Serracchiani e Lai: introdotta norma che estingue cause se non si è in regola con contributo unificato
“In manovra di bilancio il governo ha previsto l’estinzione del giudizio in caso di mancato pagamento del contributo unificato. Nonostante la richiesta da più parti di sopprimere la disposizione per evidente lesione del diritto di difesa e con l’obiettivo evidente di fare cassa, la maggioranza è riuscita addirittura a peggiorarne il contenuto. Ancora una volta siamo di fronte alla giustizia negata da questo governo” così in una nota la responsabile nazionale giustizia del Pd, Debora Serracchiani e il deputato democratico, componente della commissione bilancio della Camera, Silvio Lai.
“La Giustizia telematica rimane al collasso: anche oggi il Ministero della Giustizia registra problemi gravissimi alle infrastrutture telematiche che rallentano o impediscono le procedure in tutti gli uffici del paese, nell’assoluta inerzia del ministro Nordio palesemente incapace di affrontare e risolvere criticità ormai croniche”. Così in una nota congiunta i deputati Pd Debora Serracchiani e Federico Gianassi, rispettivamente responsabile nazionale Giustizia e capogruppo in Commissione Giustizia di Montecitorio.
“Questa destra ha alimentato soltanto demagogia e populismo con attacchi continui alla magistratura, mentre il processo telematico continua a registrare blocchi, ritardi e rinvii con disagi infiniti per avvocati, cittadini e imprese. Questa situazione disastrosa sarà aggravata dall’entrata in vigore a breve del processo penale telematico: come pensa il Governo Meloni, nell’attuale caos, di gestire il sistema giudiziario?”
“Desidero ringraziare Andrea Orlando per la sua scelta di lasciare il Parlamento dopo le elezioni regionali in Liguria, rispettando così la volontà degli elettori. Si tratta di un gesto di grande coerenza e serietà, che dimostra ancora una volta il suo profondo legame con il territorio e il suo senso di responsabilità. In questi anni, ho avuto modo di apprezzare la sua competenza e collaborazione, che non mancheranno di essere preziose anche a livello nazionale, soprattutto alla luce del ruolo significativo per le politiche industriali che gli è stato assegnato dalla segretaria. La sua presenza in Liguria sarà fondamentale per affrontare le prossime scadenze importanti: la scelta di Andrea Orlando rappresenta un atto di amore verso il territorio”. Così la deputata democratica, Debora Serracchiani
“I sindaci stanno lanciando un appello, anzi, un allarme importante: la casa è un'emergenza nazionale. Bisogna intervenire perché sono tantissime le famiglie che non riescono ad affittare una casa e questo è l’impegno che dobbiamo prenderci, anche nella legge di Bilancio, anche su quel fondo che è stato svuotato dal governo e che riguardava proprio la morosità incolpevole”. Così la deputata democratica e responsabile nazionale Giustizia del Pd, Debora Serracchiani e Valentina Ghio, vicepresidente del Gruppo dem alla Camera, a margine della manifestazione odierna dei sindaci a Montecitorio, sull’emergenza abitativa.
“I sindaci – aggiungono Serracchiani e Ghio - segnalano un'esigenza fondamentale: quella di dare una risposta, con politiche organiche, per l'emergenza nazionale degli alloggi. Questo governo, da due anni, non risponde in alcuna maniera anzi, ha tagliato due strumenti essenziali: il fondo per il sostegno affitti e il fondo per le morosità incolpevoli. In Manovra abbiamo cercato di ripristinare questi fondi. Vediamo la risposta che saprà dare il governo, se realmente ha l'intenzione di sostenere i sindaci e i cittadini a risolvere un tema così complesso come quello del reperimento degli alloggi”.
Approvare emendamento Serracchiani- Scotto per aumentare indennizzi e risarcimenti
La deputata democratica Debora Serracchiani ha partecipato oggi alla Camera alla giornata conclusiva dell’Asbestos International Forum, un evento di tre giorni dedicato all’analisi delle problematiche connesse all’amianto. "È importante continuare a parlare di amianto perché sarebbe sbagliato pensare che tutto sia stato fatto e risolto” – han detto la democratica sottolineando come, al contrario, “secondo alcuni studi scientifici, non abbiamo neppure ancora raggiunto il picco delle malattie correlate. È quindi fondamentale agire per prevenire, curare e bonificare. Per questo l’appello al governo, e in particolare al ministero dell’ambiente, rappresentato al forum dalla viceministra, Vannia Gava, di approvare l’emendamento alla manovra a firma Serracchiani e Scotto che chiede di ampliare la platea dei beneficiari dei risarcimenti, aumentare la percentuale di indennizzo e l’una tantum attualmente prevista. Inoltre, l’emendamento chiede di eliminare il fondo introdotto nella scorsa manovra a favore delle società a partecipazione pubblica, destinando quelle risorse al Fondo Vittime Amianto originario. “Servono risposte concrete – ha concluso Serracchiani - a un tema che richiede un impegno serio e continuativo su cui non dobbiamo abbassare la guardia”.
“Ministro Nordio, questo è il calendario della Polizia di Stato con i poliziotti in ospedale insieme a un bambino; qui abbracciano degli immigrati all’arrivo; qui invece ecco i carabinieri sempre con un bambino, mentre qui sono con un’anziana. Nel calendario della Polizia penitenziaria, invece, a marzo l’immagine è di un addestramento con messa a terra per il contenimento fisico di una persona, con tre poliziotti addosso. Ad aprile, agenti antisommossa con scudi, caschi e manganelli in bella vista. A giugno, agente che spara al poligono. A settembre, uomini con il volto coperto e un mitra in mano. Qual è la differenza, le chiedo ministro Nordio? Perché dare questa rappresentazione della Polizia penitenziaria che fa un lavoro durissimo, delicatissimo, alla quale dobbiamo rivolgere un grande ringraziamento? Se la Polizia di Stato dipende dal ministro Piantedosi e i carabinieri dal ministro Crosetto, se la Polizia penitenziaria dipende da lei, la differenza la fa soltanto il ministro?”.
Così la deputata democratica e responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, nell’illustrare in Aula il Question Time rivolto al ministro Carlo Nordio sull’iniziativa ‘Il nuovo volto della Polizia penitenziaria 2025’, mostrando alcune immagini anche dei calendari di Polizia di Stato e Carabinieri.
Giudici di pace rinviano processi al 2030 e le app del processo telematico non funzionano
“Abbiamo definito la giustizia non giusta perché purtroppo siamo di fronte ad un governo e ad una maggioranza, in particolare ad un ministro, che si occupano dei grandi sistemi, penso alla separazione delle carriere, alla riforma della corte corte dei conti, al sistema delle intercettazioni piuttosto che all’abolizione di reati come è accaduto con l’abuso in ufficio, tutte ‘grandi riforme’ che però non toccano la vita quotidiana dei cittadini.
La verità è che la giustizia italiana non funziona. Ricordo che in questo momento è operativo in Italia soltanto il 37% dei giudici di pace necessari per lo svolgimento dei processi a loro affidati. Questo porta ad avere udienze che sono state già rinviate al 2028 o addirittura al 2030. Cose che succedono quotidianamente. Allo stesso modo ricordiamo che il processo telematico non funziona, le app non funzionano e spesso i giudici e i cittadini non riescono ad accedervi. Dunque noi vogliamo una giustizia più veloce, digitalizzata ma vogliamo che funzioni. Nonostante i fondi del Pnrr, il governo però non si occupa né di giudici di pace né di processo telematico ma solo bandierine ideologiche”. Lo ha detto Debora Serracchiani Deputata Pd e responsabile nazionale giustizia intervenendo in conferenza stampa “La giustizia non giusta. Giudici di pace e processo telematico”.
“Ancora una volta arriva la proroga dello scudo erariale, peraltro solo per alcuni mesi, e quindi con l’ossessione della maggioranza e del governo di approvare in tempi stretti la riforma che stravolge il ruolo e le funzioni della Corte dei Conti. Il governo si fermi e rivaluti le proprie intenzioni. Servono equilibrio e condivisione, sino ad oggi mancati, quando si mettono in campo interventi così importanti che incidono in modo radicale sul funzionamento del nostro sistema e sulla tutela dei cittadini davanti ad azioni della Pubblica Amministrazione contrarie alle leggi.”
Così in una nota la responsabile nazionale Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, e il capogruppo in commissione alla Camera, Federico Gianassi.
“Fonti di stampa riportano la notizia di numerosi arresti avvenuti nei giorni scorsi a seguito di un’inchiesta della Procura di Brescia relativa ad infiltrazioni della criminalità organizzata nella provincia di Brescia. Organizzazioni di stampo mafioso - 'Ndrangheta nel caso specifico - riescono ad infiltrarsi facilmente nel tessuto produttivo prima 'aiutando' gli imprenditori in difficoltà e poi 'strozzandoli' rendendoli succubi per l’impossibilità di restituire i prestiti. Sempre la stampa ha anche sottolineato come alcuni esponenti politici sarebbero coinvolti nel sistema messo in piedi dalle organizzazioni criminali con reati legati allo scambio elettorale politico-mafioso. Il Pd ha già presentato il 3 aprile 2024 un atto di sindacato ispettivo che non ha ancora avuto risposta”. Così si legge nell'interrogazione al ministro della Giustizia a firma dei deputati dem Debora Serracchiani e Gian Antonio Girelli con la quale si chiede a Nordio di rispondere in Commissione quali iniziative intenda adottare per affrontare a presenza di organizzazioni criminali di stampo mafioso nel territorio bresciano.
“Chiediamo al Governo di ritirare immediatamente il nuovo calendario della polizia penitenziaria e di interrompere una campagna di comunicazione che tradisce i principi costituzionali di umanità e la funzione rieducativa della pena sanciti dalla Costituzione.
La rappresentazione delle carceri come esclusivo teatro di conflitto e violenza rischia di legittimare approcci repressivi, in netto contrasto con il ruolo che il sistema penitenziario dovrebbe svolgere: favorire il reinserimento sociale delle persone detenute e garantire il rispetto della loro dignità.
Invitiamo il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, a cui chiediamo se ha visto e condiviso il video e il calendario prima della loro pubblicazione, a riferire con urgenza in Parlamento sulle recenti scelte comunicative e operative del suo dicastero e del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Abbiamo depositato una interrogazione parlamentare a riguardo e chiederemo che anche il Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria riferisca in commissione giustizia su questa vicenda.
Riteniamo che le istituzioni abbiano il dovere di promuovere un modello di giustizia che sia equilibrato, rispettoso dei diritti umani e orientato alla rieducazione. Qualsiasi altra direzione e rappresentazione rappresenta un pericoloso passo indietro per lo Stato di diritto. Auspichiamo che una presa di posizione come da noi indicata, venga assunta anche dal Garante nazionale dei detenuti”. Così il gruppo parlamentare del Pd annuncia l’interrogazione a prima firma della deputata Michela Di Biase e sottoscritta dalla responsabile giustizia del Pd Debora Serracchiani.
“La forma di discriminazione che colpisce gli avvocati che, con competenza e passione, difendono le persone meno abbienti con il patrocinio a spese dello Stato, deve cessare. Per questo, nei prossimi mesi, cercheremo di incardinare in commissione Giustizia alla Camera, la nostra proposta di legge a prima firma del collega Marco Lacarra, la quale prevede che tutti gli avvocati debbano essere trattati allo stesso modo, senza distinzioni basate sulle condizioni socioeconomiche degli assistiti e non siano più costretti a subire, in fase di liquidazione delle loro parcelle, una significativa riduzione nei compensi, sia in sede civile che penale. A noi sembra una norma di civiltà. Abbiamo espresso questi concetti in un colloquio, che intendiamo mantenere saldo, con i vertici del ‘Movimento forense’, un’associazione importante nel mondo dell’avvocatura, che l’ha fortemente voluta”. Così la deputata e responsabile nazionale Giustizia del Partito Democratico, Debora Serracchiani, a margine di un’iniziativa presso la Sala Berlinguer del Gruppo dem alla presenza dei colleghi Marco Lacarra e Ubaldo Pagano e le avvocate Elisa Demma (presidente nazionale MF), Giovanna Vista e Serena Callipari.
“Il parere negativo del CSM sui provvedimenti che assegnano alle Corti d’Appello la competenza per i procedimenti di convalida e proroga del trattenimento dei migranti conferma pienamente le nostre preoccupazioni. Questa norma è irragionevole: comporta un allungamento insostenibile dei tempi dei procedimenti, mettendo a rischio gli obiettivi fissati dal Pnrr. Inoltre, affida inspiegabilmente decisioni delicate a magistrati potenzialmente privi di competenze specifiche, esponendo l’intero sistema giuridico a inefficienze e criticità. Rinnoviamo l’appello al ministro Nordio affinché ascolti questi rilievi e intervenga per tutelare la funzionalità della giustizia e il rispetto degli impegni assunti con il PNRR. Ignorare questo allarme significherebbe compromettere ulteriormente la credibilità e l’efficienza del nostro sistema giuridico”. Così la responsabile giustizia del Pd, la deputata democratica, Debora Serracchiani.
“Il drammatico racconto del testimone “Delta”, ascoltato nel processo contro i quattro agenti dei servizi segreti egiziani accusati del sequestro, delle torture e dell’omicidio di Giulio Regeni, getta una luce ancora più inquietante su un caso che resta una ferita aperta per l’Italia e per chiunque abbia a cuore i diritti umani. Regeni in commissariato chiedeva disperatamente un avvocato e di contattare l’ambasciata italiana. Nessuno gli ha dato ascolto ed è stato brutalmente torturato e ucciso. Di fronte a questa ulteriore testimonianza agghiacciante, una domanda sorge spontanea: come è possibile che il nostro governo si ostini a considerare l’Egitto un Paese sicuro? Si tratta di una posizione insostenibile, soprattutto considerando che le autorità egiziane non solo non hanno collaborato nelle indagini, ma si sono rifiutate persino di fornire gli indirizzi dei principali indagati, ostacolando la ricerca della verità e della giustizia”.
“Il carcere ormai è una vera e propria emergenza nazionale. Riteniamo che ci siano delle persone che non devono neanche entrarci: sono quei detenuti che hanno un disagio psichiatrico, hanno una dipendenza o addirittura una doppia diagnosi sia psichiatrica che di dipendenza. In carcere non solo non possono essere curati, ma non riescono neppure a migliorare quelle che sono le loro condizioni. A queste persone dobbiamo fare una proposta alternativa”. Così la deputata dem Debora Serracchiani, responsabile nazionale Giustizia del Partito Democratico, a margine della conferenza stampa a Montecitorio organizzata dal Coordinamento nazionale comunità accoglienti.
“Le proposte alternative ci sono – ha aggiunto Serracchiani - dall'affidamento in prova, all'ingresso nelle comunità terapeutiche. Quest’ultime oggi ci dicono che hanno posti a disposizione. Tuttavia, manca la volontà politica di far sì che queste persone invece di stare in carcere possano andare in quelle comunità. Questo è un problema di sicurezza anche per noi che siamo fuori. Prima o poi quei detenuti escono, se escono peggio di come sono entrati è un problema di sicurezza anche per noi”.
Con la norma che prevede il nuovo limite alle intercettazioni dopo 45 giorni il governo impedisce ai magistrati di portare avanti le indagini anche per reati gravissimi. Come hanno evidenziato nelle loro audizioni in commissione Giustizia la settimana scorsa e oggi autorevoli esponenti dell’accademia e della magistratura italiana, questa limitazione ridurrà pesantemente la capacità di indagine e costituisce di fatto un divieto ad indagare. Il governo non si muova accecato dal furore ideologico contro la magistratura, si fermi e torni sui suoi passi perché il rischio di rendere inefficace uno strumento prezioso nel contrasto alla criminalità è altissimo.
Così in una nota la responsabile nazionale Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, e il capogruppo in commissione alla Camera, Federico Gianassi.