“Che il Governo Meloni sia alla canna del gas lo si capisce facilmente dalle ultime ‘trovate’ inserite negli emendamenti di Giorgetti alla Manovra. Tra le tante, una delle più inaccettabili è la norma che introduce una ritenuta dell’1% su tutte le transazioni commerciali tra imprese a partire dal 1° gennaio 2029. Una misura che aggrava inutilmente il sistema fiscale e amministrativo delle nostre aziende per un motivo preciso: obbligarle ad aderire al Concordato Preventivo Biennale”.
Così Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera.
“Questa - aggiunge - è tutt’altro che semplificazione. Al contrario, si tratta di un tentativo disperato per ‘salvare’ una misura fallimentare come il concordato preventivo. È questa la cifra del Governo Meloni: piuttosto che negare l’errore e tornare sui propri passi, preferiscono mettere tasse occulte e obblighi mascherati. Che siano incapaci di governare è fatto ormai conclamato, ma se sono anche stanchi di portare addosso questa responsabilità, farebbero meglio a rimettere il mandato nelle mani degli italiani invece che infierire su un’economia già fragilissima”.
“Siamo arrivati al paradosso: bilaterali tra Governo e singoli partiti di maggioranza sulla manovra, con la Commissione costretta a fermarsi. Se questa non è una crisi, ci spieghino che cosa lo sia. Questa sarebbe la stabilità tanto evocata da Giorgia Meloni, che rivendica una maggioranza compatta come un monolite. La realtà racconta altro: divisioni profonde, confusione e una legge di bilancio riscritta a pezzi. La maggioranza è andata in tilt. Il fallimento è evidente soprattutto sulle pensioni. Dopo le promesse di superare la Fornero, si va nella direzione opposta: età pensionabile più alta, nuovi vincoli e l’ennesima beffa della “quota 110”. I nodi vengono al pettine e a pagare sono ancora una volta lavoratrici e lavoratori”. Così una nota del capogruppo del PD nella commissione Bilancio della Camera, Ubaldo Pagano
“Come sempre all’interno della maggioranza ci sono grossi problemi. Lo vediamo su questa riforma del diritto condominiale. Ancora una volta è la Lega al governo ad esprimere perplessità. Perplessità e criticità che non solo condividiamo ma riteniamo gravissime perché questa riforma andrà a penalizzare le persone normali, quelle persone che faticano ad arrivare a fine mese e che vivono unicamente del loro stipendio ma che comunque onorano sempre i loro obblighi con il condominio. Questa legge è grave perché saranno chiamati a pagare i condomini solventi per coloro che non lo faranno. Noi del PD esprimiamo tutte le nostre preoccupazioni e chiediamo che venga immediatamente rivista”. Lo dichiara Ubaldo Pagano deputato del PD e capogruppo PD in commissione bilancio Della Camera.
Gira sms tra senatori di maggioranza con regole per spendere fondi pubblici’
“Apprendiamo con sconcerto che, mentre in Parlamento è di fatto impedita una discussione piena e trasparente sulla legge di bilancio, dagli organi di stampa emergono notizie relative alla circolazione, tra i senatori di maggioranza, di messaggi che delineerebbero con estrema precisione modalità e criteri di utilizzo di risorse pubbliche. Secondo quanto riportato dalla stampa, tali comunicazioni indicherebbero che ogni senatore di maggioranza disporrebbe di 500 mila euro per ciascuno degli anni 2026 e 2027, per un totale di un milione di euro a testa, da destinare a specifiche tipologie di intervento. Le risorse potrebbero essere utilizzate in parte corrente per contributi diretti a enti e associazioni, in particolare del terzo settore, e in conto capitale per interventi infrastrutturali, come manutenzioni straordinarie e opere pubbliche.
Le informazioni diffuse parlerebbero inoltre di indicazioni operative volte a concentrare i fondi su un numero ristretto di soggetti o interventi, nonché di requisiti tecnici richiesti per il finanziamento delle opere, anticipando scelte che dovrebbero essere oggetto di un confronto parlamentare pubblico, trasparente e tracciabile”. A denunciare quanto sta emergendo è Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, che segnala una gestione preventiva e discrezionale delle risorse pubbliche mentre “il Parlamento viene di fatto esautorato dal suo ruolo nella discussione della legge di bilancio”.
