“La stima flash dell’Istat a gennaio registra una flessione della produzione industriale del 1,2 per cento, mentre l’indice complessivo diminuisce del 3,4 per cento. Il quadro è molto preoccupante. Colpisce come la mancanza di visione e politiche industriali del governo Meloni sia riuscita a sperperare in così poco tempo l’eredità del governo Draghi di cui aveva usufruito nel primo anno di mandato. Ma questo governo non pecca solo di mancanza di una politica industriale. Il calo vertiginoso della fiducia di famiglie e imprese registrato ad agosto sempre dall’Istat avrebbe dovuto accendere tante spie luminose nella sala di comando a Palazzo Chigi. Al contrario, l’esecutivo, diviso tra beghe interne e campagne elettorali ha trascurato di varare misure essenziali per sostenere la domanda interna, lasciando cittadini e imprese con le tasche vuote. Alla Meloni e ai suoi ministri lo diciamo forte e chiaro: la propaganda è finita e come al solito la realtà ha il sopravvento. Ecco perché ci permettiamo di chiedere di iniziare a lavorare per il bene del Paese per evitare disastri economici peggiori”. Così il deputato dem Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio.
“Unica certezza è che usa Fsc come bancomat a danno Sud”
Il governo Meloni ci nasconde da mesi la verità sui dati e progetti del Pnrr. Lo dicono tutti, dalle forze di opposizione alle testate giornalistiche, fino all’Ufficio Parlamentare di Bilancio: sul Piano non c’è più un briciolo di trasparenza e persino alle Commissioni parlamentari non è concesso di sapere nulla. E né l’ultima Relazione, né l’intervento del ministro Fitto di oggi ci fanno fare un passo avanti. Il provvedimento presentato qualche giorno fa non rifinanzia tutte le misure tagliate. E laddove le rifinanzia, lo fa a scapito di altri investimenti pubblici e di altri fondi a danno dei territori e di interi ambiti di spesa che restano inevitabilmente mutilati.
Questo decreto non è affatto risolutivo. Anzi, alimenta soltanto la grandissima confusione che c’è intorno al Piano. L’unico dato certo è che il Fondo di Sviluppo e Coesione torna ad essere il Bancomat preferito del governo, a grave danno del Mezzogiorno. Al netto dei toni trionfalistici, i ritardi nell’attuazione del Piano sono purtroppo un fatto accertato. Dalle stime della vostra stessa Nadef, avevate preventivato di spendere 41 miliardi nel 2023. Ne avete spesi solo 21. Basta leggere con onestà ciò che scrive la Corte dei Conti nell’ultima relazione, ossia che il ritardo sugli investimenti è evidente e che avrà un impatto sulla crescita. Invece che far proliferare i commissari straordinari o chiudersi nelle segrete stanze di Palazzo Chigi, invitiamo il governo a coinvolgere il Parlamento. Ci porti nelle Commissioni i dati e i documenti che servono agli italiani per capire e a noi per aiutare. Ci coinvolga nella riflessione delle scelte e non ci presenti una contabilità falsata ed edulcorata. È così che si garantisce l’attuazione del Pnrr, non con questo atteggiamento testardo di omissioni ed insopportabile saccenza.
Così Ubaldo Pagano, capogruppo del Pd in commissione Bilancio della Camera, intervenendo in Aula per la dichiarazione di voto.
“Nel corso delle audizioni alla camera sul nuovo Pnrr, l’assessore Donini, in rappresentanza della conferenza delle Regioni, ha smentito con chiarezza quanto dichiarato oggi dal Ministro Fitto in Aula. Le regioni confermano che c’è un vero e proprio definanziamento di 1,2 miliardi di euro sulla sanità e in particolare sulla costruzione degli ospedali: risorse che si chiede alle regioni di sopperire, risorse su cui le regioni contavano e che erano già impegnate. Le conseguenze sono state dette in modo chiarissimo in audizione: si bloccheranno i cantieri per ospedali e sanitá territoriale e quelle risorse ad oggi non ci sono ne possono essere stanziate dalle regioni” così in una nota il capogruppo democratico nella commissione Bilancio della Camera, Ubaldo Pagano, insieme alle deputate e deputati dem, Silvia Roggiani, Roberto Speranza e Cecilia Guerra.
