"Sta andando in scena uno spettacolo indecoroso, con i relatori che si contraddicono e non si comprende nulla. I conti sono fuori controllo. Vogliamo proprio vedere come la Ragioneria dello Stato potrà quantificare gli interventi che stanno entrando nella manovra senza alcuna relazione esplicativa." Così il capogruppo democratico nella Commissione Bilancio della Camera, Ubaldo Pagano, che aggiunge: "Più che in Commissione, sembra di stare in un suk, che rende un’immagine deleteria del Paese."
‘Nel meraviglioso mondo di ‘Ameloni’, in aula si annuncia il ritiro della norma che aumenta gli stipendi dei ministri, mentre in commissione permane la riformulazione dell'emendamento dei relatori, che prevede solo un dimezzamento dell'aumento. Le cose sono due: o Meloni è stata contraddetta dalla sua maggioranza, o siamo di fronte all'ennesima strategia comunicativa pensata per distogliere l'attenzione con notizie fuorvianti” così in una nota il capogruppo democratico nella commissione bilancio della camera, Ubaldo Pagano che sottolinea “attendiamo che la maggioranza passi dalle parole ai fatti e ritiri definitivamente l’aumento degli stipendi dei ministri”.
Gestione caotica, unica certezza è aumento tasse e stipendi ministri
"L'impianto della manovra è incerto. I conti non tornano: il ministro Giorgetti dovrebbe trovare il tempo e il coraggio per riferire in commissione. Stiamo assistendo a una gestione della discussione estremamente disordinata, con i testi dei relatori che si sovrappongono a quelli presentati dalle opposizioni, senza che questi vengano nemmeno citati o riconosciuti, e continui cambiamenti nell'assetto delle proposte della maggioranza. La verità è che le coperture sono totalmente aleatorie, anche perché la manovra è stata costruita su previsioni di crescita del PIL che sono state dimezzate. Lo conferma l'enorme aumento delle tasse che il governo e la maggioranza stanno infliggendo al paese per coprire le proprie incapacità” così il capogruppo democratico nella commissione bilancio della Camera, Ubaldo Pagano. “L’unica cosa certa di questa manovra – conclude Pagano - sono l'aumento delle tasse e degli stipendi dei ministri”.
Il capogruppo del Partito Democratico in commissione Bilancio alla Camera, Ubaldo Pagano, ha duramente criticato, nel suo intervento in commissione, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, accusandolo di aver sbagliato i conti della manovra e denunciando le modalità e l’approssimazione con cui il governo sta affrontando l’esame parlamentare.
"Giorgetti venga in Parlamento a spiegare la nuova manovra, dal momento che quella di cui stiamo discutendo è radicalmente diversa da quella approvata in Consiglio dei Ministri", ha dichiarato Pagano.
Il deputato democratico ha chiesto che Giorgetti intervenga in commissione per chiarire i nuovi contenuti. "I conti non tornano e tutte le nuove tasse che il governo sta mettendo servono solo a cercare di coprire gli errori. Giorgetti si assuma la responsabilità politica di quanto accaduto. La manovra attualmente in discussione ha una configurazione diametralmente opposta rispetto a quella licenziata dal Cdm. Venga a riferire", ha ribadito Pagano.
“Mentre il Paese lotta per arrivare a fine mese, il governo decide di destinare risorse pubbliche all’aumento degli stipendi dei ministri. Una scelta che lascia increduli e appare ancora più grave alla luce di una manovra di bilancio che non investe in sanità, scuola, lavoro e casa. Il governo fa finta di non capire: noi chiediamo un miglioramento delle condizioni e degli stipendi degli italiani, non di quelli dei ministri e dei membri del partito della presidente Meloni”. Così il capogruppo democratico nella commissione bilancio della camera, Ubaldo Pagano, commenta l’anticipazione dell’emendamento del governo che aumenta glli stipendi dei ministri non parlamentari.
