“Questo governo si dimostra nemico del Mezzogiorno d’Italia. Tagli per 3 miliardi di euro quest’anno e 4 miliardi il prossimo anno a cui si aggiungono i tagli per tutti gli enti territoriali nazionali. Insomma una tragedia che rischia di mettere la pietra tombale sul riscatto del Sud d’Italia”. Lo dichiara Ubaldo Pagano capogruppo Pd in commissione Bilancio di Montecitorio.
“Le risorse per la Zes Unica, già ridicole nel 2024, si riducono di 200 milioni per l’anno prossimo e del finanziamento dei Livelli essenziali delle prestazioni, dopo tutte le rassicurazioni di Calderoli, non c’è nemmeno una minima traccia”, aggiunge il dem.
“È senza ombra di dubbio la legge di bilancio più disastrosa degli ultimi 10 anni. Le uniche misure utili ai cittadini, alle imprese e all’economia sono quelle introdotte dall’ultimo esecutivo guidato da Draghi e che questo Governo si limita a prorogare. Per il resto è una débacle”.
Così Ubaldo Pagano, Capogruppo Pd in Commissione Bilancio alla Camera.
“La sanità - aggiunge - vedrà crescere il suo budget di soli 1,3 miliardi, una cifra ampiamente insufficiente per coprire il fabbisogno e inadeguata persino per pareggiare gli aumenti inflazionistici di quest’anno. Ed intanto le liste d’attesa si allungheranno. L’aumento delle pensioni minime è una beffa per tutti, visto che alla fine dei conti coloro che le percepiscono vedranno accreditarsi solo pochi spiccioli in più al mese. Le tante promesse fatte al Mezzogiorno, come previsto, cadono un’altra volta nel vuoto: alla tanto ‘miracolosa’ Zes Unica si dedicano risorse addirittura inferiori a quelle ridicole stanziate lo scorso anno, passando da 1,8 miliardi a 1,6. E poi il taglio dei tagli: alle Regioni, alle province, alle città metropolitane e ai comuni d’Italia si chiede un sacrificio da più di 8,3 miliardi di euro nel prossimo quinquennio. Insomma - conclude - gli enti locali saranno costretti a pagare, tagliando i servizi pubblici ai cittadini, tutta l’incapacità del Governo Meloni”.
I sacrifici li faranno gli italiani
“La manovra di quest’anno si preannuncia amara per milioni e milioni di italiani. Lontanissimo dal mantenere le promesse su pensioni e accise, il governo si dimentica della crescita e continua a tagliare i servizi pubblici e ad alzare le tasse, come testimonia l’aumento della pressione fiscale nel 2024 e nel 2025 rispetto al 2023. La fregatura dietro tante parole è nei numeri”.
Così Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera.
“In più di un’ora di conferenza stampa - aggiunge - Giorgetti non ha mai parlato di misure che dovrebbero aiutare il nostro Paese ad uscire dalla crescita dello ‘zero-virgola’ in cui siamo piombati da quando c’è la destra al governo. Giorgetti continua a raccontare la favoletta sui sacrifici da imporre a banche e assicurazioni, ma la realtà è profondamente diversa. Non verranno chiesti né sacrifici, né contributi, ma soltanto un'anticipazione sulle tasse. Insomma, la più grande presa in giro del secolo. I sacrifici veri dovranno farli i cittadini, visto che sarà su di loro che si ripercuoteranno i tagli da miliardi di euro a Ministeri, Regioni e Comuni. Risorse in meno per servizi pubblici essenziali, dalla scuola ai trasporti, fino alla sanità, dove il duo Meloni-Giorgetti prova un altro trucco di magia. L’aumento corposo del Fondo Sanitario Nazionale - conclude - è soltanto uno specchietto per le allodole, visto che gli unici incrementi rilevanti sono previsti a partire dal 2026, mentre l’anno prossimo si stanziano cifre assolutamente ridicole rispetto alle necessità del Ssn”.
