“Apprendiamo con stupore che il ministro Nordio si augura che i magistrati italiani non facciano il loro mestiere. Detto dal ministro della Giustizia sorprende non poco. E’ un invito a non disturbare il manovratore?”. Lo dichiara la deputata democratica Debora Serracchiani, responsabile Giustizia Pd in merito a quanto affermato dal ministro Nordio a proposito del Protocollo sottoscritto dal governo italiano con l’Albania per la gestione dei migranti.
“Oggi il ministero della Giustizia, come avevamo già segnalato con una conferenza stampa, ci informa che in Italia si sta riducendo la durata dei processi e, allo stesso tempo, si sta accelerando l'abbattimento dell'arretrato, in linea con gli obiettivi del Pnrr concordati con l’Europa. Bene, molto bene. Ma allora, visto che questi dati sono il frutto delle riforme fatte nella scorsa legislatura, a cominciare da quella Cartabia sulla improcedibilità che il governo vuole affondare, ci chiediamo: perché modificarle mettendo a rischio i fondi del Pnrr, ad esempio con la nuova riforma della prescrizione? Queste riforme sono vittima del loro furore ideologico? Sembra quasi che l’analisi scientifica sia sostituita da un approccio volutamente di parte, la parte peggiore che non lavora per il bene del Paese”.
Lo dichiarano i parlamentari dem Debora Serracchiani responsabile Giustizia del Pd, i capigruppo nelle commissioni Giustizia di Camera e Senato, Federico Gianassi e Alfredo Bazoli, il capogruppo in commissione Antimafia, Walter Verini e la senatrice Anna Rossomando, vice presidente del Senato.
“Il tema del carcere non è un tema di parte o di partito, ma di interesse nazionale. Oggi abbiamo l’impressione che gli istituti penitenziari siano ormai diventati luoghi di marginalità ed abbandono, senza alcun interesse per il fine rieducativo della pena e di reinserimento sociale. Questa proposta di legge è concreta e utile. Può essere uno strumento prezioso, che mettiamo a disposizione del ministro e della maggioranza, anche per utilizzare al meglio i fondi del Pnrr. Governo e maggioranza dovrebbero farsene carico e favorirne una rapida approvazione”.
Così la deputata e responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione della proposta di legge per l’istituzione delle Case Territoriali di Reinserimento Sociale, di cui è primo firmatario Riccardo Magi.
“Quale è il livello di capacità del sistema - ha detto il capogruppo Pd in commissione Giustizia alla Camera, Federico Gianassi - di reinserire nella comunità le persone detenute una volta scontata la pena? Modesta e tutto questo viola da un lato principi di umanità e dall’altro compromette il senso di sicurezza nelle nostre città. Allora occorre cambiare e questa proposta va nella direzione giusta investendo risorse del governo per individuare attraverso i comuni piccole strutture pubbliche, con pochi utenti e con la presenza di operatori ed educatori, per assicurare un migliore ed efficace reinserimento”.
"Vedo inoltre che vi volete liberare del ministro Nordio, diteci se volete farlo diventare giudice della Corte costituzionale o se volete mandarlo in qualche Authority. Diteci se iniziate a considerare che l’attività sin qui svolta dal ministro non è all’altezza della storia e dei provvedimenti necessari". Lo ha detto la responsabile Giustizia del Pd Debora Serracchiani, nel suo intervento alla Camera durante la discussione delle pregiudiziali al Dl Caivano. Sul provvedimento, la parlamentare dem ha spiegato che "non solo salta la centralità del Parlamento, non solo avete deciso con decretazione d'urgenza senza nessuna condivisione parlamentare su temi così delicati come quelli della giustizia minorile, ma non mettete un euro sulla prevenzione, non un euro sull'educazione, né sull'istruzione ma c'è tanta, tanta repressione".
