“La destra ha deciso che il “Fondo Tamburi” deve chiudere. Punto. Non si può spiegare altrimenti la bocciatura dei miei emendamenti all'ultimo decreto “ex Ilva” che cercavano di mantenere il fondo attivo per quest’anno e gli anni a venire.”
Così Ubaldo Pagano, deputato PD, Capogruppo in Commissione Bilancio a Montecitorio, commenta il respingimento di due emendamenti presentati dal gruppo democratico del Senato per modificare la normativa del cd. “Fondo Tamburi” e chiederne il rifinanziamento.
“Una delle due proposte era peraltro a costo zero. Non sarebbe costato nemmeno un euro in più, eppure lo hanno respinto ugualmente” - continua Pagano, riferendosi all’emendamento che consentiva di ottenere l’indennizzo anche per chi avesse ottenuto un titolo risarcitorio nei confronti della società Acciaierie d’Italia S.p.A. in A.S., e non solo a carico di ILVA S.p.A., considerato il recente orientamento del Tribunale di Milano, secondo il quale la responsabilità derivante dalla gestione dell’impianto ex Ilva ricade, dal 2018, esclusivamente su Acciaierie d’Italia spa in A.S.. Una modifica necessaria secondo il deputato pugliese, senza la quale gli aventi diritto non potrebbero più chiedere l’accesso al fondo e dunque l’indennizzo.
“Che cos’è questo, se non accanimento verso Taranto e quei tarantini che più di tutti hanno sofferto la presenza tossica dell’acciaieria? Negli ultimi due anni - conclude il dem - il Governo Meloni e la maggioranza hanno provato prima a tagliare le risorse per gli indennizzi ai residenti del Tamburi e ora decidono che quel fondo deve chiudere e basta. È una vergogna assoluta.”
“Il Ministro Urso freni gli entusiasmi che, rispetto alla situazione generale che circonda il dossier ex Ilva, risultano inopportuni, se non completamente fuori luogo. A partire dal fatto che si tratta di un atto che, ricordiamolo, autorizza la produzione di 6 milioni di tonnellate annue con il ciclo integrale per i prossimi 12 anni.”
Così Ubaldo Pagano, deputato pugliese e Capogruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio a Montecitorio.
“Innanzitutto l’approvazione dell’AIA smentisce tutti coloro che insistevano nel dire che l’accordo di programma era indispensabile per dare il via libera all’autorizzazione stessa. I fatti hanno dimostrato che il Governo, grazie a norme adottate ad hoc, è riuscito a sfondare le resistenze degli enti territoriali e ad approvare comunque l’AIA con il sostanziale parere positivo dell’Istituto Superiore di Sanità.”
“Ora – continua Pagano – invece che festeggiare anzitempo, il Ministro deve spiegarci dove troverà il miliardo di euro che serve per attuare tutte le prescrizioni. Se saranno soldi pubblici oppure se ha incontrato la disponibilità di un eventuale acquirente a coprire quei costi. Perché, in mancanza di questi chiarimenti, rischiamo di essere di fronte ad un fuoco di paglia che peraltro aggrava il peso ambientale su Taranto. Adesso, in ogni caso, la palla passa ad Urso e al Governo Meloni. Hanno preso un impegno formale con Taranto e, di conseguenza, devono garantire la decarbonizzazione completa dello stabilimento nel tempo minore possibile e senza gravare sull’ambiente e sulla salute dei tarantini, garantendo al contempo mezzi e risorse per diversificare l’economia dell’area jonica. Siamo fiduciosi che il Ministro saprà mantenere questo impegno. Perché, altrimenti, passerà alla storia come il più grande illusionista della politica italiana.”
“L’emendamento presentato dal senatore Pogliese, di Fratelli d’Italia, relatore del decreto Ex Ilva, è una pugnalata, l’ennesima, ai diritti dei lavoratori, a Taranto e in tutto il Paese. È assolutamente inaccettabile e va immediatamente ritirato.» Così l’On. Ubaldo Pagano, deputato del Partito Democratico e Capogruppo in Commissione Bilancio a Montecitorio.
