20/06/2025 - 15:40

“Lo dicevamo che le prime vittime del Dl Sicurezza sarebbero state gli operai. Infatti è successo. A Bologna dove le tute blu in sciopero sono state denunciate per l’occupazione temporanea della tangenziale. Se la prendono solo con la gente che lavora. Invece ai corrotti carezze”.

Così sui social il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.

 

20/06/2025 - 15:17

 “Il governo usa la clava ideologica sui temi della giustizia. Per questo combattiamo le misure che mette in campo, come ha fatto con la separazione delle carriere intervento che non è ispirato dalla cultura liberale della separazione dei poteri, ma dalla ossessione verso la magistratura e verso gli organi autonomi e indipendenti. Una deriva illiberale che abbiamo già visto in altri paesi e che deve essere contrastata in Italia. Anche la scelta di aumentare il numero dei reati nei confronti dei cittadini e al contempo ridurre le responsabilità della pubblica amministrazione con l’abrogazione dell’abuso di ufficio squilibra dell’abuso di ufficio squilibra i rapporti fra cittadini e pubblica amministrazione. Questa modalità ideologica di intervenire sulla giustizia si è manifestata anche in materia delle intercettazioni dove un provvedimento blindato ha introdotto il blocco delle intercettazioni dopo 45 giorni che si applica per reati gravissimi come l’omicidio ma non per i reati meno gravi creando squilibri assurdi; oppure c’è il blocco dopo 45 giorni per le violenze sessuali, ma non per le molestie telefoniche, assurdità che potevano essere cambiate, grazie al lavoro parlamentare e che invece la maggioranza e il governo si sono rifiutati di modificare.

Rispetto a questo modello così ideologico occorre metterne in campo uno radicalmente opposto nel quale gli attori della giurisdizione non sono nemici ma sono pezzi importanti di un sistema che lavora nell’interessi dei cittadini al servizio di una democrazia matura”. Lo ha detto Federico Gianassi, capogruppo Pd in commissione giustizia di Montecitorio nel suo intervento alla conferenza stampa del PD sulla giustizia organizzato alla Camera.

 

20/06/2025 - 15:03

“Siamo al fianco dei giornalisti della Rai, che stanno vivendo una pressione senza precedenti. In gioco non c’è solo la libertà di informazione, ma la dignità stessa della professione giornalistica, oggi minacciata da una strategia che punta a intimidire attraverso la messa in discussione dei posti di lavoro o minacciando spostamenti forzati al di fuori delle proprie regioni. Particolarmente gravi sono i casi che riguardano i giornalisti delle trasmissioni d’inchiesta e i lavoratori precari del servizio pubblico, a cui – con il ricatto del taglio di programmi e spazi – si tenta di imporre un'obbedienza politica inaccettabile.

Mai come in questo periodo abbiamo assistito a un’ingerenza così sistematica e sfacciata sulle scelte editoriali e professionali dei singoli giornalisti. Il servizio pubblico radiotelevisivo non può diventare uno strumento di propaganda di governo né un terreno di intimidazione per chi fa informazione con rigore e autonomia.

È altresì necessario che l’azienda Rai si impegni a riaprire il confronto con il sindacato dei giornalisti e le sue rappresentanze di base, dopo l’accordo firmato per l'assunzione di 127 giornalisti nelle sedi regionali: lo spostamento di professionisti formati in ambiti d'inchiesta,  mette in discussione la tenuta delle redazioni di approfondimento, che in questi anni hanno garantito un’informazione libera da condizionamenti e al servizio del Paese e lascia senza prospettiva decine di giornalisti che rischiamo di perdere il posto di lavoro .

Chiederemo in Vigilanza di fare luce su tutto questo per difendere la libertà di stampa, il pluralismo e il diritto dei cittadini a un’informazione libera, indipendente e di qualità” – così i capigruppo della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai di opposizione Stefano Graziano (Pd), Dario Carotenuto (M5S), Maria Elena Boschi (IV), Peppe De Cristofaro (AVS).