Pagano e Guerra, anche la maggioranza si rende conto che su norme mobilità persone anziane il Governo fa la guerra tra poveri “Il governo e la maggioranza sono divisi sulle modalità di finanziamento delle misure per l’autonomia e la mobilità delle persone anziane” lo denuncia il capogruppo democratico nella commissione bilancio di Montecitorio, Ubaldo Pagano, e la deputata democratica Maria Cecilia Guerra, al termine della seduta di oggi dove era all’ordine del giorno lo schema di decreto legislativo in materia di politiche in favore delle persone anziane.
“Nel corso dell’esame parlamentare anche i partiti di maggioranza hanno finalmente convenuto che le modalità di finanziamento di questa giusta misura sono profondamente sbagliate perché determinano una vera e proprio guerra tra poveri. Per finanziare la mobilità degli anziani vengono infatti scippate risorse al fondo nazionale del trasporto pubblico locale, già insufficiente, che con questa ulteriore sciabolata perde risorse sostanziali. Il fondo che finanzia, tra le altre cose, le misure per i pendolari – conclude Pagano - non può diventare il nuovo bancomat del governo”.
“Chissà se prima o poi sentiremo dire da Giorgetti che persino la disfatta di Caporetto è colpa del Superbonus”. Così Ubaldo Pagano, capogruppo del Pd in commissione Bilancio della Camera, ironizza sulle dichiarazioni del Ministro dell’Economia, secondo cui ‘l'emorragia dell'irresponsabile stagione del Superbonus ha avuto un effetto pesante sul 2023’.
“Il Ministro Giorgetti – prosegue Pagano - continua a nascondere agli italiani la realtà dei fatti: da quando il suo governo è in carica il nostro Paese ha invertito tutti i trend di crescita che ha contraddistinto tutta la stagione post-Covid. È imbarazzante vedere per l’ennesima volta usare il Superbonus come capro espiatorio dei problemi nati e cresciuti con la destra. Soprattutto per l’ipocrisia che accompagna puntualmente queste dichiarazioni, visto che i partiti di centrodestra e la Lega in particolare si battevano per le continue proroghe dei bonus ad ogni occasione utile. Poi c’è un fatto oggettivo, che i dati ci mostrano con chiarezza. Quando la misura era in vigore l’economia andava a gonfie vele e crescevano occupazione e PIL. Oggi, dopo un anno e mezzo di gestione disastrosa della politica economica e dopo aver spento il 110%, siamo tornati a una crescita praticamente nulla. Per non parlare dei rischi che ancora una volta ha sottolineato l’Ance. Tra le migliaia di imprese sull’orlo del fallimento e lo tsunami di contenziosi che presto si scatenerà, i nodi delle sciocchezze fatte da Giorgetti e Meloni stanno per venire al pettine.”
“A distanza di un anno dalla nomina del Commissario Ferrarese, le opere e le infrastrutture per i Giochi del Mediterraneo di Taranto sono ancora ferme al palo. Come se non bastasse, la sentenza depositata oggi dalla Corte Costituzionale dimostra quello che diciamo dal primo giorno: il ministro Fitto ha nominato un Commissario straordinario per consumare un ricatto politico nei confronti della Regione Puglia, in barba alla legge e alla ripartizione di competenze legislative che la nostra Costituzione indica chiaramente. Quello di Fitto è stato un ‘fallo da rosso’ che non ha portato a nulla come evidenzia lo stallo sui progetti per i Giochi, ma che dimostra solo con quale tracotanza e spirito vendicativo il nostro caro ministro suole gestire i dossier”. Così Ubaldo Pagano, deputato pugliese del Partito Democratico e capogruppo dem in commissione Bilancio.