“La proposta di Poglisi ha un solo intento: punire chi lavora. Secondo quell’emendamento, infatti, un magistrato potrebbe intervenire solo in presenza di salari gravemente inadeguati. Come se l’inadeguatezza rispetto ai principi della nostra Costituzione non bastasse. È un tentativo di spostare l’asticella sempre più in basso, legittimando il lavoro povero.”
“Chi lavora nell’acciaio, in condizioni già difficili, si vedrebbe negata persino la possibilità di recuperare i propri crediti retributivi nei confronti del datore di lavoro, ossia ciò che semplicemente gli spetta di diritto. È una forzatura ideologica che rivela la vera faccia della destra: niente salario minimo, sì ai salari compressi, e un modello industriale che scarica le crisi sulle persone e sui territori. Se tutto questo è inaccettabile in generale, calato nel contesto di Taranto diventa un vero e proprio attentato alla dignità delle persone.”
“Le vacanze estive stanno diventando un lusso per pochi ma al Governo Meloni sembra non importare affatto.”
Così Ubaldo Pagano, deputato e Capogruppo PD in Commissione Bilancio a Montecitorio.
“Come denunciato dal Codacons, quest’estate i prezzi di aerei, traghetti, ristoranti, servizi ricreativi e sportivi per bambini e persino di musei e monumenti storici segnano un nuovo record verso l’alto. Standard nuovi, insomma, che per milioni di famiglie risultano proibitivi e impediscono di fatto la possibilità di godersi qualche giorno di vacanza fuori casa. Il PD ha presentato una proposta di legge proprio per garantire a tutte le famiglie con redditi medio-bassi l’accesso ad attività educative e ricreative estive, ma purtroppo siamo stati sonoramente ignorati.”
“Di fronte a questo ennesimo segnale di scivolamento verso una povertà di massa – conclude Pagano – il Governo Meloni tace, dimenticando bambini e genitori, alla faccia di tutti i proclami sulla centralità della famiglia.”
“Il Made in Italy è finito nel mirino: con l’annuncio dell’aumento dei dazi fino al 30%, Trump mette in ginocchio settori chiave della nostra economia. Agricoltura, manifattura, meccanica, agroalimentare: comparti vitali che rischiano di entrare in tilt per colpa dell’inerzia di questo governo. È indispensabile che Giorgia Meloni e il ministro Giorgetti vengano immediatamente in Parlamento a spiegare cosa intendano fare per difendere le imprese italiane”.
Lo dichiara Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in commissione Bilancio della Camera, che avverte:
“La verità è che la linea di subalternità scelta dal governo verso Trump si è rivelata un clamoroso fallimento. La propaganda non basterà a salvare posti di lavoro. Serve una strategia chiara: misure immediate di protezione, un piano di sostegno ai settori colpiti e una posizione forte in sede europea per una risposta unitaria. Il governo la smetta con il silenzio e le passerelle: venga a riferire in Parlamento. L’Italia non può restare a guardare mentre il Made in Italy viene colpito al cuore”.
“È ridicolo che Fdi e Lega tentino ora di scaricare sull'Unione Europea la responsabilità dei dazi del 30% imposti da Trump. Salvini e Meloni hanno fatto di tutto per accreditarsi come interlocutori privilegiati del presidente americano e hanno osteggiato ogni fase della trattativa con l’Unione Europea. Sentire oggi che il problema sarebbe 'l’Europa' ha dell’incredibile. I ministri della Lega, con Salvini e Giorgetti in prima fila, insieme a quelli di Fratelli d’Italia, hanno giurato sulla Costituzione ma stanno agendo contro l’interesse del Paese. In altri contesti, questo comportamento verrebbe definito per quello che è: un tradimento. E chi lo compie, dei traditori”. Così il capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera, Ubaldo Pagano.
