“La Meloni non accetta ricatti. Lo dice dall’inizio della legislatura, lo ribadisce oggi. Peccato non faccia nomi dei ricattatori. Se un leader politico lancia accuse così gravi ha il dovere della precisione. Altrimenti rischia di passare per irresponsabile oppure per mitomane”.
Lo scrive sui social Arturo Scotto, capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera.
“La destra ha inaugurato questa legislatura dichiarando la pericolosità assoluta dei rave party. Tant’è che li hanno vietati per legge. E’ singolare che il partito di Giorgia Meloni oggi invece invochi cautela e garantismo per le feste in cui i propri deputati portano con sé armi da fuoco e invocano l’immunita’ parlamentare. Quando tocca ai loro sodali tutto viene derubricato a mero fatto di cronaca. Per i comuni mortali invece ci vuole la decretazione d’urgenza, multe e manette comprese”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“La Camera ha approvato all’unanimità un ordine del giorno alla legge di Bilancio presentato dal Pd per rendere stabile il finanziamento di due milioni di euro annui all’Istituto degli Studi Filosofici e l’Istituto Croce di Napoli a partire dal 2026. Pensiamo sia un fatto molto rilevante, un segnale di attenzione a Napoli e a istituzioni che hanno contribuito da sempre allo sviluppo culturale della città”.
Lo dichiarano i deputati democratici, Roberto Speranza, Arturo Scotto, Marco Sarracino, Piero De Luca, Enzo Amendola, Stefano Graziano e Toni Ricciardi.
“Il Governo ha bocciato un ordine del giorno del Pd, il numero 113, in cui si chiedeva di dare seguito ad alcuni aspetti in materia di rafforzamento dei contratti collettivi nazionali presenti nelle indicazioni contenute nel documento del Cnel ‘elementi di riflessione sul salario minimo in Italia’. Dopo avergli commissionato un report con l’evidente obiettivo di smontare la proposta delle opposizioni sul salario minimo, ora la cestina definitivamente. Il Cnel non deve essere menzionato, nemmeno in un ordine del giorno. Una clamorosa giravolta che rischia di minare ulteriormente la credibilità del rapporto tra il Governo, il Parlamento e il Cnel. Ci troviamo come al solito davanti a un costume ormai consolidato che usa le istituzioni come dependance a uso e consumo di Palazzo Chigi. Quando non servono più, vengono gettate via come una scarpa vecchia”.
Lo dichiara il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Dicono no al salario minimo, ma poi chiedono la proroga per l’intero 2024 per le concessioni ai balneari. Difendono la rendita e umiliano il lavoro. Fratelli d’Italia è diventato il partito di quelli che ce l’hanno fatta”.
Lo scrive sui social il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Non si manganellano gli studenti che protestano nel centro di Roma. Con loro si parla, non si usa la violenza. E’ inaccettabile che questo accada nel 2023 a pochi passi dal Parlamento. Il Governo dia spiegazioni sul perché si usa la mano forte nei confronti di ragazzi minorenni”.
Lo scrive sui social il capogruppo democratico in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
Speranza e Scotto in visita in Israele e Palestina"
I deputati del Pd Roberto Speranza e Arturo Scotto in questi giorni sono in Israele e Palestina per una serie di colloqui politici. Nella giornata di oggi hanno incontrato il Cardinale Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, in solidarietà per quanto avvenuto alla Chiesa della Sacra Famiglia di Gaza city. E’ stata ribadita la necessità di un cessate il fuoco immediato e di una ripresa di un’iniziativa di pace da parte della comunità internazionale.
“I dati dell’Ocse sui salari dicono una cosa semplice: ovunque sono cresciuti in trent’anni del 32% mentre in Italia solo dell’uno. I profitti invece sono cresciuti tra il 40 e il 60%. Ma i signori che stanno al Governo hanno pure la faccia tosta per dire No al salario minimo”.
Lo scrive sui social Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera.
"Finita luna di miele governo Meloni"
Diciamo alla destra che non finisce qui. Abbiamo perso la battaglia in Parlamento, ma nel Paese reale la domanda di salario minimo è maggioritaria. La destra oggi si è messa dal lato sbagliato della storia. E’ il primo vero cortocircuito con larghi strati di elettorato popolare, con le giovani generazioni, con i lavoratori senza tutele. Lo pagheranno nelle urne. Con questo no al salario minimo si esaurisce definitivamente la luna di miele del Governo Meloni.