“Le recenti dichiarazioni del ministro Salvini, che parla della necessità di "difendere il proprio budget", evidenziano una preoccupante dinamica interna al governo. È chiaro che all'interno del Mef vi sono forti pressioni per tagli lineari a tutti i ministeri che avranno effetti drammatici sui servizi essenziali per i cittadini e sulla pressione fiscale”. Così il capogruppo democratico nella commissione Bilancio della Camera, Ubaldo Pagano. “Salvini inizia con lo scaricabarile delle responsabilità attribuendo le scente al solo Giorgetti perché non vuole prendersi responsabilità della manovra “Lacrime e sangue”. Ma Salvini - sottolinea Pagano - non è un passante, è il vicepremier e capo del partito che esprime il ministro dell’economia.
Il Partito Democratico - conclude a Pagano - chiede al governo di cambiare rotta, di smettere di alimentare una guerra tra poveri e di concentrarsi, invece, su una manovra giusta e responsabile senza scaricare sulle spalle dei cittadini il costo della sua incompetenza”.
“Giorgetti in audizione fa un bagno di realtà e la Meloni con il suo video prova a mentire per nascondere quello che faranno di qui a pochissimo. Lo hanno messo nero su bianco: non solo aumenteranno le accise sul gasolio, dopo che la Meloni qualche tempo fa faceva i video in cui prometteva di cancellarle completamente, insieme al suo sodale Matteo Salvini, ma addirittura hanno scritto che la spesa primaria netta, che è la spesa effettuata dalle Pubblica Amministrazione non potrà superare, per i prossimi cinque anni, l'uno e mezzo per cento. Solo per fare un parallelo, negli ultimi 25 anni, la spesa media è stata di 5 punti e mezzo. Quindi significa che ci sarà un livello di spesa che è quattro volte inferiore. Vuol dire che o aumenteranno le tasse per garantire ai servizi o taglieranno i servizi. Se non è una manovra lacrime e sangue questa, poco ci manca”. Lo ha detto il deputato dem Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio, intervistato sui social del Gruppo del Partito Democratico alla Camera.
“In merito a nuove tasse sulla casa, trovo profondamente ingiusto – ha concluso Pagano - che lo Stato, ancora una volta, provi a cambiare le regole del gioco, prendendosela in maniera finta con quelli che sono i fruitori del superbonus, che quando lo hanno realizzato non hanno fatto una cosa contro la legge. Anzi, hanno utilizzato un'opportunità che era prevista dal legislatore italiano. Andare a cambiare oggi le carte in tavola, senza che a monte si sapesse quali erano le regole di ingaggio, si corre il rischio di far perdere quella fiducia già flebile tra gli italiani, i cittadini e le istituzioni. Da questo punto di vista occorre poi distinguere tra colui il quale si è fatto ristrutturare la casa, ma magari è un operaio, un pensionato a reddito basso, che contando sulla cessione del credito ha potuto effettuare questa operazione straordinaria, e chi invece è un manager, un imprenditore, un professionista affermato, che evidentemente, dalla revisione catastale, non avrà un impatto importante sulla sua vita”.
“Eccesso di ottimismo, mancanza di trasparenza e nessuna chiarezza sul percorso per correggere i conti” è netto il giudizio del capogruppo democratico in commissione bilancio alla camera, Ubaldo Pagano che, nel corso dell’audizione alla camera del ministro Giorgetti ha stigmatizzato come “il Psb sconta gravissime carenze in termini di leggibilità e trasparenza che non consentono al parlamento di poter esaminare nel dettaglio la politica economica. Dal Mef targato destra una gestione torbida come non mai. Il Governo ha infatti approfittato della modifica delle procedure di bilancio per nascondere informazioni fondamentali che erano prima presenti nel Def e nella Nadef. La prossima manovra sarà una sorpresa per il parlamento e questo è sicuramente un passo indietro che non consente di poter valutare cosa dovremo attenderci dal governo. Ed il tutto è aggravato da alcune sibilline definizioni che non vengono chiarite come “il cuneo cambia fisionomia”. Vuol dire che il Governo vuole applicare un decalage ma è evidente che in tale ipotesi ci sarebbero dei/lle lavoratori/trici che ci perdono e la misura costerebbe meno. Solo una cosa è certa: l’ambizioso piano di privatizzazione presentato lo scorso anno è fallito, e nulla si sa su quali asset il governo vuole adesso mettere in vendita”.