Secondo Pagano, “questo modo di procedere solleva interrogativi profondi sul rispetto delle regole democratiche e sul corretto funzionamento delle istituzioni”.
“La manovra di bilancio è scomparsa. Sparita. In un mare di cambi, ricambi e ritardi, il governo lascia il Paese in balia di un vero e proprio “mercato delle vacche”, dove regnano caos e incertezza. I soldi degli italiani vengono gestiti come se fossero proprietà privata dei partiti di maggioranza: opacità e decisioni incomprensibili, responsabilità calpestate. Mai vista una gestione così irresponsabile delle risorse pubbliche. Chiediamo chiarezza immediata. Il governo ha il dovere costituzionale di dire ai cittadini cosa sta facendo dei loro soldi e quali sono le reali intenzioni per il futuro del Paese. La trasparenza non è una cortesia: è un obbligo verso chi ogni giorno mantiene lo Stato” così il capogruppo democratico nella commissione Bilancio della Camera, Ubaldo Pagano.
“Questo decreto non rafforza l’economia, non supporta gli enti locali, non tutela i giovani, non rilancia gli investimenti. Per tutte queste ragioni il Partito Democratico esprimerà convintamente un voto contrario, perché l’Italia merita una politica economica che guardi avanti e non misure casuali per sopravvivere un giorno di più o di meno”. Lo ha detto in Aula alla Camera il deputato Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio durante le dichiarazioni di voto finale al Dl Economia.
“Questo provvedimento – ha proseguito l’esponente dem - è l’ennesima dimostrazione di ciò che questo esecutivo intende per politica economica: una sorta di collage di norme disorganiche e un mosaico confuso, che non affronta le debolezze del Paese e non offre prospettiva. Il governo Meloni resta assolutamente inerte, a partire dai dazi imposti dal vostro carissimo e decantato amico d'oltreoceano, al calo della competitività europea e alla stagnazione della crescita. Avevamo già contestato in commissione la mancanza di una visione e la bocciatura di emendamenti con motivazioni piuttosto fragili, spesso puramente politiche, poiché il decreto presenta misure scollegate che disperdono risorse e tempo”.
“Il decreto – ha concluso Pagano - penalizza il Mezzogiorno, cui mancano ancora 3,7 miliardi di euro del Fondo perequativo infrastrutturale, e i Comuni con l’irrigidimento delle scadenze del Piano complementare al PNRR, ignorando che molti ritardi dipendono dallo Stato. Gli emendamenti PD per proroghe ai progetti già avviati sono stati respinti senza motivo. La nostra proposta sul Fondo prima casa per impedire polizze assicurative aggiuntive ai giovani è stata respinta, definendo la scelta un favore alla rendita bancaria. La gestione delle risorse per Milano-Cortina, con straordinari negati alla città che ospita la cerimonia inaugurale e la norma sulla cooperazione di polizia finanziata con venti milioni di euro sottratti alla riforma della polizia locale e destinati a iniziative non note, è una sorta di delega in bianco, inaccettabile e irresponsabile”.
“Anche oggi ci troviamo di fronte all’ennesima dimostrazione del disordine che regna nella maggioranza. La manovra sarebbe dovuta entrare finalmente nella fase emendativa, ma a poche ore dalla scadenza non è stato ancora depositato alcun emendamento del governo.
È una situazione che mette a rischio i tempi parlamentari e, soprattutto, la qualità del confronto sulle misure che incideranno sulla vita di milioni di cittadine e cittadini. Il Paese merita serietà e un percorso chiaro; invece la maggioranza continua a navigare a vista, scaricando sul Parlamento le proprie contraddizioni interne”. Lo dichiara Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio della Camera.
“La crescente ondata di assalti ai bancomat e di criminalità predatoria che sta colpendo la Puglia non è più un fenomeno episodico, ma un vero e proprio allarme sociale che mina la percezione di sicurezza delle nostre comunità. Gli episodi che si susseguono non danneggiano soltanto esercizi commerciali o istituti di credito: colpiscono la vita quotidiana delle persone, i servizi essenziali nei piccoli centri, la serenità delle famiglie, la vitalità delle attività economiche.”