 

20/06/2025 - 14:41

È possibile oggi all'interno della nostra società che un sistema penale possa muoversi non soltanto attraverso la forza e l'imposizione coercitiva? Tra i grandissimi meriti che la riforma Cartabia ha avuto nell'efficientamento del sistema giudiziario, ce n'è uno forse meno conosciuto che riguarda il tema della giustizia riparativa. È possibile oggi passare da una giustizia verticale sanzionatoria e delle pene come l'abbiamo immaginata finora a una giustizia orizzontale, che si pone la grande ambizione di mettere in contatto vittima e reo per far sì che la frattura che si è creata con la commissione del reato possa essere sanata? Il diritto penale non sempre soddisfa le richieste delle vittime e di chi commette il reato. La giustizia penale appare strutturata attorno alla punizione in chiave retributiva.
Così come non sembra fornire closure ai colpevoli, disattendendo le promesse del modello retributivo-punitivo, secondo cui con la pena si estingue il debito con la società. Pertanto la giustizia riparativa è una grandissima opportunità di cambio del paradigma. L'articolo 27 della nostra Costituzione ci indica la strada e il Partito democratico su questo deve avere parole chiare. Per noi la giustizia riparativa non è alternativa alla giustizia penale, ma è fondamentale per accompagnarla e aiutare a sanare le profonde fratture che si sono create non solo fra il reo e la vittima, ma anche all'interno della società.

Così la deputata del Pd Michela Di Biase, intervenendo all'incontro "Giustizia secondo Costituzione", un evento promosso dal Partito democratico per riflettere sullo stato della giustizia in Italia a partire dai principi fondanti della nostra Carta costituzionale.

 

20/06/2025 - 14:40

“Il tema della giustizia tocca la carne viva dei nostri concittadini e le questioni collegate al carcere, in particolare, rappresentano l’emergenza delle emergenze. Come ha dimostrato la grave e inaudita vicenda avvenuta nell’istituto di Marassi di Genova, dove un giovane detenuto di 18 anni, incensurato, recluso per un reato minore, è stato violentato e torturato per due giorni senza che nessuno abbia visto nulla. Sul tema del carcere noi ci giochiamo un pezzo della nostra credibilità e della nostra civiltà. Speriamo che da questo fatto drammatico possa scaturire un moto di cambiamento per far sì che questi luoghi possano diventare dei luoghi di dignità dove vivere e lavorare. Abbiamo ripreso l’iniziativa degli Stati Generali sull’esecuzione della pena e il Pd presenterà un aggiornamento di quei lavori e una proposta di legge sull’esecuzione penale proprio come risposta a questa emergenza e alla deriva panpenalista di questa maggioranza che stiamo vivendo attraverso il sadismo penale dei suoi vari decreti, da Cutro a Caivano, fino al decreto Sicurezza”.

Così la deputata e responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, intervenendo oggi al convegno “Giustizia secondo Costituzione”, che si è chiuso con la relazione della segretaria Schlein.

“E’ necessario porre sempre di più all’attenzione del Paese - ha aggiunto - i pericoli contenuti nella riforma costituzionale sulla separazione delle carriere portata blindata dal governo in Parlamento, un fatto senza precedenti nella nostra storia repubblicana. In realtà non si sta facendo una separazione delle carriere, ma delle magistrature, con addirittura il sorteggio per le nomine che fu Almirante a chiedere nel 1971. Noi riteniamo che su questi temi non si debba mai toccare la Costituzione. Si sta dividendo il Csm e quando si divide un potere e lo si tramuta in due mezzi poteri entrambi ne escono più indeboliti. Questo è un problema - ha concluso - non solo per i magistrati, ma anche per gli avvocati, per i cittadini e per un Paese che si definisce ancora fortemente democratico”.

 

20/06/2025 - 14:25

 “Siamo al fianco della procuratrice Claudia Caramanna, bersaglio di nuove minacce per il suo impegno a sottrarre i giovani alla mafia. Un lavoro fondamentale che merita tutto il sostegno delle istituzioni, della politica e della società civile. Non possiamo permettere che chi combatte per dare una possibilità di futuro a ragazze e ragazzi cresciuti nei contesti mafiosi venga lasciato solo. Oggi, in questo momento, tanti giovani sono in piazza a Palermo, davanti al Tribunale per i Minorenni, per manifestare solidarietà e difendere una giustizia che non ha paura. A loro va il nostro pieno sostegno: sono il volto di una Sicilia e di un’Italia che non si piegano, che non arretrano, che scelgono la legalità e la libertà.

