorirebbe le partenze? Ma avete capito che il punto non è quello che attira, l’ipotetico Pull Factor appunto, ma quello che spinge, cioè il Push Factor: la disperazione data dal voler cercare un futuro accettabile. Siete partiti dal blocco navale contro gli scafisti e siete arrivati a cercare di bloccare le navi che salvano le vite in mare”.
Così il vicepresidente della commissione Affari costituzionali, Matteo Mauri, intervenendo in Aula alla Camera per esprimere il voto contrario del Gruppo Pd al decreto Ong.
“Inoltre - ha aggiunto - ciò che sostenete non sta nemmeno in piedi. Le Ong salvano circa l’11% delle persone. Ne salvano molte più le motovedette della guardia costiera italiana, che ringraziamo per il lavoro straordinario. Mentre circa la metà arriva con i cosiddetti ‘barchini’. Ma la cosa che dimostra la malafede di questo decreto è la differenza tra quello che avete scritto con una mano e quello che state facendo con l’altra. Da un lato, fingete di preoccuparvi delle condizioni delle persone per giustificare l'immediatezza del raggiungimento del porto; poi mandate le stesse navi nei porti italiani più lontani possibile. Una contraddizione insuperabile - ha concluso - che chiarisce la grandissima ipocrisia scritta nera su bianco in questo decreto”.
Dichiarazione di Matteo Mauri, deputato Pd
"La presidente del Consiglio parla spesso di difesa dell'interesse nazionale in tema di fenomeni migratori. Ma qual è l'interesse nazionale in questo caso? Creare tensioni internazionali con gli altri Paesi europei è nell'interesse nazionale? Costringere i principali Paesi europei a ricordarci gli obblighi del soccorso in mare e dell'accoglienza, cioè i diritti umani fondamentali, è nell'interesse nazionale? Togliere risorse al sistema dell'accoglienza e dell'integrazione è nell'interesse nazionale? Siamo veramente sicuri che tutte queste scelte, queste dichiarazioni vadano nell'interesse di avere un'Italia più forte, più giusta, più credibile in Europa? O non vanno esattamente nella direzione opposta?" Così il deputato del Partito Democratico Matteo Mauri, intervenuto nel corso del dibattito in vista della riunione del Consiglio Europeo che, rivolgendosi direttamente alla presidente del Consiglio, aggiunge: “ abolire la protezione umanitaria, come ha fatto l'attuale Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, allora Ministro dell'Interno, creando dalla sera alla mattina, in pochi mesi, 30 mila nuovi irregolari che, altrimenti, sarebbero stati regolari, è nell'interesse nazionale?. Io penso – ha proseguito Mauri- che abbiamo fatto gli interessi del nostro Paese quando abbiamo rafforzato il sistema di accoglienza, non quando l'abbiamo indebolito; quando abbiamo proposto e realizzato il sistema di accoglienza diffusa sul territorio, non quando qualcuno ha fatto grandi centri di accoglienza dove stipare centinaia e centinaia di persone, magari in zone periferiche, per creare conflitto e provare a cavalcarlo. E se il prossimo Consiglio europeo – ha concluso Mauri- troverà un accordo avanzato sul tema migratorio - e noi lo auspichiamo molto fortemente -, non sarà per l'atteggiamento provocatorio e sbagliato che l'Italia e questo Governo hanno tenuto a Catania contro le ONG o obbligando delle navi ad andare in altri Paesi. Non sarà per quello, ma saranno nonostante quello. Per cui, noi tifiamo che quell'accordo si raggiunga e sappiamo che, se ci si arriverà, non sarà certamente grazie all'Italia, ma nonostante questo Governo.
“Vicinanza e piena solidarietà alla vice presidente del Parlamento europeo, Pina Picierno. Gli attacchi delle autorità iraniane sono inaccettabili da ogni punto di vista. La vicepresidente Picierno ha espresso considerazioni sacrosante a fronte dei fatti gravissimi che si stanno verificando in quel Paese. E perciò a lei non va solo la nostra vicinanza, ma anche il pieno sostegno”.