“Il Piano strutturale di bilancio conferma le nostre preoccupazioni anche sui profili del finanziamento della sanità pubblica. Oggi questi timori sono stati condivisi da tutti gli auditi, a partire da Regioni ed enti locali, fino al Presidente del Cnel che ha dovuto ammettere la necessità di uno sforzo maggiore da parte del governo per colmare la grave carenza di organico nel comparto. Il SSN è ampiamente sottofinanziato rispetto agli altri Paesi Ue e Ocse e le previsioni contenute nel documento di Giorgetti preannunciano una ulteriore riduzione della spesa sanitaria. Al contrario, il governo dovrebbe smetterla di mistificare la realtà e cominciare a dare un contributo concreto alla sanità pubblica. Il rischio, altrimenti, è andare incontro a un collasso del sistema che si tradurrebbe immediatamente nell’incapacità di raggiungere chi non può permettersi l’assistenza sanitaria privata e, di conseguenza, nella rinuncia alle cure di milioni di cittadini”.
Così Ubaldo Pagano, Capogruppo del Partito Democratico in commissione Bilancio alla Camera, commenta le audizioni in corso nell’ambito del Piano strutturale di bilancio di medio termine.
“Dagli enti locali arriva un No unanime all’imposizione di nuovi tagli da parte del governo. Il ministro Giorgetti prenda atto dell’avvertimento lanciato oggi dai rappresentanti di Anci e Upi: una nuova spending review indiscriminata come quella dell’ultima manovra rischia di mandare gambe all’aria migliaia di enti locali”.
Così Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in commissione Bilancio alla Camera, commentando l’audizione dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani e dell’Unione Province d’Italia nell’ambito del Piano strutturale di bilancio di medio termine.
“Con questa legge di bilancio - aggiunge - tutti i nodi stanno venendo al pettine, ma se credono di poter spremere gli enti locali per racimolare risorse, è giusto che gli italiani sappiano quali sono le conseguenze: comuni in default finanziario e servizi pubblici azzerati”.
“Mentre i dati ISTAT confermano le gravi difficoltà economiche del Paese, segnando un fallimento evidente delle politiche economiche messe in campo dal governo Meloni, il Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti si arrampica sugli specchi per nascondere la realtà. Ma sul suo tavolo giace una bozza di manovra di bilancio che prevede nuove tasse, un complessivo inasprimento della pressione fiscale e drastici tagli a tutti i ministeri” così in una nota il capogruppo democratico nella commissione bilancio della camera, Ubaldo Pagano.
“ISTAT conferma l’aumento della pressione fiscale, mentre il governo annuncia nuove tasse nella manovra. Tra queste, spiccano i 70 euro a famiglia sulle accise dei carburanti, la Meloni Tax, in netto contrasto con le promesse fatte dalla presidente del consiglio in campagna elettorale. Il ministro Giorgetti è stato chiaro: il conto sta per arrivare, e saranno gli italiani a pagarne il prezzo, con un aumento delle tasse e una riduzione dei servizi. Una realtà ben diversa da quella prospettata durante la campagna elettorale”. Così il capogruppo democratico nella commissione bilancio della camera, Ubaldo Pagano.
“Il ministro dell'Economia Giorgetti sta creando un clima di forte incertezza nel Paese. Mai prima d’ora avevamo assistito a una serie così contrastante di dichiarazioni riguardo alla manovra economica, con continui cambi di rotta e annunci confusi su nuove tasse. Questa situazione non solo genera preoccupazione tra i cittadini, ma ha già avuto ripercussioni negative sui mercati, come dimostrano gli effetti registrati in Borsa. La mancanza di chiarezza da parte del Governo sul contenuto e sulle misure della manovra economica è allarmante. In un momento così delicato per l’economia nazionale, l’Italia ha bisogno di stabilità e certezze, non di dichiarazioni contraddittorie che gettano nel panico imprese, famiglie e investitori. Una gestione irresponsabile”. Così in una nota il capogruppo democratico in commissione Bilancio della Camera, Ubaldo Pagano.