Il Partito Democratico è con loro, ed è con tutte e tutti coloro che, come Caramanna, lavorano ogni giorno per strappare i minorenni ai clan e a una vita che non meritano. Le minacce non devono fermare chi costruisce un’alternativa possibile, devono semmai rafforzare l’impegno di tutti noi” Così Debora Serracchiani, Responsabile nazionale Giustizia del Partito Democratico nel suo intervento al convegno ‘Giustizia secondo costituzione’ in corso a Roma.

 

20/06/2025 - 13:44

“Manifestano per chiedere il rinnovo del contratto di lavoro ed ora rischiano dopo l'approvazione del decreto Sicurezza di essere denunciati perché a Bologna i metalmeccanici hanno imboccato la tangenziale bloccando il traffico. Assurdo che possa succedere ed assurdo che possano essere colpiti lavoratori che rivendicano certezza di diritto per il lavoro che svolgono. A questo si è arrivati con il governo Meloni che pur di tarpare le ali alla protesta e al dissenso ha fatto approvare norme liberticide e da stato di polizia. Piena solidarietà a quei lavoratori. Saremo al loro fianco nelle giuste battaglie che stanno portando avanti”.

Così il segretario di Presidenza della Camera e capogruppo Pd in commissione Ecoreati, Stefano Vaccari.

 

20/06/2025 - 13:08

“Quanto accaduto lo scorso 12 giugno è di una gravità inaudita. Il Ministero dell’Interno ha ammesso con comunicazione ufficiale che non è stato in grado di erogare per intero la prima rata del Fondo di solidarietà comunale 2025 a causa della mancanza di liquidità dello Stato centrale. A essere versata è stata solo un’anticipazione parziale, il 3 giugno, rinviando a data indefinita il saldo residuo. Questo significa che lo Stato non ha cassa, ma soprattutto che il Governo ha deciso di scaricare le conseguenze della propria inefficienza finanziaria sui Comuni, spesso già in condizioni di sofferenza strutturale, soprattutto nelle aree interne e nelle regioni più fragili, quelli destinatari dei fondi di solidarietà. Non siamo di fronte a un normale ritardo amministrativo, ma a un segnale preoccupante di crisi finanziaria che intacca la propaganda mensile del Mef sulle entrate e sul fabbisogno decrescente. Ma sopratutto rischia di compromettere servizi essenziali a livello locale. I Comuni, primi presìdi di cittadinanza, vengono messi in condizione di non poter programmare la spesa, pagare i fornitori o garantire i servizi ai cittadini”.

Lo dichiara il deputato PD della Commissione Bilancio, Silvio Lai.
“A ciò si aggiunge - prosegue Lai - il blocco dell’erogazione delle risorse previste dall’art. 1, comma 563, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 (Legge di Bilancio 2023), destinate a interventi nei piccoli comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti. La graduatoria del bando relativo a tali risorse è stata pubblicata il 4 agosto 2024, ma a quasi un anno di distanza nessun trasferimento è stato ancora effettuato. Serve trasparenza e responsabilità. Per questo chiederó, anche con una interrogazione, che il Governo riferisca urgentemente al Parlamento su: quale sia la reale situazione della liquidità statale; quanti altri bandi risultino fermi per motivi analoghi; quali misure intenda adottare per garantire immediatamente le risorse spettanti ai Comuni”.

 

20/06/2025 - 12:59

“Non è semplice, oggi, tracciare un bilancio sullo stato delle riforme della giustizia nel nostro Paese. Non lo è soprattutto se si assume come parametro l’orientamento originario che il Ministro in carica ha inteso assumere all’inizio del suo mandato.
Un tema molto importante a mio avviso da sottolineare è che nessun intervento legislativo è stato fatto dalla attuale maggioranza sul riequilibrio delle prerogative fra parte pubblica e privata nella fase delle indagini preliminari, dove il rischio di abuso delle misure cautelari finora non è stato assolutamente mitigato.
Ci sono ancora molti interrogativi che riguardano le indagini preliminari che restano senza risposta.
E per quanto riguarda i reati, abbiamo visto che sono stati introdotti più di 60 nuovi reati e che l’aumento complessivo delle pene supera i 400 anni di carcere. È evidente che prevale nel governo e nella maggioranza un forte istinto panpenalista piuttosto che delle serie intenzioni di riforma della giustizia verso una giustizia più equa”. Lo ha detto il deputato del Pd, Marco Lacarra, nel corso del dibattito sulla Giustizia organizzato dal Partito Democratico alla Camera.