“Oggi - ha concluso Pagano - parte di questo disastro è stato svelato dalla Corte Costituzionale e d’ora in avanti la Regione Puglia potrà riappropriarsi della dovuta voce in capitolo rispetto alle opere infrastrutturali che si dovranno realizzare. Purtroppo, però, i danni sono già stati fatti, come insegna la storia dello Stadio Iacovone. Anche su quel fronte, senza l’interessamento e l’impegno del Presidente FIGC Gravina e del Presidente Emiliano, si rischia di lasciare la città di Taranto senza una casa per una delle sue passioni più grandi. Chissà cosa ne pensa il fine giurista e collega Iaia di tutta questa faccenda. Chissà se anche questa volta aspetterà che l’ufficio stampa del ministero di Fitto gli passi il comunicato da diramare per prendere una posizione sul tema. Di fronte a tutto ciò non ci resta che un’unica considerazione: Taranto è di chi le vuole bene e lo dimostra ogni giorno, non di chi la usa”.
“Occorre fare finalmente trasparenza sul Superbonus: la Camera dei Deputati voterà nei prossimi giorni la relazione conclusiva predisposta dal Pd e derivante dai dati emersi dalla ‘Indagine conoscitiva sugli effetti macroeconomici e di finanza pubblica derivanti dagli incentivi fiscali in materia edilizia’ svolta dalla commissione Bilancio e dalla ‘Indagine conoscitiva sull'impatto ambientale degli incentivi in materia
Edilizia’ svolta dalla commissione Ambiente nei mesi scorsi. Le cifre che emergono sono chiare: il Superbonus ha generato più di 40 miliardi di entrate dirette e più di 30 di entrate indirette; creando quasi 300mila nuovi posti di lavoro soltanto nel settore edile, che sono molti di più se si considera l’indotto. Senza dimenticare 3 miliardi di euro annui di risparmi in bolletta per chi abita abitazioni riqualificate ed i benefici ambientali che si traducono in una notevole riduzione di Co2. Appare quindi evidente che questo bonus è stato demonizzato e manipolato dal governo Meloni senza prendere in considerazione effetti diversificati, spesso incrementali ed interconnessi che avranno benefici per anni. Purtroppo lo stop a questo bonus penalizzerà ambiente, economia ed occupazione”.
Lo dichiarano i deputati Pd, Marco Simiani e Ubaldo Pagano, rispettivamente capogruppo in commissione Ambiente e Bilancio.
“L’approvazione da parte delle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera dell’emendamento bipartisan al Decreto Milleproroghe che proroga la moratoria del taglio dei contributi all’editoria di altri 24 mesi è certamente una buona notizia. Ora però non si deve perdere tempo e occorre lavorare con serietà ad una revisione organica della normativa a tutela del pluralismo dell'informazione. Al centro deve essere posto il diritto del cittadino ad una informazione corretta e puntuale”.
Lo dichiarano i deputati democratici Mancini, Bonafé, Cuperlo, Fornaro, Mauri, Guerra, Lai, Pagano e Roggiani, firmatari dell’emendamento 7.18 al Dl Milleproroghe.
“Bene l’approvazione di un nostro emendamento che estende al 31 dicembre 2024 il termine per la maturazione del requisito temporale dei 36 mesi di servizio per la stabilizzazione degli assistenti sociali. E’ importante che venga prorogata fino a fine anno il termine per stabilizzare gli assistenti sociali. Questa è una battaglia che portiamo avanti dalla scorsa legislatura e che continua per dare più certezze a una figura professionale che noi riteniamo centrale nella presa in carico delle persone più fragili e in difficoltà”. Lo dichiarano i deputati dem Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio e Silvia Roggiani, della presidenza del Gruppo Pd, firmatari dell’emendamento.