Così Arturo Scotto, capogruppo del Pd in commissione Lavoro della Camera.
“Dall’audizione del commissario europeo Nicholas Schmit, oggi alle commissioni Lavoro e Affari europei di Camera e Senato, emerge un punto abbastanza chiaro: non c’è alcuna contrapposizione tra salario minimo e contrattazione collettiva. Come abbiamo sempre sostenuto e come è scritto nella proposta delle opposizioni che oggi verrà bocciata dalla destra alla Camera. Il governo Meloni dice No a un’idea di Europa sociale capace di eliminare il fenomeno del lavoro povero”.
Lo dichiara il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Domani chiederemo al Parlamento di non ammutinarsi sul salario minimo. Non esiste che si scelga la strada di una delega peggiorativa al governo che cancella la soglia dei 9 euro, ammazza la contrattazione collettiva, introduce le gabbie salariali. Faccio un appello ai colleghi del centrodestra: cambiate strada, ritirate la delega e confrontiamoci nel merito senza pregiudizi. Sarebbe un errore rinunciare al motivo per cui siamo stati eletti: legiferare. Così invece stiamo mettendo tutto nelle mani dell’esecutivo. Siamo rappresentanti del popolo, non degli schiacciabottoni”. Lo dichiara il capogruppo democratico in commissione lavoro Arturo Scotto.
Lo scrive su X Arturo Scotto, capogruppo Pd commissione Lavoro
La nomina del generale #Vannacci a capo di Stato maggiore sembra una vera e propria partita di giro interna alla destra. Per toglierlo da eventuali competizioni elettorali future. Promuovere per rimuovere, insomma. Peccato sia un gioco cinico sulla pelle delle istituzioni.
Dichiarazione di Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro
Oltre duemila licenziamenti in Alitalia sono il segnale evidente di una dismissione e non di un rilancio della compagnia di bandiera. Chiediamo al Governo di convocare un tavolo immediatamente per salvare i posti di lavoro.
Rizzetto presidente della commissione Lavoro di Montecitorio ha confuso arbitraggio con arbitrio
"Voglio esprimere un disagio molto forte da parte del nostro gruppo parlamentare su come sono stati condotti i lavori ieri in commissione Lavoro sul salario minimo. La legge delega che è stata approvata ieri in commissione Lavoro è il chiaro segno che una legge di natura parlamentare è stata trasformata in una delega in bianco al Governo. Una prassi che ormai è diventata consuetudine che svuota il Parlamento di ogni azione e lo trasforma in una succursale di Palazzo Chigi. Il comportamento del presidente della commissione Rizzetto privo di una postura istituzionale che compete ai deputati di questo Parlamento. Forse il presidente Rizzetto ha confuso arbitraggio con arbitrio. Sulle dichiarazioni di voto delle opposizioni sono stati contingentati i tempi di intervento, una cosa sconcertante così come sconcertanti sono state le dichiarazioni che Rizzetto ha rilasciato alle agenzie. Allora noi chiediamo sono minacce quelle di Rizzetto? A quali vicende personali si riferisce? Tutto questo ha scaturito in noi una inquietudine profonda; ma noi non abbiamo paura di intimidazioni studiate a tavolino dalla maggioranza, non abbiamo timore degli abusi di potere della maggioranza e del governo. Noi non abbassiamo la testa". Lo dichiara Arturo Scotto capogruppo Pd in commissione Lavoro di Montecitorio.
Rinnoviamo la richiesta di audire la Ministra Calderone in Commissione lavoro alla luce dell’emendamento presentato dalla destra sul salario minimo. Siccome trasformano una legge di iniziativa delle opposizioni in una delega all’esecutivo, ci sembra il minimo sindacale poter ascoltare almeno l’opinione di chi quella delega dovrà ricevere. Non è una questione di educazione, ma un diritto di chi quella legge l’ha presentata e voluta e oggi rischia di vedersela stravolta in barba al Parlamento.
Così Arturo Scotto, capogruppo del Pd in commissione Lavoro della Camera.