Così il deputato del Partito democratico, Matteo Mauri, vicepresidente della commissione Affari costituzionali e commissario Pd nella provincia di Caserta.
Dichiarazione di Matteo Mauri, deputato Pd
“In tema di immigrazione invitiamo il governo a fare un po’ meno ideologia e un po’ più politiche nell’esclusivo interesse generale. A cominciare dalla definizione del nuovo decreto flussi, che dovrà necessariamente essere varato entro la fine dell'anno e deve andare incontro alla domanda dei settori produttivi”. Così il deputato Pd Matteo Mauri, nel corso del Question time alla Camera, rivolgendosi al ministro dell’Interno Piantedosi. “Questa forte domanda di manodopera che proviene dalle nostre aziende - ha proseguito Mauri - deve trovare una risposta adeguata e che non sia in nessun modo condizionata da fattori ideologici. Ricordo al Ministro - ha sottolineato l’esponente Dem - che nell’ultimo decreto flussi si prevedeva inizialmente una soglia di oltre 100mila persone per poi arrivare a 70mila a causa di interventi politici di alcune forze che fanno del tema dell’immigrazione uno dei propri elementi identitari.” Noi del Pd – ha sottolineato Mauri - ci auguriamo che questo non accada ancora e si faccia veramente un provvedimento che risponda a quella urgente necessità delle aziende e imprese italiane, tenendo anche conto dei rapporti fiduciari tra i richiedenti e molti di coloro che vengono richiesti. Chiediamo di concentrarsi sul tema - ha concluso Mauri- e se il Ministro ci dice che si vuole andare in una direzione di sostenibilità dell’immigrazione ci trova pienamente d’accordo. Per cui noi siamo fiduciosi che, già a partire dalla legge di bilancio, il governo predisponga le risorse necessarie per migliorare, per esempio, il sistema di accoglienza e integrazione, facendo, appunto, meno ideologia e più politica utile a tutti.
“Abbiamo depositato un’interpellanza urgente al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, per sapere se e quando intenda attivare un tavolo con Whirlpool e le Organizzazioni Sindacali per analizzare il Piano Industriale del Gruppo ed ottenere ampia informativa sulla procedura di cessione. Una eventuale cessione che -sia chiaro- dovrà essere vincolata a specifiche garanzie circa il mantenimento dei livelli occupazionali e produttivi”. Lo dichiarano in una nota i deputati del Pd, Irene Manzi, Augusto Curti, Stefano Graziano, Vinicio Peluffo, Piero De Luca, Marco Sarracino, Arturo Scotto, Toni Ricciardi, Marco Simiani, Federico Gianassi, Emiliano Fossi, Matteo Mauri e Chiara Braga
“Sono anni che Whirlpool attua un significativo ridimensionamento della forza lavoro, nonché la dismissione di unità produttive sul territorio nazionale, con una progressiva esautorazione della piattaforma produttiva italiana. E oggi -proseguono i deputati del Pd- con una trattativa di cessione in corso, la multinazionale ha disertato qualsiasi tavolo di confronto istituzionale, dimostrando grave mancanza di rispetto verso i lavoratori, le Istituzioni e le parti sociali.
“Nel nostro Paese la multinazionale ha 7 siti -molti dei quali collocati in aree interne- e impiega 5000 lavoratori, per non parlare di quelli dell'indotto e con le decisioni che sta prendendo rischia seriamente di non assicurare il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e la continuità produttiva degli stabilimenti.
Siamo nel pieno -scrivono i deputati dem nell’interpellanza- di una grave crisi economica ed è necessario che una cessione così impattante per il tessuto economico e sociale dei territori sia gestita attraverso adeguati criteri di governance e che il Ministero e le Organizzazioni Sindacali siano costantemente informati e coinvolti nelle diverse fasi della trattativa”.
“Ci aspettiamo dal governo una risposta chiara e iniziative immediate anche rispetto alle azioni che vorrà mettere in campo per sostenere il comparto della produzione di elettrodomestici in Italia, dichiarando il settore strategico, con politiche industriali mirate a tutelare e rilanciare il tessuto produttivo dei nostri territori”. Così concludono i deputati dem.