“Nonostante la smentita d’ufficio del Mef sull'aumento delle accise sui carburanti, il Programma di Stabilità e Bilancio (PSB) racconta una storia diversa e parla chiaramente di “utilizzare l'allineamento delle aliquote delle accise per diesel e benzina e/o politiche di riordino delle agevolazioni presenti in materia energetica, come leva strategica per conseguire simultaneamente gli obiettivi di incremento dell'efficienza del sistema fiscale italiano e sostegno al pieno raggiungimento della strategia di transizione energetica e ambientale a livello europeo e nazionale”. Tante parole per esprimere un concetto molto semplice: il Governo sta pianificando di aumentare le accise sui carburanti. Di fronte a questi segnali, è chiaro che la smentita del MEF non regge e gli italiani rischiano di pagare il prezzo di un aumento delle imposte sui carburanti, nonostante le promesse elettorali di riduzione” così in una nota i capigruppo democratici in commissione Ambiente e Bilancio della Camera, Marco Simiani e Ubaldo Pagano.
“Il ricorso alla fiducia conferma una grave mancanza di apertura al confronto e un atteggiamento arrogante da parte del Governo. Pretendere che la Camera dei deputati approvi un decreto in poche ore mina la stessa idea di democrazia partecipativa e riduce il ruolo dei parlamentari a semplici esecutori, senza il tempo necessario per analizzare e discutere misure che hanno impatti significativi sulla vita dei cittadini”. Così il capogruppo democratico nella commissione bilancio della Camera, Ubaldo Pagano, che sottolinea “siamo davanti a un decreto carrozzone, che introduce l'ennesimo condono per aiutare gli evasori a danno di lavoratori dipendenti e pensionati".
Pagano e Merola: non parteciperemo a dibattito farsa in commissione
“Il decreto omnibus ha cambiato nome. Così dice la maggioranza. E fa bene perché di sicuro non è per tutti, come vuole il latino, ma per accontentare le corporazioni. E’ un decreto carrozzone, che fa l’ennesimo condono, per aiutare gli evasori facendogli pagare meno del dovuto. La base imponibile delle tasse diminuisce e grava sempre di più sui lavoratori dipendenti e sui pensionati. Dopo aver detto mai più ai bonus fanno un una tantum solo per le famiglie con un figlio e per carità solo regolarmente sposate. Cioè solo il 5% delle persone dipendenti sarà interessata dal provvedimento, escludendo autonomi e pensionati. Però aiutano i calciatori a pagare meno tasse e permettono a Schifani di affidare la gestione dei rifiuti senza gare. Omnibus era anche un carrozzone in passato: e a questo siamo. La credibilità per questo governo non è importante: importa solo restare al potere. Su tutti gli emendamenti la destra ha dato parere contrario. L’abuso della fiducia si rafforza con tempi per la discussione sempre più compressi, riducendo la Camera a organo di ratifica, senza vero dibattito una recita ipocrita. Per questo, dopo gli interventi sul complesso degli emendamenti abbiamo deciso di non partecipare al dibattito sui singoli emendamenti. Si è toccato il fondo del rispetto per il Parlamento e pare vogliano iniziare a scavare per andare oltre il comune senso del pudore. Lo facciano da soli, senza la nostra presenza complice in questa umiliante sceneggiata”. Così i capigruppo democratici nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, Ubaldo Pagano e Virginio Merola.
Ministero divide sanità in serie A e B, bambini a rischio
“Per quanto si cerchi di negare, in Italia continuano ad esistere una sanità di serie A e una di serie B, cittadini di serie A e cittadini di serie B e il ministero della Salute lo ha dimostrato per l’ennesima volta”.
Così i deputati pugliesi del PD, Ubaldo Pagano, Marco Lacarra e Claudio Stefanazzi, in merito alla lettera con cui il ministero della Salute vieta alle Regioni in piano di rientro la somministrazione dell’anticorpo monoclonale Nirsevimab (classificato in fascia C da Aifa) “in quanto trattasi di prestazione extra Lea”.
“Da domani - denunciano i deputati democratici pugliesi - un bambino pugliese o calabrese o abruzzese dovrà stare più attento di uno veneto ad evitare bronchioliti e polmoniti perché non avrà la possibilità di assumere gratuitamente un farmaco molto efficace per combattere le malattie da Virus Respiratorio Sinciziale (Vrs). Malattie che, per inciso, provocano ogni anno 33 milioni di infezioni a livello mondiale, 3.6 milioni di ospedalizzazioni e 100mila morti tra i bambini. Viene da chiedersi se un Paese che nega le cure ai bambini per mere questioni contabili possa considerarsi o no un Paese civile. A noi sembra proprio di no”.