20/06/2025 - 12:59

Il sistema Cpr negli ultimi vent’anni è degenerato e oggi la detenzione amministrativa rappresenta in tutta la sua violenza e la sua assurdità la criminalizzazione nel segno del panpenalismo della condizione di irregolarità delle persone straniere, rendendo questa condizione una vera e propria colpa da espiare, in un paese che però non dà alcuno strumento per regolarizzare la propria situazione. Le condizioni di trattenimento nei Cpr sono disumane, con ancora meno garanzie di quelle che troviamo nelle carceri italiane, ed è solo per ragioni di propaganda che il governo italiano sceglie di investire in questo “modello”, addirittura provando ad esportarlo in Albania. Su questo fronte c’è solo una risposta possibile: chiudere i Cpr e investire sul superamento della Legge Bossi Fini, che crea irregolarità e alimenta alla radice questo sistema perverso.

Così la deputata del Pd Rachele Scarpa, intervenendo all'incontro "Giustizia secondo Costituzione", un evento promosso dal Partito democratico per riflettere sullo stato della giustizia in Italia a partire dai principi fondanti della nostra Carta costituzionale.

 

20/06/2025 - 12:20

“Basta scaricabarile. Basta sciacallaggi. Chi governa da tre anni non può continuare a dare la colpa ai governi precedenti. Le dichiarazioni dei Trancassini di turno sul caso Villa Pamphili rappresentano l’ennesimo, squallido episodio di sciacallaggio politico. Ma soprattutto rivelano un dato imbarazzante: il ministro Giuli non parla nemmeno con i suoi uffici. Infatti, mentre lui e il suo partito alimentano la grancassa

della polemica, la Direzione Generale Cinema del Ministero parla di procedura regolare e conferma che sono già stati avviati controlli interni per accertare eventuali frodi. Chi ha ragione? Lo chiarisca il ministro Giuli. E magari lo chieda anche alla sottosegretaria Borgonzoni, a cui ha personalmente confermato la delega al cinema. Ci saremmo aspettati maggiore cautela e senso delle istituzioni. Da Fratelli d’Italia, invece, il solito copione: tentare goffamente di scaricare la responsabilità su altri peraltro per atti che, da come leggiamo sulla stampa, sono stati approvati nel 2023 e quindi firmati, gestiti e politicamente coperti dall’attuale governo” così una nota dei deputati democratici della commissione Cultura della Camera dei deputati.

 

20/06/2025 - 12:01

"In questi giorni si svolgeranno in tante città italiane incontri e momenti di riflessione in occasione della prima giornata dedica alle Periferie, il 24 giugno. Una giornata istituita a seguito di più proposte di legge dei diversi gruppi parlamentari, una a mia prima firma.  Proposte nate anche dal lavoro della Commissione Periferie della Camera, di cui sono Segretario. In due anni abbiamo svolto 68 sedute plenarie, 63 riunioni dell’Ufficio di Presidenza,  83 audizioni formali, di cui 53 tenute presso la sede parlamentare e 29 svolte nell’ambito delle missioni esterne Abbiamo già visitato le periferie di 12 delle 14 città metropolitane. Ne è uscito un quadro di criticità ed esperienze positive di coesione sociale e di riqualificazione urbana. Questo lavoro ed anche la giornata del 24 servono a testimoniare la crescita della consapevolezza nella nostre Istituzioni di quanto le periferie devono essere davvero una priorità per tutto il Paese". Così Andrea De Maria, deputato PD