“Il lavoro svolto dalla commissione Giustizia per un testo condiviso ci ha portato ad un risultato positivo. Certo, avremmo voluto norme più coraggiose. Come Pd, siamo però riusciti ad apportare modifiche che hanno migliorato il testo e che ci consentono di votare a favore del provvedimento. Il nostro impegno ora continua, perché auspichiamo che si possa intervenire ulteriormente soprattutto sui temi della formazione, dell’educazione e della prevenzione. Solo così riusciremo a rafforzare gli strumenti necessari per contrastare la violenza di genere in modo efficace”. Lo dichiara la deputata democratica Debora Serracchiani, responsabile Giustizia Pd.
“Il voto contrario del Partito Democratico alla Nadef presentata dal governo Meloni e dalla sua maggioranza di destra ha una motivazione forte: la nostra opposizione alla scelta di tagliare le risorse al Servizio Sanitario Nazionale che provoca il suo sostanziale strangolamento, la privatizzazione strisciante dei servizi e la cancellazione di fatto del diritto universale delle cittadine e dei cittadini all’assistenza sanitaria. E questo nonostante la lezione che abbiamo imparato dall’azione di contrasto alla pandemia da Covid. Una scelta miope che contrasteremo con tutte le nostre forze in Parlamento e nel Paese”.
Lo dichiara la deputata e responsabile Giustizia del Partito Democratico, Debora Serracchiani.
"Basta attacchi ai giudici da parte del governo. Oggi sotto attacco del governo è finito il tribunale di Firenze. Secondo il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro il giudice di Firenze, che ha bocciato il rimpatrio in Tunisia del richiedente asilo in Italia, “esonda” dalle proprie prerogative e non potrebbe verificare se il paese di provenienza è sicuro o meno. Ognuno pensi a fare bene il proprio mestiere. Il governo faccia il governo e lasci invece ai giudici il compito di scrivere ordinanze e sentenze. Basta a delegittimazioni, interferenze, attacchi contro giudici che stanno svolgendo il loro lavoro" dichiarano in una nota congiunta Federico Gianassi, capogruppo Pd in Commissione Giustizia della Camera, e Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd.
“Nonostante i tragici fatti del crollo del Ponte Morandi a Genova, malgrado i lutti per la vicenda dei guardrail di Avellino e i tanti altri casi drammatici avvenuti nel nostro Paese di cui sono piene le cronache, il governo e la maggioranza di destra hanno deciso di bocciare un nostro ordine del giorno che intendeva ripristinare il passaggio istruttorio posto in capo al comitato speciale del Consiglio superiore dei lavori pubblici sugli indirizzi da compiere per la manutenzione delle opere infrastrutturali. Stiamo parlando delle autostrade su cui transitano centinaia di migliaia di persone. Con questa decisione del governo Meloni torna addirittura in vigore, su un aspetto così delicato, un istituto da sempre rovinoso per l’Italia repubblicana, quello della decorrenza dei termini: cioè, decorsi i termini si rinuncia al passaggio istruttorio del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Siamo di fronte ad una scelta miope, che impedisce di capire quali siano i bisogni e le necessità di manutenzione successiva di un’opera di interesse nazionale per prefigurarne le criticità realizzative. Si tratta di un grave errore”.
Lo dichiarano il deputato dem, Luciano D’Alfonso, presentatore dell’Odg, e la deputata e responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, che lo ha sottoscritto.
“Il lavoro domestico è un tema che riguarda tutte le famiglie e deve trovare la giusta attenzione della Camera e del Senato, affinché possano giungere le risposte che le cittadine e i cittadini italiani si attendono. Ecco perché è importante il ruolo che può svolgere l’Intergruppo parlamentare. Ci attendono alcune scadenze cruciali, come la legge di bilancio e la riforma fiscale, in cui potremmo lavorare insieme per mettere a punto quegli strumenti che possano servire alle famiglie per affrontare le difficoltà quotidiane. Penso ad esempio alla deducibilità delle spese, ad aiuti economici immediati e ad incentivi ad hoc per favorire l’emersione del lavoro nero. Interventi sui quali è possibile trovare un’ampia convergenza in Parlamento tra tutte le forze politiche”.