“Di fronte al crollo della produzione industriale e al rallentamento della domanda interna certificati dall’ISTAT, il governo Meloni continua a restare inerte, incapace di offrire risposte efficaci a una crisi che sta mettendo in ginocchio il sistema produttivo italiano”. Lo dichiara Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in commissione Bilancio alla Camera, intervistato per i canali social dei deputati Pd.
“A maggio avevamo registrato qualche timido segnale positivo, ma a giugno la situazione è drasticamente peggiorata: la produzione industriale ha subito un calo vicino all’1 per cento su base annua. È la dimostrazione più evidente – prosegue l’esponente dem – che il Paese sta esaurendo la spinta propulsiva post-pandemia, costruita grazie agli investimenti europei e al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Una spinta che questo governo non ha saputo consolidare, lasciando inutilizzate risorse fondamentali e perdendo occasioni preziose di rilancio”.
Pagano lancia poi l’allarme sull’impatto dei dazi annunciati da Donald Trump: “Come temevamo la trattativa è tutta in salita. Il padrone Trump si comporta come un bambino capriccioso che vuole punire il mondo intero, e l’Europa non può permetterselo. L’Unione Europea deve reagire con forza e compattezza. Ma per farlo servono governi nazionali seri, competenti, autorevoli. Non certo quelli, come l’esecutivo Meloni, che fino a ieri hanno blandito l’ex presidente americano, dimostrandosi più preoccupati di compiacerlo che di difendere l’interesse nazionale.”
“Il tempo dell’amichettismo – conclude Pagano – è finito. Occorre invece che l'Unione Europea parli con una voce unica, avendo anche la forza di dire a un alleato storico come gli Stati Uniti che in questa fase vuole, di fatto, aprire una guerra commerciale che il mondo non può permettersi”.
“Le misure unilaterali annunciate ieri dall’Amministrazione statunitense contro Francesca Albanese, Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, rappresentano un fatto gravissimo e senza precedenti: punire con sanzioni e restrizioni varie una funzionaria ONU per il suo lavoro di monitoraggio equivale a delegittimare l’intero sistema di protezione dei diritti umani e questo non si può tollerare”. Così il deputato Ubaldo Pagano, capogruppo PD in Commissione Bilancio a Montecitorio.
“A quanto pare - continua l'esponente dem - la colpa della relatrice è aver denunciato i crimini di guerra commessi a Gaza e aver chiesto l’applicazione delle stesse regole internazionali che valgono per ogni altro conflitto. Un attacco inaccettabile che si aggiunge al presunto dossier commissionato da Netanyahu per screditare il lavoro di Albanese". "Davanti a tutto ciò, il Governo italiano continua a nascondere la testa sotto la sabbia. Prona a Trump e all’esecutivo israeliano, la Presidente Meloni ignora la strage di civili in Palestina e non riesce a dire una parola nemmeno sulle sanzioni a Francesca Albanese, anche se il nostro Paese avrebbe il dovere di tutelare i propri cittadini quando subiscono ritorsioni politiche per il loro lavoro istituzionale. E' ormai chiaro che questo Governo è disposto a tutto, anche a svendere la dignità e la credibilità del nostro Paese, pur di servire Donald Trump”, conclude Pagano.
"I numeri dell’ISTAT sono incontrovertibili e affondano completamente la propaganda del governo Meloni. La produzione industriale italiana registra a maggio un calo dello 0,7% rispetto ad aprile e dello 0,9% rispetto allo stesso mese del 2024. Una flessione che certifica un rallentamento preoccupante della nostra economia reale e che smentisce clamorosamente le narrazioni trionfalistiche della maggioranza."
Lo dichiara Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio della Camera.
"Il dato più allarmante – prosegue Pagano – è il calo dei beni di consumo e dei beni intermedi, che indica chiaramente un rallentamento della domanda interna e delle filiere produttive. Si tratta di settori chiave per l’occupazione e la crescita. E mentre tutto questo accade, il ministro dell’Economia è sostanzialmente assente dal dibattito pubblico e incapace di offrire una visione e una strategia alla vigilia dei dazi di Trump che peggioreranno ulteriormente la situazione."