20/06/2025 - 11:43

“Nel mondo c’è un’enorme questione urbana dove si decide il futuro del pianeta. Le città crescono. Milioni di esseri umani si ammassano nei punti alti dello sviluppo cercando una vita migliore. E non sempre è così. L’Italia è dentro questa epoca, anche se la nostra terra riceve popolo ma anche lo allontana. Nella giornata delle periferie bisogna prendere atto dello squilibrio evidente che ormai esiste tra periferie urbane, aree interne e aree pregiate delle città e delle metropoli dove si addensa sviluppo, capitali, lavoro e crescita. La Costituzione italiana va integrata con il riconoscimento della grande questione urbana all’articolo 44, dove si parla soltanto e ancora di squilibrio tra città e campagna. Questo è il presupposto per una rivoluzione copernicana delle politiche pubbliche di investimenti nelle aree urbane. Che porti lavoro, densità e qualità ambientale. Favorendo il lavoro che rimane il vero problema sociale delle periferie e delle aree interne. Serve una cura ‘salesiana’ fatta di strutture comunitarie, formative, occupazionali e spirituali. Una cura promossa dalle istituzioni. E non più solo, come un tempo, dalla Chiesa”. Così il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.

20/06/2025 - 11:07

“Leggo le dichiarazioni del ministro Giuli sulla sconcertante notizia dei fondi tax credit ricevuti dal killer di villa Pamphili. Spiega che proprio per evitare fatti del genere hanno riformato il tax credit. Leggo poi le dichiarazioni del suo direttore generale che spiega che è un fatto increscioso ma che era tutto regolare. Mi chiedo se il ministro e il suo direttore generale si parlino. Ma mi permetto di segnalare due questioni.

La prima è che la cosiddetta riforma messa in campo da questo governo non cambia assolutamente nulla su questi aspetti. La seconda è che stiamo parlando di una vicenda che dimostra semmai che c'è un tema di incapacità di vigilanza della struttura del ministero. Come peraltro evidenziato da diversi casi emersi in questi anni.

Tema sul quale prima di tutto dovrebbe riflettere la direzione generale cinema e chi la guida da molti anni, traendone le conseguenze con serietà e valutando l'opportunità di un passo indietro.

Ma al di là delle inadeguatezze individuali, la difficoltà a vigilare e gestire professionalmente le risorse è una delle ragioni principali per cui abbiamo proposto l'istituzione di una agenzia autonoma ed efficiente, raccogliendo la suggestione del maestro Pupi Avati. La soluzione è questa, non certo quella di aumentare il potere della dg cinema addirittura bypassando il ministro, come proposto dalla sottosegretaria Borgonzoni. Se davvero Giuli vuole affrontare seriamente la questione e non limitarsi a dichiarazioni e finte riforme, l'occasione di un dialogo costruttivo la abbiamo offerta mettendo nero su bianco una proposta che davvero metterebbe in sicurezza il settore.  Attendiamo ancora una risposta” così il deputato democratico, componente della commissione cultura della Camera, Matteo Orfini.

 

20/06/2025 - 11:06

"Un bimbo che ha finito la scuola e non è figlio della presidente del consiglio o di un parlamentare che fa? Dove va?". Ieri in una conferenza stampa sulla mancanza di centri estivi ho posto questa domanda. Chiara, semplice. E invece di rispondere, Fratelli d’Italia ha preferito ironizzare sul mio cognome e, da veri patrioti del coraggio, usare la figlia di Giorgia Meloni per difendersi. Ma forse non l’hanno letta bene. Allora la riformulo. In un Paese in cui un centro estivo costa 180 euro a settimana, i salari sono fermi da anni e un quarto della popolazione è a rischio povertà, chi non è privilegiato cosa fa con i figli? Si licenzia? Sta tre mesi a casa senza stipendio? Perché il punto è tutto qui: Giorgia Meloni può portare la figlia su un aereo di Stato. Ma milioni di genitori italiani non possono permettersi nemmeno di pagare una settimana di campo estivo.

E allora rilancio la domanda.

Visto che parlate tanto di natalità, di famiglia, di futuro: cosa fate concretamente per aiutare chi ha figli, ma non ha un aereo di Stato? Perché finora per le famiglie non c’è stato un solo provvedimento degno di questo nome. Presidente, mi risponde o fa un’altra card?” Così il responsabile nazionale welfare del Pd, Marco Furfaro.

 

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