Così Ubaldo Pagano, deputato PD e Capogruppo in Commissione Bilancio a Montecitorio.
Condivido pienamente le preoccupazioni espresse dal SIAP e rilancio ancora una volta la stessa richiesta: il Governo e il Ministero dell’Interno devono intervenire con urgenza, potenziando in modo stabile gli organici della Polizia di Stato in Puglia. Da troppo tempo i nostri territori affrontano fenomeni criminali complessi con reparti sotto organico, turni estenuanti e uffici che rischiano la riduzione dei servizi. Non si può continuare a chiedere agli operatori di essere ovunque senza garantire loro risorse, mezzi e personale adeguati. Meloni e Piantedosi, anche in tema di sicurezza, hanno raccontato finora un Paese che non esiste nella realtà, ma soltanto nei loro sogni. La verità, invece, è quella che descrivono le cronache e le denunce dei cittadini e delle forze dell’ordine, ossia di interi territori sempre più orfani del sostegno del Governo nazionale.”
“È una manovra senza ambizioni”, così il deputato Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio, intervistato sulla Legge di Bilancio del governo Meloni sui canali social dei deputati dem. Il deputato democratico sottolinea che l’esecutivo “fintamente prova a diminuire le aliquote fiscali”, mentre “la pressione fiscale aumenta a un livello mai visto” e “il potere d’acquisto di lavoratrici e lavoratori perde colpi”.
L’esponente Pd evidenzia come la scelta di ampliare l’uso della flat tax sugli aumenti contrattuali sia, di fatto, un intervento apparente. “Aumentano la possibilità di utilizzare la flat tax per gli aumenti contrattuali ma non danno un euro per il taglio del cuneo fiscale”, osserva, ricordando che “a fronte di aumenti che danno più soldi in busta paga, e quindi costano di più alle imprese, quei soldi vengono erosi dall’inflazione e dall’aumento del costo della vita. Chi ci guadagna è solo lo Stato, che incassa un’imposizione fiscale maggiore. Di quelle risorse non arriva nulla nelle tasche delle lavoratrici e dei lavoratori e allo stesso tempo vengono sottratte risorse e possibilità di investimento alle imprese”.
Pagano richiama anche il tema del Mezzogiorno, ricordando che il Pd ha più volte smentito la narrazione del governo. “Il governo Meloni è il più anti-meridionalista della storia, siamo alla terza legge di bilancio in cui i soldi per il Mezzogiorno diminuiscono vertiginosamente”, denuncia. “L’anno scorso è stata una mazzata indescrivibile, con oltre 2 miliardi e mezzo di euro tagliati. In questa legge di bilancio non c’è un euro in più e anche quei pochi investimenti preventivati vengono ridotti dal taglio lineare ai ministeri. Questa manovra non affronta nessuno dei nodi del Paese e continua a sottrarre risorse a lavoratori, imprese e Mezzogiorno, conclude.
“Gli ultimi rilevamenti sull’inflazione mostrano un quadro estremamente allarmante. I prezzi alimentari registrano un aumento del 2,1%, con rincari particolarmente evidenti nel comparto della carne. A questo si somma la crescita continua del costo dei beni essenziali e dei servizi quotidiani. Il risultato è che sempre più cittadini faticano ad arrivare a fine mese e devono rinunciare a prodotti che fino a pochi anni fa erano considerati normali componenti della spesa familiare. Questa situazione non è frutto del caso. Mentre l’inflazione corre, i salari reali rimangono bloccati. Di fatto, milioni di lavoratrici e lavoratori stanno perdendo potere d’acquisto, come se ogni anno venisse sottratta una mensilità intera. È uno scenario insostenibile, che il governo Meloni continua a sottovalutare, limitandosi a misure frammentarie incapaci di rispondere alla crisi del reddito.” Così in una nota Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in commissione bilancio alla Camera commentando gli ultimi dati sull’inflazione.