"Questi numeri – conclude Pagano – certificano il fallimento delle politiche economiche del governo, che ha preferito puntare sulla propaganda piuttosto che su investimenti, innovazione e sostegno vero alle imprese. L’Italia ha bisogno di una guida economica competente e presente, non di slogan. È ora che la maggioranza si assuma le proprie responsabilità."
“Eccolo compiuto un altro step del piano di ‘sistemazione’ dei parenti di primo grado delle più alte cariche della destra al potere. Oggi qualcuno può finalmente stappare lo champagne per l’elezione del suo primogenito, il cui principale merito pare essere, appunto, il forte legame di sangue con la seconda carica dello Stato.”
Così Ubaldo Pagano e Marco Simiani, deputato del Partito Democratico e, Capigruppo PD rispettivamente in Commissione Bilancio e Ambiente a Montecitorio, .
“Con l’elezione di Geronimo, la famiglia La Russa mette le mani su un ‘tesoro’ da 1,2 milioni di soci, che controlla 11 società e i relativi consigli di amministrazione. Insomma, siamo davanti a un altro esempio, l’ennesimo, di occupazione ‘militare’ dei posti di comando da parte della destra, che non si fa specie di favorire persino i parenti nella corsa alle poltrone che contano. Tutto preceduto da una defenestrazione per decreto di chi aveva vinto le elezioni appena nove mesi fa. Che dire? Lo avevamo previsto ed oggi ne abbiamo avuto semplicemente una conferma.”
“Per tre anni il Ministro Urso ha fatto credere a tutti di avere la situazione completamente sotto controllo, che il dossier dell’ex Ilva era al sicuro. Da una settimana a questa parte, invece, lancia ultimatum agli enti locali, paventando riunioni no-stop per chiudere la questione. Un atteggiamento assolutamente inaccettabile per chiunque abbia rispetto di questa comunità.”
Così Ubaldo Pagano, deputato pugliese del Partito Democratico, capogruppo in Commissione Bilancio a Montecitorio.
“Quello di Urso non è un tentativo di conciliazione in una situazione delicatissima sotto ogni punto di vista, ma un ricatto a danno di cittadini e lavoratori: o fate come dico io oppure la fabbrica chiude. Ma l’aspetto più intollerabile è che la proposta iniziale sua e del Governo fa acqua da tutte le parti: non si sa chi metterà le risorse per la decarbonizzazione, né quante ne occorreranno; non si dice che fine faranno i lavoratori in esubero a causa della transizione, né se lo Stato metterà in campo iniziative di sostegno. Insomma, se siamo arrivati a questo punto è perché un Ministro, fino a poche settimane fa, ha creduto di poter fare tutto da solo, ignorando cittadini, lavoratori e loro rappresentanti. E oggi quello stesso Ministro, incassato il fallimento, mette un’intera comunità spalle al muro. Invece delle minacce, il Ministro provi a dare qualche certezza sul futuro ambientale e lavorativo di Taranto, perché nessuno è disposto ad accettare un salto nel vuoto solo perché il Governo gli mette il coltello alla gola.”
“In un mondo infuocato dai conflitti e con la NATO che impone un aumento enorme delle spese per la difesa e la sicurezza, il Governo Meloni, completamente prono all’amministrazione americana, saluta i dazi al 10% come un successo per la nostra economia. Siamo ormai al paradosso, sempre più vicini a toccare il fondo.”
Così Ubaldo Pagano, Capogruppo PD in Commissione Bilancio a Montecitorio.