“Sulla vicenda dell’Irpef sui terreni agricoli e dell’emendamento al Dl Milleproroghe, il governo Meloni e la maggioranza di destra fanno il ‘gioco delle tre carte’. Prima tolgono i soldi, poi ce li rimettono; dicono che li mettono sulle assicurazioni e poi invece lo smentiscono. Ci troviamo davanti ad un’altra presa in giro per gli agricoltori, utile solo per cercare di ingraziarsi coloro che stanno manifestando. Ciliegina finale: la scelta di prendere le risorse necessarie per le coperture dal fondo per l’attuazione della delega fiscale. La comica finale”.
Lo dichiarano i deputati democratici: Stefano Vaccari, capogruppo commissione Agricoltura; Ubaldo Pagano, capogruppo commissione Bilancio, e Silvio Lai, della commissione Bilancio.
"Rimettono soldi che avevano tolto"
È davvero curioso che la maggioranza e il governo che stanno trovando ora i soldi per tagliare l'Irpef agricola siano gli stessi che li hanno tolti appena 40 giorni fa nella legge di Bilancio, nonostante il Partito democratico li avesse messi in guardia dal farlo. Il governo corre ai ripari per i danni che crea da sé, con continue e mirabolanti retromarce a cui siamo ormai abituati.
Così Ubaldo Pagano, capogruppo del Pd in commissione Bilancio della Camera.
*Bonafè e Pagano: Governo diviso con ministri in ordine sparso*
“Governo ancora diviso su Irpef agricolo, la soluzione di cui si sta discutendo nel vertice di maggioranza alla Camera già trova i distinguo della Lega con Salvini che chiede di più”. Così i capogruppo democratici nelle commissioni affari costituzionali e bilancio della
Camera, Simona Bonafè e Ubaldo Pagano che stanno seguendo il decreto milleproroghe dove confluirà la modifica annunciata da Palazzo Chigi. “I ministri vanno in ordine sparso e con posizioni contrastanti, stiamo assistendo a spettacolo indecoroso”.
Bonafè e Pagano: Meloni si arrampica sugli specchi per nascondere fallimento
“Le proteste degli agricoltori fanno fare marcia indietro al governo che è costretto a correggere la manovra di bilancio. Giorgia Meloni e Lollobrigida si arrampicano adesso sugli specchi per nascondere al paese il fallimento di essersi piegati e aver dovuto modificare l’errore contenuto in manovra sull’Irpef agricolo”. Così in una nota i capigruppo democratici nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera, Simona Bonafè e Ubaldo Pagano che stanno seguendo alla camera il milleproroghe dove confluirà la modifica annunciata oggi da Palazzo Chigi.
“Mentre si apprestano a votare l’ennesimo condono - piccolo o grande che sia - abbandonano il Terzo Settore, le associazioni del volontariato e dell’impegno nel sociale. L’emendamento al Milleproroghe che doveva salvaguardare il regime Iva è stato accantonato dalla maggioranza e rischia di saltare. La stessa maggioranza trova risorse per l’ennesima sanatoria per chi evade il fisco, ma non si preoccupa di chi ogni giorno si prende cura della parte più fragile del paese. Assicuriamo alle associazioni il massimo impegno del gruppo Pd per sostenere le loro ragioni in commissione e in Aula. Così in una nota i capigruppo democratici nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera, Simona Bonafè e Ubaldo Pagano.
Bonafè e Pagano: oggi paga prezzo agli agricoltori
“La presidente Meloni è stucchevole, ancora una volta si presenta con il ritornello vittimistico del “in pochi mesi difficile fare miracoli”. È al governo da un anno e mezzo e le responsabilità sull’Ipef agricola sono molto chiare al punto che oggi Meloni deve correggere se stessa e autorizzare la presentazione di emendamenti al decreto milleproroghe che modificheranno le norme della manovra di bilancio approvate neanche un mese fa. Il governo naviga a vista e oggi paga il prezzo agli agricoltori che si sono opposti alle sue politiche sbagliate”. Così i capoguppo democratici nelle commissioni affari costituzionali e bilancio della Camera, Simona Bonafè e Ubaldo Pagano.