“Mollicone come l’avvocato Giangiacomo Pignacorelli in Selci interpretato da Alberto Sordi nel magnifico film 'Troppo forte' di Carlo Verdone. Il presidente della commissione cultura si sveglia infatti oggi economista e si mette a sproloquiare contro le opposizioni sulla riduzione del potere d’acquisto delle famiglie italiane e gli effetti drammatici che i dazi di Trump stanno determinando al Made in Italy. Purtroppo per Mollicone, ma soprattutto purtroppo per gli italiani, sono i dati ufficiali a parlare: dall’ Istat a Confindustria fino alla Commissione europea è un elenco di sconfitte e fallimenti sul terreno economico per il governo Meloni. Senza il Pnrr l’Italia sarebbe in recessione e le politiche del governo stanno addirittura lavorando al contrario visto comprimono gli effetti positivi sulla crescita degli investimenti del Pnrr stesso. Un fallimento su tutta la linea. Mollicone guardi in faccia la realtà e smetta di recitare a soggetto, il suo ruolo imporrebbe serietà” così una nota del capogruppo democratico nella commissione bilancio della Camera Ubaldo Pagano.
“Siamo di fronte a una significativa presa di distanza dalla manovra di Giorgetti che viene considerata dalla maggioranza stessa come inadeguata, inefficace e incapace di affrontare le reali emergenze del Paese. I 1.600 emendamenti presentati dai partiti di governo ne costituiscono la prova più evidente. Siamo all’assalto alla diligenza”.
Lo dichiara Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio della Camera.
“Palazzo Chigi si vergogna di una manovra inconsistente e tenta di nascondersi dietro un manuale di istruzioni per giustificarla. Si cerca di far passare l’idea che la legge di bilancio vada letta in chiave triennale, ma si tratta solo di un espediente per alimentare confusione e disinformazione. La realtà è che questa manovra non dà risposte ai problemi del Paese, non sostiene famiglie e imprese e manca di una visione per la crescita”. Lo dichiara Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio della Camera.
“Il ministro Urso dice di essere 'alla ricerca di risorse nuove', peccato che quelle vecchie, gli oltre 6 miliardi destinati a Transizione 5.0, le abbia già fatte sparire. È paradossale: la principale misura industriale del PNRR è stata smontata pezzo per pezzo da questo Governo, che ha tagliato quasi 4 miliardi di euro e ora lascia le imprese in lista d’attesa, con una semplice 'ricevuta di indisponibilità delle risorse'. Altro che successo: è un fallimento annunciato”. Lo dichiara Ubaldo Pagano, deputato del Partito Democratico e capogruppo dem in Commissione Bilancio alla Camera.
“Hanno trasformato Transizione 5.0 - sottolinea il parlamentare - in un imbuto burocratico che blocca gli investimenti e alimenta la sfiducia del sistema produttivo. È l’ennesima dimostrazione dell’improvvisazione del Governo Meloni sul fronte delle politiche industriali. Invece di accompagnare la transizione energetica e digitale delle imprese, stanno mettendo in ginocchio chi vuole innovare, produrre e creare lavoro. Le imprese non chiedono nuove scuse, ma serietà, programmazione e regole chiare. Dalla siderurgia all’automotive, dal manifatturiero alla transizione verde, il bilancio dell’esecutivo è disastroso. Il ministro Urso si riempie la bocca di parole come 'reindustrializzazione' e 'rilancio', ma dietro gli annunci non c’è alcuna strategia, solo ritardi, tagli e propaganda”.
“La verità – conclude Pagano – è che questo Governo non ha una politica industriale: ha solo un elenco di fallimenti. E senza una visione vera, la prossima transizione rischia di essere quella dal futuro al passato”.
“Ieri a Bari, Antonio Tajani è salito sul palco per chiedere i voti dei pugliesi e ha collezionato gaffe e strafalcioni da manuale.
Ha confuso lo stadio San Nicola con il San Paolo di Napoli. Viene in Puglia a fare campagna elettorale, ma sembra non sapere nemmeno dove si trova. Portato in passerella come un santo in processione, il miracolo — quello di conoscere la città in cui parla — non è ancora avvenuto.
Bari non è Napoli. E i pugliesi non si lasciano prendere in giro così facilmente” così il deputato democratico Ubaldo Pagano.