“Con Trump torna il protezionismo ma il nostro Governo resta imbambolato. Oltre al regalo alle multinazionali USA sullo stop alla global minimum tax, ora le nostre imprese saranno costrette a fare i conti con nuovi dazi che, peraltro, a fronte del deprezzamento del dollaro, raggiungeranno una soglia effettiva del 23%, in un contesto generale in cui i costi altissimi dell’energia già strozzano diversi settori. Mentre il cappio al collo della nostra economia si stringe sempre di più, Meloni, Giogetti e Tajani si girano i pollici, restando completamente inermi di fronte al collasso delle esportazioni italiane, della frenata del PIL e della produzione industriale. Tanto a pagare il prezzo del disastro non saranno loro, ma le lavoratrici e i lavoratori italiani.”
"Il definanziamento del progetto per l’alta velocità lungo la dorsale adriatica è inaccettabile perché compromette la realizzazione di un’opera strategica per tutto il paese. Con la cancellazione di altri 150 milioni destinati alle infrastrutture ferroviarie tra Puglia, Molise e Abruzzo, il ministro Salvini conferma la mancanza di volontà nel portare avanti un'opera attesa da anni.
Non bastano più le dichiarazioni di principio: servono impegni concreti. I fatti parlano chiaro – risorse già previste vengono sottratte a un progetto che ha un valore nazionale, non solo locale. La linea adriatica ad alta velocità non è un favore a un territorio, ma una necessità per garantire mobilità, coesione e crescita.
Un’opera strategica per collegare milioni di cittadini e rilanciare lo sviluppo della dorsale adriatica, viene declassata a semplice 'problema contabile' e privata di risorse essenziali: altri 150 milioni cancellati, che si sommano ai 600 milioni già sottratti in precedenza. È inaccettabile. Chiediamo il reintegro immediato dei fondi e il rispetto degli impegni presi. Questo progetto strategico, che rappresenta una grande opportunità per tutto il paese, non può essere trattato come una voce da tagliare nei bilanci dello Stato. Salvini sì conferma il peggiore ministro dei trasporti della storia repubblicana." Così il capogruppo democratico in Commissione Bilancio alla Camera, Ubaldo Pagano.
“Ormai la Commissione Bilancio della Camera viene piegata dalla maggioranza a un uso strumentale e difensivo: non più luogo di approfondimento e valutazione tecnica, ma ostacolo pretestuoso per impedire il dibattito parlamentare su proposte scomode per il Governo. È quanto accaduto anche sulla proposta per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, un tema di portata strategica che meriterebbe un confronto serio e trasparente nelle sedi competenti”. Lo dichiara Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio alla Camera. “Non è la prima volta che la destra sceglie la scorciatoia procedurale pur di non affrontare nel merito le iniziative dell’opposizione. Stavolta, però, si è superato ogni limite: non solo si blocca la discussione di una proposta innovativa e concreta, ma si negano perfino i passaggi interlocutori per approfondire il testo. È una distorsione inaccettabile del ruolo delle istituzioni parlamentari e un segnale preoccupante di debolezza politica.”
“Il governo aveva illuso il Paese: l’Italia, dicevano, avrebbe avuto voce in capitolo sui dazi USA. Oggi Giorgetti ammette che non si punta al miglior risultato, ma ci si accontenta: “Meglio un compromesso dell’incertezza”, dice il ministro dell’economia. Ma la verità è un’altra: sui dazi commerciali la competenza è esclusiva dell’Unione Europea, non dei singoli Stati. L’Italia non tratta con Washington, lo fa Bruxelles. Eppure il governo ha preferito vendere propaganda, fingendo di contare qualcosa dove non può nemmeno sedersi al tavolo. Ora, con Trump che attacca apertamente l’Europa, il governo Meloni si piega. Accetta condizioni al ribasso, senza nemmeno provare a difendere le imprese italiane. È il solito copione: retorica sovranista in patria, subalternità totale all’estero e il costo ricadrà sui cittadini che vedranno lievitare i prezzi e comprimere il potere d’acquisto” così il capogruppo democratico in commissione bilancio della Camera, Ubaldo Pagano.