“Nei giorni scorsi abbiamo visto molti amministratori locali, sindaci e presidenti di provincia protestare per la mancanza di un sostegno adeguato alla casa. Rinnoviamo in queste ore l’appello al governo affinché rifinanzi almeno il fondo per le morosità incolpevoli. Si tratta di un tema che unisce molte forze politiche, e ci auguriamo che il governo lo metta finalmente in cima alle sue priorità” così il capogruppo democratico nella commissione bilancio della Camera, Ubaldo Pagano.
“Quando, dal primo gennaio 2025, verrà a mancare “Decontribuzione Sud”, le imprese del Mezzogiorno si troveranno a fare i conti con un aumento vertiginoso del costo del lavoro. Come hanno denunciato i sindacati e molte associazioni di categoria, il rischio è che tanti imprenditori si vedranno costretti a licenziare personale. Svinez ha stimato che circa 25.000 lavoratori dipendenti potrebbero perdere il posto a causa del venire meno dell’esonero contributivo. In questo clima di paura per il moltiplicarsi di crisi occupazionali in tutto il Mezzogiorno, l’unico assente è il Governo Meloni che nulla ha fatto per sostituire la misura.”
Così Ubaldo Pagano, Capogruppo PD in Commissione Bilancio alla Camera.
“L’anno scorso - aggiunge - ‘Decontribuzione Sud’ ha coinvolto 3,2 milioni di lavoratori. Solo nel prossimo anno le aziende dovranno far fronte a maggiori costi per quasi 6 miliardi di euro. Il Governo si dia una svegliata e promuova iniziative degne a sostituire questa misura, perché gli striminziti bonus occupazionali che sono stati introdotti faranno la figura del tappo di sughero per riparare una falla enorme nella diga”.
“Le dichiarazioni del Ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ci confermano ancora una volta che stiamo assistendo a una gestione fantasiosa del bilancio dello Stato. La manovra economica in discussione si basa su previsioni di crescita del PIL che sono state dimezzate dall’Istat, e nonostante questo il Ministro continua a rassicurare che non ci sarà alcuna manovra correttiva. I conti però non tornano e questa ostinazione nel negare la necessità di un intervento correttivo non fa che aggravare i rischi di instabilità finanziaria per il Paese” così il capogruppo democratico nella commissione bilancio della Camera, Ubaldo Pagano.
Nessun fondo per edilizia sociale e vittime morosità incolpevole
“Per il diritto alla casa serve edilizia sociale ma anche sostenere le famiglie vittime di morosità incolpevole. Per questo il Pd ha chiesto al governo di intervenire nella legge di bilancio con un emendamento che stanzia 50 milioni di euro per il fondo affitto e le situazioni di emergenza. Il governo non può ignorare un problema che coinvolge migliaia di famiglie e in tutto il paese. Leggiamo tanti annunci da Fdi ma alla prova dei fatti nella manovra non c’è niente per la casa” così il capogruppo democratico nella commissione bilancio della camera, Ubaldo Pagano, replica alla deputata di Fdi, Augusta Montaruli.
“Piove sul bagnato per il Ministro Calderoli. Dopo la devastante sentenza della Corte Costituzionale con cui sono state abbattute le colonne portanti della legge, la Cassazione dà il via libera al referendum abrogativo sull’intero provvedimento. La legge sull’autonomia, come abbiamo sempre detto, è un esempio di iniquità ed egoismo secessionista, che non punta nemmeno a cristallizzare gli enormi divari esistenti nel Paese ma addirittura ad allargarli, in spregio all’unità della Repubblica e alla solidarietà tra territori. Calderoli e il Governo farebbero bene a ripensarci una volta per tutte, abrogando la legge e impegnandosi finalmente ad attuare la nostra Carta costituzionale. L’alternativa – concludono i dem – è incassare la più sonora delle bocciature, quella degli italiani in un voto referendario.”
Così Ubaldo Pagano, Claudio Stefanazzi e Marco Lacarra, deputati pugliesi del Partito Democratico.