Lo ha dichiarato la deputata e responsabile Giustizia del Partito Democratico, Debora Serracchiani, che oggi ha partecipato alla conferenza stampa di istituzione dell’Intergruppo parlamentare sul lavoro domestico insieme al deputato Andrea Giaccone e alla senatrice Elena Murelli, oltre ai presidenti di Assindatcolf e Federanziani.
“Nel messaggio che l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, Carla Garlatti, ha consegnato oggi in occasione dell'illustrazione della Relazione al Parlamento sulle attività svolte nel 2022, si sottolinea come i diritti di bambini e ragazzi vadano messi al centro delle politiche pubbliche in maniera strutturale, coinvolgendoli nelle scelte, puntando su prevenzione e recupero, rifiutando la rincorsa delle emergenze e il nascondersi dietro la propaganda. Ma da questo punto di vista, possiamo solo constatare come il governo Meloni e la sua maggioranza di destra stiano invece andando nella direzione opposta operando contro l’infanzia e i minori. Lo dimostra l’atteggiamento dell’esecutivo sulla vicenda delle detenute madri, che continuano ad essere recluse insieme ai loro bambini e non in strutture idonee alla loro particolare condizione, ed anche l’assenza di una politica per quanto concerne i migranti minori non accompagnati, come emerso nell’ultimo decreto. Governo, quindi, decisamente bocciato”.
Lo dichiara la responsabile Giustizia del Partito Democratico e deputata della commissione Giustizia, Debora Serracchiani.
“Abbiamo sempre sostenuto in queste settimane che l'intervento del governo in materia di intercettazioni per reati di criminalità organizzata, voluto dalla Premier Giorgia Meloni, rischia di essere un clamoroso boomerang. Approvando una norma nuova il governo ha di fatto stabilito che tutte le intercettazioni disposte nei procedimenti in corso prima dell'entrata in vigore del decreto non sono utilizzabili. E non basta aver previsto che la nuova legge si applichi anche ai procedimenti in corso, perché se con ciò si intendesse che si applica anche alle intercettazioni già disposte prima dell’entrata in vigore vi sarebbe un conflitto di costituzionalità.
Per questo, a fronte dei molti e ripetuti dubbi sollevati dalle opposizioni e del ribadito convincimento del governo e della maggioranza che non vi sono rischi di costituzionalità, evidentemente il governo ritiene che la nuova norma si applichi sì ai procedimenti in corso, ma solo nel caso in cui le intercettazioni non siano state ancora disposte e dunque la nuova norma rende di fatto inutilizzabili tutte le intercettazioni già disposte con ricadute enormi sui processi in essere.
Abbiamo quindi chiesto al relatore del provvedimento Pietro Pittalis e al viceministro alla giustizia Paolo Sisto se davvero la nuova norma si applichi solamente ai procedimenti in corso per le intercettazioni non ancora disposte e dunque determini l'inutilizzabilità di tutte le intercettazioni ad oggi già disposte con evidenti e gravi ricadute sui procedimenti in corso. Né il relatore Pittalis, né il viceministro Sisto hanno voluto rispondere, confermando evidentemente i nostri dubbi. La mossa della Premier Meloni produce quindi un risultato disastroso”: dichiarano Federico Gianassi, Capogruppo Pd in Commissione Giustizia di Montecitorio, e Debora Serracchiani, deputata del Partito Democratico, sulla discussione in corso oggi in merito al cosiddetto Decreto “Giustizia Omnibus”.
A giugno maggioranza ha votato contro nostri emendamenti
“Guardare il telefono per sette secondi viaggiando in auto a 50 km/h equivale a guidare al buio per cento metri senza vedere nulla di ciò che accade davanti a noi. Ecco perché è sempre più necessaria una forte presa di coscienza sul rischio che si corre per se stessi e gli altri a causa dell’uso scriteriato del telefonino durante la guida a velocità sempre più elevate. Quanto avvenuto domenica ad Alatri, nel Frusinate, è solo l’ultimo esempio di una condotta gravissima, che deve essere contrastata con interventi normativi adeguati ai tempi che stiamo vivendo. Per questa ragione in commissione giustizia avevamo già chiesto da tempo, attraverso una serie di emendamenti, di considerare la guida mentre si utilizza uno smartphone per girare un video o mandare un messaggio alla stregua della guida in stato di ebbrezza o sotto uso di sostanze stupefacenti già previste dall’ordinamento per l’omicidio stradale. Un segnale chiaro e netto che alla luce dei sempre più frequenti tragici eventi doveva essere dato immediatamente ma che inspiegabilmente il Governo ritarda, nonostante i continui proclami. Infatti i nostri emendamenti in tal senso sono stati già bocciati dalla maggioranza nella seduta della commissione Giustizia dello scorso 28 giugno. Per questa ragione oggi presentiamo nuovamente il testo anche come Proposta di legge per chiedere a tutte le Istituzioni di aprire finalmente gli occhi sulla gravità di un fenomeno che non può continuare a essere sottovalutato o ignorato”.
Lo dichiarano in una nota Andrea Casu, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, e Federico Gianassi, capogruppo Pd in commissione Giustizia, primi firmatari della proposta sottoscritta anche da Anna Ascani, Piero De Luca, Michela Di Biase, Valentina Ghio, Gianni Girelli, Marco Lacarra, Ilenia Malavasi, Maria Stefania Marino, Virginio Merola, Andrea Orlando, Rachele Scarpa, Debora Serracchiani, Marco Simiani e Alessandro Zan.
“Nel 2022 negli istituti penitenziari italiani si sono suicidati 84 detenuti, nel 2023 siamo già a 39: si tratta di numeri tragici che certificano condizioni di disagio estremo a cui uno Stato civile deve rispondere con efficacia e rapidità. Per questi motivi avevamo presentato al Decreto Pa2 emendamenti che prevedevano nuove risorse per incentivare la presenza, negli istituti di pena, di personale sanitario che fornisce servizio psichiatrico di diagnosi e cura. La destra ha però respinto questa proposta, mortificando il lavoro dei medici specialisti che operano nelle carceri, ed abbandonando i detenuti fragili a loro stessi”: è quanto dichiarano i deputati Pd in Commissione Giustizia di Montecitorio Federico Gianassi, Debora Serracchiani e Michela Di Biase.
"Solo due settimane fa il sottosegretario Delmastro aveva dichiarato nella risposta ad un question time in commissione che il governo era disponibile alla stabilizzazione, almeno di una parte significativa dei dipendenti dell’ufficio del processo. Ma oggi in commissione il nostro emendamento al DL PA2 per la stabilizzazione ha avuto parere contrario dello stesso governo che aveva promesso di lavorare alla stabilizzazione ed è stato bocciato dalla maggioranza. Presenteremo nuovamente questo testo e confidiamo che il governo faccia chiarezza con sé stesso e voti a favore della nostra proposta": è quanto dichiara una nota congiunta dei deputati Pd Federico Gianassi, capogruppo in Commissione Giustizia di Montecitorio e Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Partito Democratico.
"Da inizio Legislatura sosteniamo la necessità di valorizzare migliaia di dipendenti molto qualificati che ogni giorno lavorano, a supporto dei magistrati, per aiutare il sistema della giustizia a velocizzare i processi. Governo e maggioranza hanno sempre respinto le nostre proposte ma a parole si dichiarano pronti a lavorare per la stabilizzazione. Passino allora dalle parole ai fatti": concludono.
Oggi la maggioranza ha certificato la propria volontà di mettersi contro l’Europa e di non voler combattere la corruzione. Il voto contro la direttiva anticorruzione è privo di buon senso oltre che irragionevole, vista la necessità di un dialogo costruttivo con l’Europa anche ai fini del Pnrr. Certo, l’Italia non si presenta con il vestito migliore. Del resto, questa maggioranza sembra avversare le regole, premiare gli evasori e cancellare reati come l’abuso d‘ufficio. Quest’ultima abolizione, peraltro, impedirebbe di punire comportamenti illeciti come i concorsi truccati, secondo quanto afferma una recentissima sentenza della Corte di Cassazione.
Così Debora Serracchiani, deputata e responsabile Giustizia del Pd.