Ancora una volta, il governo dimostra di agire con pressapochismo e mancanza di rispetto verso il Parlamento. Mentre la commissione bilancio sta lavorando sulla legge di bilancio, emergono notizie non ufficiali su emendamenti mai discussi, costringendo il sottosegretario Federico Freni a scusarsi per “notizie non autorizzate” circolate sui media. Questo modo di procedere è inaccettabile: il governo si sottrae ancora una volta al confronto nelle sedi competenti,” denuncia il capogruppo democratico in commissione bilancio della Camera, Ubaldo Pagano- “La pezza è peggio del buco – aggiunge - invece di garantire trasparenza e rispetto per il Parlamento, il governo si affida a scuse tardive che nulla tolgono alla gravità di un metodo di lavoro che mortifica le istituzioni e dimostra una grave chiusura a ogni forma di confronto democratico”.
“L’ex ministro Fitto continua a raccontarsi una verità parallela alla realtà. Dopo mesi, insiste nel dire che l’elevato numero di richieste per il credito di imposta Zes Unica sia un grande successo suo e del governo. Eppure tutti, imprenditori in primis, la vedono all’opposto: la Zes unica è stato un inganno in piena regola che ha comportato soltanto l’abbassamento vertiginoso del credito dal 60% promesso a percentuali irrisorie, inferiori addirittura al 20%. Fitto prima o poi capirà che il successo di una politica pubblica non si misura sulla grandezza di ciò che prometti, ma sull’effettiva capacità di mantenere la promessa che hai fatto. In questo senso, la sua Zes è un fallimento da ogni punto di vista”.
Così Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera.
“Sulla necessità di interventi strutturali - aggiunge - ci basterebbe sottolineare che sotto la sua gestione è stato definanziato l’80% del fondo infrastrutturale perequativo, è cessata ‘decontribuzione Sud’ e con questa manovra sono stati tolti 5,3 miliardi di euro al Mezzogiorno per il prossimo triennio. Dal 1° gennaio sulle imprese meridionali graveranno tutti i costi derivanti dalla mancata proroga dell’esonero contributivo. Ma noi abbiamo fiducia che dall’alto del suo ruolo europeo si adoperi giorno e notte per uno strumento concreto che blocchi almeno l’aumento del costo del lavoro nel Mezzogiorno a partire dal prossimo anno. Continueremo a vigilare - conclude - sugli impegni che ha preso”.
“Consiglio dei ministri e vertice di maggioranza non hanno sciolto i nodi del confronto al loro interno, se non per confermare le strategie che accontentano i soliti noti di questo Paese. Il problema dei 21 mesi di calo ininterrotto della produzione industriale resta purtroppo solo sullo sfondo. Ogni giorno registriamo nuove crisi aziendali e nuovi posti di lavoro a rischio, ma nella legge di bilancio presentata dalla destra non c’è alcuno strumento per invertire la rotta”.
Così il capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera, Ubaldo Pagano.
“Le stime dell’Istat sul dimezzamento della crescita del PIL rendono evidente che la Legge di Bilancio è poco solida. I conti non tornano ed è già alto il rischio di una manovra correttiva in primavera: il Governo deve chiarire subito come intende evitarla, invece di ricorrere a soluzioni tardive che porterebbero solo a nuovi tagli ai servizi e aumenti delle tasse. Il vertice di maggioranza di oggi sia chiaro su questi punti. Nel merito della manovra chiediamo un ripensamento radicale delle priorità: servono più risorse per sanità, pensioni, salari e servizi pubblici essenziali, dalla scuola ai trasporti. È tempo di scelte coraggiose e responsabili per garantire stabilità e sostegno ai cittadini”. Così in una nota il capogruppo democratico nella commissione bilancio della camera, Ubaldo Pagano alla vigilia del vertice dei leader di maggioranza con Meloni e Giorgetti.
“E alla fine tutti i nodi sono venuti al pettine. La tanto sbandierata crescita economica prevista dal ministro Giorgetti viene dimezzata sia dall’Istat che dall’Ocse, a certificare che negli ultimi mesi abbiamo ascoltato più bugie disperate che previsioni serie sull’andamento dell’economia nazionale. D’altronde cosa ci si può aspettare dopo tre manovre completamente insipide e prive di qualsiasi idea di crescita? Con Meloni & Co. siamo tornati ai tempi dello zero-virgola e ora tocca solo sperare che l’inerzia e l’incompetenza di questo governo non ci portino a una recessione vera e propria”.
Così Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera.